Comunicato stampa-CISU
Il numero di marzo del mensile MUFON UFO Journal, organo della più grande organizzazione ufologica internazionale (la Mutual UFO Network americana), pubblica un lungo e dettagliato articolo sulla vicenda del controverso filmato della cosiddetta autopsia del presunto alieno (trasmesso in Italia da "Misteri" su Raidue), sollevando tutti insieme i numerosi dubbi e le inconsistenze che più volte e da più parti erano stati evidenziati sul caso nel corso degli ultimi mesi.
Un documento che farebbe parte del protocollo dell'autopsia di Roswell. In realtà si tratta di un riscontro cartaceo la cui veridicità è ancora da dimostrare.
Ne è autore Kent Jeffrey, coordinatore dell'International Roswell Initiative, un progetto che da anni raggruppa le principali associazioni ufologiche statunitensi nel tentativo di ottenere il rilascio di tutte le informazioni sul misterioso oggetto che sarebbe effettivamente precipitato nel 1947 nel New Mexico, ma che non avrebbe nulla a che vedere col filmato.
Oltre a mettere in evidenza le contraddizioni e le versioni dei fatti discordanti fra loro e con la realtà documentata, Jeffrey ha rintracciato ben tre cineoperatori militari dell'epoca, che a loro volta hanno smontato le modalità tecniche ed operative del filmato. Uno di loro si è anzi offerto di parlare, con ogni garanzia di riservatezza, con il fantomatico cameraman che avrebbe effettuato le riprese della pretesa autopsia, per verificarne quantomeno l'esistenza e le credenziali. Ma si dubita che l'offerta verrà accolta dall'affarista inglese Ray Santilli, che vanta i diritti sul filmato, come già è successo per l'offerta della Kodak di analizzare le pellicole originali (accettata a parole un anno fa, sbandierata per mesi come già fatta e poi sempre negata con scuse via via diverse), tanto più che lo stesso Santilli ha da poco annunciato che metterà in vendita entro breve altri due spezzoni finora inediti dei filmati in suo possesso.
In un'inedita collaborazione internazionale fra le maggiori organizzazioni ufologiche di tutto il mondo, la pubblicazione dell'articolo avviene in contemporanea in quattordici diverse nazioni. Il testo integrale in italiano è disponibile tramite il Centro Italiano Studi Ufologici, che sull'ultimo numero della propria rivista "UFO" ha appena pubblicato un aggiornamento sulla vicenda.
Sono ormai in molti a considerare il controverso filmato dell'autopsia dell'alieno come la più pesante minaccia mai rivolta fino ad ora alla credibilità della ricerca ufologica seria. Sfortunatamente, non sembra essere una vicenda destinata ad andarsene da sola, anzi si hanno precise indicazioni che i detentori dei diritti collegati al filmato hanno tutte le intenzioni di mantenere in vita l'affare per lungo tempo, e gli ufologi non dispongono dei mezzi dell'autorità giudiziaria per andare a fondo della storia.
Si stima che, in tutto il mondo, centinaia di milioni di persone abbiano assistito alle proiezioni televisive del filmato conseguenti all'acquisizione dei diritti e dunque spesso - come è il caso dell'Italia - con l'impiego del denaro dei contribuenti.
L'articolo di Kent Jeffrey affronta e riepiloga le maggiori discrepanze emerse nel corso di approfondite indagini. Ecco un elenco delle più significative:
* Noti esperti in campo medico - come il Dr. O'Higgins dello University College di Londra - hanno notato numerose inconsistenze nel presunto cadavere e nelle procedure autoptiche; aspetti particolari dell'esterno del corpo, come la sporgenza di una clavicola o di particolari muscoli, implicano una corrispondente struttura interna umana; non si registra però la presenza di alcuna struttura, anche solo vagamente umana, nelle cavita corporee del presunto alieno.
* In un sondaggio svolto tra una quindicina dei maggiori esperti di effetti speciali - fra i quali Stan Winston (Jurassic Park) e Trey Stokes (Il ritorno di Batman, Robocop 2, The Abyss, The Blob, ecc.) - è emerso il parere unanime che l'"alieno" sia in realtà un pupazzo. L'atteggiamento corporeo e il peso non sono consistenti con una posizione supina e fanno anzi ritenere sia stato realizzato in posizione eretta. Anche Carlo Rambaldi (ET) aveva sostenuto, su "Misteri", che si tratta di un pupazzo, neppure tanto sofisticato.
* Ray Santilli - il documentarista inglese che sta vendendo diritti di proiezione del filmato e videocassette a mezzo mondo - ha fatto molte affermazioni false riguardanti l'autenticazione del filmato originale ad opera della Kodak - autenticazioni che non sono mai avvenute e mai potranno avvenire fino a quando non verrà fornito un certo numero di fotogrammi della pellicola originale, con ben visibili le immagini dell'autopsia. L'analisi provocherebbe al filmato un danno irrisorio (un forellino in un singolo fotogramma, corrispondente per una pellicola a 16 mm, a 1/25000 di una sequenza di 18 minuti) a fronte degli evidenti vantaggi economici derivanti dal valore aggiunto che l'avvenuta autenticazione comporterebbe.
* Il misterioso "collezionista" che avrebbe acquistato le pellicole, citato da Santilli come il motivo dell'attuale indisponibilità del film originale, è in realtà un socio d'affari dello stesso Santilli, come scoperto dai giornalisti della TV francese TF1.
* I "codici di segretezza" sono scomparsi dal filmato non appena esperti militari ne hanno dimostrato la contraffazione. Per tali codici Santilli aveva fornito almeno tre diverse giustificazioni, tra di loro contraddittorie.
* I "geroglifici" sui presunti frammenti (leggi: "putrelle") dell'astronave formano due parole inglesi leggermente camuffate: VIDEO O TV. Parole che sono legate sia al soggetto in questione che fra loro. La difficoltà di creare qualcosa di anche solo remotamente simile a una - qualsiasi - parola inglese usando caratteri di un alfabeto derivato indipendentemente dall'alfabeto romano, come ad esempio l'alfabeto arabo, illustra bene questo punto. Che gli extraterrestri parlino in inglese?
* Santilli ha cambiato versione sulle circostanze nelle quali acquistò il filmato, non appena è stato colto in fallo su un programma della TV francese TF1. Esiste - come sostenuto da Santilli - un cameraman di nome Jack Barnett che ha girato un filmato su Elvis Presley nel 1955. Questi però è morto nel 1967 e non ha mai fatto parte di un corpo militare americano. Come poteva vendere il filmato a Santilli nel 1993 e telefonare all'ufologo inglese Philip Mantle nel 1995? Che Jack Barnett sia un fantasma? Oppure che esistano due Jack Barnett che nel 1955 hanno girato - oltre a filmati di autopsie e test atomici - un filmato su Elvis? E come mai questo Jack Barnett, pur non essendosi quasi mai mosso dall'Ohio, scrive in "British English" (l'inglese parlato in Inghilterra) e non in americano?
* Tre diversi cameraman militari, estremamente qualificati, della seconda guerra mondiale hanno trovato numerose incongruenze e contraddizioni sia nel filmato che nella storia attorno ad esso. In nessuna circostanza un cineoperatore avrebbe potuto sviluppare lui stesso le pellicole; non avrebbe senso che a Washington nessuna si fosse chiesto che fine fece il filmato dell'autopsia rimasto in mano al fantomatico cine-operatore; per autopsie e progetti importanti o speciali (come l'autopsia di un alieno, si suppone) si utilizzavano pellicole a colori e non in bianco/nero; si utilizzavano due cineprese fisse e non una sola mobile; si effettuava una concomitante registrazione fotografica; la cinepresa utilizzata avrebbe consentito la messa a fuoco, ed immagini nitide, da circa 45 centimetri all'infinito, perciò "se qualcuno nella mia unità avesse girato un film in quella maniera (sfocata e approssimativa), sarebbe stato mandato a pelare patate in cucina", ha commentato uno dei tre cameraman; le etichette che sarebbero state apposte sulle scatole delle pellicole contengono un sigillo mai visto, danno indicazioni di sviluppo del tutto inadeguate e, soprattutto fanno riferimento a una pellicola a colori, non in bianco e nero.
L'articolo della MUFON si chiude con l'offerta di uno dei tre cameraman - il Colonnello Dan McGovern - di verificare l'autenticità del cineoperatore di Santilli. Offerta che si aggiunge a quella della Eastman Kodak di autenticare il filmato, presentata nel luglio del 1995 e mai accettata. Il Colonnello richiede nome e numero di matricola del cameraman di Santilli, e garantisce una completa confidenzialità. McGovern pone anche un'altra condizione per poter dare il suo giudizio definitivo su "Jack Barnett": poter fare una chiacchierata telefonica con lui di una quindicina di minuti. D'altra parte il presunto cameraman di Santilli, che avrebbe affermato di essere di stanza a Washington nel giugno 1947, gradirebbe sicuramente poter parlare con McGovern poiché, oltre ad avere un background comune e probabilmente anche conoscenze in comune, essi hanno anche qualcos'altro di unico in comune: nel giugno del 1947, il Colonnello McGovern era un "ufficiale del progetto riprese cinematografiche" per l'Air Force - di stanza proprio a Washington D.C..
Una lettera, comprendente copia dell'articolo
della MUFON, è stata inviata a Rupert Murdoch, "chief executive officer"
del gruppo televisivo Fox Ententairnment. Nella lettera si richiede che la rete
televisiva Fox, nell'interesse di un onesto giornalismo, si astenga dal mandare
in onda qualsiasi versione futura del documentario scandalistico "Alien
Autopsy: Fact or Fiction" - analogo alle produzioni dedicate alla vicenda
dal Format "Misteri" di Raidue - fino a che Ray Santilli abbia
accettato:
1) l'offerta della Eastman Kodak Corporation di autenticare il filmato e
2) l'offerta del Colonnello Dan A. McGovern di autenticare il cameraman. Copie
della lettera a Murdoch e dell'articolo della MUFON sono state inviate ai
maggiori network televisivi americani ed europei.
Presso la segreteria del CISU sono disponibili:
- copia dell'articolo originale (12 pagine);
- copia della sua traduzione integrale in italiano (10 pagine);
- copia delle quattro fotografie allegate all'articolo, ritraenti i tre
cameramen militari intervistati da Kent Jeffrey, nonché le fotocopie relative
alle tre etichette che sarebbero state trovate sulle scatole delle pellicole.
Oltre a mettere in evidenza le contraddizioni e le versioni dei fatti discordanti fra loro e con la realtà documentata, Jeffrey ha rintracciato ben tre cineoperatori militari dell'epoca, che a loro volta hanno smontato le modalità tecniche ed operative del filmato. Uno di loro si è anzi offerto di parlare, con ogni garanzia di riservatezza, con il fantomatico cameraman che avrebbe effettuato le riprese della pretesa autopsia, per verificarne quantomeno l'esistenza e le credenziali. Ma si dubita che l'offerta verrà accolta dall'affarista inglese Ray Santilli, che vanta i diritti sul filmato, come già è successo per l'offerta della Kodak di analizzare le pellicole originali (accettata a parole un anno fa, sbandierata per mesi come già fatta e poi sempre negata con scuse via via diverse), tanto più che lo stesso Santilli ha da poco annunciato che metterà in vendita entro breve altri due spezzoni finora inediti dei filmati in suo possesso.
In un'inedita collaborazione internazionale fra le maggiori organizzazioni ufologiche di tutto il mondo, la pubblicazione dell'articolo avviene in contemporanea in quattordici diverse nazioni. Il testo integrale in italiano è disponibile tramite il Centro Italiano Studi Ufologici, che sull'ultimo numero della propria rivista "UFO" ha appena pubblicato un aggiornamento sulla vicenda.
Sono ormai in molti a considerare il controverso filmato dell'autopsia dell'alieno come la più pesante minaccia mai rivolta fino ad ora alla credibilità della ricerca ufologica seria. Sfortunatamente, non sembra essere una vicenda destinata ad andarsene da sola, anzi si hanno precise indicazioni che i detentori dei diritti collegati al filmato hanno tutte le intenzioni di mantenere in vita l'affare per lungo tempo, e gli ufologi non dispongono dei mezzi dell'autorità giudiziaria per andare a fondo della storia.
Si stima che, in tutto il mondo, centinaia di milioni di persone abbiano assistito alle proiezioni televisive del filmato conseguenti all'acquisizione dei diritti e dunque spesso - come è il caso dell'Italia - con l'impiego del denaro dei contribuenti.
L'articolo di Kent Jeffrey affronta e riepiloga le maggiori discrepanze emerse nel corso di approfondite indagini. Ecco un elenco delle più significative:
* Noti esperti in campo medico - come il Dr. O'Higgins dello University College di Londra - hanno notato numerose inconsistenze nel presunto cadavere e nelle procedure autoptiche; aspetti particolari dell'esterno del corpo, come la sporgenza di una clavicola o di particolari muscoli, implicano una corrispondente struttura interna umana; non si registra però la presenza di alcuna struttura, anche solo vagamente umana, nelle cavita corporee del presunto alieno.
* In un sondaggio svolto tra una quindicina dei maggiori esperti di effetti speciali - fra i quali Stan Winston (Jurassic Park) e Trey Stokes (Il ritorno di Batman, Robocop 2, The Abyss, The Blob, ecc.) - è emerso il parere unanime che l'"alieno" sia in realtà un pupazzo. L'atteggiamento corporeo e il peso non sono consistenti con una posizione supina e fanno anzi ritenere sia stato realizzato in posizione eretta. Anche Carlo Rambaldi (ET) aveva sostenuto, su "Misteri", che si tratta di un pupazzo, neppure tanto sofisticato.
* Ray Santilli - il documentarista inglese che sta vendendo diritti di proiezione del filmato e videocassette a mezzo mondo - ha fatto molte affermazioni false riguardanti l'autenticazione del filmato originale ad opera della Kodak - autenticazioni che non sono mai avvenute e mai potranno avvenire fino a quando non verrà fornito un certo numero di fotogrammi della pellicola originale, con ben visibili le immagini dell'autopsia. L'analisi provocherebbe al filmato un danno irrisorio (un forellino in un singolo fotogramma, corrispondente per una pellicola a 16 mm, a 1/25000 di una sequenza di 18 minuti) a fronte degli evidenti vantaggi economici derivanti dal valore aggiunto che l'avvenuta autenticazione comporterebbe.
* Il misterioso "collezionista" che avrebbe acquistato le pellicole, citato da Santilli come il motivo dell'attuale indisponibilità del film originale, è in realtà un socio d'affari dello stesso Santilli, come scoperto dai giornalisti della TV francese TF1.
* I "codici di segretezza" sono scomparsi dal filmato non appena esperti militari ne hanno dimostrato la contraffazione. Per tali codici Santilli aveva fornito almeno tre diverse giustificazioni, tra di loro contraddittorie.
* I "geroglifici" sui presunti frammenti (leggi: "putrelle") dell'astronave formano due parole inglesi leggermente camuffate: VIDEO O TV. Parole che sono legate sia al soggetto in questione che fra loro. La difficoltà di creare qualcosa di anche solo remotamente simile a una - qualsiasi - parola inglese usando caratteri di un alfabeto derivato indipendentemente dall'alfabeto romano, come ad esempio l'alfabeto arabo, illustra bene questo punto. Che gli extraterrestri parlino in inglese?
* Santilli ha cambiato versione sulle circostanze nelle quali acquistò il filmato, non appena è stato colto in fallo su un programma della TV francese TF1. Esiste - come sostenuto da Santilli - un cameraman di nome Jack Barnett che ha girato un filmato su Elvis Presley nel 1955. Questi però è morto nel 1967 e non ha mai fatto parte di un corpo militare americano. Come poteva vendere il filmato a Santilli nel 1993 e telefonare all'ufologo inglese Philip Mantle nel 1995? Che Jack Barnett sia un fantasma? Oppure che esistano due Jack Barnett che nel 1955 hanno girato - oltre a filmati di autopsie e test atomici - un filmato su Elvis? E come mai questo Jack Barnett, pur non essendosi quasi mai mosso dall'Ohio, scrive in "British English" (l'inglese parlato in Inghilterra) e non in americano?
* Tre diversi cameraman militari, estremamente qualificati, della seconda guerra mondiale hanno trovato numerose incongruenze e contraddizioni sia nel filmato che nella storia attorno ad esso. In nessuna circostanza un cineoperatore avrebbe potuto sviluppare lui stesso le pellicole; non avrebbe senso che a Washington nessuna si fosse chiesto che fine fece il filmato dell'autopsia rimasto in mano al fantomatico cine-operatore; per autopsie e progetti importanti o speciali (come l'autopsia di un alieno, si suppone) si utilizzavano pellicole a colori e non in bianco/nero; si utilizzavano due cineprese fisse e non una sola mobile; si effettuava una concomitante registrazione fotografica; la cinepresa utilizzata avrebbe consentito la messa a fuoco, ed immagini nitide, da circa 45 centimetri all'infinito, perciò "se qualcuno nella mia unità avesse girato un film in quella maniera (sfocata e approssimativa), sarebbe stato mandato a pelare patate in cucina", ha commentato uno dei tre cameraman; le etichette che sarebbero state apposte sulle scatole delle pellicole contengono un sigillo mai visto, danno indicazioni di sviluppo del tutto inadeguate e, soprattutto fanno riferimento a una pellicola a colori, non in bianco e nero.
L'articolo della MUFON si chiude con l'offerta di uno dei tre cameraman - il Colonnello Dan McGovern - di verificare l'autenticità del cineoperatore di Santilli. Offerta che si aggiunge a quella della Eastman Kodak di autenticare il filmato, presentata nel luglio del 1995 e mai accettata. Il Colonnello richiede nome e numero di matricola del cameraman di Santilli, e garantisce una completa confidenzialità. McGovern pone anche un'altra condizione per poter dare il suo giudizio definitivo su "Jack Barnett": poter fare una chiacchierata telefonica con lui di una quindicina di minuti. D'altra parte il presunto cameraman di Santilli, che avrebbe affermato di essere di stanza a Washington nel giugno 1947, gradirebbe sicuramente poter parlare con McGovern poiché, oltre ad avere un background comune e probabilmente anche conoscenze in comune, essi hanno anche qualcos'altro di unico in comune: nel giugno del 1947, il Colonnello McGovern era un "ufficiale del progetto riprese cinematografiche" per l'Air Force - di stanza proprio a Washington D.C..
Una lettera, comprendente copia dell'articolo
della MUFON, è stata inviata a Rupert Murdoch, "chief executive officer"
del gruppo televisivo Fox Ententairnment. Nella lettera si richiede che la rete
televisiva Fox, nell'interesse di un onesto giornalismo, si astenga dal mandare
in onda qualsiasi versione futura del documentario scandalistico "Alien
Autopsy: Fact or Fiction" - analogo alle produzioni dedicate alla vicenda
dal Format "Misteri" di Raidue - fino a che Ray Santilli abbia
accettato:
1) l'offerta della Eastman Kodak Corporation di autenticare il filmato e
2) l'offerta del Colonnello Dan A. McGovern di autenticare il cameraman. Copie
della lettera a Murdoch e dell'articolo della MUFON sono state inviate ai
maggiori network televisivi americani ed europei.
Presso la segreteria del CISU sono disponibili:
- copia dell'articolo originale (12 pagine);
- copia della sua traduzione integrale in italiano (10 pagine);
- copia delle quattro fotografie allegate all'articolo, ritraenti i tre
cameramen militari intervistati da Kent Jeffrey, nonché le fotocopie relative
alle tre etichette che sarebbero state trovate sulle scatole delle pellicole.
fonte: CISU - Corso Vittorio Emanuele 108 - 10100 Torino