io cresco e l'albero cresce con me

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Le classi del Comune di Milano - 2d - scuola elementare Locatelli
22 gennaio 2002

Il tempo non è più bello come nei giorni precedenti: qualche gocciolina di pioggia comincia a scendere.

Con la 2d mi avvio verso l'ingresso del bosco, dove ci fermiamo per programmare la mattinata di lavoro.
Innanzitutto i bambini mi ricordano della loro venuta al Parco lo scorso anno, della realizzazione del sentiero di Greta e Anselmo, del loro albero e del gioco ad essso connesso.

Racconto alla classe del sentiero e della realizzazione effettiva di una parte di esso, utilizzando i paletti e i cartellini relativi.
Invito i bambini ad andare alla ricerca di questi cartellini, cosa che fanno velocemente e senza problemi.

Ci fermiamo in corrispondenza dell'acero n°27, che presenta come gioco "La ricerca dell'albero più giovane": ovviamente decido di provare a giocare questo gioco.
La classe si divide in 3 gruppi aventi l'incarico di individuare appunto l'albero più giovane presente nell'immediato intorno.

Subito i tre gruppi si piazzano a fianco di alberi già adulti, aventi più o meno la stessa dimensione - ma soprattutto la stessa età.
Quindi non si può parlare di un albero più giovane dell'altro in quanto hanno tutti e tre, appunto, la stessa età.

Faccio quindi alcune riflessioni con i bimbi: soprattutto metto in evidenza il fatto che questi alberi non sono cresciuti istantaneamente fino alle odierne dimensioni, a partire dallo stato di seme, ma ci saranno stati degli stadi intermedi di crescita.

Una volta compreso il tipo di errore commesso da tutti e tre i gruppi, si riparte alla ricerca della pianticella effettivamente più piccola.
Adesso le piante individuate rispondono alla richiesta fatta: in particolare una - una piccola quercia - risulterà avere circa un anno di vita, con un'altezza pari a 7/8 centimetri.

Facendo una serie di paragoni tra l'aberello piccolo, quello adulto, la mia persona e una bimba della classe, arriviamo a comprendere che noi umani abbiamo tempi e modalità di crescita assolutamente diversi rispetto agli alberi, soprattutto quando si parla di "grandezza".

I bambini mi raccontano delle cose che hanno fatto a scuola prima dell'uscita, in particolare dell'analisi fatta sulle componenti dell'albero (foglie, radici, tronco, etc...).
Le radici e le foglie sono le parti responsabili della nutrizione della pianta, attività questa che, in inverno, è praticamente assente, per la mancanza delle foglie.

Però alcune piante sono comunque in attività, hanno le foglie, riescono a sfidare il freddo inverno, sono un po' pazze. Chiedo ai bambini di trovare alcune di queste piante un po' "pazze".

Immediatamente i bimbi individuano alcune piccole piante di sambuco e una di rosa canina, dotate di foglie verdi: spiego quindi loro che in questo caso si tratta di un evento particolare, in quanto siamo di fronte alla reazione di alcune piante a degli sbalzi di temperatura (il caldo relativo delle ultime ore ha provocato una sorta di imbroglio ai danni di questi alberelli, inducendoli ad aprire le gemme e ad emettere le foglie).

Dobbiamo però trovare l'albero che effettivamente presenti normalmente le sue foglie in inverno: lo troviamo poco dopo - il pino silvestre.

Le foglie ci sono e sono a forma di ago - raccogliamo un ramo spezzato e lo analizziamo velocemente.

Perchè il pino è un albero un po' "pazzo"? - nel senso di diverso dalla maggioranza degli altri alberi:

  • perchè mantiene le foglie in inverno
  • perchè ha la forma delle foglie un po' strana - ad ago
  • perchè ha la resina

Ad un albero particolare non poteva non essere associato un personaggio molto particolare, conosciuto da tutti i bambini: Mago Merlino.
Questa persona si dice sia effettivamente vissuta, in tempi storici in cui la diversità era spesso sinonimo di pazzia; si dice che vivesse sopra un pino (luogo ideale per mantenere il propriop isolamento dagli altri).

A questo punto facciamo merenda - il tempo si sta ulteriormente guastando.

Sotto una pioggerellina fine ma persistente, andiamo a completare il nostro percorso odierno - forzati appunto dal tempo atmosferico.

Individuiamo un albero lungo il sentiero, ma non facente parte di esso, come pianta intorno alla quale realizzare la loro stanza del tempo in occasione dell'uscita primaverile: si tratta di una quercia cerro, vicino all'olmo n°37.

Spiego velocemente ai bambini le attività collegate alla stanza li invito per il prossimo incontro e li saluto.