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Fin dall’antichità l’arcobaleno era
considerato un fenomeno atmosferico affascinante e legato alle divinità.
Per la filosofia buddista, l’arcobaleno è la scala con la quale
Buddha ridiscende dal cielo; nella mitologia greca, l’arcobaleno è
rappresentato da Iride vestita di iridescenti gocce di rugiada. Anche in
Cina l’arcobaleno assume un significato: l’insieme dei suoi colori
rappresenta l’unione dello yin e dello yang, l’armonia
dell’universo e della sua fecondità. Secondo San Martino i sette
colori sono i simboli delle virtù intellettuali; mentre, per i
cristiani, simboleggia l’alleanza tra Dio e gli uomini dopo il diluvio
universale.
Che cosa è in realtà l’arcobaleno? È l’insieme di sette archi concentrici, di diverso
colore (rosso, arancione, giallo, verde, blu, indaco, viola), che hanno
origine dall’interazione dei raggi solari con le gocce di pioggia. |
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La
Teoria Ci sono tre effetti ottici che determinano la formazione dell’arcobaleno: rifrazione, riflessione e dispersione. I raggi solari, che attraversano
la goccia di pioggia, supposta sferica, sono rifratti (deviano la loro
traiettoria) al suo interno e sono, pertanto, separati in altri raggi,
associati ai diversi colori. Se all’interno il raggio rifratto forma
un angolo maggiore di quello critico (48°) con la normale alla
superficie interna, che il raggio raggiunge, allora il raggio è
riflesso e nuovamente rifratto quando esce dalla goccia. Da ogni goccia,
tuttavia, esce un solo raggio (raggio di Descarte) con un angolo
caratteristico, corrispondente ad un determinato colore, che varia dai
40 (viola) ai 42 gradi (rosso). Questo raggio è il più significativo
perché, tra tutti i raggi incidenti sulla goccia, è quello che ha il
più piccolo angolo di deviazione. La concentrazione di raggi vicino
alla minima deviazione e la forma sferica delle gocce sono la
spiegazione della forma arcuata dell’arcobaleno. In particolari
condizioni atmosferiche, è possibile osservare due arcobaleni vicini di
diversa intensità luminosa e, a volte, se si è particolarmente
fortunati, si può scorgere anche un terzo. Quello più luminoso è
detto arcobaleno primario e ha i colori che cambiano dal rosso,
all’esterno dell’arco, al violetto, al suo interno. La posizione dei
colori è determinata dall’angolo dei raggi uscenti dalle gocce.
L’arcobaleno secondario, così come gli altri, se esistono, si crea
per una duplice riflessione dei raggi rifratti all’interno delle
gocce. Per questo arcobaleno, la disposizione dei colori è invertita.
La parte interna di un arcobaleno primario risulta molto più luminosa
di quella esterna. La spiegazione sta sempre nell’ampiezza degli
angoli dei raggi uscenti. Alcuni raggi emergono dalla goccia con angoli
più piccoli rispetto a quello del raggio di Descarte. In questo modo ci
sarà un sovrapposizione di colori che daranno luce bianca.
Oltre
al fenomeno dell'arcobaleno, ci può capitare di osservare fenomeni
simili ad esso come l'"arcobaleno
solare", un perfetto cerchio
intorno al Sole. |
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