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| home torna a "Cu2O parte prima" POLIZIOTTO SCUGNIZZO Soggetto di Luciano Martino & Ernesto Gastaldi sceneggiatura di Ernesto Gastaldi
SCENA 1 VICOLO NEI QUARTIERI SPAGNOLI. Est. Notte E’ buio nel vicolo, fuori del bordello clandestino della signora Maria, che ha la porta illuminata da una lanterna rossa quasi di fronte a quella anonima che immette nella bisca pure clandestina del "barone" Gennaro (barone naturalmente non è un titolo nobiliare). Lungo il vicolo in lieve discesa, passa come un razzo, CIRO, dodici anni appena compiuti, a bordo (si fa per dire) di un monopattino in lega, molto tecnologico. In fondo, al crocevia con altri vicoli, Belillo, un ragazzino di 10 anni vende sigarette di contrabbando con le scatole allineate su una cassetta per la frutta. Ciro non rallenta e compie un vero cristiania col monopattino
Ma Ciro è già oltre l’angolo. Dal bordello esce un cliente, salutato da una prostituta che vuole ancora una piccola mancia e strattonata indietro dalla signora Maria che chiude l’uscio. E’ MOLOTOFF. L’uomo indossa una tuta da meccanico, ha un fiasco di vino in mano e si guarda intorno sospettoso. Dà un’occhiata all’orologio da polso e poi si ritrae di scatto in un androne buio perché: il "barone" Gennaro, uomo elegante, gessato a righe e cravatta argentata, accompagna fuori dalla bisca clandestina il RAGIONIER CHIESA, ometto in pensione, dall’aria dimessa, che termina di chiudere la valigetta di pelle che porta con sé
Il ragionier Chiesa, stringendo in mano la sua borsa di pelle, si avvia da quella parte, avvicinandosi a Belillo che gli offre una stecca di sigarette
Belillo lo guarda indica la borsa che Chiesa tiene stretta e ammicca. Il ragioniere sospira
Chiesa se ne va e un uomo si stacca dall’ombra barcollando, sembra ubriaco. L’uomo in tuta ha in mano un fiasco. (Lo vediamo sempre solo di spalle e immerso nell’ombra del vicolo) L’uomo allunga il passo e si avvicina, da dietro, al ragionier Chiesa e lo afferra per una spalla. Chiesa si volta spaventato ma poi evidentemente lo riconosce e sorride
L’uomo vacilla, poi offre il fiasco al ragioniere con l’aggressività degli ubriachi
L’uomo barcolla ubriaco, beve un lungo sorso dal fiasco, riempiendosi le guance
allunga il fiasco verso il ragioniere, che sospirando lo prende per accontentare l’ubriaco, e ne ingolla un sorso. Subito sputa strabuzzando gli occhi
Non può terminare la frase perché l’altro gli sputa addosso la boccata del liquido che ha succhiato dal fiasco e poi fa scattare la fiammella di un accendino. La sputata prende fuoco e sembra un lanciafiamme! L’ometto urla e molla il fiasco: i suoi abiti prendono fuoco. Lascia cadere a terra l a borsa di pelle, urla e rotola sull’antica pavimentazione del vicolo. L’aggressore, agile e preciso, è lesto a rubargli la borsa e a scappare via.
SCENA 2 COMMISSARIATO. STANZA DELL' ISPETTORE PANETTA. Int. Notte L’ispettore di polizia Carmelo Panetta è un uomo panciutello, calvo, sulla sessantina. E’ chino su qualcosa e sta spiegando al giovane agente calabrese Policriti, un bel ragazzo sui vent’anni, che segue con grande attenzione
Suona l’interfono interno e l’agente si muove per rispondere ma Carmelo lo ferma con un gesto
L’interfono trilla di nuovo
Carmelo allunga le mani verso la "cosa" ma alle sue spalle si spalanca la porta e appare Maria Luisa Casiraghi, il nuovo Commissario venuto da Milano. Una bella donna sui 40 anni, volitiva, intelligente.
Carmelo trasalisce violentemente proprio mentre sta capovolgendo una rovente macchinetta napoletana per il caffè. La macchinetta gli sfugge di mano, cade a terra e schizza acqua bollente e caffè bruciacchiandolo.
SCENA 3 OBITORIO. Int.Notte (senza soluzione di continuità alla scena precedente)
Maria Luisa strappa da sopra il cadavere il lenzuolo che nasconde il corpo devastato dal fuoco del rag. Chiesa. La visione di un attimo. Carmelo distoglie lo sguardo e Policriti fa un salto indietro con un conato di vomito.
Carmelo guarda quella donna, così decisa, sospirando e non risponde subito. Maria Luisa mantiene il suo tono volutamente duro
Carmelo torna a guardare verso il cadavere di Chiesa e annuisce addolorato
SCENA 4 COMMISSARIATO. UFFICIO DEL COMMISSARIO. Int. notte Maria Luisa punta una sigaretta spenta contro l’ ispettore Panetta
Maria Luisa si accende una sigaretta che però subito spegne in un posacenere che le porge con grande tempismo il giovane Policriti. Carmelo si pesca in tasca una gomma da masticare e la porge alla donna che non la prende e la guarda come se fosse una cosa sporca. Carmelo sorride benevolo
Maria Luisa si mette in bocca un’altra sigaretta che butta con rabbia quando realizza il proprio gesto. Punta un dito contro Carmelo e lo guarda con occhi di fuoco
Policriti corre ad aprire la porta all’ispettore che sbuffa, vorrebbe rispondere, ma si trattiene, si avvia senza fretta, e uscendo brontola a sé stesso e a Policriti che si mette nella sua scia
SCENA 5 COMMISSARIATO. CORRIDOIO. Int. Notte Carmelo sta ancora masticando parole incomprensibili tra sé quando il Commissario si affaccia come una furia sul corridoio e grida dietro a lui e al giovane agente
Policriti si ferma, imbarazzato. Poi fa un saluto militare al Commissario che sbatte la porta. Carmelo non si volta, non risponde: volge solo gli occhi verso il soffitto ed esce masticando imprecazioni senza suono.
SCENA 6 VICOLO NEI QUARTIERI SPAGNOLI. Est. Notte Nel vicolo dove hanno bruciato il ragionier Chiesa c’è ancora un po’ di gente che commenta l’accaduto. Belillo, il ragazzo delle sigarette, indica il punto dell’omicidio, dove si vede una grande macchia di bruciato BELILLO Era qui… proprio qui… bruciava come una torcia, come si vede al cinema… Spingendo il monopattino, nella lieve salita del vicolo, Ciro si acvvicina a Belillo e lo strattona per un braccio, lo tira via
Ciro riprende a correre sul monopattino, favorito dalla pendenza del vicolo. Belillo resta perplesso a grattarsi la testa. Si avvicina una donna grassa
E scappa via.
SCENA 7 BORDELLO. STANZA DI NAOMI. Int. Notte Naomi, una bellissima prostituta di colore, dà le spalle alla C. e sta sciogliendo il nodo del pareo di seta che vela il suo bel corpo.Seduto sul letto c’è Rosario Devoto, un ometto di mezza età, secco, grigio, con un paio di baffetti, che la guarda intenerito
Si spalanca la porta e appare la signora Maria, mezzo toscano acceso tra i denti e dito puntato sui due
SCENA 8 BORDELLO. SALA DI ATTESA. Int. Notte
Carmelo, di malavoglia, passa in rassegna cinque prostitute che lo guardano ironiche, mentre Policriti imbarazzatissimo non sa dove guardare, poi resta incantato da Naomi che scende la scala come una sciantosa, annodandosi il pareo sulla spalla, dietro a lei Rosario, che si sistema la cinta dei pantaloni
Carmelo sbuffa e scuote la testa, mentre dà un’occhiata a Rosario che esita ad allinearsi con le prostitute.
La signora Maria volge uno sguardo supplice al soffitto ma non lo contraddice.
Naomi apre la bocca per parlare ma incrocia lo sguardo imperioso della signora Maria e la richiude. Carmelo non se n’è accorto e scruta le facce delle prostitute che assumono una falsa aria di innocenza.
Rosario annuisce con gli occhi che si vanno riempiendo di lacrime e Carmelo lo accompagna alla porta
Rosario esce dal bordello e Carmelo scuote la testa sospirando
Le prostitute ridono e Carmelo si sente ridicolo. Sbuffa
SCENA 9 BISCA CLANDESTINA. Int. Notte Lo stanzone di un basso arredato con una decina di tavoli. Intorno ad alcuni di essi siedono alcune persone, uomini e donne. Sui tavoli sono aperti dei giochi di società come Monopoli e Risiko. Al centro dello stanzone, su un tavolo da ping pong ma senza la retina in mezzo, due uomini in abito scuro, tipici croupier, stanno affettando dei panini. Gennaro entra nello stanzone seguito da Carmelo e Policriti. Annuncia
Carmelo sbuffa, insofferente e guarda i due croupier che fingono di affettare panini
Carmelo annuisce e fissa Gennaro in un certo modo. Chiede
Carmelo annuisce e sospira.
Piena? Gennaro fa una smorfia di dispiacere e annuisce
Carmelo annuisce e guarda Policriti CARMELO E nessuno è uscito dopo di lui, vero? GENNARO Nessuno. Lo giuro sulla testa dei figli miei. CARMELO Che non avete, barone, che non avete. GENANRO E chi lo sa! Ero una sciupafemmine, io. CARMELO Come no. (a Policriti) Iamme, guagliò che la lista è lunga. I due escono e subito i cartelloni dei giochi scompaiono e sotto ci sono le carte da poker, già distribuite con le fiches della giocata. I due croupier separano le due metà del tavolo da ping pong su cui stavano affettando i panini e sotto c’è una splendida e lucida roulette.
SCENA 10 CASA PUCINO. Int. Giorno Una gran tavolata in casa Pucino. Oltre a Pasquale, capofamiglia, coetaneo di Carmelo, sono seduti a pranzo donna Letizia, moglie di Pasquale, e i loro figli Concetta di ventidue anni, col marito Rocco sui 25 e Pasqualino, il loro figlio di tre anni. Poi c’è Salvatore di diciotto anni, fermo da anni alla prima geometri, Angela, la bella della famiglia, di diciassette anni, Anna, fanatica del piercing, anellini al naso e alle orecchie, di quattordici e l’ultimo è Ciro, il dodicenne che già conosciamo. Letizia serve a Carmelo un gigantesco piatto di spaghetti con le vongole
Pasquale filosofeggia arrotolando gli spaghetti
Carmelo che scuote la testa, si tocca lo stomaco e poi tira fuori un biglietto
Si sente il trillo di un telefonino: Rocco, Angela, Anna e Salvatore controllano se è il loro. E’ quello di Angela che lo apre, ascolta e dice
Angela richiude il telefonino e lo rimette in tasca.
Carmelo sospira, mastica, scuote la testa, preso dai suoi problemi e si rivolge a Pasquale
Ciro parla senza alzare gli occhi dal suo piatto e arrotolando spaghetti. PASQUALE (allarmato)
Pasquale gli allunga un buffetto sulla testa
Salvatore dà un secondo scappellotto a Ciro
Ancora il trillo di un telefonino e nuovamente Rocco, Angela, Anna e Salvatore controllano il loro cellulare. Ma non è nessuno dei quattro. Ciro tira fuori il suo dal taschino della camicia e lo spegne. Carmelo si tende verso il figlio di Rocco, di tre anni:
Salvatore continua a parlare con Carmelo senza seguire il battibecco tra Ciro e Anna
Anna gli fa una linguaccia mostrando la perlina che porta incastonata sopra.
Salvatore tira fuori dalla tasca un cellulare ancora chiuso nella plastica trasparente e lo offre a Carmelo
Carmelo sospira, guarda la donna che gli sorride e annuisce. Prende il telefonino e se lo mette in tasca
Salvatore posa un foglio sul tavolo, davanti al piatto di Carmelo che ha ripreso la forchetta e si ferma a guardarlo
Carmelo sbuffa, poi prende il bollettino della multa e gli dà un’occhiata
Angela si atteggia e prende in giro Rocco sollevando l’irritazione di Concetta (le voci si sovrappongono e ognuno dice la sua senza quasi ascoltare gli altri)
Angela si alza e scuote i lunghi capelli, si accarezza i fianchi, irridente
Anna fa di nuovo una linguaccia con tanto di perla a Ciro che le infila velocissimo nella bocca spalancata un gnocco di mollica di pane. Anna tossisce semisoffocata. Letizia accorre e cerca di colpire con uno scappellotto Ciro che però lo evita, fuggendo via come un furetto. Afferra il suo monopattino in lega parcheggiato accanto alla porta e scappa via. Pasquale spalanca le braccia in segno di resa.
SCENA 11 SCALE PALAZZO A PORTA PICCOLA. Int. Giorno Le scale di pietra hanno gli scalini consunti dall’uso secolare, infissi e porte portano i segni del tempo e tra fessure e avvallamenti di pavimenti possono passare in assoluta comodità topi e scarafaggi. Ciro scende i vecchi gradini a due a due col monopattino in braccio e quando arriva al piano terreno lo mette giù pronto a partire.
Una delle porte sgangherate si socchiude e appare la faccetta spiritosa e bellina di Assuntina, una ragazzina di undici anni, che lo guarda con le stelline negli occhi
Assuntina sale sul monopattino dietro a Ciro che con una gran pedata lo fa partire sulle basole sconnesse.
SCENA 12 VICO II PORTA PICCOLA A MONTE CALVARIO. Est. giorno I due escono nel vicolo a bordo del monopattino, sbucando dall’androne del palazzo dall’antico fasto nobiliare totalmente corroso dal tempo e dall’incuria. La pendenza del vicolo favorisce la velocità del monopattino che però sobbalza terribilmente sulla pavimentazione sconnessa. Assuntina sta saldamente abbrancata alla schiena Ciro e gli grida nelle orecchie
Ciro si volta, vede le stelline di adorazione negli occhi di Assuntina e sorride adulato
SCENA 13 VICOLO RESIDENZA DEGLI ESPOSITO E INGRESSO GARAGE. Est. Giorno Molotoff esce dal garage asciugandosi le mani sporche i morchia. Indossa la sua solita tuta.
Molotoff fa il gesto di tirare una bomba. Carmelo annuisce e lo fissa
Carmelo ripete il gesto di Molotoff, mimando il lancio di una molotoff. Molotoff scuote rabbiosamente la testa
Carmelo si porta indice e medio divaricati sugli occhi.
SCENA 13 BIS VICOLO NEI QUARTIERI SPAGNOLI. Est. giorno Le scatole di Marlboro sono sparse a terra e la cassetta di Belillo, rovesciata. Il ragazzino non c’è e altri scugnizzi del quartiere stanno fumando a sbafo, saccheggiando le stecche di sigarette che il ragazzino vende all’angolo del vicolo in cui hanno bruciato il rag. Chiesa. Ciro arriva col suo monopattino e Assuntina aggrappata dietro e ferma con un perfetto "cristiania" come se fosse sugli sci.
Risponde uno degli scugnizzi, un ragazzino albino tutto bianco, accendendosi una sigaretta col mozzicone di quella che sta fumando
E raccoglie i pacchetti di sigarette ancora sani e li butta nello scatolone.
Tutti sghignazzano mentre Stuart Little capovolge lo scugnizzo che risponde al nomignolo di Pokemon e dalle tasche gli escono alcuni pacchetti di sigarette, un telefono cellulare e una cascata di figurine pokemon.
È Naomi che ha parlato uscendo dal bordello della signora Maria. E’ tutta agghindata sexy e cammina con difficoltà sui tacchi altissimi e con la minigonna stretta sulle cosce.
Dalla porta del suo bordello Maria, la maitresse, ha sentito la frase di Naomi e ha un gesto di rassegnazione. Spinge dentro un paio di ragazze che si affacciano dietro a lei
Ciro corre appresso a Naomi per avere maggiori ragguagli lasciando Assuntina scura in volto, gelosissima.
Naomi ride e scuote la bella capigliatura corvina. Ciro le offre il braccio
Naomi accetta ridendo e prende Ciro sottobraccio. Assuntina vacilla, stringe le labbra, livida di rabbia e scappa via esclamando
SCENA 14 RESIDENZA ESPOSITO. Int. giorno Lo schiaffone colpisce il volto spaurito di Belillo e lo manda a sbattere contro un banco di monitor che mostrano i vicoli intorno a alla casa degli Esposito.
e fissa con occhi sgranati di paura l’uomo che lo ha colpito e che lo sovrasta: grande, grosso e col cranio rasato. Spaventoso.
Il picchiatore leva alta la manona per un altro schiaffone e Belillo alza un braccio a proteggersi
Lo schiaffone del picchiatore travolge la debole difesa di Belillo e lo butta a terra. Il bambino non piange e guarda il gigante con grandi occhi sgranati. L’uomo lo afferra e gli schiaccia la faccia su uno dei monitor che mostra uno stretto vicolo chiuso da una grossa cinta. (DETTAGLIO nel monitor del vicolo e della cinta)
interviene don Esposito, uscendo dall’ombra. E’ sui quarant’anni, ben vestito, elegante e sorride a Belillo
Il picchiatore afferra il piccolo per la camicia e lo solleva, ma Esposito lo ferma con un gesto e chiede a Belillo immobilizzato a mezz’aria, con la faccia all’altezza di quella sua, guardando il piccolo dritto negli occhi
Belillo, sempre appeso e tenuto sollevato da una mano del gigante, si mette una mano sul cuore e fa una V con le dita:
Il picchiatore obbedisce e Belillo recupera l’equilibrio sui propri piedi. Esposito porge a Belillo un biglietto da 50 mila lire
Belillo prende i soldi ma aggiunge
Esposito ride divertito e fa un cenno al picchiatore
Il picchiatore guarda Esposito stupito ma il camorrista non scherza e il suo sguardo è di nuovo freddo e imperativo. Il picchiatore si mette una mano in tasca e schiaffa un biglietto da 50mila lire in mano a Belillo.
Esposito si volta per andarsene, poi è colpito da un pensiero. Torna a girarsi e fissa con sguardo acuto il picchiatore
SCENA 15 VIA TOLEDO. Est. giorno Ciro sta "pedalando" col suo monopattino giù per via Toledo quando vede Rosario Devoto che cammina con una borsa 24Ore in mano, lato strada. Il rombo di una moto fa voltare la testa a Ciro: è Salvatore suo fratello, col casco in testa e dietro a lui siede un altro ragazzo, pure lui col casco. La moto scatta e punta verso Rosario. Ciro capisce che stanno per scippare Rosario e li precede, velocissimo, col monopattino: raggiunge Rosario e gli strappa la 24Ore di mano, anticipando d’un soffio la mano del ragazzo aggrappato dietro a Salvatore, già tesa per lo scippo. Salvatore, furibondo, dà una rabbiosa accelerata. Rosario apre la bocca per urlare al ladro ma poi riconosce Ciro che si è fermato e sta già tornando indietro con la sua 24Ore
Rosario tira fuori un flaconcino e si ficca in bocca una pillola.
Rosario prende la 24Ore e la apre: dentro c’è un’antica balestra medievale. Ciro ne è affascinato
Ciro lo guarda con un sorrisetto ironico e Rosario si corregge
SCENA 16 NEGOZIO DI ROBIVECCHI. Int. Giorno Un dardo della balestra si conficca proprio al centro di un bersaglio bucherellato sistemato in fondo al retro di una bottega di robivecchi. Ha sparato Ciro che esulta
Rosario leva la balestra dalle mani di Ciro e la va ad appendere in negozio: uno stanzone colmo di roba vecchia di ogni tipo, mobili, statue, armi, vecchi pupazzi, soprammobili e quadri anneriti dal tempo. Dietro a un bancone troneggia una grossa sedia a dondolo di bambù.
la lama di uno spadone si punta sulle chiappe di Rosario e una voce alonata ordina
Rosario si volge e si trova davanti a Ciro che ha calzato un elmo con la celata sul viso
Ciro scoppia a ridere e si leva l’elmo. Rosario gli passa una mano fra i capelli scomposti. Triste di colpo:
Ciro, d’istinto, abbraccia Rosario che lo stringe forte a sé, gli occhi pieni di lacrime. Si spalanca la porta della bottega e si affaccia una popolana piuttosto in carne
Rosario si divincola dall’abbraccio di Rosario e corre fuori.
SCENA 17 VIA TOLEDO. Est. giorno Un’auto bianca decapottabile con autista con berretto a visiera corre per via Toledo. Dietro siede Giordano O Cafune: un uomo rozzo, sulla cinquantina, coi capelli tagliati a spazzola e occhiali a specchio sugli occhi. Una macchina nera con dentro due guardaspalle segue l’auto bianca del camorrista. Ciro li guarda passare e poi schizza sul marciapiede col suo monopattino.
SCENA 18 VICOLO NEI QUARTIERI SPAGNOLI. Est. giorno Ciro arriva ansante e sudato davanti la bisca clandestina di Gennaro. Piega il monopattino, si ravvia i capelli, assume l’aria più innocente che trova e bussa all’uscio in un modo speciale: due colpi veloci e poi tre bussate lente. Si affaccia un buttafuori che fissa Ciro con aria seccata
E richiude l’uscio.
Un taxi si ferma davanti alla porta e ne scende Gennaro con una borsa. Ha sentito la frase di Ciro e bussa all’uscio: due colpi veloci e poi tre colpi lenti.
La porta si apre e appare il buttafuori col pugno già alzato per colpire Ciro. Vede Gennaro e si ritrae.
Ma Gennaro non risponde: guarda verso il fondo al vicolo e Ciro approfitta della distrazione per sgusciare dentro il locale. La decapottabile bianca di Giordano O Cafune, seguita dalla macchina nera dei suoi sgherri, ha svoltato nel vicolo e sta venendo verso Gennaro.
SCENA 19 BISCA CLANDESTINA. Int. Notte Gennaro tiene la porta aperta, stando sulla soglia. Entra primo uno dei guardaspalle che dà un’occhiata in giro: lo stanzone sembra vuoto, la roulette è coperta, ai tavoli non siede nessuno. Il guardaspalle si fa di lato ed appare sulla soglia Giordano O Cafune, coi suoi occhiali a specchio, Rolex d’oro sopra il polsino della camicia, diamantone al mignolo che mostra una lunghissima unghia assai curata che usa sovente per pulirsi con cura l’orecchio.
Gennaro fa strada verso un ufficiolo ricavato in fondo allo stanzone e Giordano O Cafune lo segue, sempre scortato dal guardaspalle che poi si mette davanti alla porta e si accende una sigaretta. Ciro, nascosto dietro alla roulette, sbircia verso di lui.
SCENA 20 UFFICIOLO DI GENNARO. Int. giorno Gennaro fa sedere O Cafune nella poltrona dietro la scrivania e gli offre una scatola di sigari
Giordano O Cafune, si sbilancia su una natica e scorreggia.
SCENA 21 BISCA CLANDESTINA. Int. Notte Il guardaspalle, attirato dal suono, si volta verso la porta dell’ufficiolo
Ciro ne approfitta per cambiare posizione, sempre nascosto dalla roulette.
SCENA 22 UFFICIOLO DI GENNARO. Int. giorno O Cafune balza in piedi, irritato e grida sul muso di Gennaro
Gennaro sgrana esageratamente gli occhi
SCENA 23 COMMISSARIATO. UFFICIO DEL COMMISSARIO. Int. notte Un uomo alto e magro si presenta a Carmelo
Carmelo stringe la mano dell’uomo e apre la bocca per rispondere ma l’altro con accento veneto gli dice
Carmelo gira gli occhi sulla faccia non amichevole di Maria Luisa che annuisce con una smorfia di rassegnazione
Carmelo spalanca le braccia in segno di resa. Caudan capisce e sorride
SCENA 24 VICOLO NEI QUARTIERI SPAGNOLI. Est. Notte Belillo sta raccontando la sua disavventura magnificandola parecchio
Un Vespino arriva e si ferma derapando accanto ai ragazzi. Sopra ci sono altri due ragazzotti sui tredici, quattordici anni e quello dietro balza a terra. Ha in mano una borsetta da donna col manico rotto. La apre e vi fruga dentro. Il guidatore del Vespino allunga il collo, interessato e anche gli altri ragazzi fanno cerchio.
Il ragazzo scaraventa la borsetta a terra furibondo. Ciro la raccoglie e la guarda: è una borsetta sciupata e consunta.
Lo scippatore gli strappa la borsetta vuota di mano, mentre gli squilla il cellulare che ha in un taschino della blusa.
prende il cellulare, lo apre e ascolta
Risale sul Vespino, il ragazzo alla guida dà una sgasata e il motorino schizza via facendo una pinna acrobatica. Ciro e gli altri seguono con lo sguardo quando sulla testa di Ciro si abbatte una tempesta di scapaccioni: è Salvatore, furibondo, che lo coglie alle spalle.
Dal bar all’angolo opposto escono nel vicolo Carmelo e Policriti. Carmelo vede Ciro che le prende dal fratello più grande e grida
L’ispettore si avvicina a Ciro che si era messo le braccia intorno alla testa per parare i colpi di Salvatore
Salvatore non sa che dire, cerca una scusa ma non trova. Ansima
Carmelo sbuffa e spalanca le braccia nel suo consueto gesto di rassegnazione. Volta le spalle ai due ragazzi e dice a Policriti
SCENA 25 BAR MEROLA. Int. notte Merola, il barista, asciuga il banco con uno strofinaccio e si stringe nelle spalle
Entra Ciro che corre a infilare una banconota nella macchinetta del videopoker CIRO
Si interrompe perché la macchina scampanella e Ciro ha fatto poker. Carmelo è stupitissimo CARMELO
Ciro va al banco col biglietto della vincita
Carmelo sbuffa, fa un gesto vago e se ne va CARMELO
SCENA 25 BIS SCALINATELLA TRA I VICOLI. Est. Notte L’uomo, sulla sessantina, esce con una borsa a tracolla dalla bottega artigiana di un sarto e sta trafficando per infilare nella borsa una busta con del denaro. E’ "Due di Picche". Ha fra le labbra una sigaretta spenta. Nella borsa ci sono altre buste e altre mazzette di soldi. L’uomo si leva la borsa da tracolla per poter sistemare il suo contenuto. Entra in campo, puntata contro di lui, la canna di un pistolone di plastica, di quelli a acqua. E una voce sussurra rauca e bassa
L’uomo alza lo sguardo sull’aggressore e sorride, per nulla preoccupato
Due di Picche indica la punta della sigaretta spenta.
Sempre visto solo di spalle, l’uomo misterioso in tuta, fa scattare la fiammella di un grosso accendino ma contemporaneamente pigia il grilletto del pistolone ad acqua che innaffia Due di picche di benzina. Si ripete l’effetto lanciafiamme e l’uomo investito dal fuoco urla come un pazzo, molla la borsa con la tracolla, inciampa sbattendosi le mani addosso nel tentativo vano di spegnere le fiamme e rotola giù per la scalinatella che unisce il vicolo con quello sottostante. L’assassino raccoglie la borsa con la tracolla e scompare nel buio. SCENA 26 OBITORIO. Int.Notte Carmelo spalanca le braccia nel gesto di impotenza che gli è consueto
Maria Luisa è ritta dall’altro lato del lettino su cui si indovinano le spoglie di un uomo carbonizzato
Gli indica il cadavere bruciato ma Carmelo distoglie lo sguardo.
SCENA 27 CASA PUCINO. Int. Giorno La famiglia Pucino è seduta a tavola per pranzo. Ci sono Angela, Anna, Salvatore e Ciro con Carmelo e Pasquale ai due capi della tavola. Letizia sta portando a tavola un grosso arrosto di agnello un po’ bruciacchiato e Carmelo fa un salto indietro sulla sedia, gettando il tovagliolo. Intorno al tavolo tutta la famiglia Pucino, meno Angela.
A Ciro, intento ancora ad arrotolare gli ultimi spaghetti, scappa da ridere per la reazione di Carmelo che gli dà un’occhiata di traverso
Ciro vorrebbe ribattere ma Pasquale alza la voce in tono di minaccia e ripete
Ciro abbozza ma Carmelo è rimasto intrigato dalla battuta del ragazzo
Carmelo aspetta il resto del ragionamento che non viene e Ciro è impegnatissimo a fare scarpetta nel suo piatto. Trilla un telefonino: Angela, Anna e Salvatore portano la mano alla tasca. Pure Carmelo tira fuori il suo e poi lo sbatte con rabbia sul tavolo.
Il telefonino che trilla è quello di Angela che risponde e si alza da tavola
Angela va verso lo specchio ammirando la propria snellezza e controllando la camminata da indossatrice
Salvatore allunga uno scapaccione a Ciro che lo evita piegandosi in avanti e battendo una nasata contro il fondo del piatto.
Anna ride e fa la linguaccia a Ciro mostrando la perlina che ha sulla lingua.
Carmelo sbuffa e si piega verso Ciro
Carmelo si drizza lentamente, colpito dal ragionamento. Annuisce e guarda Ciro con vero interesse
Carmelo si alza e sospira, piega per bene il tovagliolo
SCENA 28 SALONI DI UN GRANDE ALBERGO. Int. giorno Nel salone di un lussuoso albergo una dozzina di belle ragazze sono in attesa di fare un provino davanti a una telecamera. Sotto i riflettori, c’è una ragazza che assume varie pose davanti alla gigantografia di una lattina di olio per motori e viene ripresa dalla telecamera, mentre un fotografo scatta a ripetizione.
Angela si incammina flessuosa verso ilo set improvvisato. Le hanno messo un costume traslucido e va abbarbicarsi alla gigantografia come se ne fosse perdutamente innamorata.
Angela esegue la contorsione mettendo in rilievo il suo bel corpo
Intorno all’area illuminata siede una dozzina di persone, fra cui Giordano O Cafune che guarda Angela, leccandosi le labbra. La telecamera fa uno zoom sul primo piano di Angela
La piccola platea è entusiasta e applaude. Specialmente Giordano O Cafune che commenta rivolto ad un grasso signore
Ride sguaiato dandosi delle pacche sulle cosce. L’unico a non applaudire, ma ad essere arrabbiatissimo, è un bel giovanotto di vent’anni, che sbircia dal fondo, attraverso la porta socchiusa e guardata da due inservienti. E’ Aldo. Aldo vede Giordano O Cafune alzarsi, avvicinarsi ad Angela, prenderla per mano e portarsela via, uscendo da una porticina sul fondo del salone. Aldo cerca di irrompere nel salone, ma viene bloccato da due inservienti.
SCENA 29 CAMERINO. Int. Giorno Angela entra nel camerino, accompagnata da Giordano O Cafune. La ragazza cerca di tenere fuori l’uomo
Ma Giordano le impedisce di chiudere la porta ed entra anche lui
E le mette una mano sul sedere.
Angela si ribella, ma Giordano O Cafune non è abituato a sentirsi dire no e passa alla violenza.
la getta su un divano e le strappa il costume di dosso
La porta del camerino cede ad una vigorosa spallata e irrompe Aldo che colpisce Giordano con un gran calcio nel sedere. Giordano O Cafune ruzzola a terra e fissa allibito Aldo che strattona Angela che scoppia a piangere e lo abbraccia. O Cafune ,senza alzarsi dal pavimento, ansimando per l’indignazione, punta un dito contro Aldo
Aldo si china sul camorrista e lo afferra per la collottola, alzando di venti centimetri dal pavimento
gli dà una testata in faccia e lo ributta sul pavimento, e poi esce tirandosi dietro Angela.
SCENA 30 PIAZZALE PERIFERICO. Est. Giorno A fianco di un piccolo palco, da dove proviene l’assordante "bum-bum-bum" di un pezzo di musica techno, un ragazzo nordico dai lunghi capelli incolti, impugnando una torcia accesa, sputa nell’aria una grande lingua di fuoco. E Depicol. Assuntina scende dal monopattino di Ciro, lasciando il ragazzino con le mani sul manubrio e lo sguardo fisso sul mangiatore di fuoco.
Anna sta manovrando i mixer sul piccolo palco, eretto ai margini dello spiazzo. E’ coadiuvata da un ragazzo un po’ più grande di lei, anche lui con l’anello al naso e la sporcizia addosso di qualche mese senza doccia. Sta sistemando gli altoparlanti per cui di tanto in tanto invece della musica parte un fischio di feedback lacerante. E’ Zaddi. Ciro si tappa le orecchie con tutte e due le mani, poi grida alla sorella:
ribatte Anna e socchiude gli occhi ritmando la musica con tutto il corpo.
ride Anna e aumenta ancora il volume della musica. Ciro si rimette le mani alle orecchie, poi si avvicina alla sorella e urla:
Il riverbero di una nuova fiammata attira l’attenzione di Ciro. Depicol beve un sorso da un fiasco e poi soffia sulla fiamma della torcia ricavandone un lungo sbuffo di fuoco. Assuntina, intimorita e a disagio, si avvicina a Ciro e gli tira una manica
Va verso Depicol che sputa un’altra bella fiammata e gli dice
Depicol lo guarda e sorride . Poi dice con accento veneto
Ciro mima come se bevesse da un fiasco e poi sputasse con forza. Depicol ride. Gli porge il fiasco
Ciro prende il fiasco e ne annusa il contenuto
E lui adesso mimare il gesto del bere e gli mette la torcia accesa davanti alla bocca incitandolo coi gesti a sputare.
Ciro beve e sputa la benzina con forza sulla fiamma della torcia retta da Depicol. Lo spruzzo si incendia ma Ciro salta indietro e grida portandosi una mano alla bocca. La fiamma di ritorno gli ha bruciacchiato le labbra! Depicol ride
La musica techno si interrompe e Anna corre verso Ciro che ha una mano sulle labbra
Assuntina fissa Ciro con gli occhi pieni di lacrime. Ciro si leva la mano dalla bocca e si sfiora le labbra coi polpastrelli
SCENA 31 BORDELLO. SALA DI ATTESA. Int. Giorno Naomi si spoglia andando verso il letto
Naomi comincia a piangere e Carmelo a smaniare perché si sente in torto
Carmelo spalanca le braccia in un gesto di impotenza e se ne va
SCENA 32 VICO II PORTAPICCOLA A MONTECALVARIO. Esterno notte Aldo è davanti l’androne di ingresso del palazzo in cui abitano la famiglia Pucino e l’ispettore Carmelo. Sta parlando al cellulare e non bada ad una moto con due a bordo che viene giù per il vicolo piano piano.
La moto si ferma quasi davanti a Aldo e ne scende Tano, grosso, mascellone, masticando chewing gum, vestito con giubbotto di pelle di taglio militare e i capelli tagliati a spazzola che lo apostrofa
e pianta una coltellata nel ventre del giovane che crolla sulle ginocchia con un lamento. Tano salta sulla moto che subito parte veloce. Aldo si accuccia a terra tenendosi il ventre. Sbuca dall’androne, come una pazza, Angela, col cellulare ancora in pugno.
Aldo abbozza un sorriso anche nel dolore
Angela vede che il sangue sta superando le dita serrate sul ventre di Aldo e si affretta a comporre il 113 sul cellulare
SCENA 33 ATTICO E SUPERATTICO DI GIORDANO. Int./Est./ notte Un attico lussuoso. Dal terrazzo si vede tutto lo splendido golfo di Napoli. Giordano O Cafune è seduto davanti a un maxischermo televisivo e col telecomando sta cambiando un programma satellitare dopo l’altro. La sua figura tozza si staglia sul controluce del grande schermo e alle sue spalle ci sono, in piedi cinque uomini in attesa. Uno lo conosciamo: è Tano. Sullo schermo passa un programma in lingua inglese, poi uno in lingua francese, poi una in lingua tedesca.
fa girare la sua poltrona con un colpo di piede e spegne il maxischermo. Guarda Tano
Si fa avanti di mezzo passo un uomo piccolo e calvo, con un occhio strabico che non sai mai dove guarda
Tano e gli altri tre energumeni, tutta gente di camorra, ridono alla battuta del capo. L’avvocato invece scuote la testa
O Cafune scoreggia e si alza dalla poltrona girevole. Guarda l’avvocato e poi si stringe nelle spalle
Tano scoppia a ridere e gli altri tre gli fanno eco.
SCENA 34 VIA TOLEDO. Est. Giorno Ciro, con Assuntina aggrappata alla sua schiena, pedala col suo monopattino f in davanti al bar di Merola, all’angolo di via Toledo. Derapa davanti al bar e poi entra con la ragazza, portando con sé anche il monopattino.
SCENA 35 BAR DI MEROLA. Int. Giorno Ciro, seguito da Assuntina, va dritto alla macchina del videopoker e infila una banconota Merola non lo nota, sta consegnando una busta gonfia di soldi a Tano che nulla fa per nascondere la grossa pistola che porta in una fondina ascellare. Due clienti prendono tranquillamente un caffè al banco e guardano nel vuoto, come se quanto accade accanto a loro non li riguardasse proprio. Tano dà un’occhiata alle banconote contenute nella busta e poi scuote il capo
Tano prende una bottiglia di whisky dallo scaffale e ne leva il tappo di sughero coi denti sputandolo in faccia a Merola
beve una sorsata di liquore e poi la versa sulla testa di merola che non si muove finché il liquore non è finito.
Ride e se ne va dopo aver dato un’occhiata ai due clienti che continuano a bere il caffè dalle loro tazzine ormai vuote e anche ad Assuntina e Ciro apparentemente impegnato, assorto, nel gioco del videopoker.
e recupera la bottiglia vuota. Tano, già sulla soglia, si gira di scatto, minaccioso, estraendo il revolver. Merola fa un balzo di lato, tendendo le mani in avanti a protezione, e si affretta a precisare
Merola si stringe nelle spalle spaventato e scuote la testa
Tano annuisce e intasca il revolver
E se ne va. Merola controlla che si sia allontanato e impreca MEROLA
Ciro dà due sapienti colpetti alla macchinetta del videopoker è fa poker d’assi. Assuntina applaude conquistata.
Merola e i due clienti si avvicinano e controllano meravigliati
Ciro ride e Assuntina dice seria seria
Merola sbuffa come un tricheco e va alla cassa iniziando a contare le banconote della vincita.
I due clienti si affrettano verso l’uscita dopo aver buttato due banconote da mille sul bancone. Merola fissa spaventato Ciro
Merola guarda: oltre la porta di uno stanzino si intravedono delel taniche e una tuta. Merola chiude lo stanzino con rabbia
SCENA 36 VIA TOLEDO. Est. Giorno Ciro mette giù il monopattino e Assuntina sale dietro a lui che intanto le spiega
Assuntina si stringe tutta a lui che comincia a spingere il monopattino per fargli acquistare velocità e sospira estasiata
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