Da piccolo mi chiedevo come mai santa Lucia portasse i regali ai bambini cristiani per poi lasciare morire di fame quelli in Africa... (vedi il fumetto Vime contro le suore) i miei dubbi religiosi sono nati in quel preciso istante, quando gli adulti cercavano di farmi comportare bene perché c'era un premio in palio (o la minaccia dell'inferno)... e non perché, più semplicemente, era giusto farlo. Grazie alla mia logica ho scoperto che santa Lucia non esisteva (ero all'asilo) ma mi hanno detto che non potevo dirlo agli altri bambini altrimenti avrei smontato le loro illusioni... Ma è corretto nascondere la verità per permettere alla maggioranza di vivere in un'illusione? E se questa illusione si chiama religione?
Testi liberamente riadattati da qui e da qua.
LA
PROVA ONTOLOGICA:
LA
TESI. La mente umana può concepire l’esistenza di un Essere
definito come «una cosa della quale non può essere concepita
un'altra più grande». Questo Essere non sarebbe perfetto
se non avesse anche l’attributo dell’esistenza. Questa prova fu
introdotta da Anselmo d’Aosta alla fine dell’XI secolo. LA
REPLICA. Una simile formulazione dimostra solo che il concetto di Dio
include il concetto di esistenza, così come il concetto di “moglie”
include il concetto di “marito”. Ma non necessariamente ciò che la
mente umana concepisce, esiste poi realmente, quindi nessun ragionamento
potrà mai trasformare la nostra idea di cento euro in cento euro
effettivamente presenti nelle nostre tasche. Inoltre sia
i soldi che le varie divinità sono state inventate dall'uomo per
governare la società... in natura non sono mai esistite. |
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LA
PROVA COSMOLOGICA: LA
TESI.
Ogni cosa ha una causa, anche l’universo. Risalendo
all’infinito nella catena delle cause, troveremo una causa
incausata. E questa non potrà che essere Dio. Le due versioni più
famose di questa “prova” sono di Aristotele e Tommaso
d’Aquino. LA
REPLICA.
Anche ammettendo che tutto abbia origine con il Big Bang, i credenti
dovrebbero spiegare chi/cosa ha innescato la reazione a catena. Dunque, chi ha creato
Dio? La tesi stessa contraddice la sua premessa, perché se tutto ha una
causa, anche Dio deve averne una, e la “prova” dovrebbe semmai
preventivamente spiegare perché Dio non dovrebbe avere una. Un altro
errore è che, in tal modo si risale al massimo (e solo ipoteticamente) a
qualcosa di più complesso dell’universo, ma nulla dimostra che esso sia
Dio, o un dio con gli attributi che gli vengono comunemente accreditati. |
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LA
PROVA TELEOLOGICA: LA
TESI.
Nell’universo le
probabilità che possa sorgere spontaneamente la vita sono infinitesimali.
È
impossibile che un universo così ordinato e complesso sia sorto per caso.
Dietro questa perfezione deve per forza esserci un progettista perfetto
che ha concepito ogni cosa, così come dietro ogni orologio c’è un
orologiaio. Come si può negare che dietro la bellezza del creato non vi
sia un creatore? LA
REPLICA.
Se è vero che le probabilità della vita sono infinitamente basse, è
anche vero che questo argomento dimostra che l’eventuale creatore non
sarebbe perfetto (perché creare un universo infinito e confinare la vita
su un piccolo pianeta sperduto?). Inoltre il fatto che le probabilità
siano basse non significa che non esistano: sarebbe come voler dire che,
visto che un solo biglietto su una decina di milioni vince la lotteria
nazionale, la lotteria stessa è stata concepita per far vincere lui. |
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LA
SCOMMESSA DI BLAISE PASCAL: LA TESI. Conviene credere, perché se si crede e
Dio esiste si vince la vita eterna; se si crede e Dio non esiste, si vive
comunque una vita più lieta rispetto a quella che ha come prospettiva il
definitivo annichilimento.
LA
REPLICA.
Una prima risposta è che le percentuali non sono 50-50. Sarebbe come dire
che se compro un biglietto della lotteria le possibilità di vincere o di
perdere sono identiche: nel caso in questione, non sappiamo nemmeno quante
siano le reali possibilità di “vincere”. |
Inoltre, le religioni si contraddicono l’una con l’altra, e questo diminuisce ulteriormente la loro attendibilità. L’esistenza di tante religioni e tante diverse divinità è quindi la dimostrazione che nessuna di esse ha mai portato prove irrefutabili. |
IL
CONTESTO UNIVERSALE. LA TESI.
La credenza di Dio è universale: rappresenta dunque un
dato innato dell’essere umano. Se tutti credono in Dio vuol dire
che Dio esiste. Del resto, anche gli atei, credono in qualcosa.
Inoltre, chi nasce in una nazione cristiana, è giusto che
segua quella religione. LA
REPLICA.
Se è vero che, non sono mai esistite società prive di religione, non
significa che questo dato si debba estendere automaticamente anche alla
preistoria più lontana e ai secoli che devono ancora venire.
L’esistenza stessa di atei e agnostici (1/6 della popolazione
mondiale, secondo la World Christian Encyclopedia) dimostra che non vi è alcun innatismo nella credenza in Dio, che
è invece un prodotto storico-culturale. Seguendo il ragionamento di
questa tesi, si potrebbe per assurdo sostenere che la storia umana
manifesta un progressivo approdo verso l’ateismo, mentre la religione
non sarebbe altro che una tappa intermedia. |
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I
TESTI SACRI. LA TESI.
La Bibbia (o il Corano per gli islamici) può essere considerata una prova
dell’esistenza di Dio. LA REPLICA. I testi sacri sono tutti, senza eccezione alcuna, pieni di contraddizioni, e non riflettono altro che la temperie storico-culturale in cui furono concepiti. Sono stati trascritti, tramandati e tradotti più volte, non vi è alcuna certezza di fedeltà alla versione originale. Il credente è libero di ritenere che essi rafforzino la sua fede, ma non può in alcun modo utilizzarli per dimostrare l’esistenza di Dio, a meno che non spieghi perché Dio ha consentito che si scrivessero testi errati presentati come «divinamente ispirati». Si deve anche aggiungere che molti passaggi dei testi sacri sono passibili di interpretazioni diverse, e ciò non legittima certo la loro autorevolezza: il credente dovrebbe quindi spiegare perché, se Dio esiste, non ha voluto concedere all’uomo quegli strumenti interpretativi necessari per comprendere in maniera univoca i documenti divinamente ispirati. Va infine ricordato che i testi sacri sono migliaia: nessun credente si sogna di leggerli tutti prima di scegliere quello che ritiene più credibile, ma si limita semmai a rivendicare la credibilità di quello o quelli accettati dalla sua religione. |
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I
MIRACOLI.
LA TESI.
I miracoli possono essere considerati prove dell’esistenza di Dio. Per i cristiani, i miracoli di Gesù, figlio di Dio, sono una delle motivazioni per cui credono. LA
REPLICA.
Nessun miracolo è mai stato verificato o ripetuto in condizioni
controllate, men che meno quelli di Gesù, di cui non esiste alcuna
testimonianza storica di chi vi avrebbe assistito. |
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LA
FELICITA’ DEL CREDENTE. LA TESI.
Avere una fede rende il credente più felice e lo aiuta a vivere meglio. LA
REPLICA.
In realtà, anche se l’assunto di questa tesi fosse vero, non
dimostrerebbe affatto l’esistenza di Dio, ma solo, ancora una volta, che
credervi può essere utile.
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LA
MANCANZA DI RISPOSTE DELLA SCIENZA. LA TESI.
Vi sono tante cose che la scienza non riesce a spiegare. Ergo, solo Dio può
essere la spiegazione di questi fenomeni: è l’unica spiegazione
adeguata e corretta per questa “ignoranza”. LA REPLICA. Una spiegazione adeguata non è necessariamente vera. Altre spiegazioni potrebbero essere sviluppate in futuro. Millenni fa, quando i nostri antenati non sapevano ottenere il fuoco, la sua generazione spontanea era considerata un miracolo divino: era l’unica spiegazione che erano in grado di dare. Una spiegazione non è considerata corretta solo perché è adeguata, per essere corretta, deve essere sottoposta a esperimenti in grado di confermarla e ad altri esperimenti in grado di smentirla, solo se i primi hanno successo e i secondi no, la scienza può considerare tale spiegazione veritiera. Dio è solo una delle tante possibili spiegazioni di fenomeni inspiegabili: perché dovremmo scegliere proprio quella? L’ignoranza non può essere compensata dalla credenza, che è solo un surrogato di conoscenza. |
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IL
NOME DEGLI ATEI.
LA
TESI.
“Ateo” vuol dire “senza Dio”. Ma chi rifiuta Dio ne ammette
implicitamente l’esistenza. LA
REPLICA.
Va innanzitutto premesso che la definizione di “ateo” non l’hanno
certo inventata gli atei, ma è stata loro affibbiata dai credenti. I credenti per esempio non possono dimostrare la NON esistenza di Babbo Natale, delle fate dei Boschi o dei Gremlins... ma questo non ne fa delle creature realmente esistenti. |
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L'ESPERIENZA
RELIGIOSA. LA TESI.
Molte persone sostengono di avere avuto l’esperienza personale di un
contatto con Dio . LA
REPLICA.
Si può ribattere che molte persone hanno invece la netta convinzione
che Dio non esista. Si tratta quindi di sensazioni personali, che non
possono conseguentemente essere considerate una prova.
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L'INCOERENZA
DEGLI ATTRIBUTI DIVINI. Perché Dio dovrebbe tollerare la
tortura fisica, le indicibili sofferenze di un malato terminale, la morte
di un bambino inerme, Auschwitz, le guerre e le catastrofi naturali? Sta
forse a guardare mentre accadono? Sono stati gli uomini a dover inventare
gli ospedali e i vaccini: laddove non sono stati costruiti, Dio non
interviene a salvare i malati.
I
vari attributi divini (onniscienza, onnipotenza, somma benevolenza) sono
vicendevolmente escludenti. Perché Dio non impedisce che si compia il
male? Se non lo fa perché non può, vuol dire che non è onnipotente. Se
non lo fa perché non vuole, vuol dire che non è sommamente buono. Se non
lo fa perché non sa come farlo, vuol dire che non è onnisciente; se Dio
è onnisciente, sa in anticipo come modificherà il futuro usando la sua
onnipotenza: non può dunque mutare parere, e dunque non è onnipotente.
Un’ulteriore contraddizione si rinviene nella teoria del libero
arbitrio: se Dio ha dotato l’uomo di libero arbitrio, ben sapendo che lo
avrebbe usato per fare del male, vuol dire che Dio non è sommamente
buono; se non lo poteva prevedere, vuol dire che non è onnisciente;
oppure è perfido, e si prende gioco sia degli esseri umani che predestina
a compiere il male, sia di quelli che predestina al ruolo di vittime. |
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I
VANGELI ARCHEOLOGICI.
LA TESI: Secondo
alcuni credenti i Vangeli si possono considerare attendibili perché
ambientati in luoghi realmente esistiti, inoltre alcune scoperte
archeologiche sono state fatte proprio sulla base dei Vangeli.
LA REPLICA: Questo non dimostra assolutamente nulla, nei documenti antichi non si fa alcuna menzione ai fatti descritti nei Vangeli. Inoltre anche la città di Troia è stata scoperta grazie alle descrizioni dei testi di Omero... ma nessuno si sognerebbe di dire che le sirene e i ciclopi siano creature realmente esistite. Sarebbe come dire che tra 2000 anni crederanno che SpiderMan sia realmente esistito perché è stato ambientato a New York e non in una città immaginaria. A questo proposito consiglio di comprare il libro di Piergiorgio Odifredi dal titolo: Perché non possiamo essere cristiani, dove l'autore elenca per filo e per segno tutte le incongruenze della Bibbia e del Vangelo... per esempio: Lo sapevate che dalla citta dove Gesù ha guarito l'indemoniato, alla rupe dove si sono gettati i maiali spiritati, ci sono 12 km di distanza? Ok che erano maiali indemoniati, ma non maratoneti, inoltre avevano forse il navigatore per sapere dove andare a suicidarsi? |
Per maggiori informazioni vi consiglio di frequentare il sito: www.uaar.it