Casella di testo:

Poeti della Luce

Poeti e scrittori per passione

Victoria - di Francesco Mancini

 

Realtà, irrealtà, altro?

Victoria

Espongo un modesto fatto accaduto a me in data non remota:
E’ sera tardi, sono al buio nel giardino ante-chiesa dell’Abbazia Cistercense delle Tre Fontane a Roma, a lato dell’EUR odierno, sul luogo ove venne decapitato Paolo di Tarso nonché, ai tempi dell’imperatore Vespasiano, furono martirizzati diecimiladuecentotre soldati della legione federata di Zenone, che si ammutinò e attaccò le truppe e le genti romane.
Sto riempiendo due taniche d'acqua dalla vetusta fontana in pietra dell'abbazia, luogo di stretta clausura monacale maschile.
Si dice che questa acqua faccia bene al corpo e allo spirito. Crederci o no conta
poco, l'essenziale è che sia leggera, pura e non faccia male.
Si è fatto tardi in quanto un conoscente incontrato sul posto mi ha trattenuto parecchio nel piazzale del parcheggio-auto per dei suoi problemi. Devo affrettarmi. E' l'ora di chiusura, anzi è passata da poco. Attorno è deserto già da un pò quanto a fedeli, religiosi o visitatori, nonché è buio fitto per l'assenza di luci vicine. Passa veloce il frate-guardiano per chiudere e mi dice:
"Ci vede ancora? finisca pure, gli lascio accostato il cancello, lo chiuda lei ".
Completo la seconda tanica quando una
voce femminile nel retro, bassa e strana, poco più che un sussurro, rivolgendosi a me dice:
"cosa cerchi da quest'acqua di miracolo e di salvezza?" Ed io girandomi:
"Dicono sia salutare e in casa c'è chi l'apprezza, me compreso".
La guardo e vedo quasi nulla, nell'oscurità noto solo una forma indistinta, di media altezza, longiforme, con indosso qualcosa che giunge a terra.
Aggiungo: "io esco e devo chiudere il cancello, esce pure lei?" e la risposta:
"no, io non esco mai di quì, mi chiamo Victoria e tu?, ah! Francesco? Franciscus? è
un bel nome, ma non è usuale per me".
Esco con parecchia apprensione, rientro velocemente in auto e, oltre all’acqua che useremo, riferisco in casa dell’incontro a dir poco anomalo.
Svolgerò anche delle mini-indagini di cui ne ometto i particolari, dico solo che chi interpellato, religioso e laico esso sia, affermerà sembrasse girare in loco di notte qualcosa o qualcuna, forse una barbona, forse una mente svampita, forse una presenza strana, restava però che direttamente, vis a vis, non l’avesse vista alcuno, ne parlato con lei, salvo l’aver sentito nel tempo delle voci da parte di qualche persona visitatrice,
magari di seconda mano.
In seguito, frequentando a volte il complesso basilicale delle Tre Fontane, cioè la basilica dell’anno mille dedicata ai Santi Vincenzo e Anastasio, oltre le due Chiese sul luogo del martirio di San Paolo e dei 10203 soldati della legione di Zenone, mi parrà un giorno di intravedere fra i non molti presenti anche la sagoma di Victoria. Dico soltanto sagoma dato che non avrei potuto riconoscere alcuno, non avendo osservato direttamente sia il volto, sia dettagli determinanti che si notano sempre in una persona.
Mi sembrerà pure, certo errando, che questa signora mi abbia anch’essa osservato con
un pizzico di complicità e conoscenza.
Aggiungo che tornerò più volte ad attingere l’acqua cosiddetta miracolosa anzi, saltuariamente, anche nelle ore tardi serali, appena prima della chiusura della cancellata, nella speranza malcelata di un nuovo incontro che, qualora verificato, avrei avuto l’intendimento di approfondire meglio. No, non ci sarà nulla da fare, Victoria, o chi essa fosse, non si e ripresentata più.
Per ora volevo solo dire di una sera buia, freddina, senza lampade elettriche e senza luna, nell'ambito di una clausura conventuale cistercense.