Ecco l'ultima classe in visita al Parco Nord per l'anno 2001!
Fa freddo - ma non troppo - per cui possiamo iniziare la nostra attività
sulla temperatura e sulla luce nel bosco.
Ci fermiamo all'ingresso del bosco, dove iniziamo le attività
facendo alcune riflessioni sull'importanze della luce per la vita delle
piante e su come piante diverse reagiscano diversamente alla maggiore
o minore quantità di illuminazione.
Infatti esistono piante che non amano la presenza di troppa luce, mentre
altre la reclamano in gran quantità: inoltre, all'interno di
un bosco, le condizioni di illuminazione sono tra le più varie,
per cui si vengono a creare le situazioni più disparate.
Il buio totale nel bosco non esiste.
La luce è sicuramente in collegamento con la temperatura, anche
se oggi, vista la nuvolosità costante, la temperatura stessa
dovrebbe essere abbastanza costante nel tempo.
I ragazzi mi raccontano che dall'inizio del mese di novembre hanno
raccolto le temperature giornaliere dell'aria, realizzandone quindi
un grafico rappresentante le variazioni nel tempo.
Questi dati possono quindi essere un punto di partenza per l'attività
di oggi: in particolare evidenziamo il valore della temperatura del
giorno 5 novembre - che era di 16°C - valore piuttosto elevato per
il periodo. Stabiliamo che in quel periodo il riscaldamento nelle case
era attivo, per cui, a fronte di una temperatura interna casalinga di
20°C, rileviamo una differenza tra il dentro e il fuori di:
20 - 16 = 4°C
Questo valore potrebbe essere un punto di partenza per definire una
ipotetica differenza di temperatura minima perchè si possa parlare
di "effetto calorifero" al'interno del bosco.
Prima di cominciare la ricerca dei "caloriferi" prendiamo
la temperatura dell'aria:
ore 9.56 - 1,6°C
La classe viene divisa in 4 gruppi che si mettono alla ricerca dei
"caloriferi", ovvero di piccoli ambienti dove si presume posa
esserci una temperatura dell'aria maggiore rispetto a quella appena
misurata.
Mentre i ragazzi sono al lavoro mi aggiro per il bosco con il termometro
digitale a rilevare le varie temperature dell'aria: noto una certa variabilità
dei valori, tra 0,5°C e 2,5°C.
Una volta terminato il lavoro dei gruppi andiamo ad analizzare ogni
singolo ambiente rilevato: si tratta di tre luoghi abbastanza simili
tra di loro (l'intorno di tre diversi biancospini)
e della zona adiacente ad un tasso (sempreverde).
Per quel che riguarda i tre biancospini i ragazzi mettono in evidenza
la loro funzione di protezione - per esempio nei confronti dei piccoli
animali che si possono qui riparare - per cui si ipotizza la presenza
di una maggiore temperatura nelle strette vicinanze del tronco (anche
perchè i gruppi comunicano la sensazione di un certo calore al
contatto diretto con i rami delle piante. Inoltre si individua, alla
base di una delle tre piante, un'ingresso di tana di arvicola.
In effetti, accostando il termometro al tronco non si rileva un apprezzabile
aumento della temperatura (al massimo si arriva a 2,2°C) - probabilmente
perchè l'aria fredda nelle immediate vicinanze riesce a condizionare
il nostro strumento (sicuramente sarebbe meglio poter praticare un foro
nel tronco e prendere immediatamente la temperatura interna).
A partire dalla presenza della tana di arvicola nel terreno, proviamo
a prendere la temperatura superficiale dell'ingresso della tana e del
terreno spoglio immediatamente circostante - rileviamo un valore di
circa 1,1°C (diretta conseguenza del notturno gelo della superficie
del terreno). Proviamo quindi a rilevare la temperaura del terreno poco
lontano in un luogo con erba e senza neve, otteniamo un valore più
alto - 2,3°C.
Valutiamo quindi che questa differenza - minima ma apprezzabile - sia
dovuta alla presenza della vegetazione - ottima conservatrice di calore.
Più interessante si rivela invece il quarto luogo - il piccolo
tasso - qui rileviamo già alcune differenze di temperatura tra
l'interno della chioma ( 1,6°C) e l'esterno, in mezzo alle foglie
(2,6°C) - altro segno dell'importanza della presenza diretta della
vegetazione.
Ancora più interessante si rivelano i due tassi adiacenti al
primo, in mezzo ai quali rileviamo ancora la temperatura - 4,8°C
- nettamente più alta delle altre.
In questo caso la differenza tra la temperatura del presunto "calorifero"
e quella iniziale è di 3°C - paragonabile a quella esistente
tra il dentro e il fuori del 5 novembre (4°C).
Dopo queste considerazioni che ci portano via un po' di tempo ci dedichiamo
alla osservazione dei loro disegni: si tratta di immagini dell'animale
che sta al freddo - così come interpretato dai ragazzi.
Eccone riportati alcuni: (clicca sulle picole immagini
per vederne l'ingrandimento )
Si tratta soprattutto di situazioni di letargo, oppure di riparo delle
uova: sottolineamo la differenza di situazione tra il mammifero che
ha il pelo per proteggersi, per cui può stare anche sottoterra,
e il piccolo uccello che ha più bisogno del calore solare per
scaldarsi, piuttosto che il fatto che alcuni animali - rettili e anfibi
- utilizzino la tana solamente per il loro riposo invernale.
Osserviamo quindi la situazione delle piantine di sambuco
- con molte foglie nuove emesse da poco, che ora si stanno deteriorando:
queste si sono trovate "imbrogliate" dalle temperature alte
dell'inizio del mese di novembre, per cui hanno anticipato di molti
mesi l'apertura delle gemme.
Consideriamo che in quei giorni di novembre si è presentata una
situazione molto simile - sia come temperatura che come lunghezza della
giornata - al primo periodo primaverile, rendendo così possibile
l'imbroglio.
Prima di lasciarci - si è fatto velocemente tardi - istituiamo
per l'occasione una nuova stanza - all'interno del sentiero
di Greta e Anselmo - la stanza
del freddo (e del caldo). Decidiamo che la loro stanza non può
che essere quella intorno ai due tassi, che nominiamo come la 17bis
- in quanto la pianta del sentiero più vicina è appunto
la n°17.
Chiedo quindi alla classe di pensare ad un progetto di allestimento
della stanza stessa, da realizzarsi in occasione della visita primaverile.