Le Masserie e le Torri

 

A Palese-Macchie e nei suoi immediati dintorni si possono ancora ammirare numerosi esempi di architettura rurale realizzati dal XVI al XVIII secolo. Si tratta di torri, torri-masserie, masserie fortificate, masserie a corte e masserie a casino che oggi giacciono quasi tutte abbandonate nelle campagne (alcune non esistono più), ma, fino a 30-40 anni fa, come ricordano i più anziani, erano fiorenti centri agricoli con uliveti, mandorleti, "sciacquati"  (così vengono denominati le estensioni coltivate ad ortaggi) irrigati prelevando l'acqua dai pozzi attraverso la noria (ù 'ngegne in dialetto palesino). Si tratta di una macchina per attingere acqua attraverso una serie di secchie fissate ad eguale distanza su una catena mosse e guidate da pulegge; le tazze si riempiono in basso, pescando nell'acqua in un bacino, e rovesciando il contenuto in una tramaggia che la raccoglie. Spesso tali masserie erano dotate di ipogei naturali utilizzati come depositi o frantoi per le olive (trappeti ipogei) ed avevano annessa una cappella, usata per le funzioni religiose degli abitanti della masseria e del circondario. Lo sviluppo delle torri e delle masserie fortificate risale al XVI secolo, quando, per difendersi dalle scorrerie dei pirati turchi e illirici, si provvide a realizzare un sistema difensivo sul territorio ben articolato che prevedeva delle torri di avvistamento sulle coste e un complesso radiale di torri interne e masserie con fortificazioni.

 

Un pagliaio con una noria 

 

Le torri di guardia

 

Le torri costiere costituivano un sistema di avvistamento che consentiva di approntare le difese di emergenza in caso di incursioni. Erano realizzate in pietra locale (chianche o lastre squadrate), con forma troco-piramidale o cilindrica. Esse si sviluppavano su due piani e come sistema di segnalazione usavano il fumo di giorno e il fuoco, di notte, acceso in caso di pericolo, sulla sommità della torre essendo distanti l'una dall'altra in media 3 chilometri. Ciascuna torre era quindi visibile dalle due più vicine. Esse punteggiavano tutta la costa pugliese, costituendo una linea fortificata ininterrotta. In Terra di Bari da nord a sud si trovavano le seguenti torri di avvistamento tra le varie città: Torre dell'Ofanto, Barletta, Trani, Torre della Lama, Bisceglie, Torre Ripalta, Torre Calderina, Molfetta, Giovinazzo, Torre S. Spirito (nell'omonima località), Torre S. Bartolomeo (tra Palese e Bari), Bari, Torre della Carnosa, Torre della Pelosa, Mola di Bari, Torre Rapagnona, Torre di S. Vito, Polignano a mare, Torre d'Incina, Torre d'Orta, Monopoli, Torre del Castello di S. Stefano, Torre di Centola, Torre d'Adonazzo o di Egnazia, Torre di Canne. Esse continuavano nel Salento ove ricordiamo Torre Rocavecchia e Torre Squillace. Tutte queste torri erano ancora funzionanti all'inizio dell'Ottocento. Il litorale di Palese si trovava tra Torre S. Spirito (ancora visibile sul lungomare Cristoforo Colombo) e Torre S. Bartolomeo (non più esistente, si trovava oltrepassata la spiaggia di Pizzillo, all'altezza del chilometro 794 della S.S. 16 bis in direzione di Bari). A completare il sistema di avvistamento c'erano i posti dei cavallari (guardie designate e pagate dalle Università) che perlustravano a cavallo le coste e le zone circostanti e, in caso di avvistamento di fuste barbaresche, partivano di gran carriera verso i centro abitati vicini per segnalare l'allarme. Essi venivano eletti ogni tre anni, si dividevano in ordinari e straordinari e dipendevano da un capo che li coordinava e li controllava. Sino al 1811 Modugno mantenne a Palese un fabbricato per il Corpo di Guardia addetto alla vigilanza dell costa, denominato "Posto della Marina" . All'inizio del XIX secolo il fabbricato fu ceduto dal comune di Modugno al nobile di Bitritto don Eduardo Loconte che lo trasformò nell'omonimo palazzo, sito in lungomare Ten. Noviello al civico 9, ove oggi, a pian terreno, si trova una pizzeria.

 

           Torre Calderina a Molfetta

 

Tipologia di torre-masseria

 

 

 

 

 

 

 

Schema difensivo di una masseria fortificata 

 

 

Torri e Masserie nell'entroterra

 

A ridosso della costa vi era un complesso sistema di protezione e difesa dalle incursioni piratesche costituito da torri interne, torri-masserie, masserie fortificate e, più tardi, anche da masserie a corte ove la popolazione poteva trovare rifugio in caso di pericolo.

Le torri interne, con funzione analoga a quelle costiere, erano poste in punti strategici del territorio, in altura, in modo da avere una buona visuale per diversi chilometri. A Palese vi erano due torri cinquecentesche collocate una sopra a Palese (si trovava sino al 1969 all'interno di palazzo Capitaneo, fu poi abbattuta per l'ampliamento dello stesso) e l'altra sopra a Zanchi, sulla collinetta denominata dal XVIII secolo "Cozzo de' pinoli"  per la presenza di una pineta, incorporata nella struttura di Villa Zanchi e ancora visibile.

La torre-masseria si sviluppò tra il XVI e il XVII secolo con pianta quadrangolare a due piani di altezza variabile da sette a nove metri. I muri esterni erano a piombo, sovente con un basamento a scarpa, e il coronamento terminante con un prospetto pieno o  con beccatelli o merlatura. In corrispondenza delle aperture vi erano delle caditoie semplici o a coppie. La copertura a terrazzo consentiva un ulteriore avvistamento dalle feritoie praticate lungo il coronamento. L'ingresso della torre-masseria era situato al piano superiore (ove si ricoveravano gli assediati) e vi si poteva accedere mediante scale fisse  ricavate nello spessore della muratura o a mezzo di un ponte levatoio che si collegava  ad una scalinata.

A partire dal Cinquecento le masserie cominciarono a dotarsi di fortificazioni. Erano forme di difesa passiva che consentivano di resistere per qualche giorno all'incursione dei pirati, in attesa di aiuti esterni. Principali elementi difensivi erano:

v    le caditoie, in corrispondenza di porte e finestre, da cui gli assediati gettavano pietre o olio bollente;

v    le scale a pioli retrattili e i ponti levatoi esterni, e più di frequente, interni;

v    i camminamenti sotterranei che consentivano di allontanarsi dalla masseria, in genere di alcune centinaia di metri, per poi fuggire.

Durante i momenti di pericolo spesso si usavano delle botole munite di scale a pioli per raggiungere il piano superiore, da dove, dopo aver chiuso la botola, si passava al terrazzo attraverso una scala in pietra. La torri-masseria e le masserie fortificate costituiscono gli esempi di architettura rurale più diffusi in terra di Bari.