Howard Carter

 


Inglese, aveva conseguito la nomina a ispettore del Service des Antiquités a seguito di attività archeologiche in Egitto. Nel 1902 aveva trovato un ricco uomo d'affari di New York, Theodore M. Davis, disposto a finanziare scavi nella Valle dei Re: fattosi un elenco dei faraoni del Nuovo Regno dei quali mancava la scoperta della tomba di Tutankhamon, riuscì a scavarne almeno sei, tutte depredate fin dall'antichità. Proseguì poi con un altro mecenate, Lord Herbert Carnarvon: nel 1917 riprese le ricerche che durarono alcuni anni e, quando ormai stava per abbandonare l'impresa, nel novembre 1922 scoprì la porta sigillata della tomba del faraone Tutankhamon.


 

Dopo aver aperto la seconda porta sigillata della tomba, che a causa della giovane età del re defunto era di dimensioni molto più piccole delle altre tombe della Valle, si trovò di fronte al famoso tesoro, costituito da centinaia di oggetti preziosi di enorme qualità artistica. Ci vollero numerosi mesi per trasportare al Museo del Cairo tutto il corredo funerario del faraone; Lord Carnarvon non vide la fine dell'impresa, poiché morì per la puntura di un insetto, alimentando la leggenda della "maledizione del faraone", cui molti credono ancora. L'opera di Carter fu degna del migliore degli archeologi, ma solo dopo la sua morte (nel 1939) si incominciò a valutarla, riconoscendo a Carter i giusti meriti di una vita dedicata all'Egitto.