I primi ricordi infantili di Giuliano risalivano al panorama di una valle in un pomeriggio di marzo.
Le nubi leggere e veloci lasciavano filtrare i raggi del sole: la pioggerellina scintillante da poco aveva ceduto il proscenio ad un'iride, che percorreva gioiosamente il suo arco da una fenditura della collina ad un campo di grano più lontano.
La mano del bimbo si liberò decisa da quella del vecchio, per indicare prima la collina e poi la campagna:
"Nonno, dove sono piantate le radici dell'arcobaleno?"
"Nel passato dei vecchi e nel futuro dei bimbi: il sogno dei nonni che proietta ai nipoti l'eredità multicolore delle speranze del mondo".
L'anno dopo in riva al mare:
"Guarda Giuliano, guarda il battito dell'onda ! Corre, si infrange... ritorna all'origine per riprender forza... e ricorrere ancora. Proprio come noi, nonni, figli, nipoti e cosi via per l'eternità".
Quel sodalizio, antico come il mondo, era nato così.
Ora Giuliano, al capezzale del vecchio morente, raccoglieva la mano inerte e l'eredità dell'indimenticabile maestro.
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