ALCUNI
PENSIERI DEL PENSIERO MUTOIDE ESTRATTI DA “IL FAI DA TE DELL’ANIMA. GRATIS.
GUIDA CRITICA AL PENSIERO MUTOIDE.” (2002).
1)
NOI SIAMO QUELLI CHE NON SBADIGLIANO
MAI, NEPPURE DA SOLI E IN PRIVATO O CON UNA LUMACA CHE STRISCIA SUL PALATO.
NOI SIAMO QUELLI CHE SANNO ASCOLTARE LA
MUSICA DA “DENTRO”.
NOI SIAMO QUELLI CHE NON SANNO STARE AD
OZIARE IN CASA.
NOI SIAMO LA BELVA FEROCE CHE EVADE
DALLO ZOO TRAVESTITA DA TIGRE INDIANA DI PELUCHE.
NOI SIAMO QUELLI CHE FANNO APPARIRE
AVVINCENTE E SENZA INTRECCIO ANCHE LA MATEMATICA PERCHE’ NON SANNO PARLARE DEL
PIU’ E DEL MENO.
NOI SIAMO QUELLI CHE BEVONO I BRODI
MATTI.
NOI SIAMO QUEI PESCI SOTTOMARINI CHE
RISALGONO LE CATERATTE DEL NIAGARA DELLE TUBATURE DEGLI ISTITUTI DI PENNA A
SFERA, DOVE L’INCHIOSTRO SIMPATICO SCONTA L’ERGASTOLO APOSTOLICO.
NOI SIAMO QUELLI CHE RACCONTANO LE BUGIE
SOLO A PINOCCHIO.
NOI SIAMO QUELLI CHE NON SANNO FARE
MIRACOLI PERCHE’ HANNO LE ALI BAGNATE.
NOI SIAMO QUELLI CHE REGALANO MUFFE AL
POSTO DI COMPLIMENTI.
NOI SIAMO QUELLI CHE BRUCIANO, BRUCIANO
COME TRIREMI FANTASMA SULLE ROTTE DI TROPICI RANCIDI, O DI UNA MAPPA DI
UN’ITALIA FISICA E POLITICA PIENA DI MACCHIE DI CAFFE’.
NOI SVENTOLIAMO LE NOSTRE BANDIERE CHE
SONO CUCITE CON PIGIAMI E PERIZOMI.
NOI SIAMO QUELLI CHE HANNO LA PELLE
SENZA COLORE.
NOI SIAMO QUELLI MOSTRATI NEI MUSEI DI
ANTROPOLOGIA.
NOI SIAMO QUELLI CHE PRATICANO IL
FITNESS CHE FA SVILUPPARE I MUSCOLI DELLO SPIRITO.
NOI SIAMO COLORO CHE ESPLODONO SENZA
GEMITI O LACRIME COME RAGNI NEI BUCHI NERI TRA LE STELLE.
NOI SIAMO I PAZZI VISIONARI CHE SI
SPAZZANO IL CULO CON GLI ATTI LEGALI DEPOSITATI.
NOI SIAMO LE PERSONE CHE SANNO
CONVERSARE PER GIORNI CON LE ORE.
NOI SIAMO QUELLI DEI CUORI SGHEMBI E
SGANGHERATI CHE AMANO SENZA REGALARE PROMESSE E FEDI NUZIALI.
NOI SIAMO I FALSARI DELLE VOCI NUOVE
DEGLI EURO DI CIOCCOLATA FUORI CONCORSO.
NOI SIAMO QUELLI CHE REGALANO SOLO I
LORO FIORI PIU’ OSCURI SPARATI NEL CIELO AD UN RADUNO DI RAZZI ANORESSICI.
NOI SIAMO LE CONTROFIGURE DEI
PALLOTTOLIERI PER I VOSTRI PLOTONI DI ESECUZIONE.
NOI SIAMO IL SORRISO GELOSO ED IL
SORRISO AMARO DIGESTIVO DEL DOPOCENA.
NOI SIAMO LO SCONOSCIUTO INCOMPLETO E
LEBOLE CHE APPARE IN UNA FOTOGRAFIA AL RADUNO DEI COMPAGNI DI CLASSE DELLA
QUINTA LICEO.
NOI SIAMO IL MIGLIORE SGUARDO DA OBLO’
O DA PESCE FRITTO CHE OFFRIAMO AL DOMOPACK QUANDO CI LASCIANO.
NOI SIAMO I FANTI DI LIQUORI, LE DONNE
DI RIPICCHE, GLI ASSI BUCHI, IL VERME SOLITARIO E LE MATTE DEL MAZZO BRUCIATE
SUI ROGHI DELL’INQUISIZIONE.
NOI SIAMO IL FIATO MACULATO DI
CINQUECENTO MILIONI DI ANNI PERIODICI MIGLIORI DI QUESTO CHE SI POLVERIZZA IN
NEBBIA SUL MARE E FA INTRAVVEDERE ALBERI ALLA DERIVA CHE SONO NAVI VICHINGE
GIUNTE DI NOTTE PER FARE SBARCARE SIRENE DI VENTURA, COMPLESSE E RADICALI COME
LA FELINA MONNA LISA E CHE MANTENGONO NEL CUORE MAIUSCOLO CHE GLI HA DONATO LA
IMPIETOSA MADRE NATURA UNA FERITA ETERNA E INFERTA.
NOI SIAMO…
Pensieri
di un derviscio mutoide durante un viaggio in bicicletta. Valli del Pasubio
giugno 2001.
2) …
SONO STATO L’EROE CHE NESSUNO HA MAI VOLUTO, LA CARTA DOPPIA DEL MAZZO CHE
RESTA SULLA TAVOLA DA SURF, IL VISIONARIO CHE VUOLE FAR ANDARE I TRENI CON LA
MELASSA; CHI HA SCMASCHERATO LA POLIGAMIA DELLA STIRPE DEI FARAONI POLIMERI;
QUELLO CHE SA VEDERE IL TRIANGOLO DELLA LUNA COME UN ROMBO IRREGOLARE E LA PREGA
E LA CHIAMA “OH SISTER!” INTONANDOLE L’ODE DI PITAGORA ALL’IPOTENUSA
CALANTE; SONO STATO UN MATERASSO BUCO; CHI FA BALLARE I BICCHIERI CON I
SENTIMENTI, UN NUDO DIMENTICATO LI’, UN AMMALATO DI CANCRO DENTRO CUI E’
FINITA LA SUA ANIMA COIBENTATA A FAR PIANGERE MILIONI DI SPETTATORI ALLIGANTI,
IL CANE CHE SI PRENDE A PEDATE PERCHE’ CAGA DOVE PUO’, UN GEOMETRA COCOMERO,
UN PRETE COCO’ BLASFEMO, L’ARCIMBOLDO NASCOSTO NEL BRACCOBALDO, FORSE IL
TOUPET DI PIPPO BAUDO MULLAH DELLE MASSE TELEVISIVE, IL FORNICATORE DELLA
VENTICINQUESIMA ORA NASCOSTO NELL’ARMADIO, UNA LUNGA SORSATA DI ACIDO
FOLKLORICO. SONO STATO L’APPROSSIMAZIONE INVEROSIMILE DI UN UOMO PERBENE, IL
CAMPIO OLIMPICO DELLA GARA DI STAFFETTA DI ALITO PESANTE. AMMETTO DI ESSERE
STATO RAZZISTA CON I PRESERVATIVI DI COLORE. MA CHE IMPORTA ORMAI. SONO STATO
IMBIANCHINO AL POLO NORD, IL LAVORATORE IN UNA STAMPA DELLA SEICENTO MULTIPLA;
SONO STATO ANARCHICO RUSSO IN UN SOGNO PIENO DI DETONATORI A COMANDO E TENORI
OBESI; SONO STATO KAMIKAEZE GIAPPONESE IN UN LIBRO DI STORIE ZEN, PROSTITUTA
PARIGINA CON SETTE TETTE GEMELLE OLTRE OGNI IMMAGINAZIONE DI BAUDELAIRE, E PER
QUESTO CADUTA ED EVASA CON TUTTO IL SUO PESO DA ‘LES FLEURS DU MAL’. SONO
STATO CENTUNESIMO CENTURIONE ROMANO IN MAURITANIA E SAPENDO CONTARE FINO A CENTO
SONO MORTE DI SETE E DI FERITE NEL DESERTO, E POI PEDINA DI UNA PARTITA DI
SCACCHI A ZOPPAGALLETTO E NEI SACCHI A SALONICCO, KILLER AL SERVIZIO DEI
CRISTALLI DI BOEMIA, TRAFUGATORE DI BOERI DAI MUSEI IMPERIALI, IL FIGLIO DI
DIABOLIK, IL VENDICATORE DELLA PERIFRASTICA PASSIVA, L’IO DEGLI ALTRI. SONO
STATO UNA PRECIPITAZIONE LITURGICA, UNO SCROSCIO DI FIASCHI, UN FILETTO DI SI’
BELLI E BEMOLLI, E PER BEN DUE VOLTE SONO STATO UNA PIANTA, MA TUTTI HANNO
PARIMENTI OFFESO LA MIA ONORABILITA’ PERCHE’
NON AVEVO SUFFICIENTI FOGLIE DI FICO PER IL PARADISO TERRESTRE, MA SOLO E TANTA
FORFORA E SENZA TAGLIA PERGIUNTA PERGIOVE E PERGIUMENTA. SONO STATO UN SACRO RE
NUDO, BRAMATO DAI MILLE OCCHI DELLA FORESTA NOTTURNA…
E DOPO
IL MUTOIDE? TENDENZE!
Il
pensiero mutoide è fatto di straripante gioia e disperata malinconia, di vagiti
e vaginiti, di scritte sui muri, errate corrige sui manuali della Commissione
per lo Sviluppo Europeo, aforismi incontrati nelle toilette delle stazioni
ferroviarie del Nord Est e pensieri irriflessivi espressi con la scrittura
creativa sulla superficie delle pesche sciroppate sono stati raccolti su “IL
FAI DA TE DELL’ANIMA. GRATIS. UNA BIOGRAFIA CRITICA E ANONIMA DEL PENSIERO
MUTOIDE.” (2002).
L’approccio
culturale e religioso del pensiero mutoide coincide con il suo boom
nell’estate del 1996. Niente chiese, niente regole, niente discipline
malinconiche, niente meeting barbosi di meditazione, niente gerarchie, niente
pubblicazioni, nessuna conversione, nessun battesimo, ma un’enorme offerta di
prodotti spirituali e al contempo terapeutici, all’interno della quale ognuno
poteva scegliere l’occorrente per le proprie esigenze: bidoni vuoti di
tempera, ferri di cavallo, marmitte vecchie di automobili, gelati che si
scioglievano in mano: tutto andava bene e andava adorato lentamente, per poi
finire accatastati mangiati o gettati via.
Un kit per una religione individuale dove l’immagine della divinità è
un ganghero di un infisso trovato un giorno di pioggia per la strada. Divinità
che il giorno dopo di scopre nella forma di un contenitore di plastica
dell’ACE o della cui esistenza si inizia a dubitare per la particolare
morbidezza della carta igienica. Tutti facevano sul serio. Molti pensavano che
potesse funzionare. E infatti funzionava e funziona. Il principio primo è la
continua trasformazione dei precetti, l’instabilità dei dogmi, l’incertezza
totale delle certezze, e delle icone sacre che diventano profane. Allora, tutti
i fedeli si rimettono in cammino, verso il bar, l’ufficio, il supermercato,
l’officina, l’università, l’acquario a cui tutti, in un modo o
nell’altro, apparteniamo, volenti o no. I mezzi dell’espressione del SE’
sono infiniti.
Dopo
il ’96, però, l’espressione “Mutoide” ha cominciato a rappresentare
solo un mucchio di luoghi comuni celebrati solo nei deserti meno alla moda. Si
è persa l’etichetta, il nome è stato rifiutato, i luoghi di raduno sono
stati imbanditi ed utilizzati per grandi banchetti che volevano scongiurare la
prossima fine delle figurine Panini del mondo. La sensibilità mutoide si è
trasformata quasi in una sensibilità, normale che permette ai suoi praticanti
di dimenticarla senza per questo cadere nell’ateismo. Il vestirsi di stracci
trovati a caso nelle raccolte per i più bisognosi ha conquistato i più
accaniti amanti del fitness. I corsi più avanzati per i manager mandano i loro
iscritti a colorare sassi nei fiumi o tronchi di piante nei boschi. Mutoide è
diventato uno strumento buono per tutto: navigare in barca a vela nella propria,
mettere lo zucchero nel serbatoio dell’auto del vicino, non pagare le tasse
che si prostituiscono sottoterra, far risalire i fatturati aziendali.
L’”ALTRO” di tutta una tribù.
L’interrogativo
fondamentale è quando tutto questo abbia a che fare ancora con l’originale.
La nuova sensibilità spirituale sembra venire a cadere quando si confonde con
l’utilitarismo del proprio portafoglio. Penetrando quel territorio popolato da
spiriti guida, angeli, vite passate, uve passite, medianità etc. si comprende
come il mondo non è di loro che ha bisogno. E’ il destino delle mode
culturali. Una nebulosa di cui nessuno vuole più far parte. Mutoide è
diventata un’espressione quasi impronunciabile. Una dose di anacronistico
romanticismo. Un Tibet dentro di noi che suona un po’ così. Ormai, tutti se
ne tengono alla larga. Finito.
In
Occidente, i bisogni primari legati alla sopravvivenza sono stati soddisfatti.
Ma la nostra epoca è caratterizzata dal dramma profondo della perdita di
identità delle persone. Adesso si presta attenzione a chiunque prometta un
benessere dell’anima, il piacere spirituale, un lavoro appagante, una felicità
che si trasforma in salute. Conoscere se stessi. Individuare e rafforzare il
proprio spirito. Queste sono le parole d’ordine. Mutoide ha offerto alcune
tecniche che servono a sopportare meglio questo spaesamento. Tecniche che
aggiustano qualcosa, che allentano le tensioni come uscire tutti vestiti Babbo
natale fuori stagione, che rilassano come assistere alle impiccagioni sommarie
di cravatte, etc.. Musiche che si fondono con l’accessione dei motori a
scoppio, motoseghe che si fondono con i canti degli uccelli metallici, i suoni
di argani meccanici che imitano gli zampilli di acqua avvinata. Versare qualche
goccia di olio esausto FIAT nella vasca da bagno. Fare qualche esercizio di
calpestamento di escrementi con le scarpe nuove quando ci si alza la domenica
mattina. Va tutto bene. Ma che cosa c’è di alternativo, in questo, se il
resto della vita rimane uguale? Se l’esistenza ci costringe in uno stato
continuo di frenesia interiore come le lucciole?
La
narrativa in voga qualche anno fa sembrava riflettere lo spaesamento dell’uomo
contemporaneo. La miliardaria profezia di America che faceva ereditare denaro a
tutti i parenti, gli sciamani bikers, etc., Tutte storie che evocavano foreste
amazzoniche di penne a sfera BIC, laghi alluminici dell’antica Britannia,
piramidi messicane di chili.
Narrazioni che avevano immancabilmente, al centro, Paesi lontani. Le nuove
spiritualità degli Anni 90 sembravano lo specchio di un’umanità in stato di
trance, ossessionata da viaggi astrali e dai segni bizzarri e curiosi. Nel
vecchio pensiero mutoide si è inseguito il rilassamento a tutti i costi, il
positivo, la luce, il profumo, i fiori, l’energia pulita. Oggi , doppiato il
capo del 2000, le nuove spiritualità mutoide sembrano voler seguire un cammino
diverso e popolato da cose meno gradevoli dell’esistenza.
Il
pensiero mutoide non vuole continuare ad essere un centro di meditazione o di
benessere, meglio una comunità alternativa di persone solitarie, spesso
sconosciute l’una dall’altra e che tali resteranno per tutta la vita.
Un’affiliazione emotiva più che una società di mutuo interesse spirituale
finalizzata allo sviluppo di tutto il potenziale umano. Persi nella
masturbazione vitale che è solo il guanto rovescia della masturbazione
spirituale, gli affiliati al pensiero mutoide si giocano corpo, anima ed
ambiente, finalmente uniti.
Il
vuoto lasciato dal pensiero mutoide è stato riempito da se stesso. Meno
messianico. Meno ecumenico e più socratico. Più incline a incantarsi di fronte
alle coincidenze bizzarre, ai dettagli ricercati come riflesso della conoscenza
dei segreti dell’animo e dell’universo: ecco il pensiero mutoide, per il
pane e le rose.