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POLIZIOTTO SCUGNIZZO Soggetto di Luciano Martino & Ernesto Gastaldi sceneggiatura di Ernesto Gastaldi secondo tempo SCENA 37 STANZA DI OSPEDALE Int. giorno Aldo ha una flebo al braccio e il ventre fasciato. Accarezza fra le sue mani quella di Angela, seduta accanto al letto. Ciro seduto da una parte sfoglia una rivista con aria annoiata.
Ciro scavalla e riaccavalla le gambe, senza levare lo sguardo dalle pagine della rivista
SCENA 38 COMMISSARIATO. UFFICIO DEL COMMISSARIO. Int. giorno Policriti annuncia a Carmelo, seduto alla sua scrivania e intento a sfogliare delle carte
Policriti torna verso la porta e già don Peppino entra facendo un cenno all’uomo che lo scorta di stare fuori dall’ufficio. Tende la mano e va verso Carmelo
Carmelo guarda quella mano tesa, esitando, poi la stringe senza entusiasmo
Don Peppino spalanca le braccia e si alza.
SCENA 39 PARCHEGGIO ALL’APERTO. Est. giorno Una coppia di coniugi corpulenti stanno riempiendo il bagagliaio di una berlina con le buste della spesa. L’ultima è piena di "friarelli", broccoli di rape. All’improvviso l’auto parte, col bagagliaio aperto, lasciando i due coniugi esterrefatti e senza parole. Accorre Rocco, col berrettino ufficiale da parcheggiatore abusivo, e scuote i due coniugi rimasti impietriti e senza fiato
SCENA 40 VICOLO RESIDENZA DEGLI ESPOSITO E INGRESSO GARAGE. Est. Giorno Salvatore ride come un matto guidando l’auto appena rubata nel dedalo dei vicoli. Ha ancora il bagagliaio aperto e un po’ di broccoli vengono sbalzati fuori dagli scossoni. Salvatore infila la rampa del garage e subito la saracinesca scende automaticamente dopo l’ingresso della macchina.
SCENA 41 GARAGE. Int. Giorno Salvatore ha fermato l’auto e balza a terra. Molotoff che ha ancora il dito sul telecomando con cui ha chiuso la saracinesca del garage, gira intorno alla vettura per valutarla
guarda le borse della spesa nel bagagliaio
Un’esplosione fa tremare le pareti.
Molotoff schiaccia un telecomando e la porta del garage si alza lentamente. Salvatore inforca la sua moto che sta da parte e dà gas.
SCENA 42 VICOLO RESIDENZA ESPOSITO E INGRESSO GARAGE. Est. Giorno Salvatore fa schizzare la moto oltre la rampa. C’è un gran polverone nel vicolo. Alcune persone stanno uscendo dai bassi gridando, frastornate.
Il muro di cinta che difende la casa di Peppino Esposito ha un grosso buco per un colpo di bazooka. Si sentono le sirene della polizia e Salvatore accelera. In fondo al vicolo sbuca la prima auto della polizia e Salvatore la scansa con agilità e fugge. Una seconda auto tenta invano di bloccarlo. Il vicolo è troppo stretto per permettere alle auto di fare manovra. Dalla seconda auto della Polizia, salta a terra Carmelo che corre verso la cinta semidiroccata e ancora fumante. Dal buco si affaccia il Picchiatore, quello che schiaffeggiò Belillo, e guarda la rovina pieno di rabbia.
Il Picchiatore assume una comica aria da angioletto e sospira
SCENA 43 COMMISSARIATO. UFFICIO DEL COMMISSARIO. Int. giorno Il sostituto Procuratore fissa severamente il commissario Maria Luisa Casiraghi
Si apre la porta dell’ufficio è fa capolino Carmelo
SCENA 44 PIAZZALE PERIFERICO. Est. Giorno Qualcuno sta succhiando benzina da un furgone con una canna di gomma e riempie dei fiaschi che allinea a terra. La manona di un uomo cala dall’alto e acchiappa per il collo Depicol, intento a succhiare benzina dal serbatoio del furgone. La benzina gli va di traverso e Depicol tossisce come un dannato. L’omone lo solleva da terra, semistrozzandolo.
In fondo al piazzale ci sono Anna e Ciro. Anna si getta in avanti e Ciro cerca invano di fermarla. Allora Ciro tira fuori il suo telefonino e fa un numero.
Però lascia cadere a terra Depicol che fatica a riprendere a respirare.
Acchiappa Anna con brutalità mentre Depicol continua a tossire senza riuscire ad alzarsi.
L’energumeno si volta, senza lasciare Anna che scalcia. Policriti è sbucato da dietro il furgone e ha la pistola in mano. Non la punta contro l’uomo ma è pronto a farlo.
E alza la pistola. L’energumeno lascia Anna e guarda Policriti a bocca aperta
Policriti mette via la pistola e annuisce
Depicol ha smesso di tossire e prende i due fiaschi che ha già riempito. L’uomo del furgone cerca di strapparglieli di mano, ma Policriti insiste
L’uomo ha un gesto di rabbia, sale sul furgone e con una sgasata si allontana. Anna si alza in punta di piedi e stampa un bacio sulla guancia di Policriti che si imbarazza
Si avvicina saltando sul suo monopattino, Ciro e chiede a Policriti
SCENA 45 CASA PANETTA. Int. Giorno E’ un ambiente simile architettonicamente a quello di Pucino, situato al piano di sopra. Però è meno arredato, dà l’idea di non essere abitato. Con destrezza, Carmelo rovescia la napoletana per fare passare il caffè. Porta sul tavolo una tazzina sul piattino. La zuccheriera con un cucchiaino è già sul tavolo. Poi per sé prende un tazzone di camomilla fumante.
Pasquale si siede davanti al tavolo della cucina.
Carmelo mette un cucchiaino di zucchero nella tazza vuota poi va a prendere la caffettiera napoletana fumante e versa il caffè a Pasquale
Carmelo beve un sorso di camomilla e ha una smorfia di disgusto seguita da un brivido per tutto il corpo
Altro sorso di Carmelo e altro brivido con smorfia di disgusto
Suona il telefono e Carmelo va a rispondere, intanto dice
SCENA 46 COMMISSARIATO. STANZA DEL ISP. PANETTA. Int. giorno DETTAGLIO: I due fiaschi di benzina rubati da Depicol sono sul tavolo di Carmelo. Si spalanca la porta ed irrompe Carmelo ansimando. Guarda i due fiaschi e poi volge lo sguardo su Policriti, Depicol, Anna e Ciro che sono in piedi nella stanza. Depicol ha le manette.
Agita le mani ammanettate in segno di protesta. Carmelo si siede dietro il suo tavolo sospirando. Si passa una mano sulla faccia e resta con la mano sulla bocca e lo sguardo fisso su Policriti che si agita imbarazzato
Policriti fa un gesto vago e Ciro va verso Carmelo
SCENA 47 VICOLI AI QUARTIERI. Est. giorno Anna e Depicol camminano nel vicolo tenendosi per mano e Ciro cammina loro accanto, portando il monopattino per mano. Vengono attorniati da alcuni ragazzi, tra cui Little Stuart, Belillo, Pokemon e ultima Assuntina.
I tre ragazzini si cambiano un "cinque" all’americana.
Anna se ne va con Depicol, facendogli una linguaccia con la perlina sopra
Salta sul monopattino, Assuntina gli si aggrappa dietro e partono veloci.
SCENA 48 VIA TOLEDO. Est. Giorno Ciro percorre lentamente via Toledo in monopattino, con Assuntina abbrancata dietro, guardando la gente e dentro ai negozi.
Si stringe a Ciro che ferma bruscamente il monopattino e poi accosta oltre l’angolo di un vicolo, all’altezza della Rinascente
Tano infatti sta uscendo da un negozio con la sua borsa per la raccolta del pizzo. Si guarda intorno con aria torva e poi entra in un altro.
Assuntina emette un lungo sospirone e obbedisce. Guarda Ciro con le stelline negli occhi e dice giudiziosa
Ciro lascia Assuntina all’angolo e dà un colpo di piede spostandosi col monopattino. Tano esce dal negozio in cui era entrato, controlla la strada in su e in giù e poi va dritto verso la bottega di Rosario devoto, il robivecchi all’angolo. Entra nel negozio. Ciro accosta lentamente, incerto sul da farsi. Passa davanti al negozio e lo supera cercando di gettarci un’occhiata dentro, ma i vetri sono sporchi e fanno specchio. Si ferma a pensare. Poi imbocca il vicolo in cui il negozio di Rosario fa angolo.
SCENA 49 NEGOZIO DI ROBIVECCHI. Int. Giorno Tano fa il gradasso e con una mano fa cadere tutta una fila di alabarde allineate contro una delle pareti. Rosario è terrorizzato e se ne sta addossato al bancone. Tano afferra una delle alabarde e la preme alla gola del povero robivecchi i cui baffi cominciano a tremare. Segno di grande paura. Tano lo irride
Tano preme di più l’alabarda contro la gola del disgraziato
Rosario diventa paonazzo, spalanca la bocca per reagire, gli manca l’aria e ha un attacco di cuore. Agita le braccia a vuoto e poi scivola, pallido, sul pavimento.
Mette un piede sul petto di Rosario e gli preme l’alabarda contro la gola. Il pover’uomo trema tutto e cerca con la mano di arrivare alla tasca dove tiene le sue pillole e Tano equivoca, spingendogli di più la lama contro la gola
Con un sibilo, un dardo di balestra, si conficca nella mano di Tano che regge l’alabarda, passandogliela da parte a parte.. Tano lancia un urlo di dolore e lascia cadere l’alabarda. Guarda il dardo che gli trapassa la mano che sta gocciolando sangue e con un grido di rabbia la strappa. Poi con la mano sana estrae la pistola e si guarda intorno per capire da dove è venuto il colpo. Vede la porticina che dà sul retro socchiusa. Con un ruggito di rabbia corre da quella parte e la spalanca pronto a sparare ma non c’è nessuno: solo la porticina che dà sul cortile sbatte al vento. Corre fin sulla soglia e scruta nel cortile.
SCENA 50 CORTILE NEGOZIO ROBIVECCHI. Est. Giorno Come visto da Tano: il cortile è sporco. Vecchie assi abbandonate. Cumuli di sabbia e calcinacci. Alcuni motorini sono parcheggiati e legati con enormi catene antifurto. Noi vediamo anche il monopattino di Ciro, ma Tano non ci fa caso e rientra nel negozio, sempre con la pistola nella sinistra e la destra gocciolante di sangue.
SCENA 51 NEGOZIO DI ROBIVECCHI. Int. Giorno Ciro appoggia a terra il suo cellulare, accanto a corpo di Rosario, svenuto a terra. Il ragazzo prende l’astuccio delle pillole dalla tasca della giacca di Rosario e cerca di fargliene trangugiare una.
Irrompe Tano furibondo, la pistola spianata e Ciro, con la faccia più tosta del mondo, lo apostrofa così:
Spiana la pistola e sta per sparare a Ciro che lo guarda cercando di mantenere sulla faccia un’espressione ingenua e indica la mano ferita di Tano
Sta per premere il grilletto della pistola ma la voce di Carmelo lo gela
Ciro corre verso Carmelo e Policriti apparsi sulla soglia del negozio appena in tempo. Passa davanti Tano che si tiene la mano ferita ma non che non ha mollato la pistola e dice in fretta al ispettore
Policriti tira fuori il telefono e compone un numero. Ciro corre verso il retro del negozio ripassando davanti a Tano schiumante di dolore e rabbia. Carmelo muove un passo dentro al negozio
Tuttavia si infila in tasca il revolver e mostra a Carmelo la mano straziata
E guarda Ciro che gli passa di nuovo davanti con un mezzo bicchiere d’acqua e si china su Rosario spingendogli la pillola oltre la chiostra dei denti e poi gli alza la testa cercando di fargli bere un po’ d’acqua. Rosario e sempre privo di sensi ma un sorso lo manda giù.
E se ne va a grandi passi, tenendosi la mano sanguinante. Carmelo lo guarda allontanarsi e poi si volta affannato verso Ciro che sta versando altra acqua nella bocca di Rosario, bagnandogli i baffetti.
così dicendo raccoglie il cellulare posato accanto a Rosario e se lo infila in tasca.
SCENA 52 VIA TOLEDO. Est. Giorno Un’autoambulanza del Pronto Soccorso dell’Ospedale Cardarelli, a sirena spiegata, si ferma davanti alla bottega di Rosario. Saltano giù due infermieri
I due infermieri corono dentro il negozio con una barella. Intanto Carmelo spinge fuori Ciro e gli dà un’affettuosa arruffata ai capelli
Carmelo annuisce con una smorfia di dubbio. I due infermieri escono dal negozio con Rosario sulla barella. L’uomo apre gli occhi e Ciro accorre accanto a lui
Rosario non riesce a parlare ma gli sorride debolmente. I due infermieri caricano Rosario sull’autoambulanza, riaccendono la sirena e ripartono veloci.
Corre verso il cancello del cortile che dà oltre l’angolo e dopo un attimo esce di nuovo pedalando come un forsennato sul suo monopattino. Carmelo scuote la testa, preoccupato
SCENA 53 BORDELLO. SALA DI ATTESA. Int. Notte Tano, la mano destra pesantemente fasciata, afferra la signora Maria per i capelli e la scuote come una bambola di pezza
ma Tano la lascia ma la spinge verso la cassa
Naomi accorre in aiuto della maitresse
Tano tira fuori la pistola e Naomi si fa indietro.
Punta l’arma sulla signora Maria che apre il tiretto dei soldi. Tano mette via la pistola e affonda la mano sana nelle banconote da cento e da cinquantamila,: ne prende una manciata e ficca le banconote nel borsello che porta a tracolla. Guarda Naomi e le due donne apparse sulla scala e le deride, uscendo
SCENA 54 VICOLO NEI QUARTIERI SPAGNOLI. Est. Notte Tano esce in strada e si avvia verso la sua moto lasciata sul cavalletto vicino alla porta del bordello, col casco appeso al manubrio. L’uomo si mette a cavallo della moto, avvia il motore con un colpo di piede, prova la destra fasciata sul manubrio articolando un poco le dita e prende il casco con la mano sinistra e se lo mette in testa: nel casco c’è un mezzo litro di un liquido che gli scende sulla faccia e sul collo.
non fa in tempo a levarsi il casco: appare un uomo in tuta davanti a lui che gli sputa addosso un gran soffio di fuoco. La testa di Tano è subito avvolta dalle fiamme. Tano si strappa il casco dalla testa, ma le fiamme lo trasformano in una torcia umana. Tano cerca di saltar giù dalla moto ma le fiamme lo avvolgono tutto. Urla, resta impigliato. La moto balza in avanti portandosi per qualche metro l’uomo dilaniato dal fuoco, poi va a sbattere contro un muro. L’aggressore, che noi vediamo sempre solo di spalle, ombra nella penombra del vicolo, va verso di lui con un fiasco in una mano e un coltello nell'altra: si china su Tano agonizzante e taglia la correggia che regge la borsa dei soldi, poi con la stessa mano, la afferra. Tano ha uno scatto e con la sinistra agguanta il braccio del suo aggressore tirandolo un poco a sé
ma quello versa il contenuto del fiasco che ha nell’altra mano sulle fiamme che già stanno bruciando vivo Tano. E’ benzina e il fuoco divampa violento. Tano urla. Il serbatoio della moto esplode. Le porte e le finestre del vicolo si aprono. Naomi e la signora Maria occhieggiano dalla porta del bordello. Gennaro corre fuori dalla sua bisca insieme a due clienti e al suo buttafuori. Gennaro muove qualche passo verso il rogo della moto e il corpo ormai immobile di Tano che sta ancora bruciando. Poi si volta e incrocia lo sguardo di Naomi e della signora Maria che chiude in fretta l’uscio.
SCENA 55 COMMISSARIATO. UFFICIO DEL COMMISSARIO. Int. giorno DETTAGLIO: un titolo del giornale Il Mattino "GUERRA DI CAMORRA?" un terzo uomo di Giordano O Cafune bruciato vivo ai quartieri spagnoli Anna Maria Casiraghi ha il giornale sulla scrivania mentre sta al telefono con la Procura
davanti alla scrivania ci sono Carmelo e Policriti con aria compunta. Si sente un vociare venire da fuori. Carmelo va alla finestra, la apre e guarda sotto:
SCENA 56 STRADA DEL COMMISSARIATO. Est. Giorno Come visto da una finestra del primo piano: un gruppetto di persone, una dozzina o poco più, sta protestando davanti al Commissariato, tenuti a bada da due poliziotti in divisa. Hanno anche alcuni cartelli scritti a mano e protestano
Si legge sui cartelli "POLIZIA, CI FATE ACCENDERE?" "STATO INETTO, CRIMINE PERFETTO" qualcuno si accorge che Carmelo si è affacciato alla finestra e il clamore sale. Dietro a Carmelo appare il Commissario
SCENA 57 COMMISSARIATO. UFFICIO DEL COMMISSARIO. Int. giorno Anna Maria Casiraghi chiude la finestra, spintonando Carmelo e anche Policriti che si stava affacciando
Carmelo lascia srotolare un fax lungo un metro e legge
Carmelo spalanca le braccia in un gesto di impotenza ed esclama di gusto
SCENA 58 CASA PUCINO. Int. notte Donna Letizia riempie il piatto di maccheroni a Carmelo
Intorno alla tavola c’è la famiglia Pucino al gran completo e Carmelo. Angela tormenta i due maccheroni che ha nel piatto con la forchetta ma non mangia. Trilla un telefonino e tutti si mettono una mano in tasca, ma è quello di Ciro che lo mette sul tavolo aperto. Angela dà un’occhiata al fratello e poi sbircia il display.
DETTAGLIO DISPLAY :
Angela si illumina e inforchetta i maccheroni.
Pasqualino si ficca un indice nel naso e Concetta gli dà uno schiaffetto
E gli fa una linguaccia con la solita perla. PASQUALE
Pasquale si stringe nelle spalle e sospira
Carmelo sbuffa seccato e respinge il piatto. Si alza e getta il tovagliolo sul tavolo.
e dà un’occhiata a Ciro che non raccoglie, intentissimo a mangiare.
SCENA 59 PRONTO SOCCORSO CARDARELLI. Int. sera Ciro, portando il monopattino a mano, si avvicina all’infermiere seduto dietro il banco dell’accettazione
L’infermiere controlla sul computer
Ciro salta sul suo monopattino e parte come una freccia approfittando che le porte si aprono per fare entrare due infermieri che spingono una lettiga.
SCENA 60 CORTILE NEGOZIO ROBIVECCHI. Est. notte Ciro entra nel cortile dietro la bottega, scendendo dal monopattino. E’ buio. Si avvicina alla porta che dà nel retro della bottega: è socchiusa. La spinge con cautela, la porta cigola un poco. Ciro sosta e ascolta. Dall’interno viene un gemito flebile, come di un’anima in pena. Ciro deve respirare due o tre volte profondamente prima di trovare il coraggio di entrare, lasciando il monopattino accanto alla porta.
SCENA 61 NEGOZIO ROBIVECCHI. Int. notte Il rantolo proviene dalla bottega. Ciro intravede una vecchia spada e la impugna, poi come un guerriero medievale si avventura tra le ombre degli scaffali. Illuminato dalla luce lunare che filtra dalla finestrella, vede Rosario seduto sulla sedia a dondolo dietro il bancone, la testa reclinata sul petto che rantola. Sul bancone c’è un bicchiere colmo d’acqua.
Ciro corre ad accendere la luce nel negozio. Ci sono delle borse sul pavimento ma Ciro non ci bada: Rosario muove la mano verso la tasca in cui tiene le pillole contro gli attacchi cardiaci e Ciro gli infila la mano in tasca, prende il flacone delle pillole, ne fa cadere due sul palmo della mano e poi le infila nella bocca di Rosario. Con difficoltà perché la chiostra dei denti è serrata. Ciro cercando di aprire la bocca dell’uomo con le mani, nota DETTAGLIO: le punte dei baffetti di Rosario sono bruciacchiate. Ciro si dà una manata in fronte
Rosario inghiotte le pillole che Ciro gli forza nella bocca e beve l’acqua del bicchiere che il ragazzo gli sta dando. Il respiro di Rosario torna normale e l’uomo socchiude gli occhi. Sorride a Ciro
Ciro mette un cuscino sotto la testa di Rosario Rosario guarda Ciro con gli occhi che gli si van riempiendo di lacrime. Ciro gli prende una mano e gli fa passare un polpastrello sulla peluria che lui ha sul labbro
Rosario indica le borse sparse sul pavimento e si china a prenderne una: è il borsello di Tano. Ciro sorride
Rosario ha un altro piccolo attacco e si porta una mano sul petto con una smorfia di dolore
Ciro estrae il suo telefonino di tasca ma Rosario lo ferma con un gesto perentorio
Rosario scuote la testa e si alza
Ciro esegue e poi aiuta Rosario a raggiungere la sedia e a sedercisi di nuovo. Rosario sorride felice con una luce di follia nello sguardo
Rosario ha un guizzo di energia inaspettato e si alza di scatto
SCENA 62 BISCA CLANDESTINA. Int. Notte Gennaro martellato da pugni come fosse il sacco di un pugile. Due picchiatori di Giordano O Cafune lo pestano a sangue. Intorno tutti i tavoli sono sfasciati. Giordano O Cafune fa cenno ai suoi di sospendere il pestaggio e acchiappa Gennaro per il bavero. L’uomo lo guarda con gli occhi gonfi per le botte e il naso che perde sangue
SCENA 63 VIA TOLEDO. Est. notte Naomi cammina lungo via Toledo. Un auto si ferma al suo fianco, ne scendono due uomini che la acchiappano, le infilano una borsa di plastica in testa e la costringono a salire sulla macchina che subito riparte veloce. Sono i due picchiatori di Giordano O Cafune.
SCENA 64 SCALE PALAZZO A PORTA PICCOLA. Int. notte Ciro e Assuntina sono seduti accanto, su uno dei consunti scalini di pietra del palazzo. C’è poca luce. Un topolino corre lungo il muro e si infila sotto una delle porte degli appartamenti.
Assuntina sospira perplessa. Ha in mano uno zoccoletto col quale di tanto in tanto schiaccia gli scarafaggi che passano troppo vicino.
Ciro bacia su una guancia la ragazzina che si scioglie per l’emozione.
Assuntina si sente davvero svenire e si aggrappa al braccio di Ciro, fissandolo con le stelline negli occhi
Ciro si alza e guarda per le scale, Belillo sale ansimante
Ciro ha un gesto di disperazione, fa per scappare via ma Assuntina lo ferma
SCENA 65 NEGOZIO ROBIVECCHI. Int. notte A fatica, Rosario sta tendendo una sottile corda che non si capisce dove vada a finire, si perde fra le cianfrusaglie del negozio, e la lega alla lunghe gambe di uno sgabello che tira vicino alla sedia a dondolo. Gli manca il fiato e si deve fermare per respirare. Prende un’altra delle sue pillole e la inghiotte senz’acqua. Il negozio è in penombra, solo una piccola lampada di opale illumina Rosario che si lascia andare sulla sedia che dondola un poco. Chiude gli occhi esausto. Si sente un rumore. Rosario si erge sul busto e guarda verso la porta del negozio che si sta aprendo: è Ciro col suo monopattino. Controlla con lo sguardo che nel negozio ci sia solo Rosario e poi gli si avvicina
Rosario non sembra affatto preoccupato. Anzi sorride e annuisce, con uno sguardo folle
Ciro corre via dal negozio e salta sul suo monopattino.
SCENA 66 STRADA COMMISSARIATO. Esterno notte Ciro arriva col monopattino a tutta velocità fin sulla soglia del Commissariato e sbatte contro un agente che sta uscendo
Ma Ciro non lo sta più a sentire e "pedala" via come un dannato.
SCENA 67 BANCHINA DEL PORTO NAPOLI. Est. Notte Il corpo mutilato di Naomi viene scaricato sulla banchina e Carmelo lo fissa addolorato
Si volta di scatto perché uno strano suono in avvicinamento: è Ciro col monopattino, che derapa, accanto a Carmelo. Vede il corpo di Naomi e gira via la testa per non guardare.
Ciro non guarda più verso il cadavere di Naomi, afferra una manica della giacca di Carmelo e lo scuote
Ciro scappa via con il suo monopattino e Carmelo esita, poi fa un cenno a Policriti
SCENA 68 NEGOZIO ROBIVECCHI. Int. notte Infatti è già tardi: Rosario è trattenuto da uno sgherro di Giordano O Cafune sulla sua sedia a dondolo nella sua bottega, e ha davanti il camorrista che lo sta innaffiando ben bene di benzina. Giordano O Cafune, spalleggiato da un terzo uomo armato di pistola, gli versa addosso la benzina e parla senza astio, con un lieve sorriso
Rosario annuisce, sembra in trance. Anche lui sorride. Giordano O Cafune fa scattare la fiammella di un accendino e Rosario spalanca gli occhi fissando il camorrista
Per quanto trattenuto per le spalle, Rosario, con un guizzo di agilità del tutto inaspettato, allunga un calcio allo sgabello dalle lunghe zampe su cui aveva legato la funicella. Lo sgabello, cadendo, tira una fune che passa in una carrucola collegata con qualcosa nel buio del soffitto ingombro di pezzi di armature medioevali, ruote di antichi telai, recipienti di rame. E’ proprio ad un grosso paiolo di rame che è collegata la corda: il paiolo rovescia su Giordano O Cafune una cascata di benzina. Il fuoco esplode in una fiammata gigantesca avvolgendo Rosario, O Cafune e il suo sgherro. L’uomo con la pistola viene investito dal fuoco e fa un salto indietro. L’intera bottega è in preda alle fiamme. Lo sgherro si rotola nel fuoco urlando e Giordano O Cafune urla anche lui avvolto dal fuoco ma bloccato dalla presa ferrea di Rosario, che pur bruciando anche lui tiene la sua faccia vicina a quella del camorrista: occhi negli occhi finche il calore non li cuoce a entrambi.
SCENA 69 VIA TOLEDO. Est. notte Dalla porta della bottega di Rosario esce un denso fumo e il riverbero delle fiamme. Ciro arriva col suo monopattino che getta di lato e corre verso la porta
La mano di Carmelo lo agguanta e lo solleva di peso, mentre da negozio esce tossendo e dandosi manate sui vestiti ancora incendiati il camorrista con la pistola che viene subito soccorso e arrestato da Policriti e da un altro agente mentre si sente la sirena dei pompieri in arrivo.
SCENA 70 COMMISSARIATO. UFFICIO DEL COMMISSARIO. Int. giorno DETTAGLIO: il giornale "Il Mattino" titola in prima pagina SUCCESSO DELLA POLIZIA. MORTO IL PIROMANE INSIEME A UN CAPO CAMORRISTA Nell’ufficio c’è il Sostituto Procuratore, il Commissario Anna Maria Casiraghi e il sindaco di Napoli con tanto di fascia tricolore, nonché l’ispettore Carmelo Panetta, il sovrintendente Policriti e una mezza dozzina di agenti e una troupe della TV.
Carmelo si guarda la punta delle scarpe.
SCENA 71 BAR DI MEROLA. Int. Giorno Dallo schermo TV del bar
Una mano spegne la TV. E’ quella di Stuart Little, sigaretta accesa fra le labbra, che stappa una bottiglia di champagne e riempie una fila di bicchieri preparati da Merola, il barista.
Segue un’ovazione. Ci sono Ciro, Assuntina, Pokemon con una valigia e una faccia da funerale, Belillo, i due scippatori e un’altra mezza dozzina di scugnizzi plaudenti
Tutti brindano ripetendo
Solo Pokemon beve in silenzio, solo un sorso, poi con aria afflitta rovescia su uno dei tavoli il contenuto della sua valigia: una cascata di carte Pokemon. Il ragazzino piange in silenzio: le lacrime gli colano giù per le guance mentre passa le mani per l’ultima volta suo tesoro. Ciro si avvicina e mette anche lui le mani sulla montagna di carte, poi dice a Pokemon
Pokemon guarda Ciro fra le lacrime, aggrottando la fronte, offeso
Pokemon piange e ride, abbraccia le sue amate carte e le ributta nella sua valigia, mentre tutti applaudono e Assuntina bacia Ciro su una guancia. I ragazzi ritmano un applauso
Assuntina sorride a Ciro, chiude gli occhi e protende le labbra per farsi baciare. Ciro imbarazzato, si china a sfiorare apopena le labbra di lei con le sue. Si ritirerebbe subito, se Assuntina non lo afferrasse e
e, tenendolo fermo, lo bacia a bocca chiusa ma premendo forte le sue labbra contro quelle di Ciro che ci prende gusto e Assuntina si stacca e gli sussurra in un orecchio
Alza un bicchiere con lo champagne e brinda
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