25 settembre 1999
Brescia - Palazzo Broletto

Per l'abolizione della pena di morte.

Non siamo venuti solo
per cantare,
o per riempire la piazza altrimenti vuota.
Se ciò che ascolterete avrà a che fare
con la bellezza sarà spontaneo
applaudire.
Ma quello che vi chiediamo
è di svegliarvi con il risveglio che
stiamo cercando
e sentire con noi il desiderio
che stiamo coltivando.

Ci sono troppi spettatori
in ogni città bene organizzata,
troppe persone si sporgono dall'alto
a valutare le tragedie del mondo,
e troppo poche accettano
in prima persona
la vita nel suo palpito originario

Noi siamo consapevoli
che tracciare una firma e chiedere
che si fermi il braccio del boia
o che la pena di morte
annulli la sua tradizione millenaria
implica un cambiamento del mondo:
per questo cantiamo,
non cerchiamo spettatori.

La pena di morte
appare alla ragione, un inutile rimedio
ad un male già vissuto,
uno strumento cieco in mano
a chi esercita un potere sproporzionato,
un rimedio superato dalla crescita
della coscienza dell'umanità

Ma questa analisi storica
è insufficiente:
la spiegazione più profonda
del rifiuto della pena di morte
si nasconde nel fatto
che nessuno vince il male
con il male
Che il bene per vincere il male
è presente nella nostra vita
ed è la più grande risorsa affidata ad ogni uomo;
questi principi primi
si riflettono nel comando
di non toccare Caino
e di non trasformare la vendetta
in legge, sebbene si debba impedire
a Caino di fare il male.

Se ciò è vero, aldilà del tempo
e dello culture che passano,
diventa inevitabile
una autocritica radicale
della storia passata,
di una teologia
che non considera come
atto definitivo la condanna di
Cristo innocente sulla Croce.

Perché una legge
che non sia il comando
di Cristo?

Allo stesso tempo una iniziativa
contro l'uso della
pena di morte
deve comportare una non-violenza radicale
che tocchi tutti gli ambiti dell'esistenza
dal concepimento della vita
alla difesa della
vita debole.

L'impegno di abolire la pena di morte
deve dunque corrispondere
ad una lotta per la giustizia
e per la fraternità fondata
sulla dignità di ogni persona
umana.

Questo annuncio profetico
allude ai cieli nuovi e alle terre nuove.

Ricordiamo
nel canto e con le parole:
tutti coloro che sono morti
giustiziati,
tutti coloro che
hanno subito condanne a morte
per gravi crimini realmente commessi,
ricordiamo le vittime della loro violenza,
le persone che hanno perduto la loro
presenza fisica,
ricordiamo
le vittime innocenti
delle torture e del boia,
dell'ignoranza e del
potere.

Per questo cantiamo!


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