Dichiarazione mutoide sul Natale.

Il Natale è umano, e per il mutoide viverlo è diabolico. Per i mutoidi il Natale è giorno di lutto nazionale. I mutoidi sono le spine nel fianco del Natale, e cercano di fermarlo con ogni mezzo. I mutoidi come i poveri aspettano che tutte le feste siano passate per commemorare gli alberi abbandonati e piantarli addobbati di nuovo. I mutoidi festeggiano il Natale come i poveri, prendendo quello che gli altri lasciano: tappi di bottiglia di spumante imbottigliato nello sputo trattato con il metodo champenoise, fondi di simil pandoro bruciacchiati, coccinelle con la rosolia e lenticchie; i mutoidi scampano alle tracce di crema di scampi, in silenzio. I mutoidi festeggiano il Natale facendo sguazzare l’oca tra i rifiuti, oppure nelle carceri attendendo l’arrivo dei milioni di ore extracomunitarie di aria giocando a trottola con i cavalli a dondolo.

Il Natale non è voluto né cercato dai mutoidi. Il Natale capita addosso ai mutoidi senza riparazione o permesso come uno scooter impazzito o la dissenteria mentre cammini in città, e questo dà un gusto matto a quasi tutto. Il Natale mutoide è una passione che dura tutto l’anno e richiede disciplina. Il Natale mutoide ha un volto più umano di quell’uomo che dorme con te da più di otto anni. Il Natale mutoide è uno sport esigente a cui prepara l’universo si prepara con le lacrime glassate della moglie tradita. Per i mutoidi il Natale è l’"altrove", la faccia oscura della luna condominiale. Se l’albero di Natale non si porta in giro quello mutoide cammina sulle acque e scandalizza la gente come l’ultima nudità di un conte Amaretto antropofago. Certo i gusti giusti sono proprio quelli dei predoni che assediano le torri di mele premature!

Traditi dalla tradizione i mutoidi addobbano gli alberi di Pasqua e pure se hanno la coda a miccia sembrano loro una delizia. Ma l’umanità che i peli ce li ha, frena sul ghiaccio. Per il mutoide il pacchetto più suggestivo da sistemare sotto l’albero per creare l’atmosfera giusta per la notte di Natale è il panettone antiuomo che esplode un secondo prima della mezzanotte e lascia libera la fantasia di inventare altre variazioni sul tema del pomodoro inutilmente versato. I mutoidi evitano i luoghi pubblici dove si scambiano gli agrumi di "Buone Feste", rintanandosi in quelli pirati dove far sventolare la bandiera del teschio e delle tibie incrociate onorando l’effige del Babbo Natale apocrifo, eroe nazionale dell’Internazionale del vischio. I mutoidi alla gente comune preferiscono i prosciutti sconosciuti, la vile antracite all’ipocrisia selettiva. I mutoidi che si permettono il lusso di seguire la propria natura consolano le migliori barbe a elastico bugiarde e incoscienti che sono cadute in disgrazia per una soffiata del riso menscevico che ha tradito le pere imperiali.

I mutoidi torronizzano il pianeta circumnavigando il capo d’Anno. I mutoidi non fanno regali pieni ma vuoti. I mutoidi legano i treni di Babbi Natale eternamente in marcia come il treno rosso di Lenin verso la dittatura dei tramonti rossi di sera ed obbligano l’umanità a riceverli a colpi di salmone in faccia. La deontologia anestetica del mutoide non fa accettare loro alcun dono intero: i pensieri a due pezzi sono dati ai giornali di moda orfani di lettori, i regali a fette sono dati ai malassassini otranti di luoghi di delitto. Il Babbo Natale mutoide che cometizza la vita cerca sempre la storia romanzesca ed è una bestia cacciatrice che ringhia e sobbolle. Il Babbo Natale mutoide non si traveste da Babbo Natale comune. Il Babbo Natale mutoide è uno solo ed è per questo tanto, e come Tarzan bolscevico, non basta mai.

I mutoidi assaltano a colpi di bastone i Babbi Natale che incontrano per le strade credendoli alieni invasori e affamati, provenienti dal pianeta del Gambero Rosso. Lo scalpo di un Babbo Natale replicante provoca nel mutoide una strana eccitazione. I mutoidi dispettosi mangiano le slitte di marzapane o rinchiudono le renne di peluche nelle cassapanche per vivisezionarle con i canditi, contendendosi le ossa spiluccate del babbo Maiale, becero regista e clone del sirenico Superenalotto del fetido mondo dei zamponi preconcetti. La posta del cuore che i mutoidi restituiscono a Babbo Natale è dirottata all’inferno ed in realtà sono fogli bianchi con tanti baci al rossetto stampati con il buco del culo del senno di sempre.

Dicembre 1998

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