%@LANGUAGE="VBSCRIPT" CODEPAGE="1252"%>
UNIVERSITA' DEGLI STUDI DI PALERMO | |
FACOLTA' DI LETTERE E FILOSOFIA | |
CORSO DI LAUREA IN LETTERE MODERNE |
Ripercorrendo idealmente la strada che da Palermo conduce a Monreale ci ritroviamo ad ammirare capolavori dell’ingegno artistico, architettonico e politico delle più grandi personalità siciliane di molte epoche. E’ d’obbligo a questo punto della trattazione fornire una breve descrizione di questa strada-monumento, secondo le opere che vi sono poste ai lati, seguendone la via partendo da Palermo. All’inizio della strada, nel tratto che parte dalla Rocca, sono visibili due piloni su cui vi sono delle scritte latine. Nell’ansa della prima curva della salita si trova la fontana del Pescatore del 1769, una vasca circolare che mostra dei fanciulli raffigurati nei più vari momenti di gioco e tra questi un fanciullo con una canna da pesca fra le mani, da cui il nome della fontana. La fontana del Pescatore è considerata fra le massime opere del Marabitti.
[1]
Ludovico Torres I de Malaca s’insedia come Arcivescovo di Monreale alla fine del 1543, quando l’Arcivescovo Farnese lascia [2] A. Lima, Atlante storico delle città italiane, Sicilia, Monreale, cit, p. 54. Il volume della Lima è un prezioso riferimento per la storia di Monreale, del suo territorio, per le ricostruzioni urbanistiche ecc., ragion per cui sarà citato molto spesso.
[3]
L’Arcivescovo Francesco Testa s’insedia nella Metropolita monrealese nel giugno 1754, dopo un lungo ed oscuro periodo per [4] A. I. Lima, Atlante storico delle città italiane, Sicilia, Monreale, Palermo 1991, p. 54. [5] Ignazio Paternò, Viaggio per tutte le antichità della Sicilia, Palermo 1817, pp. 223 – 226.
[6]
J. Houel, Voyage Pittoresque des isles de Sicilie, de Malte et de Lipari per Jean Houel, Parigi 1782.
[7]
Ancora citazioni di viaggiatori: “Al cominciar dell’erta che serpeggia pagasi un pedaggio per ciascun cavallo di otto bajocchi”, G. Quattromani, Lettere su Messina e Palermo, lettera XX, Palermo 1836, pp. 91-95. “Ma l’architettura è senza gusto, e le iscrizioni senza buona paleografia al solito negli U calderini”, G. Gastone, Viaggio in Sicilia, Palermo 1828, pp. 13-17. “Da un lato s’alzano rupi scoscese rallegrate dalle acque cadenti e dalla verzura degli oloè e dei cactus, dall’altro s’apre un vallone tutto coperto d’ulivi, di fichi, d’aranci, di cedri, e lontano la vista di Palermo e del mare”, F. Bourquelot, [8] Come ultima testimonianza della bellezza dello Stratuni si cita la richiesta del principe di S. Vincenzo D. Alessandro Vanni, che il 5 Agosto del 1767 chiede di comprare il terreno adiacente alla strada per impedire la sua edificazione e la conseguente perdita del bel paesaggio offerto da fontane e statue poste lungo la stessa. Per la vicenda cfr. ASDM - Registri di Corte, n°377. Per le notizie storico - artistiche sulla strada monumento cfr. Arte e memoria, a cura di S. Lo Nardo, Palermo 2000. |
||||
Indietro |