LO
SPETTATORE
ITALIANO
OVVERO
MESCOLANZE
DI
POESIA; DI FILOSOFIA, DI NOVELLE,
DI
LETTERATURA, DI TEATRO, DI BELLE ARTI
E
DI BIBLIOGRAFIA
TOMO
DECIMO
MILANO
PRESSO
GLI EDITORI A. F. STELLA E COMP.
1818
Appendice
al rapporto del sig. D. Matteo Galdi sul metodo di Bell e Lancaster, paragonato
col metodo normale; scritta dall’Abate D. Francesco Mastroti, direttore della
Scuola del Real Albergo de’poveri,
in Napoli.
Ne’ primi rudimenti di scrittura e lettura accade quello stesso che avvien della luce, la quale abbaglia quando è soverchia, e nuoce invece di giovare. In vero, ove troppo si sottilizza su’principj di pura pratica, le cose le più semplici divengono teorie, e da facili quali erano, si rendono inviluppate non meno che difficili ad eseguirsi.
Bell e Lancaster, penetrati da questa verità, hanno divisato un metodo per imparare a leggere e scrivere, quanto facile, breve altrettanto ed economico, come si è osservato dall’erudito sig. cavaliere Galdi, nel suo rapporto a S. E. il sig. principe di Cardito, presidente della commissione d’istruzione pubblica in Napoli. Dal qual rapporto rilevasi il merito del metodo Lancasteriano sull’antico normale.
In fatti, nel metodo normale, perché i ragazzi apprendano a scrivere l’alfabeto, è necessario che sappiano prima ben formare i così detti elementi delle lettere nel numero di quattordici, oltre quaranta definizioni, che servono all’applicazione degli elementi stessi alle lettere. Ognun comprende l’imbarazzo in cui dee trovarsi un fanciullo nell’imparare siffatte cose, l’avversione che si debbe concepirne, ed il tempo che vi deve impiegare.
Bell e Lancaster, meglio conoscendo l’indole dell’età puerile, quanto disadatta a’ principj astratti, altrettanto inclinata ad imitar le cose senza l’impaccio dell’analisi e delle definizioni, con processi più brevi fanno esercitare i ragazzi analfabeti nell’imprimere sull’arena quattro elementi soltanto, e quindi l’intero alfabeto. Quanto ne fosse felice il risultato, riguardo al tempo che vi s’impiega, attestato ci viene dall’Inghilterra e dalla Francia, non che da’ continui progressi che fanno i ragazzi nella scuola nascente nel Real Albergo de’ poveri.
Nel metodo normale presente, quando la prima classe impara la formazione degli elementi delle lettere e l’alfabeto, la seconda e la terza restano inoperose, e vice versa. Il tempo dunque che s’impiega nelle scuole normali resta diviso in tre parti, quante sono le classi; ma nel metodo di Lancaster tutto il tempo della scuola impiegasi a vantaggio di ciascun individuo di essa, imperciocchè, essendo l’istruzione simultanea, quando legge o scrive la prima classe, leggono e scrivono contemporaneamente tutte le altre, cioè la seconda, la terza, la quarta, la quinta e la sesta.
Inoltre, nel metodo normale un ragazzo analfabeto, che non si trovi nella scuola al principio dell’anno scolastico, resta sempre in qualche modo fuor di classe, poiché trovandosi gli altri fanciulli avanzati nella cognizione degli elementi e dell’alfabeto, il maestro per metterlo al livello degli altri, dee questi trascurare e dirigersi solo a lui, sin che non giunga ad uguagliarli. Ma nel metodo Lancasteriano, ripetendosi sempre lo stesso da tutte le classi, gli scolari, o vengano nel principio dell’anno scolastico, o nella fine, trovano sempre il loro posto, e niuno giammai riman trascurato.
Finalmente, riuscendo sempre piacevole tutto ciò che si fa secondo l’inclinazione della natura, ne viene in conseguenza che essendo l’età puerile immersa sempre in una gran quantità di azioni, qualunque insegnamento, che all’azione si accoppia, riesce piacevole. Di qui è che lavorando i fanciulli con piacere, useranno per necessità tutta la loro attenzione, quindi minor tempo impiegheranno ad imparare a leggere e scrivere col metodo di Lancaster, che col normale.
Malgrado le suddette riflessioni, non volendo io passare per ciarlatano amante di novità, né per inetto, per non aver saputo applicare alla mia nazione un metodo sperimentato vantaggioso dalla culta Europa, aspetto dall’esercizio della scuola nel Real Albergo de’ poveri le prove di fatto le quali son per ora molto soddisfacenti. Per ottenere siffatte prove, disposi sin dal primo momento dell’esercizio della mia direzione, che tutti i ragazzi fossero annotati in una tabella coll’epoca del tempo in cui entrarono in ciascuna classe, perché si sapesse così quel tempo che si richiede da un fanciullo analfabeto, per passare dalla prima classe alle altre susseguenti sino alla sesta.
L’apertura
della scuola Lancasteriana nel Real Albergo de’ poveri è di fresca data, e
perciò non posso dare al presente le prove di fatto decisive. Puossi però
sostenere, senza il rischio di errare, che col metodo di Lancaster, nello spazio
di mesi sei, un analfabeto possa giungere alla sesta classe, che val quanto
dire, possa saper leggere, scrivere e conteggiare, ed aver imparato i doveri
della religione e della società. Il calcolo che per ora può istituirsi è
questo:
Giuseppe de Vincentiis, e Raffaello Vitale, analfabeti, entrarono nella prima classe, il primo agli undici e il secondo a’12 di ottobre ultimo. A’ 6 di dicembre, previo il solito esame, furono promossi alla seconda classe, cioè dopo 56 giorni. Se eglino avessero avuto due lezioni al giorno, come si pratica nel metodo normale, sarebbero passati alla seconda , dopo 28 giorni. Or volendo concedere a’ fanciulli medesimi lo stesso tempo per poter sormontare, ciascuna delle altre cinque classi, chi vi è che non vegga , che nello spazio di sei mesi (1) trovansi alla sesta , probabilmente, cioè sapranno leggere, scrivere, conteggiare, ed avran pure imparato i dovere della religione e i sociali?
Per ottenere lo stesso risultato normale vi bisognano mesi 15, come ci viene attestato da D. Gaetano Molignana, il più antico di tutt’i maestri normali. Dunque col metodo di Lancaster si saranno fatti due corsi e mezzo d’istruzione pubblica, quando col normale appena un solo. All’aspetto di questo calcolo, ch’è fondato per altro su dati certi, si potrebbero disporre a tacere una volta i temerari oppositori al sistema di Lancaster.
L’oggetto del metodo di Bell e Lancaster è d’insegnare a leggere, a scrivere e conteggiare per l’uso sociale, non che d’imprimere nelle menti della tenera età i doveri religiosi e sociali. Fassi tutto ciò simultaneamente da tutte le classi della scuola.
Nella scuola Lancasteriana non vi sono propriamente maestri, ma i fanciulli medesimi, col titolo di monitori, istruiscono coloro che sanno meno di essi.. Questi si prendono dalla classe, scegliendo sempre quei che sono più istruiti degli altri, ed hanno un tal impegno sin che non sianvi altri fanciulli che possano far le lor veci. Allora i monitori riformati passano nelle classi superiori a quelle cui comandavano.
Colui che nella scuola fa osservare il buon ordine, chiamasi il sovrintendente della medesima. La scuola è divisa in sei classi, ciascuna delle quali è composta di qualsivoglia numero di scolari (2).
Ogni classe ha
il suo monitore, tranne la prima sola che ne ha 3, poiché questa essendo
composta di analfabeti, ha bisogno di maggiore assistenza (3)
Oltre i monitori delle classi, sonovi due ragazzi più avanzati ed istruiti degli altri, che diconsi ispettori: questi facendo da aiutanti al sopraintendente, vegliano su tutta la scuola.
Vi sono finalmente due altri col titolo di monitori generali, che a vicenda un giorno per ciascuno, stando a canto ai sopraintendenti, comandano alle classi per tutto ciò che far si deve sul metodo di scrittura e di lettura.
Ogni giorno, tranne le domeniche e i giovedì e le feste di doppio precetto, si fa scuola, che comincia a 20 ora e mezza in punto, e dura sino alle ore 23 e mezza.
Gl’ ispettori ed i monitori generali entrano nella scuolo un quarto d’ora prima, per disporre tutto quello che è necessario all’insegnamento.
Entrati i fanciulli nella scuola con le mani in dietro, e stando ciascuno al suo posto in piedi, ogni monitore di classe riconosce quelli della sua, secondo la nota ch’ei tiene col numero di ordine, e fatta nota de’mancanti su di una lavagna col lapis, ne fa rapporto al monitore generale di esercizio, il quale riferisce all’ispettore. Questi, fatta lista di tutt’i fanciulli mancanti delle classi, ne fa rapporto al sopraintendente.
Stando tutt’i ragazzi in piedi ne’loro posti, il monitore generale di esercizio monta sulla cattedra col campanello in mano. Dato un tocco di campanello, che significa silenzio, ad alta voce dà gli ordini seguenti:
1 Attenzione 2 Mani… in dietro. 3 La scuola incomincia. 4 Monitori di classe venite a prendere le decorazioni (4)
Tornati i monitori alla testa delle loro classi, il monitore generale ripete:
1Attenzione
Credo in voi, mio Dio, verità infallibile, accrescete la mia fede. Spero in voi, mio Dio, speranza infinita, accrescete la mia speranza. Amo voi, mio Dio, amore infinito, accrescete l’amor mio. Mi pento di avervi offeso, mio Dio, giustizia infinita, accrescete il mio dolore. Propongo di santificarmi co’vostri sacramenti in vita ed in morte, concedetemi la perseveranza.
Padre nostro, ecc., e Dio ti salvi, o Maria.
Fatta la preghiera dice:
1 Alzatevi… 2 Mani …in dietro. 3 Fianco destro. 4 Entrate (5). Banco.
1 Mani in dietro. 2 Mani sul ginocchio. 3 Mani sul banco. 4 Prendete la lavagna. 5 Alzate lavagna. 6 Abbassa lavagna. 7 Piegate (6) lavagna. 8 Monitori di classe, distribuite i lapis.
Ciò fatto, il monitore generale prosiegue:
9 Monitori al vostro posto. 10 Prendete i lapis. 11 Mostrate. 12 Mettetevi in posizione di scrivere. 13 Monitori dettate la prima lavagna (7).
Scritta la prima parola, sillaba di 4 lettere, di 3, di 2 ecc., il sovrintendente con un fischio dà il segno a’monitori, per dettare le altre parole, e ciò si pratica sin che la lavagna non sia terminata.
Allorché le classi mettansi nella posizione di scrivere, il monitore in capo della prima classe ad essa dice:
1 Mani in dietro 2 Mani sul ginocchio. 3 Preparate (8).
Impressa la prima lettera sull’arena, e fattosene la correzione da’ rispettivi monitori, il monitore in capo della prima classe dice a’ monitori della medesima così: Monitori passate i rabot ( cioè le pialle)(9). Ciò fatto, detta le altre lettere sin che non abbia terminato il numero fissato nella tabella.
Da quel che si è detto, si comprende che il monitore in capo della prima classe comanda indipendentemente dagli ordini del monitore generale.
Scrive sull’arena due soli elementi per giorno, cinque lettere maiuscole e minuscole, e due cifre arabiche.
(10)Scrive sulla lavagna le lettere corsive dell’alfabeto, le sillabe le più semplici, come ba, ab, ma, ecc, ed i numeri composti sino a 99.
Scrive le sillabe di tre lettere, le parole di una sillaba, e qualche dittongo, ed inoltre le cifre sino al milione.
Scrive le parole di due sillabe, e fa l’addizione aritmetica.
Scrive le parole di quattro o più sillabe, ed alternativamente fa la moltiplicazione e divisione aritmetica colle chiavi.
Finita la prima lavagna, i monitori, per farlo sapere al sopraintendente, voltano i telegrafi. Allora si dà principio alla seconda lavagna, che serve per l’esercizio di aritmetica. Per incominciarsi un tal esercizio, il monitore generale dice:
1 Posate i lapis. 2 Monitori correggete. ( Fattisi la correzione). 3 Prendete il piumacciolo. 4 Pulite le lavagne. 5 Rimettete il piumacciolo. 6 Riprendete i lapis. 7 Mostrateli. 8 Mettetevi nella posizione di scrivere. 9 Monitori, dettate la seconda lavagna per l’aritmetica.
Finita la lavagna, il monitore dice:
10 Basta. 11 Posate i lapis. 12 Monitori, correggete (11)
Fattasi la correzione, il monitore generale prosiegue:
13 Monitori, al vostro posto. 14 Prendete il piumacciolo. 15 Pulite le lavagne. 16 Rimettete il piumacciolo. 17 Prendete la lavagna. 18 Appendetela.19 Mani in dietro. 20 Monitori di classi, riunite i lapis. 21 Monitori di classi, entrate nel banco della vostra classe.
1 Monitori di
lettura, uscite da’banchi e mettetevi al vostro posto. 2 Venite a prendere i
bastoni, e le prime di onore (12). 3 Marciate (13).
Giunti dinanzi alla cattedra:
4 Fronte. 5 Prendete i bastoni. 6 Bastoni alle spalle. 7 Fianco a sinistra. 8 Marcia. (14)
Giunti alle loro classi i monitori, il monitore generale a tutta la scuola dice:
1 Alzatevi. 2 Uscite (15) da’ banchi. 3 Frante. 4 Mani in dietro. 5 Fianco a dritta. 6 Marciate (16).
I monitori di lettura, giunti ne’ luoghi rispettivi, il monitore generale dice:
7 Frante… a’ banchi. 8 Allineatevi. 9 Fronte al muro. 10 Monitori, formate i circoli(17). 11 Incominciate.
Leggere l’alfabeto con l’ordine diretto, e poscia inverso. Quindi è obbligata a rispondere a tutte le domande che fa il monitore sulla lettura ad arbitrio (18). In seguito si dà ai fanciulli la cognizione distinta delle vocali e consonanti, delle lettere maiuscole e minuscole, e delle cifre arabiche sino al zero.
Legge la tabella del compitare, ad arbitrio del monitore ed i numeri composti sino a 99.
Legge la tabella de’ dittonghi, e trittonghi, e le sillabe di tre lettere, nonché i numeri arabicisino al milione.
Legge le
sillabe di quattro lettere, e le parole di due sillabe, le regole del ben
sillabare, ed impara l’addizione aritmetica (19).
Legge sillabando, ed acquista la cognizione delle consonanti mute e liquide, colle regole che l’accompagnano. Fissa la mente su la sottrazione aritmetica.
Legge nel libro(20) ed apprende le regole dell’interpunzione e delle pose necessarie a leggere bene. Fa pure alternativamente le regole di moltiplicazione e divisione, coll’esercizio ancora della tavola pitagorica(21) Passata l’ora e mezza , destinata al metodo di lettura, il monitore generale dice:
1 Basta. 2 Attenzione. 3 Disfate i circoli. 4 Mani in dietro. 5 Fronte a ‘banchi. 6 Allineatevi (22).
Allora sul rapporto de’ monitori di scrittura e lettura si distribuiscono i premi a’ meritevoli fanciulli, scrivendosene i nomi sul libro di registro del sopraintendente della scuola come pure si scrivono sul libro chiamato Nero i nomi di que’ ragazzi poco attenti, che avranno fatto qualunque impertinenza nella scuola.
Ciò fatto, il monitore generale dice:
1 Sortite dalla scuola.
I fanciulli della prima classe, alla testa del loro monitore, escono i primi, e poi quelli della seconda, della terza, quarta, quinta e sesta, e mentre marciano per uscire dalla scuola, gl’ Ispettori ed i monitori generali cantano l’Inno:
Buon Dio propizio, ecc. (23).
1.
Se avvi alcuno il quale crede
questo calcolo un poco sforzato, legga il piano di educazione di La borde e
troverà nella pagina 282, che il sig. Bellot, professore nella scuola della
signora Duchessa di Duras, fece rapporto alla società d’istruzione
elementare, che un fanciullo non sapendo nulla nell’entrare nella prima
classe, in tre mesi d’istruzione giunse alla sesta.
2.
Il defunto abate Scoppa si attenne
a questa divisione, perché non avea più di 170 fanciulli.
3.
Ciò s’intende pel metodo di
scrivere, poiché per quello di lettura i monitori sono tanti, quanti sono i
circoli che far si possono nell’interno perimetro della sala d’istruzione.
4.
Le decorazioni nella scuola
Lancasteriana, in Napoli, sono varie. Gl’Ispettori portano una medaglia col
ritratto del Re, sospesa al collo con fettuccia rossa. I monitori generali la
stessa medaglia colla fettuccia un poco più stretta. I monitori di classe
portano la stessa con fettuccia verde. I primi di onore, che sono quelli che si
distinguono nella lettura, portano un quadretto di cartone bianco, sospeso al
collo, ove in lettere maiuscole è scritto: primo di onore.
5.
Alla parola Entrate, i fanciulli,
appoggiando la destra a sinistra su’leggii, mettono la gamba sinistra ne’
banchi, ed alla parola Banco, saltano colla gamba destra e si seggono tutti in
un tempo.
6.
A tal ordine i fanciulli
contemporaneamente piegano la lavagna su’leggii.
7.
A tal ordine il monitore della sesta
classe detta la parola, immediatamente dopo il monitore della quinta, della
quarta, e della seconda farà lo stesso.
8.
A quest’ordine i fanciulli della
prima classe mettono il dito indice destro ad un tempo su’leggii, ed il
monitore detta l’elemento, lettera o cifra che debbono segnare sull’arena,
mostrandole colla bacchetta sulla
tabella dirimpetto alla classe.
9.
I rabot, o siano pialle, per mezzo
delle quali si appiana l’arena ne’leggii, sono piccoli quadrati di tavola
guarniti di manichi che tirandosi su leggii medesimi, cancellano le impressioni
fatte nell’arena.
10. Non si è creduto espediente per l’insegnamento dell’aritmetica di sconvolgere tutta la scuola, e moltiplicare le classi, secondo l’avviso di Lancaster, poiché richiedendo una tale operazione molti movimenti per disfare tutte le classi, e formare le nuove, avrebbe portato via il terzo del tempo che nella scuola s’impiega. Di qui è che senza alterare le classi di scrittura, stando tutt’i fanciulli al loro posto, con un’operazione omogenea si è pensato di far progredire l’aritmetica di egual passo col metodo di scrittura e lettura.
11.
Allora i monitori esaminano
attentamente le lavagne, e correggono gli errori.
12.
I monitori di lettura, presi
da’banchi, si mettono in fila nella direzione de’ telegrafi
13.
Allora i monitori di lettura
marciano sin che arrivino ad occupare in linea retta tutta la sala dinanzi alla
cattedra, dove ricevono i bastoni e le prime di onore.
14.
Allora i monitori di lettura, co’
bastoni appoggiati al petto, fanno il giro della sala, e prendon posto nelle
classi rispettive, onde son partiti.
15.
A tal ordine escono i fanciulli con
una sola gamba da’ banchi, ed alla parola banchi, escono coll’altra.
16.
)Ogni monitore di lettura,
incominciando da quello della sesta classe, fa uscire da’ banchi la sua
piccola brigata, e va nel luogo della sala ove sono le tabelle pel suo circolo.
17.
Questi non potranno comprendere più
di nove alunni.
18.
Il migliore scolaro ha il primo
posto nel circolo. Egli è il primo ad essere interrogato dal monitore, il quale
domanda la lettera indicandola con la bacchetta.Se risponde bene, resta al primo
posto nella classe, ma se s’inganna, perde ad un tempo, il suo posto ed il suo
numero, gli si sostituisce da quel ragazzo, che il primo ha risposto esattamente
alla domanda. Lo stesso si pratica in tutt’i circoli di lettura.
19.
Per eseguire le operazioni
dell’aritmetica nel metodo di lettura vi bisognano due chiavi, una delle
chiavi, come suol dirsi, tiensi dal monitore, e l’altra gira per le mani
de’fanciulli.
20.
Il monitore, quando fa leggere il
suo circolo, interrompe spesso il suo fanciullo, che legge, per passare
inopinatamente ad un altro meno attento. In questa maniera tutti si stanno
attenti a seguire il filo della lezione.
21.
Il Catechismo de’ doveri religiosi
e sociali si fa due volte la settimana, cioè il mercoledì e il sabato, e vi
s’impiega tutto il tempo destinato al metodo di lettura.
22.
A quest’ordine i monitori di
lettura distribuiscono le prime d’onore a que’ fanciulli che trovansi aver
sostenuto il primo posto nel loro circolo.
23.
Questo Inno è stato composto dal
defunto Scoppa.