|
A
partire dal 1987, la legislazione in vigore in tema di patente
nautica, che non poneva limiti alla cilindrata dei motori, favorì
la diffusione dei cosiddetti "depotenziati".
Cos'erano i
"Depotenziati? Erano motori derivati da modelli di
potenza ben più elevata (spesso oltre i 40-50 hp) e strozzati
all'aspirazione o allo scarico per erogare solo 25 hp. Va
da se che sono molto pochi i motori da cui i suddetti fermi
non sono stati rimossi, anche perchè, nei casi più
"spinti", rendevano il funzionamento poco regolare
e l'erogazione di potenza anomala.
Il 737 di OMC,
denominazione derivata dalla cilindrata nominale, di appunto
737 cc, derivato dal 40/50, fu uno dei primi di questa categoria
ad arrivare sul mercato, nel 1989, ed ottenne un immediato
successo di vendite, complice anche il prezzo di listino
più contenuto rispetto ai concorrenti giapponesi. Quando
nel 1995 l'anomalia legislativa fu corretta, introducendo
il limite dei 750 cc e innalzando nel contempo la soglia
di potenza alla soglia dei 30 kW, quello che fu il 737 conobbe
un nuovo e duraturo consenso come 40 hp, che si esaurì solo
con l'introduzione massiccia dei 4t. Anche ai vecchi esemplari
già circolanti classificati come 25 Hp, fu offerta la possibilità
di accedere ad una sanatoria (alquanto costosa, in verità)
ed essere riomologati come 40 hp.
Fanno eccezione
alcune serie di esemplari della versione "GT"
che, montando già i componenti (carburatori e testata)
della versione da 50 hp, vengono d'ufficio riomologati per
tale valore di potenza, e richiedono la patente per essere
condotti.
|
L'EVOLUZIONE
Il 737 è nel
complesso un motore molto robusto, e la sua affidabilità
meccanica è decisamente apprezzabile. Si sono però segnalate
frequenti avarie a componenti accessorie, che, avendo interessato
larga parte degli esemplari circolanti che ne sono dotati,
si deve mettere a preventivo di dover affrontare prima o
poi.
Il 737
è stato realizzato in svariate versioni, ad avviamento
manuale o elettrico, con gambo corto o lungo, con
comandi a distanza o guida a barra. Le versioni ad
avviamento manuale sono immediatamente riconoscibili
perché adottano una cappottina molto più alta e squadrata,
e si presentano pertanto decisamente più massiccie.
Nei quasi
vent'anni di presenza sul mercato, se si esclude la
foggia delle decal, al progetto 737 sono state apparentemente
apportate solo marginali modifiche, e pertanto non
vi sarebbero motivi particolari per preferire un Model
Year ad un altro, se non la veste estetica. Questo
fa sì che a livello di ricambi vi sia una eccellente
retrocompatibilità e anche per gli esemplari più vecchi
la reperibilità dei principali elementi sia pressochè
totale.
Quanto
sopra però, se vale sicuramente per capottine,
trim, comandi, eliche, accensione etc, non è
nella realtà del tutto vero se si parla di
gruppo termico. Negli anni furono apportate alcune
modifiche "non pubblicizzate" al fine di
migliorare l'affidabilità.
Una fra
queste fu la maggiorazione del diametro del millerighe
dell'albero di trasmissione, che inizialmente era
lo stesso del 521 e cedeva facilmente sotto sforzo,
sgranandosi.
|
|
Va da
se che questa modifica, che risale circa al 1993,
interessando due dei componenti più costosi,
ovvero il collo d'oca e l'albero di trasmissione,
nonchè le parti collegate, crea una drastica
suddivisione tra i motori "PRE" e quelli
"POST" modifica quando si vanno a cercare
i ricambi.
|
|
LA TECNICA
La progettazione
ex novo del blocco motore del 737 risale agli anni '70.
Fu il primo
bicilindrico OMC ad abbandonare la obsoleta tecnologia del
lavaggio trasversale, caratterizzata dai pesanti pistoni
a deflettore, a favore del più moderno lavaggio incrociato
"shnurle", sulla scia del tricilindrico "Triumph"
introdotto un paio d'anni prima, conseguendo significativi
vantaggi sia in tema di potenza specifica sia, soprattutto,
in termini di consumo.
Le "importanti"
misure di alesaggio e corsa, dettate dalla cilindrata di
737 cc, determinano comunque masse in movimento non trascurabili,
che da sole già definiscono le caratteristiche salienti
di questa unità, ovvero una potenza massima espressa ad
un regime relativamente contenuto e una coppia sostanziosa
già a basso regime, sia pur a prezzo di vibrazioni superiori
e accelerazione meno pronta rispetto ad unità più frazionate,
come tricilindrici e quadricilindrici.
L'alimentazione
consta di due carburatori, uno per cilindro, e di
altrettanti pacchi lamellari disposti a pettine nel
collettore di immissione.
L'albero
a gomiti, secondo la consolidata tradizione americana,
è monolitico, e di conseguenza sono le bielle ad avere
l'occhio spaccato ed il cuscinetto scomponibile. Ciò
rende più semplice l'eventuale sostituzione dei cuscinetti,
o delle bielle stesse in caso di necessità, anche
se , va ricordato, si tratta di interventi eccezionali
e di esclusiva competenza di personale qualificato.
I carburatori,
pur essendo essenzialmente gli stessi utilizzati sia
sul "521" che sul "triumph", adottano,
per semplificare la produzione, una fusione semplificata,
con una piastra di materiale plastico superiore sotto
la quale sono ricavati alcuni dei condotti necessari,
soprattutto per l'alimentazione al minimo.
Questa
piastra ha però la pessima tendenza ad imbarcarsi
o fessurarsi , creando problemi di regolare funzionamento.
Fondamentale per un corretto
funzionamento è l'allineamento tra i due corpi
carburatore, pena scuotimenti e "galoppamenti".
|
|
|
La pompa
di alimentazione funziona a depressione attraverso
una presa ricavata sul monoblocco, che comunica con
il condotto di travaso di uno dei cilindri.
Nelle
versioni con lubrificazione separata, la semplice
pompa AC viene sostituita dal VRO, dispositivo inizialmente
offerto solo in opzione, e in seguito montato di serie
su tutti gli esemplari con avviamento elettrico che,
con il medesimo principio funzionamento, funge anche
da pompa dell'olio e da dosatore, rivelatosi non all'altezza
della qualità complessiva del motore.
Funzionando
a depressione, risulta soggetto ad avaria più frequentemente
di altri sistemi di miscelazione interamente meccanici,
facendo intervenire il sensore di mancata lubrificazione
ed arrestando il motore.
|
Per questo
motivo, seguendo l'antico adagio secondo cui "e' meglio
prevenire che curare", molti utenti hanno provveduto
a scollegare, se non a rimuovere completamente, il
sistema dosatore, tornando all'antica pratica della
premiscelazione manuale dell'olio.
Peraltro,
per fortuna, la disattivazione del VRO, trattandosi
di un dispositivo esterno al blocco motore è semplice
e poco costosa, e risolve radicalmente il problema.
|
Contemporaneamente
all'introduzione della versione depotenziata a 25
hp, venne radicalmente modificata tutta la sezione
intermedia dell'originale modello "lark 50", e venne
introdotto, anche nelle versioni manuali, un innovativo
dispositivo di regolazione idraulica dell'assetto
e di ribaltamento servoassistito.
Concettualmente
il sistema ricorda i cilindri a gas che nelle auto
moderne permettono di aprire senza sforzo cofani e
portelloni.
Il sistema
"Touch Trim" OMC però è misto, perchè utilizza anche
olio che, tramite una valvola di intercettazione,
consente di fermare il gambo in qualsiasi posizione
si desideri.
Questo
sistema è di fatto il principale tallone d'achille
del motore, essendo soggetto a più distinti
problemi che vanno dal malfunzionamento della valvola
di travaso, alla perdita del gas di servoassistenza,
al blocco totale.
|
|
|
Prima
fra tutte va citata la scarsa durata del pistone idrulico
del Touch Trim, con una marcata tendenza a disperdere
il gas propellente, rendendo inefficace la servoassistenza
del ribaltamento e di conseguenza aumentando sensibilmente
lo sforzo necessario per sollevare il piede fuori
dall'acqua.
Anche
il meccanismo di blocco e sblocco del passaggio dell'olio
da una camera all'altra, si è rivelato assai fragile,
con frequenti rotture del cavo di comando della valvola
monostabile. Questo comporta l'impossibilità di variare
l'assetto del motore, anche manualmente, per il rimessaggio,
il passaggio su bassi fondali o per rimuovere dall'elica
il solito maledetto sacchetto di plastica.
Il problema
più grave di queste avarie che, a ben vedere, non
pregiudicano la sicurezza di utilizzo del motore,
e permettono comunque di rientrare senza patemi, è
il costo esorbitante delle parti di ricambio originali,
aggravato dalla mancata disponibilità di parti in
aftermarket.
Il sistema
è ritenuto "not serviceable" da BRP
e va sostituito in blocco, con un costo elevato al
punto da far valutare l'ipotesi di buttare tutto e
passare ad un altro marchio.
|
Prima di comprare un 737
usato, quindi, verificate il corretto funzionamento
di tutto l'ambaradan ed informatevi su eventuali interventi
già eseguiti.
|
|
L'USATO
La disponibilità
del 737 sul mercato dell'usato, sia nella versione 25 hp
che in quella, più recente, da 40 hp nominali, è abbondante,
seppur non come per il fratello minore 521.
L'attuale marcata
tendenza dei diportisti a preferire, anche nella categoria
dei 40 hp, propulsori con ciclo 4t, seppur più pesanti e
complessi, ne deprime ulteriormente le quotazioni, per cui
è oggi possibile reperire esemplari in ottime condizioni
a prezzi decisamente concorrenziali. Esiste però una larga
fascia di utenza, meno sensibile alla moda imperante, che
nel 737 trova la possibilità di motorizzare la propria barca
con un prodotto di qualità a condizioni decisamente vantaggiose,
e questo, almeno finchè non interverranno deprecabili provvedimenti
mirati a scoraggiare l'uso dei 2t, mantiene la richiesta
ancora sostenuta.
Nel caso della
versione 25 hp, è bene verificare che sia già stato eseguito
ed annotato sul libretto l'iter di riaccertamento della
potenza originale, che in caso contrario comporterebbe ulteriori
costi e procedure burocratiche. Il campo di applicazione
preferenziale del 737 è su gommoni semirigidi intorno ai
4,50-4,70 m, ma, per le caratteristiche di elevata coppia
ai bassi regimi, ben si presta anche ad essere montato su
pilotine semiplananti.
Particolarmente
adatta a questo tipo di impiego si rivela la versione "Commercial",
che adotta il gambale/piede del 70 hp con un diverso rapporto
di riduzione, e permette quindi l'utilizzo di eliche di
maggior diametro.
|
FINESTRE DIFETTI:
1. Touch
Trim:
E' un
difetto ricorrente nel 737 il rapido deterioramento
del pistone idraulico del touch trim, per il quale
non sono disponibili kit di riparazione originali.
L'unica
soluzione è la sostituzione in toto del componente,
che però si rivela molto costosa, quasi quanto il
valore stesso del motore.
Analoghe
considerazioni valgono per gli altri componenti del
trim, quali la valvola di sblocco ed il relativo cavetto
di comando. (fig 1).
|
|
2. VRO:
il sistema
di lubrificazione automatica adottato da OMC non gode
di buona fama tra i diportisti, e viene generalmente
ritenuto poco affidabile.
Data la
gravità delle conseguenze che un suo malfunzionamento
potrebbe comportare, sono molti gli utenti che hanno
preferito sfruttare la possibilità di disattivarlo
in modo definitivo, scollegando le canalizzazioni
di pescaggio e mandata dell'olio e tornando al vecchio
metodo della premiscelazione manuale del lubrificante.
|
|
3. Leveraggio
dell'acceleratore:
Tra la
camma di comando ed il "dito" di contatto è presente
una boccola antiattrito in materiale plastico, che
va soggetta a frequenti rotture e rapida usura, rendendo
imprecisa la reolazione ed impedendo la piena apertura
delle farfalle gas.
Anche
in questo caso, alla semplicità di sostituzione del
componente fa da contralto l'elevato costo del ricambio,
che appare poco commisurato al suo reale valore.
|
|
4. Stacco
di emergenza:
Nella
versione manuale è montato direttamente sulla
barra, immediatamente dietro la manopola dell'acceleratore.
Si rivela
sin troppo sensibile e a volte può dar luogo a falsi
contatti, causando lo spegnimento imprevisto del motore.
|
|
5 Circuito
di raffreddamento:
Il 737
si avvale di una classicissima girante in gomma
posta all'estremità superiore del piede, curiosamente
a tre sole palette.
La circolazione
dell'acqua nel blocco motore è poi controllata da
un termostato ed un pressostato che variano la portata
in funzione della temperatura del motore e del regime
di rotazione.
|
|
|
LE CARATTERISTICHE
TECNICHE
Ciclo: 2 tempi
Principali versioni:
25, 40, 50 hp
Cilindri: 2,
in linea
Cilindrata:
737 cc
Alesaggio x
corsa: 81 x 72 mm
Alimentazione:
carburatore monocorpo (2)
Rapporto al
piede: 12:29
Avviamento:
manuale o elettrico
Alternatore
(versioni con avviamento elettrico): 4 A (12V)
Gambo: corto
o lungo
Peso: 82-86
kg circa (secondo modello)
Percentuale
olio miscela: 2%
|
|
|