1° dicembre 1998

Palazzolo sull'Oglio

"MARTEDI' 1 DICEMBRE : UNA SERATA PARTICOLARE"

Con questo titolo è stato pubblicato sul periodico "Voce di Palazzolo" lo scritto del quale il gruppo "Essere ...Donna" ha chiesto l'inserimento sul sito Internet del Grande Coro Insieme.
Volentieri aderiamo alla richiesta.

"Ore 20 di martedì 1 dicembre... all'interno dell'Auditorium S. Fedele un gran fermento: questa sera canta un grande coro. Ci sono moltissimi giovani, si salutano calorosamente e si avviano verso il palco; ci sono i tecnici del suono che, in continuo via vai, cercano di completare il loro lavoro; si nota anche una giovane signora che prende accordi, organizza e indirizza: è il direttore del coro e, da quel che vedo, tutti le vogliono un gran bene.

I ragazzi continuano ad arrivare; ma quanti sono questi coristi? 100, 130, 150, forse di più.

In mezzo a questo groviglio di persone, strumenti musicali, cavi, microfoni, spicca un'imponente tonaca nera: don Mario Neva, ispiratore e coordinatore del Grande Coro Insieme. Appare subito simpatico: sorriso immediato, vigorosa stretta di mano, schiettezza e semplicità nel parlare. Viene accostato da tutti i componenti del grande coro per un rapido saluto e lui sembra gradire molto questi contatti. E' quasi ora di dare il via alla musica, ma il caos sembra ancora regnare sul palco... Passano alcuni istanti, gli spettatori sono tutti sistemati, i coristi sono al loro posto e, sebbene qualche strumentista stia ancora litigando con viti e cavi, si dà inizio alla serata.

Immediatamente si crea l'atmosfera dell'ascolto: un lettore con voce calda e impostata legge alcuni brani della lettera del Papa rivolta alla donna. Il senso della serata comincia a delinearsi. Prende la parola don Mario Neva invitando il pubblico a tastarsi il polso per riconoscere il proprio ritmo della vita: il battito del cuore. I tamburi iniziano a rullare e le voci si alzano solenni: è il primo canto, un canto apache. In breve tempo, tutti gli spettatori sono coinvolti, fisicamente battendo il ritmo con le mani, emotivamente assorbendo l'intensità dei sentimenti che riempiono l'aria: ingiustizia, paura, speranza, solidarietà, amicizia, pace, gioia, fede.

Da autentico showman don Mario guida coro e pubblico lungo un percorso che si dipana con ispirazione e maestria nei tortuosi sentieri del mondo di oggi, pieno di contraddizioni ma anche di grandi segni di speranza. Si susseguono con ritmo quasi incalzante Big Bang, il Kirie Missa Luba, El condor pasa, Poliushko-Pole, Mendoja, Freedom, Mezzanotte a Mosca e altri ancora. Urla e acuti intonati contro la meschinità dell'essere umano, melodie insolite contro chi non vuol vedere e non vuol sentire, grida gioiose contro i pessimisti e i disfattisti, voci, voci per dire che nel mondo c'è anche tanto amore.

Ma non è finita. Ecco salire sul palco, presentate come "un grande dono dei gommoni che attraversano l'Otranto" due graziose sorelle albanesi; la più piccola, esile, quasi corolla d'un fiore, si esibisce in una danza che mette in risalto la semplicità e la grazia delle movenze; la maggiore, al ritmo della musica, offre una gestualità altrettanto dolce e malinconica. E' un momento di grande intensità emozionale: il pensiero non può non andare al turpe mercato che approfitta della miseria e della speranza di profughi e di immigrati.

Poi con l'Ave Maria Guarany la riflessione viene condotta su un altro drammatico problema: quello della dignità calpestata delle ragazze per strada; ancora altri brani, ben letti, quasi acclamati, vengono proposti proprio con l'intento di "dare voce a chi non ha voce". Io sono emozionata, completamente coinvolta e la poltroncina su cui sono seduta sta diventando troppo stretta: vorrei alzarmi, cantare e gridare che, tutti insieme, possiamo cambiare il mondo! Ma il Grande Coro Insieme che finora ha cantato messaggi d'amore, sembra ora esplodere d'ira contro qualcuno: l'interpretazione dei "Carmina Burana" di Orff, che fa venire la "pelle d'oca", è infatti un canto augurale di sfortuna contro i malvagi nel perseguimento dei loro scopi perversi.

L'atmosfera diventa però subito allegra con i canti divertenti di Joska, la rossa e Petrushka che surriscaldano il pubblico; poi sulle note de "La mia strada" il concerto sta per finire.

Che straordinario "colpo d'occhio": più di duecento giovani che insieme cantano per dire che esistono nel mondo diverse realtà che soffrono, senza riuscire a farsi ascoltare. Il loro canto ha lo scopo di amplificare questo grido perchè tutti possano sentire, ed il messaggio che hanno voluto offrire è sceso nel profondo del mio cuore e sembra quasi tonificare i miei sentimenti e darmi un senso di pace". (Chiara P.)

Grazie, Chiara! Hai capito fino in fondo il senso del nostro messaggio.


Per tornare alla presentazione:   Per tornare all'elenco concerti: