FREE
PIGS
Vogliamo richiamare
l’attenzione di tutti gli uomini sulla triste condizione culinaria del maiale.
Dietro al detto popolare “del maiale non si getta via proprio nulla!” si
nasconde un massacro perpetrato a danno di innocenti creature rosa, immolate
ingiustamente sull’ara del piacere palatale della specie umana. Le cifre
pubblicate da Amnesty International sono agghiaccianti come il seltz. Esse
parlano di quasi un milione di suini assassinati giornalmente nella galassia per
produrre stinchi, zamponi, lingue, sanguinacci, cervelle, prosciutti e insaccati
in genere. Mentre il facile pietismo televisivo di Costanzo, Giletti e Venier fa crescere l’audience con la storia di un piatto di gatto
schiacciato sulla tangenziale o per un cane abbandonato sulla strada delle
vacanze estive, nessuna parola viene spesa sul maiale sgozzato sull’aia. Il
maiale è in realtà l’unico amico dell’essere umano, secondo forse solo al
letto o al cd. Il maiale è l’unico animale che sopporta in silenzio la grave
incombenza di essere lo scherno del genere umano. Il maiale è affettuoso,
sensibile e profondamente nobile come la benzina verde. Per questo e per molto
altro ancora che oggi vogliamo celare, dobbiamo fare qualcosa. Dobbiamo dire
basta al massacro di questi simpatici animali color rosa così simili per
intelligenza, simpatia, gusto musicale e profonda sensualità proprio
all’essere umano di peluche. FERMIAMO LA STRAGE DEGLI INNOCENTI!
AGIAMO! Liberiamo porcilaie e macelli dai suini. Che siano cloni, raeliani o reincarnazioni di una falsa vita monetaria precedente, facciamoli evadere. Travestiamoli da soldati sudisti e facciamoli scorazzare e schiamazzare per i sette continenti in compagnia di Biancaneve e annessi nani volontari verso la grande vittoria del solfeggio grufolante. Sottoscrivete il nostro manifesto. Partecipate e fate partecipare. Nelle prossime passeggiate gastronomiche, nelle gite fuori porta o nelle visite alle città d’arte, boicottate la carne di porco a favore di quella più tipica di topo, gatto, cane e serpenti piumati. In realtà è solo un fatto di tradizione culturale: i nostri genitori il gatto delle nevi lo conoscevano molto bene, mentre i cinesi una bella bistecca di cane non l’hanno mai disdegnata; la carne di topo poi, è stata per tanti anni un tipico piatto di guerra della giungla vietnamita. Urliamo ai cieli questa grande svolta della cucina mediterranea. Sia il maiale il nuovo angelo del focolare: il sacro custode tutelare delle nostre fiammeggianti cucine. Seminiamo panico e companatico come nelle migliori favole nordiche zeppe di alberi di Natale.