19 dicembre 2000

Ospitaletto
  1. Un Patto è necessario, quando la necessità dei meccanismi economici e il fatalismo delle abitudini sociali cingono d'assedio la libertà e costringono la società a mettere in secondo piano i valori delle persone, i criteri etici, la ricerca della felicità.
  2. Un Patto è necessario in una società in crisi; se qualcuno afferma che una società è sempre comunque in crisi rispondiamo che è sempre necessario un patto della libertà etica, o morale, se il termine non dispiace.
  3. La volontà di Patto etico nasce da una forza ideale che desidera esprimersi senza fuggire la storia, ma che prende atto realisticamente dei valori, dei limiti e del male che c'è nel mondo, senza rassegnazione e senza velleità.
  4. Se il destino del mondo appare sempre pił orientato verso la sua globalizzazione è intollerabile che tale processo innalzi un così alto numero di esseri umani al di là del bene e del male e che condanni un numero sempre più elevato di persone alla schiavitù economica, fisica e morale.
  5. Un patto ormai è possibile solo creando un consenso tra persone che comunicano realmente e che riescono a sottrarsi in modo consapevole alle strategie della persuasione cui quotidianamente siamo sottoposti in tutti gli ambiti della convivenza. Alla improbabile psico-filosofia degli autori del grande fratello preferiamo la spietata profezia di Orwell e una filosofia non improbabile.
  6. Non crediamo dunque nelle strategie della comunicazione, ma nell'importanza del comunicare. Siamo avvolti nella costante falsità della persuasione di massa: questa è la prima forma di fatalismo per la quale o si ritiene che non si riesca più a comunicare o che per comunicare sia necessario pagare: è un problema di cultura. Il mondo dei valori (luoghi, persone e istituzioni che cercano di innalzare i criteri della convivenza verso regole etiche di civiltà) si sta riempiendo sempre più di mediatori che cercano di salvare il salvabile, ma che credono troppo poco nell'intelligenza degli esseri umani e nella loro dignità.
  7. Siamo contro la globalizzazione, intesa solo in termini economico-tecnologici, in modo non violento: amiamo questa terra, amiamo gli esseri umani. Coloro che agiscono violentemente contro il sistema non fanno che avvalorarne l'esistenza; sono i figli nevrotici del sistema stesso e ne giustificano e ne avvalorano le regole, la necessità, la falsa verità. Sono in perfetta sintonia con il sistema nei suoi aspetti di dominio etico e psicologico, ne condividono il vuoto di valori, tendono alla medesima violenza dei massificati dello stadio e della discoteca, condividono il concetto di libertà come arbitrio individuale, l'uso della droga, l'assenza di regole.
  8. Non condividiamo la tesi, diffusa anche in ambienti cattolici, secondo cui l'innalzamento del benessere, l'incremento della produzione a tutti i costi e l'aumento della ricchezza comunque si risolvano in un beneficio indiretto per le masse dei poveri. Per avvalorare questa tesi è necessario dimenticare e mettere tra parentesi la somma di crimini ambientali, lo squilibrio economico tra nord e sud del mondo, lo sfruttamento delle risorse e il consumo da parte di un'esigua porzione dell'umanità, lo sfruttamento dei lavori poveri, lo sviluppo delle nuove schiavitù.
  9. Il Turbo capitalismo produce capitalisti turbati, e con essi una massa di popolo che vive di pane e di circo. Manca una revisione schietta di ampio respiro di questo modo di concepire una convivenza senza un patto etico che significhi la vittoria sul fatalismo sociale e un innalzamento dei valori umani. Gli analisti di queste problematiche, psicologi-filosofi, vendono troppi libri per essere credibili: pochi parlano oggi di libertà e delle reali possibilità della libertà storica.
  10. La crescita della ricchezza crea non soltanto un disagio tra coloro che vivono nel benessere, ma uno spostamento di masse dalle aree povere del mondo verso le aree del benessere: pur affermando che ogni movimento umano è un movimento di valore ancora prima che essere un problema, non ci accontentiamo del fatto che la storia abbia sempre funzionato in questo modo: ci preoccupa che l'accoglienza di una immigrazione così intensa e prevedibilmente inesauribile di una massa di esseri umani attirati dal benessere e dal miraggio di una facile soluzione di problemi di sussistenza venga assecondata solo da motivi d'interesse o rifiutata là dove non ci sono interessi egoistici.
  11. E' necessario un Patto etico, sociale ed economico, un patto spirituale di convivenza che entri in gioco realisticamente con una tendenza così forte, globale e diffusa volta a stabilire il primato dell'economia e la sua forza inesorabile e necessitante:

  12. un patto
         per rispettare la terra,
         per non sprecare le risorse che appartengono a tutti,
         per combattere il turismo sessuale,
         il commercio di organi,
              di bambini,
              di donne;
    un patto
         per combattere l'uso della manodopera in nero,
         della manodopera senza una vera assistenza sociale e culturale,
         del subappalto di manodopera in nero;
    un patto
         per contrastare i rackets e le mafie che sfruttano i deboli,
         per combattere la schiavitù sessuale delle donne povere,
         per porre fine alla schiavitù sessuale delle giovani donne sulle nostre strade,
         per regolamentare equamente l'uso di domestiche e di dame accompagnatrici provenienti dall'est-Europa,
         per combattere l'uso della droga da parte dei nostri giovani e lo spaccio di extra-comunitari.

  13. Per tornare alla presentazione:   Per tornare all'elenco concerti: