Ofride
dorata
(Ophrys lutea)
Il 5 aprile del 1999, una normalissima giornata dopo Pasqua, io e la mia famiglia
decidiamo di raggiungere una delle più belle località balneari all'estremo nord della
Terra di Lavoro: Sperlonga. Appena raggiunta al costa finiamo nel caotico traffico
Formiano che rallenta il nostro arrivo alla Piana di Sant'Agostino. La spiaggia è una
delle più belle della costiera laziale, è possibile trovarvi pietre di onice grandi come
un uovo. Dopo aver attraversato quasi tutta la spiaggia ed esserci arrampicati sugli
scogli più scoscesi ci dirigiamo verso Sperlonga. Lungo la via Flacca le aspre montagne
ed un piccolo boschetto di Pino d'Aleppo (Pinus alepensis) sono il luogo ideale per una
"breve" escursione (si fa per dire…). Raggiunto il culmine di un basso
colle degli escursionisti che ci precedono osservano un'orchidea. - Devo andare! - mi
dissi. Osservandola attentamente riconobbi subito, grazie al labello tipicamente giallo (i
2 lobi laterali sono separati da quello centrale, bilobo a sua volta, mediante marcate
incisioni apicali) con una grande macchia bruna o bronzea appena ristretta all'apice, che
si trattava della rara (nel centro Italia, poiché nel sud risulta molto più frequente)
Ophrys lutea. La pianta è alta da 10 a 25 cm con foglie basali disposte a rosetta, verde
chiaro ed ellittiche o ovato-oblunghe, mentre le guaine evidentemente di dimensioni più
ristrette. L'infiorescenza è rada e può portare da 2 a sei fiori. I sepali di
quest'ultimi sono di un color variante dal verde al giallo con quello mediano curvato
sopra il gimnostemio (organo riproduttivo femminile della pianta) mentre i petali, più
piccoli, oblunghi, tendono ad avere un colore più aureo dei sepali e ad essere lunghi
circa la loro metà. Non vi scrivo il punto esatto dove l'ho trovata poiché nel Lazio
risulta assai poco frequente ma posso accennare che si trova in prati aridi e garighe e
fiorisce dai 700 agli 0 m s.l.m. ca. nel periodo di aprile-maggio.
In realtà l'Ofride da me rinvenuta non è la semplice Ophrys lutea, ma si tratta della più comune sottospecie "minor" che si distingue per la grandezza e forma del labello. Nella "minor" i lobi del labello sono molto più piccoli della specie a cui appartiene, allo stesso modo le incisioni all'apice del labello che determinano i tre lobi sono molto meno marcate. Queste sono le differenze principali che ho notato, potrebbero anche essere di poco conto e se dovessero essercene altre di maggior evidenza scrivete vi prego di informarmi.
IL VOLGO L'HA CHIAMATA ANCHE: Ofride Gialla, Giglietto giallo, varianti regionali…
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