La quercia veniva chiamata dai greci "drus", ovvero l'albero
per eccellenza.
Albero più sacro di tutti gli altri, asse del mondo.
La rovere é diventata "robur", "robustus",
in quanto solida, robusta con rami nodosi.
"Grande Quercia del Padiglione" - "Quercia della Tinozza",
sono alcuni nomi, peraltro rappresentativi, di esemplari viventi molto
vecchi e maestosi.
"Quercia del Lupo" - "Quercia Maritata" - "Quercia
sotto cui andavano a sedersi le parti in causa" - ovvero rappresentazione
del potere giudiziario che si esprimeva in vari modi.
"Quercia della Libertà" - "Quercia del Venditore"
- "Quercia Frittella" - "Quercia dei Partigiani"
- "Quercia dei Chiodi"
Le ghiande della quercia sono state "pane" per parecchio
tempo per l'uomo, ma, al di là di tale significativa importanza,
questo seme/frutto ha assunto nei secoli valenze particolari, fino
ad assumere poteri fecondativi ed afrodisisaci.
L'uomo antico ha sempre visto nella quercia una pianta oracolare,
ovvero dotata della capacità di prevedere il futuro: la quercia
di Dodona, in particolare, godette di enorme fama nel mondo greco.
Anche Abramo, nella Bibbia, incontra più volte questa pianta,
in momenti importanti per la storia del popolo d'Israele: presso la
"Quercia di Moré" gli apparve Javhé ed in
prossimità delle "Querce di Mamré" l'Eterno
gli si presentò di fronte di nuovo, in triplice forma.
Le statue di Zeus sono state spesso coronate da rami di quercia con
molte ghiande.
Anche presso Roma, successivamente, la corona di rami di quercia fu
molto utilizzata per sottolineare la regalità ed il valore
guerriero.