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Highlander l'immortale -3-la produzione europea

Nel 1969, contemporaneamente al 4hp Lightwin/Yachtwin, fa la sua comparsa nei listini italiani uno strano modello denominato "Minitwin 4".

A prima vista si tratta di null'altro che un vecchio 3 in versione 1952 riproposto come modello da lavoro, con il piede "Yachtwin" da spinta e discutibilmente alleggerito d alcune componenti, quali le semicarenture inferiori, il riavvolgitore automatico d'avviamento, il filtro di aspirazione e.. la barra guida!

 

Questa è sostituita da un anello tubolare che gira tutto intorno al motore e che dovrebbe consentire una più agevole manovrabilità in retromarcia.

In realtà all'orignie di questa struttura singolare c'è il fatto che il monoblocco è una versione "bastarda", con il supporto dell'albero interamente su bronzine come sul "3", di cui mantiene la flangiatura di base, ma con il collettore di aspirazione a quattro lamelle e soprattutto i pistoni e la testata a candele inclinate del "4" ... e dentro la carenatura inferiore del vecchio 3 le candele inclinate non ci stanno.

Così, dato che, con il condotto di scarico che scalda sino a bruciare la vernice, il rubinetto della benzina sporgente di lato e nessuna maniglia di appiglio per il trasporto, non è proponibile di lasciare la parte inferiore del gruppo motore senza protezione, quella del maniglione tubolare avvolgente, fissato elasticamente a quelli che in origine erano gli attacchi delle semicarenature, diventa la soluzione ideale. Avendolo provato poi posso dire che la guida è tutt'altro che scomoda.

L'assenza del riavvolgitore automatico fa invece parte di un'immagine di "spartanità" che si è voluta conferire al motore, giustificando il bassissimo prezzo di listino, di oltre il 30% inferiore a quello dello Yachtwin. A titolo di curiosità, comunque, il riavvolgitore completo veniva offerto come optional a richiesta a prezzo molto contenuto e poteva venir montato in cinque minuti scarsi.

 

 

 

Il Minitwin, come prevedibile, venne ignorato dal mercato nostrano e classificato come uno dei tanti remake di vecchi prodotti creati periodicamente da OMC solo come escamotage per liberare i magazzini da stock di ricambi obsoleti.

In effetti lo era, anche se la sua presenza a listino non serviva a smaltire vecchie componenti, quanto a porre rimedio alla scarsa competitività dello Yachtwin nella fascia più bassa del mercato.

Non per nulla, avrà infatti un lusinghiero successo in Germania, dove vanno per la maggiore i vari Delfino, Mac e Aspera, rispetto ai quali il Minitwin vanta una qualità indiscutibilmente superiore ed assolve molto meglio dello Yachtwin, grazie al basso prezzo ( circa due terzi di quello dello Yachtwin), il ruolo di concorrente.

Ma quel che più importa, ai fini della nostra storia, il Minitwin è un primo esempio di progetto interamente "made in Europe", concepito e sviluppato nella filiale di Bruges, e che non verrà mai commercializzato oltreoceano.

 

Dopo un paio d'anni, il Minitwin si evolve in "Deluxe" e si sdoppia, affiancando alla versione normale un "Angler" con piede antialga, che appare ancora più fedele nella replica meccanica del vecchio "Lightwin 3" che ora, calandra a parte, è pressochè totale.

Insomma, senza troppi clamori gli uffici commerciali di OMC Europe rimettono pari pari sul mercato i "vecchi" 3 a serbatoio incorporato prodotti sino a due anni prima, debitamente riveduti e corretti per i gusti estetici degli anni '70, colmando un vuoto di gamma verso il basso che il solo 1,5 hp non può riempire.

L'aggiornamento stilistico e funzionale non è però particolarmente indovinato; La carenatura, pur completamente nuova, è disegnata in modo decisamente infelice, e non solo per la linea a "scatola da scarpe". Racchiude infatti un serbatoio incorporato ridotto di un buon 50% rispetto all'antenato, è priva di una qualsivoglia maniglia di trasporto degna di questo nome e, quel che è peggio, di un silenziatore all'aspirazione. Drammatico e laborioso diventa poi accedere al volano nel caso di rottura della sottile fune di avviamento (evento tutt'altro che remoto), e disperazione degli utenti è il carburatore AMAL a gola larga e getti fissi, ridotto all'osso nelle parti componenti ed inesauribile fonte di "buchi" e problemi di carburazione (e di cui oggi nelle part-list BRP si è persa ogni traccia, per cui non è disponibile nessun ricambio, neppure lo spillo o il galleggiante).

 

Nel 1972 il Minitwin subisce la terza e decisiva evoluzione, con la quale la sua metamorfosi tecnica si completa.

Entra inoltre ufficalmente nel listino in tutta Europa, per cui anche dal punto di vista commerciale assume un ruolo primario.

Abbandonate le componenti del vecchio 3 hp, incluso il piede antialga, ed adottato un gambale "custom"completamente nuovo, finalmente supportato sui "gommoni" antivibrazioni (diversi però da quelli del Lightwin/Yachtwin) che si raccorda al piede essenziale del 2 hp (il maledetto carburatore AMAL "dei poveri" sparirà invece solo con il M.Y.1974), il "Minitwin" assume una sua propria fisionomia e soppianta nel listino italiano i gemellini "Lightwin/Yacthwin" rispetto ai quali offre un prezzo inferiore del 25%.

I due "Yankee" riprenderanno ad essere temporaneamente importati in quantità limitata ed offerti a prezzo da gioielleria solo due anni più tardi, quando le misure drastiche dell'"austerity" rivaluteranno le caratteristiche di silenziosità, funzionalità ed estetica del "piccolo ma di lusso" rispetto al fratellino economico ma scomodo e fracassone, ma non rientreranno mai più nel catalogo "ufficiale".

 

L'elica standard è in LEXAN, con mozzo separabile ed indipendente, ed è disponibile in tre differenti passi.

La barra di guida, incernierata in posizione molto arretrata sul gambale, ruota di 270° dalla posizione di lavoro a quella di riposo lungo il gambale, pasando per i 180° utilissimi per la guida in retromarcia.

Negli anni successivi sino al 1979 il Minitwin continua ad evolversi in modo indipendente dai 4 hp "Lightwin/Yachtwin" prodotti in America:

Il monoblocco, che già sin dall'origine, come abbiamo visto, riprende la flangiatura di base del vecchio 3 hp, ed è quindi incompatibile con quella USA, adotta per primo i cuscinetti a rullini anche sul banco inferiore e sulle manovelle di biella

L'accensione, pur rimanendo a puntine, viene offerta in versione "AC", con a bobine doppio stadio Hotstart e presa di corrente 12 v AC.

Rimangono invece invariati i limiti della prima ora, ovvero una rumorosità di aspirazione troppo elevata, un volano scarsamente accessibile in caso di avaria alla fune di avviamento e la difficoltà di trasporto per via della totale assenza di maniglie.

La carenatura inferiore in plastica tra l'altro si rivela particolarmente fragile e soggetta a crepe e fratture, oltre che ad un rapido ingiallimento.

Nel 1980 le due linee di produzione europea ed americana si raccordano nuovamente.

Scomparsi dalla produzione Lightwin e Yachtwin, il nuovo listino vede la contemporanea presenza di una versione riveduta e corretta del Minitwin e di un 4,5 hp interamente nuovo sia nelle prestazioni che nella componentistica: il Maxitwin.

 

SEGUE: 4 - Excel e Maxitwin -->

By Camillo

Last Update 05.04.11

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 
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