DICHIARAZIONE MUTOIDE A FAVORE DEL DENARO PER TUTTI, BELLI E BRUTTI OVVERO L' UNICA COSA CALDA CHE HO NEL CORPO SONO LE COCCOLE TRA LE DITA DEI PIEDI.

I mutoidi sanno che il denaro cresce come il naso e si moltiplica, e per questo gli tagliano i peli per non crearsi ulteriori problemi. O chi dirà i torti della rima?

I mutoidi sanno che il denaro è falso, ma insostituibilmente felice, quando sta da solo.

I mutoidi interrano i resti con la luna piena, poi piangono perchè le piante che nascono non producono albicocche, ma tutte langurie liriche con la pelle d' Accra del Magirus di Oz. I mutoidi odiano il denaro perchè sanno che esso divide l' uomo e per questo strappano in due una banconota e poi la spediscono a due persone che non hanno nessuna voglia d' incontrarsi. E le principesse? E i centauri? E i cigni? E i paesi del sole? Sanno bene di che materia son fatti i talenti e in che mani vanno a finire.

I mutoidi sanno guardare il denaro bene in faccia e a loro modo lo onorano colorandolo in stampatello; applaudendolo dal basso verso l' alto; sostituendo i personaggi raffigurati con gli ignavi signori del girone di sopra e girando sette volte la lingua in bocca imitano il rogito del leone o una boccaccia selvatica del super-uovo, o l' imitazione di un pollice verso all' impair.

I mutoidi sanno che anche le cose che si comprano fanno male e ciascuna delle cose che possono essere raggiunte, viene, subito, dimentipatica.

I mutoidi gettano le monete sorde negli instancabili marenghi caldi e le pecunie sfiorite negli infiniti e freddi marescialli a molle. Vedendole affogare e depositarsi tra le metanfore e i cosmopoliti degli antichi banchi di pegno si mettono a ridere con i piedi all' inizio. La più grande delizia di un mutoide è quella di sbattere altruisticamente fuori il denaro dalle case, e gli uomini commossi ringraziano in ordine e in silenzio il santo gusto per il bel gesso.

I mutoidi sanno che nel denaro la vera vita è assente; i mutoidi sanno che il denaro è mediocre e democratico, perciò ne scelgono un pò non senza equivoco e lo fucilano nei quattro cantoni dei prediligono. Musica prima d' ogni cosa, per le rane metafisiche!

I mutoidi sanno che il denaro è sciocco e non ha passato perchè perde il conto anche dei giorni che gli sono cuciti addosso.

I giorni dei mutoidi, invece, sono sempre tanti e aperti, a garanzia dell' eternit.

I mutoidi sanno che il denaro è viscido e può fuggire verso altri lati rossi delle lune ed altri amori, dove l' Indeciso al Preciso si sposa.

I mutoidi, teorizzati dalla libertà del denaro che è il vero infedele della famiglia, lo lasciano alla catena per mesi a pane ed acqua e portano più spesso il cane al ristorante dei quadri solitari. I mutoidi non conoscono la parola "risparmio"; e poichè sono travolti dalla loro natura generosa e altruista salvano dalla borsa gli spiccioli spacciati, spiccano il volo sulle buone azioni con gli orsi e i tori liberati dal loro destino di merci o merende, o si sgolano con le egogle del pittoresco e ghiotto "gluglu".

I mutoidi sanno che i soldi che stanno nelle tasche, in mano, in piedi o seduti, risultano particolarmente scomodi. I mutoidi usano il denaro come cosa che fa molto "ambiente" e pagano la domenica con opere di Marte. I mutoidi non accetterebbero mai e poi mai quattro quattrini o altre simili sconcezze, ma reagiscono con ciò che salta loro in bocca: c' è chi baratta un bacio per una partita a flipper, chi si gioca a dadi il mappamondo a colori con i molari di un altro, o chi, invece, scambia sassi rotondi per gelati alla rovescia che si guardano le spalle perchè ci sono gli specchi dove estranei incrociano le forti geometrie crepuscolari. I mutoidi sanno che il denaro non vuole futuro e per loro resta solo "una milionesima cosa".

I mutoidi amano il denaro ammalato, quello fuori concorso che perde i numeri come tutti i piedi uniti sulle tante strade del mondo. I mutoidi amano il denaro spiritualmente evoluto, quello dalla sensibilità intensificata come le banconote che colte di sorpresa nelle tasche sbagliate, arrossiscono. I mutoidi amano i banchetti a base di denaro bollito con camerieri e vigili del cuoco che servono fra grandi pianti di biancanota sopravissuta ai sette nanocurie. I mutoidi amano insaponare le monete nelle vasche da bagno con le loro lacrime mentali e si mettono a cantare con tenerezza un' aria dall' "Epica Tapioca". I mutoidi uniscono i fogli da centomila e ne fanno un tappeto volante che non va in moto, e allora scappano con una da cinquecentomila.

I mutoidi sanno che un giorno i poveri vivranno in baracche di banconote, quando i soldi saranno sedentari e per pizzicargli il cantante deretano si andrà a trovarli in camera da letto perchè loro da lì non si disturbano più soffocati dall' insomma.

I mutoidi musicano a quattro mani e otto piedi sulle banconote a coda la dichiarazione dei grandi rettili, poi con il denaro fanno dei cannocchiali dolci, coni per gelati gelosi, lo regalano alle boniate cerbuttane ignude.

I mutoidi sanno che il denaro si appiccica alle dita e si ritengono fortunati come un' aguilera perchè possono scegliere: tenere le dita ostricamente nei palmi di naso, tagliarsi le mani radicanti, congiungerle in continua preghiera dei Lancellotti che rincorrono una Ginevra capitale. Per i mutoidi che collezionano le polveri del cielo è un piacere sparare il denaro nello spazio inaugurando, così, il Carnevale planetario, la festa universale della liberazione mutoide dell' uomo da carte e quarantotti.

MEDIOCRI DI TUTTO IL MONDO INUMIDITEVI!

MAGGIO 1998

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