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Pilder
ON ~~~!
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PREFACE
Ha
forse bisogno di presentazioni?
Esiste veramente qualcuno in questo pianeta che non
conosce Mazinga Z? Per coloro che sono usciti oggi
da un trentennale letargo eccovi una scheda:
Il Dio-Demone Z, prototipo di ogni robottone, archetipo
di ogni eroico difensore della terra, è nato
dal pennello di Go Nagai più di 30 anni fa
per pura distrazione (dalle fatiche Devilmaniane)
e a suo dire, per puro caso: la leggenda vuole che
il maestro, imbottigliato nel traffico, esclamasse:
"Ah se da quest'auto fuoriuscissero braccia e
gambe per scavalcare la fila...! Il resto è
storia.
Durante
una spedizione in un isola del mediterraneo, un gruppo
di studiosi tra cui il professor Juzo Kabuto e il
Dottor Hell, si imbatte nei resti di un antica civiltà
che dominò il mondo in un epoca oramai dimenticata.
Hell si convince della possibilità di sfruttare
a suo vantaggio le macchine che paiono ancora funzionanti,
ed elimina freddamente tutti i membri della spedizione.
Kabuto, unico supersite, torna in patria e costruisce
una macchina dall'incredibile potere offensivo, Mazinga
Z appunto, allo scopo di fronteggiare l'esercito che
Hell sta organizzando. Quest'ultimo, oramai in pieno
possesso delle sue nuove armi, fa assassinare il professore,
il quale però fa in tempo a lasciare il frutto
delle sue ricerche al giovane nipote, Koji Kabuto,
che sedendo ai comandi di Mazinga e sotto la guida
del professor Yumi, collega più giovane di
Juzo, avrà nelle sue mani il destino della
pace nel mondo.
Considerato
eroe nazionale in Giappone, particolarmente amato
nei paesi di lingua spagnola, Mazinga Z e' stato oggetto
di un sontuoso revival negli ultimi anni, grazie ai
vari giochi SuperRobotWar prima e della serie di OAV
Mazinkaiser poi
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ROBOT
SPECS
Primo
robot Dynamico e primo robot pilotato dall'interno
in assoluto, Mazinga Z è tra i più bassi
con soli 20 m (nel Pantheon Nagaiano il solo robot
che lo batte è Jeeg, per ovvi motivi strutturali).
Il modo in cui viene pilotato è il più
semplice pensabile, tramite leve e bottoni posti nel
Pilder, la piccola unità mobile che si aggancia
nella testa cava del robot. C'e' solo da chiedersi
come si possa produrre una tale variabilità
di pose e manovre con così semplici comandi.
All'inizo della serie Koji ha non poche difficoltà
nel manovrare il grosso robot, in quanto come primo
pilota della storia è anche il più "impreparato"
all'impresa.
Come
primo robot, Go Nagai ha il vantaggio di potersi sbizzarire
con le armi che sono in seguito divenute canoniche
e distintive della sua produzione: Rocket Punch (pugni
a razzo), Breast of Fire (raggi gamma), Koshiryoku
beam (raggi fotonici), Rust Hurricane (Tifone), Big
Missile (missile centrale). Altre armi vengo aquisite
nel corso della serie grazie all'upgrade dovuto al
Professor Yumi, in particolare il Jet Scrander, il
modulo che consente alla macchina Z di volare.
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SOURCE
La
quantità di informazioni che si possono trovare
in rete su Mazinger Z è ingente, sia per la
mole di disegni, snapshot e fanart, che per gli innumerevoli
prodotti del merchandisg che lo ritraggono. Negli
anni sono stati prodotti tanti modellini, di varia
ispirazione e in vari materiali: si va dai vecchi
giocattoli in metallo/plastica degli anni 70 ai VinilKit
dei primi 90, per approdare agli attuali Chogokin,
passando per gli snodabili Mecha-collection. Inoltre
le variazioni sul soggetto a volte si limitano a semplici
riproporzionamenti, altre volte sono veri restyling
per passare alla pura Mazinger-sperimentazione di
scultori come Nirasawa.
Per
quanto riguarda me, sono stato attento a conferire
al robot l'aspetto più ortodosso possibile,
e mi sono rifatto alle proporzioni della serie 3DShow
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MODEL
SPECS
questo
è il mio ultimo modello di Robot, e a parte
una breve pausa sperimentale, ci ho lavorato senza
avvicendarlo con altri modelli. ci tenevo che venisse
bene, che mi soddisfacesse almeno quanto il Getter
One, e devo dire che il corpo funziona abbastanza,
ma la testa ancora non va: a parte il Pilder che è
solo messo li per proporzionare, non riesco a fare
un buon compromesso nel volto tra la "piattezza"
delle superfici, che si evince dei disegni, e l'esigenza
di raccordare in maniera tridimensionale. Il fatto
è che sono abituato a usare sempre le meta-nurbs,
ma in questo caso è dura, perchè i pesi
sui vertici non sono abbastanza versatili per un raccordo
di questo tipo (nota per la New-Tek: a quando dei
pesi direzionabili?)
Per
i materiali ho le idee abbastanza chiare, e mi sono
ispirato in particolare alla scatola del mecha-colle
per l'effetto butterato e per le righe delle lamiere.
Non mi convince ancora del tutto il blu.
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