Cassino, tanto tempo fa...  (Frammenti)

 

Al Liceo Carducci

         Una cartolina ancora nitida mi dà l'esatta visione del Liceo "Carducci" e delle larghe palme che davanti gli fanno come da immensi flabelli. Ma non ce n'è bisogno. Davanti al rettangolare edificio a due piani c'è ancora qualche panchina verde, di quelle che richiamano la villa comunale meridionale che è di fronte e fa da giardino a una piccola chiesa dove vedo allineati i corpi dei primi martiri di Cassino.

          E' incredibile questa assurda furia  che inizialmente cerca di colpire proprio questo Liceo, che schianta la villa di Baccari, che semina morte sui lastroni grigiastri di Viale Dante coperti di bianca farina di fiore, quella che ancora regalano alberi verdi. Il Liceo "Carducci" è là, con davanti la piccola vasca dai pesciolini rossi che frugano tra qualche foglia ed ha a sinistra, gli uffici del Comune, e, di fronte al monumento ai caduti, l'antico Teatro Manzoni. Sul portone spalancato Vincenzo Perillo, il guardiano dei nostri pensieri invita ad entrare "perchè il Preside Del Re s'è già incacchiato". Non ci vuole molto per fare "incacchiare" il Preside Raffaele Del Re e magari il professore di matematica Musculiati che sa tutto su Napoleone al punto che spesso in classe dirottiamo i logaritmi sui piani del grande corso e l'ora passa tra le schiere di Marengo e i volti solenni dei marescialli di Francia, tra le insidie della Beresina e il neoclassicismo delle dame di corte. Ma il Preside Del Re è un'altra cosa. E' semplicemente un fenomeno in ogni ramo dello scibile ed è un pezzo di bontà impastato tuttavia nella distrazione al punto da uscire di casa la mattina con un calzino rosso e uno verde, da dimenticare la cravatta o, peggio, da seguire la processione del "Corpus Domini" in abito di cerimonia ma senza giacca.

            Mi dice: "Salveti.. questi ritardi sono inspiegabili, il professor De Conti è già in classe.. facciamo in modo che non si ripeta, altrimenti sono costretto a prendere provvedimenti". Gli dico che non si ripeterà per farlo contento e un po' a disagio vado al mio posto, accanto a De Angelis , primo banco a destra. Il professore De Conti mi sbircia appena e s'infervora sul tragico destino di Antigone. E' bravissimo il professore De Conti, è di Treviso, è giovane e si è laureato alla Cattolica di Milano. Avrà si e no ventotto anni, ha già vinto il Concorso ed è stato assegnato al "Carducci". Un poco deve somigliarmi perfino. Fisicamente ovviamente, dal momento che Quagliozzi, un privatista, quando m'incontra per Cassino mi fa un inchino perfino settecentesco! Ci vuole la spavalda risata del buon Luciano Venturini per fargli capire che De Conti è un altro. Intanto le ragazze. Hanno tutte il grembiule nero antisesso, sono tutte raggruppate nella fila di sinistra e non sono più di dieci.

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