La 4b arriva puntuale all'appuntamento: subito ci incamminiamo verso
il bosco, per percorrere velocemente un tratto del sentiero
di Greta e Anselmo che ben conoscono i ragazzi della 4b.
Lo percorriamo, osservando sommariamente i cartellini presenti; infinine
giungiamo presso la quercia n°49 - il loro albero (Cicciottello).
Qui incominciamo le attività previste per oggi: il caldo, il
freddo, il bosco, gli animali.
I ragazzi mi raccontano ciò che hanno fatto e che stanno facendo
a scuola: in particolare di alcuni esperimenti che dovrebbero chiarire
le differenze tra il concetto di temperatura di un corpo e la sensazione
soggettiva che si può avere del calore emanato da quello stesso
corpo.
Inoltre mi consegnano una serie di disegni interessanti sui seguenti
temi:
- animali del caldo
- animali del freddo
- boschi del freddo
- boschi del caldo
Ecco riportati alcuni di questi disegni disegni: (clicca
sulle picole immagini per vederne l'ingrandimento )
Osserviamo insieme questi disegni, li commentiamo velocemente, quindi
passiamo alla fase di ricerca dei "pezzi" di bosco più
caldi - comunque i meno freddi!
Cominciamo con il misurare le temperature dell'aria al sole e all'ombra:
- temperatura al sole - 3,1°C
- temperatura all'ombra - 2,6°C
La classe viene quindi divisa in 4 gruppi, che cercheranno i luoghi
meno freddi nella zona di bosco circostante.
Alla fine della ricerca ci rechiamo presso ogni luogo prescelto e cominciamo
ad effettuare alcune verifiche utilizzando il temometro.
1 - ceppaia isolata - sensazione di calore al passaggio vicino ad essa:
- alla base della ceppaia misuriamo - 2,6°C
- dentro una sottile fessura della ceppaia stessa - 2°C
- a contatto del terreno presso la ceppaia - 0,4°C
- a circa 1,5 mt di altezza - 3,9°C
Il punto "caldo" risulta quindi essere quello a 1,5 mt di
altezza, ovvero quello dove l'aria è riuscita maggiormente a
scaldarsi grazie al pallido sole presente - i punti più in basso
risentono sicuramente della presenza del terreno quasi sempre gelato
(ma con temperatura costante nel corso del tempo).
2 - un acero biforcato - sensazione di caldo nei pressi - misuriamo
la temperatura a circa 1,5 mt di altezza e otteniamo il valore di 4,4°C
- in effetti qui il sole sembra avere uno spazio maggiore attraverso
il quale infilarsi e scaldare questo microambiente.
Presso questo albero osserviamo che toccando il tronco e i singoli rami
più sottili proviamo sensazioni di calore nettamente diverse:
il tronco risulta essere sensibilmente meno freddo dei rami più
sottili (probabilmente a causa della maggiore superficie relativa, dalla
quale la piante perde calore, dei rami più sottili).
3 - Cicciottello, ovvero la loro quercia rossa - il calore proviene
dalla zona circostante la corteccia dell'albero: qui misuriamo la temperatura
di 3,9°C, dovuta al sole che batte sulla corteccia stessa.
4 - uno spazio relativamente aperto, senza alberi nelle immediate prossimità:
misuriamo una temperatura - a 1,5 mt di altezza - di 3,9°C.
Concludiamo quindi che i luoghi trovati dai ragazzi esprimono effettivamente
un "maggiore calore" rispetto al punto della prima misurazione.
Mentre facciamo queste considerazioni, un pettirosso si avvicina a
noi e ci gira intorno per un po' - è attirato dalla nostra presenza
in quanto il nostro camminare mescola quanto basta le foglie in terra
per permettergli di cercare i piccoli insetti di cui si nutre. E' come
se ci dicesse: "dai, camminate un po' così posso finalmente
mangiare!"
Ecco, stanno tutti osservando il pettirosso!
Cerchiamo quindi di capire se veramente sotto le foglie si nascondano
tali insetti: ne troviamo pochi, ma in effetti ci sono!
Sotto questa "coperta fogliare" tutti questi piccoli animaletti
tentano di sopravvivere al freddo inverno (questo malgrado la temperatura
di quel microcosmo sia appena sopra lo zero - temperatura che rimane
però costante nel tempo!).
In definitiva gli animali non temono il freddo, ma solo l'eventuale
grossa variazione rapida della temperatura.
Stiamo muovendoci per ritornare a scuola, quando mi cade l'occhio sotto
un bel pino (pinus excelsa) e vedo alcune borre di rapace notturno (probabilmente
si tratta di un gufo): ne raccogliamo alcune - che i ragazzi portano
a scuola - e ne apriamo un paio di pezzi.
Da questo rigurgito - residuo di alimentazione del gufo - vengono fuori
pelo e alcune piccole ossa di arvicola.
Compito a scuola sarà quello di estrarre le varie ossa e cercare
di classificarle.