DICHIARAZIONE MUTOIDE NUMERO ULTIMO Dove sono quando non sono nella
realtà, e neanche nella mia immaginazione? Facciamo un nuovo patto col
mondo. Che i demoni superino, finalmente, i poeti. Che le isole, che non
ci sono d’estate, fioriscano d’inverno. Che ci sia il sole di notte,
e la neve d’agosto. Le cose grandi finiscono. Sono quelle piccole che
durano come i baci che gli amanti non risparmiano custodendoli nelle
banche. La società deve tornare unita, e non così frammentata in tanti
partiti, pruriti, estrazioni e frazioni isolate. Abbiamo dimenticato la
forma originaria del cibo. La matematica non ha più un opinione. Invece
di lottare strenuamente per l’indipendenza delle Pedane, dovremmo
renderci conto che una sola cosa ci unisce, il dolore del dente del
giudizio. Basterebbe osservare la natura per capire che la vita è
semplice, e che dobbiamo sentirci umiliati per l’estinzione degli
ultimi minuti che non saranno così, mai, purtroppo, primi. E che
bisogna tornare al punto di prima (…) in quel punto dove voi avete
imboccato la bocca ben nutrita e, quindi, sbagliata. Continuate pure a far sventolare
le bandiere bagnate che non sanno aspettare la pioggia. Non abbiamo più
bisogno di prove per capire che questo non è il migliore dei mondi
possibili. Bisogna tornare alla base della vita, senza sporcare
l’acqua, o l’aria delle città e poi chiedere la clemenza del dio
Cloro, del vento siberiano o quella dello stato. Dobbiamo credere nel
peccato, per questo fa piacere peccare. E tu che mi ascolti, se vuoi
vedere Dio, muori. Perché continuate inutilmente a cileccare, con il piede sinistro, i crani pelati dei calciatori quando sono esistiti, prima di loro, i poeti dell’avanguardia russa? Invece di omologare tutto dovremmo capire che anche le curve sono importanti. Dobbiamo ritrovare l’Io sommerso dall’industria e ricostruire un credo a cui aggrapparsi con quello che resta delle unghie che non ci siamo ancora mangiati. Ubriacarsi fa bene all’intolleranza che c’incancrenisce le ossa, settimana dopo settimana enigmistica. Che razza di mondo è questo, se anche la luna ha cambiato parere e si allontana preoccupata di non contrarre i nostri mali; se anche il Papa agita lo spauracchio dell’inferno, mentre dimentica la condanna eterna che è il lavoro salariato. Noi non siamo fatti per tutto questo. La latta delle automobili non sogna l’amore. Invece di comprare gli orologi dovremmo rinchiuderli nelle gabbie dei canarini, impagliarli vivi, ed esibirli come trofei. La proprietà privata è solo vanità e vuoto. Che razza di mondo è questo, se
le persone si smarriscono in casa nell’etica di Internet; se
continuiamo a uccidere gli uomini mentre dovremmo imporre la pena di
morte alle cravatte e agli accessori innecessari. Per favore, non datemi
del “lei” quando mi pensate. La gente non sa leggere più di una
riga perché non ha più tempo per andare a capo. Dobbiamo imparare a
conoscere e sviluppare la nostra indole verso la dittatura, il
travestitismo e l’omosessualità non solo per Carnevale. Avete
mascherato il sentimento sotto il velo del sesso. Invece di farci
regalare ai regali, dovremmo imparare a perderli, prima, per capire, che
in sostanza, valgono molto meno di noi. A tutti gli oggetti ignoti,
finalmente smarriti, dovremmo costruire un bel monumento, intitolare una
piazza o commemorarli in un giorno di festa nazionale. Tradire la
propria memoria, almeno una volta al giorno, fa bene alla salute.
Dimentichiamo gli ombrelli aperti negli uffici e nei bar, sperando che
la nebbia metta ancora il sentimento perduto nell’anima ghiacciata dei
colleghi di lavoro antipatici. Tutti i governi cadranno, anche quelli più
forti nella loro mediocrità, ma non cadrà l’uomo. Dobbiamo fondare
un partito che sostenga l’abolizione del denaro e che lo catturi, vivo
o morto. In tutto questo vedo molto metodo. Ma che mondo è questo se il
telefono m’interrompe sempre mentre sto cagando e quando ho
un’urgenza è lui che si occupa solo dei suoi bisogni? Ma che mondo è
questo, se l’uomo fa di tutto per recuperare i cadaveri dei suoi
simili, ma si ostina a temere la morte degli animali che lo mantengono
in vita, ignorandoli. Perché l’uomo continua a credere in una “dea
bendata” che mette, qui, la mano nell’urna, e là, il piede sinistro
nel baratro? Sono pochi quelli che sanno distinguere la musica dal
rumore. Sono ancora meno quelli che sanno ascoltare la musica “da
dentro” e riconoscere la polifonia di un minuto di silenzio. Gli
specchi condannano sempre più l’umanità alla strana spiritualità
del fitness. L’assenza della gravità non allevia la perdita di
autostima procurata dalla caduta dei capelli. La felicità esiste solo
per le promesse spose, nel mondo a colori dei fumetti e delle pipe.
Invece di piangere, potremmo imparare a volare senza mani o parlare a
piante ed animali ventriloqui con i grandi libri dei cuori solitari.
Invece di dipingere potremmo essere tutti Picasso stesso. Meschino è
comprare Arte credendo di comprare artisti. Dobbiamo allargare la nostra
coscienza nella speranza di diventare Dio. Ma perché continuate a credere che controllando il comportamento delle persone potete conoscerne le emozioni? La pubblicità non andrebbe fatta in modo diverso, ma trasmessa ad intrattenimento dei defunti, con enormi schermi. Ma che mondo è questo, se continuiamo a produrre rifiuti, non sapendo come mangiarli? Chi riesce ancora a distinguere una segretaria da una segreteria, forse dal colore della biancheria intima, a patto che la indossi ancora? Si possono fare le corna alla memoria di una persona? Nel bilancio del dare e dell’avere, esse sono ancora un buon lasciapassare per l’eternità? Che razza di cane è questo che quando piscia sulle mie scarpe di camoscio neppure lui sa distinguere dove finisce il bisogno e dove inizia il suo desiderio? E che arazzo di mondo è questo se si clonano solo le anime vips, “belle, ricche e famose”, e tutti accettano la globalizzazione degli ipermercati? Che razza di cosa scema è questa se è il mondo stesso ad organizzare l’invasione degli Stati Uniti o l’evasione di questi ultimi dalla galassia tramutata in Orione dal dito furioso di un Dio geloso di tanta concorrenza sleale? Il denaro è forse più immortale delle scorie radioattive? Che razza di inferno abbiamo
pescato, se nessuno richiede a gran voce l’amnistia per i panettieri o
la consegna dell’aureola agli elettricisti. Che mondo è questo se
sono rimasto in casa a parlare da solo; se tutti sono usciti a
manifestare nelle pubbliche pizze con le porte fuggite “dai
gangheri” e ormai stanche di fare sempre quello che hanno fatto? Che
cosa vuol dire ormai “osceno”? Perché per fare la rivoluzione
dobbiamo chiedere permesso alle morbide divinità degli abissi? Se la
prostituzione fosse obbligatoria per tutti, ci sarebbero ancora quelli
che si soddisfano solo pagando la propria puttana? E’ inutile
costatare la nostra inesistenza politica. Al governo dovrebbero andare
prima le donne e i bambini, i vecchi e le persone transgeniche. Non
basta il sacrificio di tutti quelli che non vogliono morire con la
propria auto, e lo fanno loro malgrado, a salvare il pianeta? Perché
l’uomo complica la burocrazia che ci vuole sopraffare? Dobbiamo
imparare a ridere meglio con la dentiera sul palmo della mano. Non si
bevono le quote del latte. La polvere ha sempre ragione perché continua
a fare quello che ha sempre fatto: posarsi e posarsi e posarsi e…. Gli
esperimenti atomici dovrebbero essere fatti nei parlamenti. Dobbiamo
imparare a liberarci delle menzogne e sciogliere il fantasma di Oçalan
nel cioccolato bollente. Al posto delle gomme riempiamo la nostra auto
più di vite di scorta e di progetti che di copertoni. Per i nostri
nonni, la salute degli insaccati era la cosa più importante, come il
trinciato forte. Continuiamo pure ad aiutare le Masse nella loro
sofferenza regalandosi un telefonino con scheda prepagata. Che mondo ci
cascherebbe addosso se potessimo liberamente scegliere il nostro sesso e
le parentele? Il futuro è di chi sa rischiare come la nuova glaciazione
di formaggio grana che ricoprirà il pianeta e la farà finita con
tutto. Che razza di mondo è questo se
è un pazzo che afferma che dovete sciogliervi come le scarpe invece di
indovinare il cinque facile; e che dovete vergognarvi per bene, e
sputare lacrime fino in fondo, perché la vita scorre più veloce del
calcio. Invece di dormire davanti al televisore in compagnia dei sogni
peggiori, anch’essi presi a credito, dovete uscire più spesso con i
cani di ferro al guinzaglio, o i pesci dentro le palle di vetro da
passeggio. Le collezioni non si completano mai perché ce ne saranno
sempre delle altre. Se tutti facessimo un po’ più silenzio, invece di
cercare l’ultima curva di Naomi denudata sul patibolo dei défilé
parigini, qualcosa, comunque, proveremmo di provare a capire. Nessuno
ascolta perché tutti hanno la loro posizione mentale da difendere. Adesso, come sempre, musica. |