Torna alla prima pagina
Piccola enciclopedia storica

Piccola enciclopedia mitologica

Asterione

1.Asterione, o Asterio, figlio di Tettamo o di Doro, e d'una figlia di Creteo, era un re di Creta: sposò Europa, dopo che quest' ultima fu sedotta da Zeus. Asterione adottò i bambini nati da quest' unione divina: Minosse, Sarpedone e Radamanto. 2.Altro nome del Minotauro.

Caos

E' la personificazione del Vuoto primordiale, anteriore alla creazione, al tempo in cui l' Ordine non era stato ancora imposto agli elementi del mondo. Generò l' Erebo e la Notte (Nyx), poi il Giorno (Emera) e l' Etere. Talvolta, invece, è ritenuto figlio del tempo (Crono), e fratello dell' Etere.

Gaia

Gaia è la Terra, concepita come elemento primordiale da cui uscirono le stirpi divine. Svolge una funzione importante nella Teogonia esiodea, ma non ne ha alcuna nei poemi omerici. Secondo Esiodo, Gaia nacque per seconda, subito dopo Caos, immediatamente prima di Eros (l'Amore). Senza l' aiuto di alcun elemento maschile, generò il Cielo (Urano), che la ricopre, e le Montagne, e anche il Ponto, personificazione maschile dell' elemento marino. Dopo la nascita del Cielo, s'unì a quest' ultimo e proprio allora i figli ch' ella ebbe non furono più semplici potenze elementari, ma dei propriamente detti. Vi furono dapprima i sei Titani: Oceano, Ceo, Crio, Iperione, Giapeto e Crono, e le sei Titanidi: Teia, Rea, Temi, Mnemosine, Febe, Teti, che sono divinità femminili. Crono è il più giovane di questa schiatta. Poi, vennero i Ciclopi: Arge, Sterope e Bronte, che sono divinità legate al fulmine, ai lampi e al tuono. Infine dagli amori di Urano nacquero gli Ecatonchiri, esseri dalle cento braccia, giganteschi e violenti chiamati Cotto, Briareo e Gige. Urano aveva in orrore tutti questi figli e non permise loro di vedere la luce, ma li costrinse a restare sepolti nelle profondità della loro madre, la Terra. Quest' ultima decise di liberare i figli e chiese loro di vendicarla contro Urano. Ma nessuno acconsentì, tranne il più giovane, Crono, che accettò, per odio verso il padre. Gaia gli consegnò allora un falcetto d'acciao affilatissimo e, allorchè, durante la notte, Urano s' avvicinò a Gaia avvolgendola da tutte le parti, Crono, con un colpo di falcetto, tagliò i testicoli del padre e li lanciò dietro di lui. Il sangue della ferita cadde sulla Terra e la fecondò di nuovo. Così nacquero le Erinni, i Giganti e le Ninfe dei frassini o, in genere, le divinità collegate agli alberi. Dopo la mutilazione d' Urano, Gaia s' unì all' altro dei figli che aveva avuto un tempo, Ponto (il Flutto), e generò con lui cinque divinità marine: Nereo, Taumante, Forcide, Ceto ed Euribia. Crono regnava sul mondo e ben presto si mostrò tiranno crudele quanto il padre. Anche lui imprigionò i fratelli, i figli di Gaia, nel Tartaro, dimodochè la Terra preparò una seconda rivoluzione. Allorchè Rea, la quale aveva visto tutti i suoi figli divorati da Crono, fu incinta di Zeus, andò a consultare Gaia e Urano per chiedere loro come potesse salvare il bambino che stava per avere. Gaia e Urano le riveralarono allora il segreto dei Destini e le insegnarono a ingannare Crono. In tal modo Zeus potè crescere e sfuggire alla voracità del padre. Gaia lo aveva infatti celato alla nascita e nascosto in una caverna profonda. Al posto del figlio dette a Crono una pietra avvolta in pannolini che il dio divorò. Più tardi, allorchè Zeus entrò in lotta aperta contro Crono, Gaia gli rivelò che soltanto i Titani potevano dargli la vittoria se li avesse avuti come alleati. Allora Zeus andò a liberarli ed essi gli consegnarono le armi: il fulmine, il tuono, il lampo, con i quali presto detronizzò Crono. Gaia, tuttavia, non si rialleò interamente con Zeus; scontenta per la disfatta degli Ecatonchiri, suoi figli, s'unì a Tartaro, il dio che personificava l' abisso dell' Inferno, e generò con lui un mostro di una forza prodigiosa, Tifone, il quale dichiarò guerra agli dei e li tenne in scacco per molto tempo. Da Tartaro ebbe un altro figlio, Echidna, anche questo un mostro. Altre teogonie le attribuiscono la maternità di Trittolemo, ch'ella avrebbe avuto dall' Oceano, suo figlio, uno dei Titani. Anche il gigante Anteo, che fu l' avversario d'Eracle, passava per essere suo figlio e quello del dio del mare Poseidone. In genere, non vi è un mostro che non sia stato considerato da qualche mitografo come figlio della Terra: Cariddi, le Arpie, Pitone, il drago che custodiva il Vello d'oro nel paese di Eete. A poco a poco la Terra, potenza e riserva inesauribile della fecondità, passò per essere la Madre Universale e la Madre degli dei. Man mano che il pensiero ellenico personificava i suoi dei, la Terra si incarnò in divinità come Demetra o Cibele, i cui miti, più umani,parlavano maggiormente all' immaginazione, mentre le speculazioni sulla Terra come elemento lasciavano il campo della mitologia per entrare in quello della filosofia. Gaia passava per essere l' ispiratrice di numerosi oracoli; possedeva i segreti dei Destini e i suoi oracoli erano più antichi e anche più sicuri di quelli d' Apollo.

Minos

L' antico re mitico di Creta, al quale si attribuì tutto ciò che si sapeva della storia cretese dei due ultimi secoli prima della guerra troiana. Passava per fondatore della signoria marittima dei Cretesi prima della detta guerra, e per autore della celebre costituzione cretese antica. Presso Omero è figlio di Zeus e della figlia di Fenice (Europa), fratello di Radamanto, padre di Deucalione e di Ariadne, avo di Idomeneo, re di Cnosso, fido compagno di suo padre Zeus. L'espressione enneoros basileue (per nove anni) fu interpretata più tardi come se Minosse per nove anni od ogni nove anni fosse andato nello speco di Zeus per ricevere da lui ammaestramenti quanto alla legislazione, così che le sue leggi apparivano come incarichi del dio. I logografi diedero a Minosse anche un fratello, Sarpedonte, e indicarono come figli suoi e di Pasifae, Castreo, Deucalione, Glauco e Androgeo, Acalle, Senodice, Ariadne e Fedra; da altri imenei avrebbe avuto parecchi altri figli. Nei tempi posteriori, per poter dividere convenientemente i fatti mitologici accumulati riguardo Minosse, si distinse un Minosse I ed un II, il I quale figlio di Zeus, adottato da Asterione, figlio di Tectamo (figlio questi di Doro) immigrato dalla Tessalia, il II quale nipote del I, sposo di Pasifae (figlia di Helios e di Perseide), padre di Deucalione, ecc. Dopo la morte di Asterio (o Asterione), che non ebbe figli, Minosse avrebbe voluto appropriarsi della signoria di Creta, e assicurò che gli dei avevano stabilito che egli la possedesse, e che in segno di questo volere divino ogni cosa sarebbe concessa alle sue domande. Egli chiese quindi a Poseidone di fargli uscire dai flutti un toro che voleva sacrificargli. Poseidone infatti fece comparire il toro e Minosse ebbe la signoria; ma questi mandò poi il toro nella sua mandra sacrificandone uno meno bello. Per ciò irato Poseidone rese il toro furioso, e dall' amore contro natura di questo e della regina Pasifae sarebbe nato Asterione detto Minotauro. Vedi voto Dato che Androgeo, figlio di Minosse, era stato ucciso ad Atene, Minosse mandò una spedizione per vendicarsi di questa città. e la costrinse a mandare ogni nove anni sette fanciulli e sette fanciulle come tributo a Creta, quale cibo per il Minotauro. In questa spedizione egli si impadronì anche di Megara. Quanto alla signoria sul mare esercitata da Minosse v. Thuc. 1,4,8. Mentre le antiche favole ce lo danno come re giusto e saggio, nei tempi posteriori appare come ingiusto, crudele e tiranno. Questo mutamento si deve al mito ateniese di Teseo.Vedi foto Anche l'epiteto oloofron, il cattivo e l' ostinato (Omero, Odissea, II,322, luogo inserito dagli attici) ha qui la sua origine. Minosse trovò la morte in Sicilia nell' inseguire Dedalo, per mano del re Cocalo, che l' uccise in un bagno caldo, e delle figlie di questo, e il suo cadavere fu dai suoi compagni sepolto nell' isola. Più tardi la sua tomba sarebbe stata distrutta e le ceneri trasportate a Creta, dove gli si sarebbe costruito un monumento sepolcrale. Secondo la favola posteriore, trovasi nell' Averno con Radamanto e con Eaco quale giudice dei morti. Nell' Odissea (II,167) non appare ancora come giudice dei trapassati, ma come nel mondo era stato un dicaspolos basileus, così continua anche nell' Averno ad essere, sebbene vana ombra, un' immagine della dignità e dell' autorità reale.

Minotauro

Si dà il nome di Minotauro a un mostro che aveva corpo d' uomo e testa di toro. Si chiamava in realtà Asterio, o Asterione, ed era figlio di Pasifae, moglie di Minosse, e d' un toro inviato da Poseidone a quest' ultimo. Minosse, spaventato e vergognandosi per la nascita di questo mostro, nato dagli amori contro natura di Pasifae, fece costruire dall' artista ateniese Dedalo, ch' egli aveva allora alla sua corte, un immenso palazzo (il Labirinto), composto di un tale intrico di sale e corridoi ch'era impossibile a chiunque, fuorchè a Dedalo, di ritrovarvi la strada. E qui Minosse fece rinchiudere il mostro, e, ogni anno (altri dicono ogni tre anni, oppure ogni nove anni), gli dava in pasto sette giovani e sette ragazze, tributo ch' egli aveva imposto alla città d' Atene. Teseo s' offrì spontaneamente di fare parte dei giovani, e , grazie all' aiuto di Arianna, giunse non soltanto a uccidere il mostro, ma a trovare la via per tornare alla luce.
Questa leggenda conserva il ricordo della civiltà "minoica" (che sembra aver avuto un culto del toro) e dei palazzi immensi, come quelli che gli scavi di Evans hanno ritrovato a Cnosso e altrove. Il Labirinto è, infatti, il "palazzo della bipenne", simbolo che è stato ritrovato inciso un po' dappertutto sui monumenti minoici, e che ha, forse, un significato "solare".

Zeus

Jupiter, figlio di Crono e di Rhea, onde l' appellativo di Kronion, Kronides, Saturnius, fratello di Poseidone, di Hades, di Hestia, di Demetra e di Hera, marito di quest' ultima. Egli è il più grande ed eccelso dio del popolo ellenico, il potentissimo signore del mondo, il padre degli dei e degli uomini. Allorchè in unione con i suoi fratelli rovesciò il regno di Crono e dei Titani, divise con essi il dominio del mondo in modo che Poseidone ottenne il mare, Hades l' inferno ed egli il cielo; la terra e l' Olimpo rimasero una proprietà comune. Ma Zeus come il più vecchio,più forte e più saggio ha la supremazia su tutte le altre divinità, poichè egli è detto il re degli dei (Hesiod. Theog. 881, Hom. Il. 15.187). Anzi il suo potere supera tutto quello di tutti gli altri dei messi insieme, onde tutti lo temono e lo venerano. Non già che la sua potenza rimanga sempre incontestata, perchè spesso gli si oppone soprattutto la moglie Hera, e poi anche Poseidone e la sua prediletta figlia Athena, pretendendo di avere diritti uguali a lui, e tentando con la violenza e con l' inganno di sopraffarlo; ma ogni loro insidia è vana, e gravi pene colpiscono i rei. Zeus risiede nell' Olimpo, il monte della Thessalia, che è sempre coperto di neve e con la sua vetta si innalza nel cielo, nell' etere e tra le nubi. Il cielo è quindi la sua vera sede, e tutti i fenomeni, che in esso appaiono, sono opera sua. Egli lancia il fulmine, la sua arma più terribile, suscita il tuono, raccoglie e disperde le nubi, e quando scuote la terribile Egida, scoppia la procella e il temporale; ma d'altra parte egli raddolcisce di nuovo gli elementi, e concede il giorno sereno e il vento favorevole alla navigazione. L'ordine della natura è opera sua; il regolare avvicendarsi delle stagioni procede da lui, poichè le Horai sono le sue ancelle e figlie sue e di Themide.Come regna sopra gli dei e governa l' ordine della natura, così Zeus impera sulla vita degli uomini. Tutti i destini di questi stanno in mano sua. Nella reggia di Zeus si trovano due dogli, l'uno pieno di lieti doni, l' altro di funesti, che il dio distribuisce seguendo solo il suo personale arbitrio. Egli inoltre pesa i destini degli uomini sopra una bilancia d'oro. Tuttavia, sebbene egli appaia per tanti aspetti una medesima deità con il destino, gli si oppone la Moira come potenza indipendente del fato, i cui tenebrosi voleri egli non può allontanare. Zeus è il dio che domina sopra l' universo, conosce il futuro come il presente, e perciò è il dio di tutte le vaticinazioni, il dio di tutte le voci e di tutti i suoni; egli annuncia il destino e la sua volontà per mezzo di segni di ogni specie: sogni, lampi, tuoni, volo degli uccelli, oracoli. Apollo è soltanto l' organo o la bocca, per cui parla il padre. Ma il dio sapientissimo può venire ingannato ed è anch'egli sottoposto alla potenza di Ate, cioè della divinità che affascina, confonde ed accieca la mente e toglie il senno. Ogni ordine nella vita umana, la legge e il diritto provengono da Giove e stanno sotto la sua protezione. Essendo il re degli dei (basileus) è anche il fondatore del regno sulla terra, egli vigila perchè non si offenda la giustizia e non si venga meno al sacro obbligo di osservare il giuramento dato. Egli inoltre protegge le adunanze del popolo e del consiglio; Themide, Dice e Nemesi sono le sue compagne. Come lo Stato, così la famiglia e la casa sono da lui difese. Egli sorveglia affinchè si rispettino i diritti degli ospiti, dei fuggiaschi e dei supplici, e si mantengano le istituzioni consacrate per mezzo della legge, della consuetudine e della religione. I Greci lo consideravano il dio sommo della loro nazione. La sua festa più bella era quella dei Giochi di Olimpia a cui partecipavano gli Elleni di tutte le stirpi e di tutti i paesi. In alcuni luoghi della Grecia si conservavano intorno a Zeus le idee antichissime, le quali erano assai differenti dal concetto del dio omerico ed olimpico. Come dio della natura e degli oracoli aveva da tempi remoti culto in Dodona. Qui era un dio che rende feconda ed alimenta ogni cosa, che domina nell' etere e che manifesta la sua volontà con lo stormire delle foglie. Il modo più antico di vaticinazione era appunto quello che traeva i responsi dal sussurrare della sacra quercia e la sua interpretazione spettava ai sacerdoti chiamati Selli, i quali camminavano con i piedi non lavati e dormivano sulla nuda terra. Le altre forme di vaticinazione sono: l'ascolto del mormorio della fonte, che scaturiva ai piedi della quercia, l'osservazione del volo delle colombe, che sono animali sacri a Zeus, i suoni di bacini di rame penzolanti nell' aria.In connessione con Zeus, dio dell' etere, fu presto messa la dea Gea, cioè la terra da lui fecondata che nutre tutti gli esseri. Si diceva che Zeus fosse stato partorito da Rhea segretamente nell' isola di Creta affinchè Crono non lo inghiottisse, e che dai Cureti fosse stato custodito ed allevato. Le ninfe Adrastea ed Ida, figlie di Melisseo nutrirono il bambino con il latte della capra Amalthea e con miele, che le api portavano dalla montagna; ed allorchè il dio crebbe diventò forte e coraggioso e cominciò contro Crono e i Titani la lotta per il dominio dell' universo. Si dice che a Creta ci fosse anche la tomba di Zeus; là egli veniva adorato come dio della natura ed in suo onore si celebravano culti orgiastici. Si festeggiava la sua nascita e la sua morte, simboli dei cicli della natura. La sua nascita, o meglio la sua rinascita veniva celebrata dai Cureti con grande gioia ed esultanza. In questi riti della resurrezione c'era la musica e si danzava con le armi. La morte di Zeus veniva invece ricordata con pianti e lamenti. Forse in antico si immaginava il dio nella forma di un toro, simbolo della fecondità; infatti lo Zeus cretese in forma di toro rapisce Europa e con essa genera Minos, Radamanthys e Sarpedone. Lo Zeus arcadico aveva un altare sulla vetta più alta del Lyceo ed era concepito in modo assai simile allo Zeus cretese.