Lettera aperta sulle censure
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Nota: questa è la lettera di protesta contro le censure che ho inviato alla Mediaset e che è stata ospitata su La Pagina di Lady Oscar http://come.to/ladyoscar, sito di Caterina Cantone, finché da questo non è stata eliminata perché l'avevo messa sul mio sito.
Essendo stata scritta il 15 gennaio 2000, non poteva certo prevedere quali sarebbero stati i tagli effettivi, però, a rileggerla ora, ha un vago e sinistro effetto Cassandra, dato che, in realtà, molti dei tagli temuti sono stati perpetrati.
Desidero vivissimamente protestare contro le inqualificabili censure apportate al cartone Lady Oscar (inopinatamente ribattezzato Una spada per Lady Oscar).
Innanzitutto, è stato privato della bellissima sigla iniziale (quella finale, purtroppo, non abbiamo mai potuto vederla).
Negli ultimi giorni, poi, si è assistito ad un vero e proprio scempio, compiuto in nome di non si sa quale nume tutelare del focolare domestico.
Un elenco delle ignobili ed inutili censure che ho potuto - e, come me, altri appassionati fan - notare è reperibile alla pagina Le censure dell'edizione 2000.
Questo, senza contare il taglio di tutte le scritte finale in tutti gli episodi e di alcuni prologhi.
Ora, viene da domandarsi il perché di un tale scempio.
E vale affrontare qualche questione.
Cartoni per la prima infanzia e non.
Lady Oscar non è un cartone per bambini di quattro anni. Presenta tematiche che possono essere valide a partire dai 12, 13 anni. Il pubblico dei fan ha un po' tutte le età e conosce bene il cartone... Come si può vedere... Pretendere di trasmetterlo alle 16 e di voler preservare con le censure i bambini è ridicolo in sé e per il fatto che non c'è niente di scandaloso nelle scene che sono state eliminate!
Il sangue, l'amore, il sesso, la presenza di caratteri scritti in giapponese non sono segni del male, da eliminare dalla vista dei bambini, ai quali non può che fare bene confrontarsi con le differenze delle varie culture...
O verrà censurata anche la storia d'amore tra Oscar e André, perché lei è nobile e lui no? O l'amore tra Maria Antonietta e Fersen, perché si tratta di adulterio? O la scena in cui André viene ferito, perché non si veda il sangue dall'occhio? O la scena in cui Oscar e André fanno l'amore? O le scene in cui prima André, poi Oscar vengono colpiti e muoiono? O, forse, l'intero cartone, dato che non è normale che una donna viva come un uomo? Che rimarrà? Che si offrirà agli spettatori?
Se proprio esistono queste remore, si metta il famigerato semaforo rosso al cartone! Oppure lo si trasmetta al vecchio, glorioso, orario delle 20,00, o, come fa Mtv per i nuovi cartoni, dopo cena. Noi lo vedremmo comunque, i curatori farebbero meno la figura che fanno.
Io ho visto il cartone a 12 anni, la prima edizione, e non ne sono rimasta sconvolta, anzi! Era un'epoca in cui la politica delle reti (allora) Fininvest non si era ancora eretta a nume tutelare del focolare domestico ed esse rappresentavate gli yuppies rampanti. Allora, Lady Oscar fu una rivoluzione... Come cambiano i tempi...
Censura (dalla parte del pubblico).
Apportare tagli, inoltre, significa volersi arrogare, rispetto all'utenza (che non sempre è la prima infanzia), il ruolo di censori, senza consentire a quest'ultima di decidere per sé e con la propria mente!
Non siamo il popolo bue di littoria memoria! Non abbiamo bisogno di un Duce che guidi le nostre menti, guidi la nostra educazione e, con ciò - privandoci della facoltà di giudizio e di critica - ci obnubili le menti! Noi pensiamo e giudichiamo! E, per giudicare spassionatamente un'opera, è necessario conoscerla per intero! Come, altrimenti, la si può valutare?
E si pensa, forse, di orientare le menti dei bambini, facendo ciò? Ridicolo! Si otterrà solo che nascondendo, velando la realtà, si radichi una opposizione ancora più sentita!
Diritto all'integrità dell'opera (dalla parte degli autori).
Noi vecchi fan conosciamo Lady Oscar, quindi ci rendiamo conto di ciò che sta accadendo, ma, di fatto, si stanno privando le nuove generazioni del diritto di conoscere un'opera integralmente!
Insomma: che direbbe Camilleri se la Mondadori pubblicasse un suo libro ma, senza il suo consenso, ne amputasse brani?
Qui la situazione è parallela: non credo che Riyoko Ikeda, l'autrice, e la TMS, la casa produttrice, o i registi, Tadao Nagahama e Osamu Dezaki, abbiano dato il permesso per fare questo macello!
Al di là della gratitudine, comunque, per averlo replicato, è orribile vedere questo inopinato adattamento, fatto a beneficio di non si sa chi, con tagli davvero arbitrari! Tagliare un cartone è come tagliare un libro o un'opera: che si sarebbe detto se la Tosca, trasmessa da Rai tre, fosse stata tagliata?
Ma non solo vengono apportate modifiche arbitrarie ai programmi trasmessi! Vengono tagliati anche quelli venduti nelle collane in videocassetta. Noi, poveri utenti, paghiamo per avere un prodotto non integro...
Vediamone un esempio.
Nell'edizione di Lady Oscar in videocassetta, per la BimBumBam Video (cassetta n. 7), c'è un eloquente taglio tra gli episodi 26 e 27 (Il Cavaliere Nero ed Un rischio calcolato),.
Evidentemente ritenendo che tali episodi - come, in effetti, è - siano profondamente legati, i curatori hanno pensato bene di eliminare il prologo dell'episodio 27, dato che ripropone la scena finale dell'episodio 26. Solo che, non essendo, presumibilmente, cultori della materia (^_^;;;), essi non sapevano che la scena non era la stessa, ma presentava alcune differenze. Tra tutte, una: la sequenza, a differenza di quella che chiudeva l'episodio precedente, disegnata dalla mano di Akio Sugino, presentava disegni bellissimi, ora non più visibili. Consultare una registrazione precedente, per verificare!
Ecco una breve, sebbene sconsolante, panoramica. Ampiamente documentata nell'elenco delle censure.
Come me, altri possono dire altrettanto, anzi, di più.
Chiedo, quindi, di prendere atto della insensatezza di tale atteggiamento, che abbassa i cartoni sotto il livello delle altre opere dell'ingegno, quali, invece, sono. Di tale atteggiamento, che non tiene conto che, se anche si apportano tagli, esistono altre fonti di informazione e che il pubblico preferisce non rivedere una trasmissione o vederla in videocassetta, piuttosto che subire tali prevaricazioni della propria intelligenza, cultura e capacità di autodeterminazione.
Non si fa informazione, non si produce cultura, non si diffonde arte, censurando.
Non posso che protestare contro questo atteggiamento di chiusura mentale, di ottusità.
Laura Luzi
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