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POLIZIOTTO SCUGNIZZO

Soggetto di Luciano Martino & Ernesto Gastaldi

sceneggiatura di Ernesto Gastaldi

primo tempo 

 

SCENA 1

VICOLO NEI QUARTIERI SPAGNOLI. Est. Notte

E’ buio nel vicolo, fuori del bordello clandestino della signora Maria, che ha la 

porta illuminata da una lanterna rossa quasi di fronte a quella anonima che 

immette nella bisca pure clandestina del "barone" Gennaro (barone naturalmente 

non è un titolo nobiliare).

Lungo il vicolo in lieve discesa, passa come un razzo, CIRO, dodici anni appena 

compiuti, a bordo (si fa per dire) di un monopattino in lega, molto tecnologico.

In fondo, al crocevia con altri vicoli, Belillo, un ragazzino di 10 anni vende sigarette 

di contrabbando con le scatole allineate su una cassetta per la frutta.

Ciro non rallenta e compie un vero cristiania col monopattino

CIRO

Ancora qui, Belillo?

BELILLO

O ministro dice che il fumo fa male. Ma io che vendo, mentine?

Ma Ciro è già oltre l’angolo.

Dal bordello esce un cliente, salutato da una prostituta che vuole ancora una piccola 

mancia e strattonata indietro dalla signora Maria che chiude l’uscio.

E’ MOLOTOFF.

L’uomo indossa una tuta da meccanico, ha un fiasco di vino in mano e si guarda 

intorno sospettoso. Dà un’occhiata all’orologio da polso e poi si ritrae di scatto 

in un androne buio perché:

il "barone" Gennaro, uomo elegante, gessato a righe e cravatta argentata, 

accompagna fuori dalla bisca clandestina il RAGIONIER CHIESA, ometto in 

pensione, dall’aria dimessa, che termina di chiudere la valigetta di pelle che porta 

con sé

BARONE

E vedete un po’, caro ragioniere, di far capire a "O Cafune" che quello che è troppo è troppo e se si munge la vacca a sangue, quella muore! Non è che qua ci vengono i miliardari a giocare alla ruletta…

RAG. CHIESA

Barone, io il signor Giordano non lo vedo mai… quello che mi date, io prendo e consegno, non voglio sapere altro… però quello s’inquieta se lo chiamate "O Cafune"…

BARONE

Ah, si inquieta? Io pago un pizzo esagerato e lui si inquieta!? E poi qui nei quartieri lo chiamano tutti Giordano O Cafune. Statemi bene.

RAG. CHIESA

Eh! io sto bene. Spero pure voi…

Il ragionier Chiesa, stringendo in mano la sua borsa di pelle, si avvia da quella 

parte, avvicinandosi a Belillo che gli offre una stecca di sigarette                                                 

 BELILLO

Ragioniere, queste so’ fresche americane appena sbarcate…

RAG. CHIESA

Belillo, il contrabbando è contro la legge.

Belillo lo guarda indica la borsa che Chiesa tiene stretta e ammicca. 

Il ragioniere sospira

RAG. CHIESA

Chisto è o passate, picciridde. Tu sei il futuro e il futuro è nella legalità.

Chiesa se ne va e un uomo si stacca dall’ombra barcollando, sembra ubriaco. 

L’uomo in tuta ha in mano un fiasco.

(Lo vediamo sempre solo di spalle e immerso nell’ombra del vicolo)

L’uomo allunga il passo e si avvicina, da dietro, al ragionier Chiesa e lo afferra 

per una spalla. Chiesa si volta spaventato ma poi evidentemente lo riconosce e 

sorride

RAG. CHIESA

Ah, site vuie! Avete alzato il gomito eh?

L’uomo vacilla, poi offre il fiasco al ragioniere con l’aggressività degli ubriachi

UOMO MISTERIOSO (rauco)

Un sorso, ragioniere! Un sorso alla salute di chi ci vuole male…

RAG. CHIESA

Che si festeggia?

UOMO MISTERIOSO (rauco)

Nu compleanno…

RAG. CHIESA

Ah, il tuo? E quanti anni fai?

L’uomo barcolla ubriaco, beve un lungo sorso dal fiasco, riempiendosi le guance

UOMO MISTERIOSO (rauco)

Cinque! Alla salute!

allunga il fiasco verso il ragioniere, che sospirando lo prende per accontentare 

l’ubriaco, e ne ingolla un sorso. Subito sputa strabuzzando gli occhi

RAG.CHIESA

Ma che cavolo bevi? E’ benzina e … 

Non può terminare la frase perché l’altro gli sputa addosso la boccata del liquido 

che ha succhiato dal fiasco e poi fa scattare la fiammella di un accendino.

La sputata prende fuoco e sembra un lanciafiamme!

L’ometto urla e molla il fiasco: i suoi abiti prendono fuoco. Lascia cadere a terra l

a borsa di pelle, urla e rotola sull’antica 

pavimentazione del vicolo. L’aggressore, agile e preciso, è lesto a rubargli la 

borsa e a scappare via.

 

SCENA 2

COMMISSARIATO. STANZA DELL' ISPETTORE PANETTA. Int. Notte

L’ispettore di polizia Carmelo Panetta è un uomo panciutello, calvo, sulla 

sessantina. E’ chino su qualcosa e sta spiegando al giovane agente calabrese 

Policriti, un bel ragazzo sui vent’anni, che segue con grande attenzione

CARMELO

Trentasei anni di servizio modestamente… e ormai vado a naso… capisci? E’ un sesto senso, un intuito…

Suona l’interfono interno e l’agente si muove per rispondere ma Carmelo lo ferma 

con un gesto

Ssst… io percepisco quand’è il momento di intervenire… tu però per i primi tempi è bene che ti regoli con l’orologio…

L’interfono trilla di nuovo

POLICRITI

Ispettore, è il capo che chiama…

CARMELO (con un gesto di fastidio)

Ssst! ecco questo è il momento! Basta che sbagli di un secondo e…

Carmelo allunga le mani verso la "cosa" ma alle sue spalle si spalanca la porta e 

appare Maria Luisa Casiraghi, il nuovo 

Commissario venuto da Milano. Una bella donna sui 40 anni, volitiva, intelligente.

COMMISSARIO

Ispettore Panettaaaa! Vuole rispondere quando la chiamo?

Carmelo trasalisce violentemente proprio mentre sta capovolgendo una rovente 

macchinetta napoletana per il caffè.

La macchinetta gli sfugge di mano, cade a terra e schizza acqua bollente e caffè 

bruciacchiandolo.

CARMELO

Porc… acc! Mi son bruciato, Commissaria!

 

SCENA 3

OBITORIO. Int.Notte

(senza soluzione di continuità alla scena precedente)

COMMISSARIO

Questo è bruciato! E non chiamarmi commissaria!

Maria Luisa strappa da sopra il cadavere il lenzuolo che nasconde il corpo 

devastato dal fuoco del rag. Chiesa. La visione di un attimo. Carmelo distoglie 

lo sguardo e Policriti fa un salto indietro con un conato di vomito.

                                       

Lo conosce?

Carmelo guarda quella donna, così decisa, sospirando e non risponde subito. 

Maria Luisa mantiene il suo tono volutamente duro

COMMISSARIO

Be’, che c’è? Voi dei quartieri spagnoli vi conoscete tutti: ladri, assassini, poliziotti, tutti quanti no?

Carmelo torna a guardare verso il cadavere di Chiesa e annuisce addolorato

CARMELO

Sì, lo conoscevo. Si chiamava Mario Chiesa, ragioniere del Banco di Napoli pensione. Un brav’uomo che non ha mai fatto del male a nessuno.

 

SCENA 4

COMMISSARIATO. UFFICIO DEL COMMISSARIO. Int. notte

Maria Luisa punta una sigaretta spenta contro l’ ispettore Panetta

COMMISSARIO

E se aveva fatto del male a qualcuno che gli facevano?

Maria Luisa si accende una sigaretta che però subito spegne in un posacenere 

che le porge con grande tempismo il giovane Policriti.

Carmelo si pesca in tasca una gomma da masticare e la porge alla donna che non 

la prende e la guarda come se fosse una cosa sporca. Carmelo sorride benevolo

CARMELO

E’ nu ciclèss. Aiuta a smettere…

COMMISSARIO

Non mi serve. Se voglio smettere, smetto.

Che faceva questo ragionier Chiesa?

CARMELO

Si dice che riscuotesse il pizzo per conto di Giordano O Cafune…

COMMISSARIO

Alla faccia della persona perbene!

CARMELO (sospirando)

Commissaria, qui non siamo a Milano, siamo a Napoli. Ci si deve arrangiare per vivere. Il ragionier Chiesa faceva il giro delle botteghe e raccattava le buste col pizzo. Lui non c’entrava con le violenze, le estorsioni… niente. Raccoglieva….

Maria Luisa si mette in bocca un’altra sigaretta che butta con rabbia quando 

realizza il proprio gesto. Punta un dito contro Carmelo e lo guarda con occhi 

di fuoco

COMMISSARIO

Ah! Raccoglieva! Rob de matt! Raccoglieva! Era una esattore della camorra, ecco quella che era! E’ così?

CARMELO

In un certo senso… sì. Ma lui era una persona perbene…

COMMISSARIO

Ispettore Panetta, Napoli o Milano sempre Italia è! Capito? E la legge è una sola e lei è pagato per farla rispettare! Sempre! Ovunque! E questo vale anche per lei sovrintendente Policriti! E adesso datevi una mossa e trovate quel bastardo che ha bruciato quella persona perbene!!!!

CARMELO

Come no, commissaria. Domattina, prima cosa…

COMMISSARIO(furente)

Domattina, un tubo!!!! Lei comincia subito! Subitissimo! Interroghi tutta Napoli ma trovi quel piromane assassino!!

CARMELO

Veramente adesso il mio turno è finito…

COMMISSARIO

Turno?? Hanno bruciato un uomo a cento metri da qui e lei mi parla di turni? Fuori, maledizione, fuori! a lavorare! Capito? La-vo-ra-re!!!

Policriti corre ad aprire la porta all’ispettore che sbuffa, vorrebbe rispondere, ma si trattiene, si avvia senza fretta, e uscendo

 brontola a sé stesso e a Policriti che si mette nella sua scia

CARMELO

Mannaggia a noi… ma questa c’è venuta o ce l’hanno mandata…  

 

SCENA 5

COMMISSARIATO. CORRIDOIO. Int. Notte

Carmelo sta ancora masticando parole incomprensibili tra sé quando il 

Commissario si affaccia come una furia sul corridoio e grida dietro a lui e al 

giovane agente

COMMISSARIO

Mi ci hanno mandato, pirla!!! Chi vuoi che venga in quest’Africa qui, se non lo mandano?

Policriti si ferma, imbarazzato. Poi fa un saluto militare al Commissario che sbatte 

la porta.

Carmelo non si volta, non risponde: volge solo gli occhi verso il soffitto ed esce 

masticando imprecazioni senza suono.

 

SCENA 6

VICOLO NEI QUARTIERI SPAGNOLI. Est. Notte

Nel vicolo dove hanno bruciato il ragionier Chiesa c’è ancora un po’ di gente che 

commenta l’accaduto.

Belillo, il ragazzo delle sigarette, indica il punto dell’omicidio, dove si vede una 

grande macchia di bruciato

BELILLO

Era qui… proprio qui… bruciava come una torcia, come si vede al cinema…

Spingendo il monopattino, nella lieve salita del vicolo, Ciro si acvvicina a Belillo e 

lo strattona per un braccio, lo tira via

CIRO

A Belillo, ma sei matto? Fai da cicerone a un omicidio di camorra?

BELILLO

Cice…che? Ciro! Io non facevo quella cosa lì. Solo che quando chille abbruciava io ero lì sull’angolo e…

(abbassa la voce) …gli ha fregato borsa… mentre quello moriva, gli ha fregato la borsa..

CIRO

Scordatelo! Belillo, scordatelo! Tu non hai visto niente…. Capito? Niente!

Ciro riprende a correre sul monopattino, favorito dalla pendenza del vicolo.

Belillo resta perplesso a grattarsi la testa. Si avvicina una donna grassa

VAIASSA

Guagliò, hai veduto lu fuoche… che hai vedute?

Che hai vedute?

BELILLO

Nu cazze, aggio vedute…

E scappa via.

 

SCENA 7

BORDELLO. STANZA DI NAOMI. Int. Notte

Naomi, una bellissima prostituta di colore, dà le spalle alla C. e sta sciogliendo 

il  nodo del pareo di seta che vela il suo bel corpo.Seduto sul letto c’è Rosario 

Devoto, un ometto di mezza età, secco, grigio, con un paio di baffetti, che la 

guarda intenerito

ROSARIO

Se non fosse per il colore della pelle… sei fatta come la mia Adele… era bella sai, bella come te…

NAOMI

E’ il più bel complimento che abbia mai avuto, grazie signor Rosario.

 

Si spalanca la porta e appare la signora Maria, mezzo toscano acceso tra i denti 

e dito puntato sui due

       SIGNORA MARIA

Giù! Subito! C’è l’ispettore!

ROSARIO

La polizia? Oh mamma mia…

SIGNORA MARIA

E che vi importa, don Rosario? Voi siete vedovo… Naomi, svelta!

 

SCENA 8

BORDELLO. SALA DI ATTESA. Int. Notte

 

Carmelo, di malavoglia, passa in rassegna cinque prostitute che lo guardano 

ironiche, mentre Policriti imbarazzatissimo non  sa dove guardare, poi resta 

incantato da Naomi che scende la scala come una sciantosa, annodandosi il 

pareo sulla spalla, dietro a lei Rosario, che si sistema la cinta dei pantaloni

UNA BIONDA

Ispettore, volete scegliere la migliore…?

Carmelo sbuffa e scuote la testa, mentre dà un’occhiata a Rosario che esita ad 

allinearsi con le prostitute.

CARMELO

Mai pagato le donne io…

La signora Maria volge uno sguardo supplice al soffitto ma non lo contraddice.

CARMELO

Due ore fa hanno bruciato un uomo qua davanti. Per caso, dico per caso, qualcuno ha visto qualcosa?

 

Naomi apre la bocca per parlare ma incrocia lo sguardo imperioso della signora 

Maria e la richiude.

Carmelo non se n’è accorto e scruta le facce delle prostitute che assumono una 

falsa aria di innocenza.

UNA BRUNA

Col lavoro che facciamo mica abbiamo tempo di guardare dalla finestra, eh, ispettò…

CARMELO

Ma quel povero cristiano avrà urlato, avrà gridato come un ossesso, non è che è bruciato zitto zitto… e nessuno ha sentito niente?

UNA ROSSA

Eh, io ho sentito… ma ci avevo un peso sullo stomaco da 100 chili, non so se mi spiego… (poi a Policriti) mica son tutti bei giovani come te, agente…

POLICRITI

Sovrintendente….

UNA ROSSA (ammicando)

A cosa sovrintendi, bello?

CARMELO

Chiudi quella bocca che non stiamo a giocare. E voi, don Rosario, avete sentito qualcosa in giro? Che si dice?

ROSARIO

Niente si dice. A me poi proprio non potete chiedere di fare la spia.

CARMELO

E perché? Fu una disgrazia no? Voi diceste che fu una disgrazia.

Rosario annuisce con gli occhi che si vanno riempiendo di lacrime e Carmelo lo 

accompagna alla porta

CARMELO

Andate a casa Rosario e cercate di non pensarci…

Rosario esce dal bordello e Carmelo scuote la testa sospirando

CARMELO

Mondo di merda.

NAOMI

Che gli è successo?

CARMELO

Gli sono morti moglie e figlio.

SIGNORA MARIA

Ispettore, qui perdete tempo. L’ho sentito urlare quel disgraziato, ha gridato per un minuto buono. Ma voi sapete com’è a Napoli: ognuno si fa i cazzi suoi. (strizza l’occhio a Carmelo)

Mestiere da donna no?

Le prostitute ridono e Carmelo si sente ridicolo. Sbuffa

CARMELO

Già! E’ fare il commissario che non è mestiere da donna… Allora, signora Maria, mi dovete dare la lista dei clienti che sono stati qui prima dell’omicidio.

 SIGN. MARIA

Dice davvero, Carmelo?

CARMELO

Dico davvero sì. Guardate che non lo vado a raccontare alle mogli…

 

SCENA 9

BISCA CLANDESTINA. Int. Notte

Lo stanzone di un basso arredato con una decina di tavoli. Intorno ad alcuni 

di essi siedono alcune persone, uomini e donne.

Sui tavoli sono aperti dei giochi di società come Monopoli e Risiko. Al centro 

dello stanzone, su un tavolo da ping pong ma senza la retina in mezzo, due 

uomini in abito scuro, tipici croupier, stanno affettando dei panini.

Gennaro entra nello stanzone seguito da Carmelo e Policriti. Annuncia

GENNARO

Amici, abbiamo la visita delle autorità! L’ispettore Carmelo, che tutti conoscete vero?

TUTTI (in coro)

Buona notte ispettore!

GENNARO

Qualche partitella fra amici, come vedete… 

Carmelo sbuffa, insofferente e guarda i due croupier che fingono di affettare 

panini

CARMELO

E voi che fate?

UN CROUPIER

Si mangiucchia, ispettore! Volete favorire?

CARMELO

Guardate che se ci van le briciole, sotto, la roulette poi si scassa. Sentite, non sono qui per il gioco d’azzardo, ma per quel disgraziato che han bruciato qua fuori due ore fa.

GENNARO

Eh! L’abbiamo sentito urlare ma pensavamo che fosse un drogato, qualcuno malamente… e invece… povero ragioniere!

CARMELO

Ah! Poi siete uscito a vedere…

GENNARO

E come no, ispettore! Quando è arrivata l’autoambulanza… c’era mezzo quartiere… chi può aver fatto una carognata simile a quel disgraziato. Era stato qui con noi a farsi un bicchiere di vino…

CARMELO

Veniva spesso qui?

GENNARO

Tutte le settimane.

Carmelo annuisce e fissa Gennaro in un certo modo. Chiede

CARMELO

Immancabilmente?

GENNARO (compunto)

Immancabilmente.

Carmelo annuisce e sospira.

CARMELO

Ho capito. Aveva una borsa? Quando è uscito dico, aveva un borsa?

GENNARO

Sì. Una borsa di pelle.

       CARMELO (con intenzione)

                                       Piena?

Gennaro fa una smorfia di dispiacere e annuisce

GENNARO

Eh sì, purtroppo. Piena.

Carmelo annuisce e guarda Policriti

CARMELO

E nessuno è uscito dopo di lui, vero?

GENNARO

Nessuno. Lo giuro sulla testa dei figli miei.

CARMELO

Che non avete, barone, che non avete.

GENANRO

E chi lo sa! Ero una sciupafemmine, io.

CARMELO

Come no. (a Policriti) Iamme, guagliò che la lista è lunga.

I due escono e subito i cartelloni dei giochi scompaiono e sotto ci sono le carte 

da poker, già distribuite con le fiches della giocata. I due croupier separano le 

due metà del tavolo da ping pong su cui stavano affettando i panini e sotto c’è 

una splendida e lucida roulette.

 

SCENA 10

CASA PUCINO. Int. Giorno

Una gran tavolata in casa Pucino. Oltre a Pasquale, capofamiglia, coetaneo di 

Carmelo, sono seduti a pranzo donna 

Letizia, moglie di Pasquale, e i loro figli Concetta di ventidue anni, col marito 

Rocco sui 25 e Pasqualino, il loro figlio di tre anni.

Poi c’è Salvatore di diciotto anni, fermo da anni alla prima geometri, Angela, la 

bella della famiglia, di diciassette anni, Anna, fanatica del piercing, anellini al 

naso e alle orecchie, di quattordici e l’ultimo è Ciro, il dodicenne che già 

conosciamo.

Letizia serve a Carmelo un gigantesco piatto di spaghetti con le vongole

PASQUALE

Vongole veraci, Carmelo, di stamattina…

CARMELO

Eh… qui di verace ci son solo più le rotture di scatole… quello l’avran bruciato per qualche sgarbo di camorra e come posso trovare l’assassino? Per la milanese è facile! Trovalo, dice lei, trovalo… e come lo trovo se qui tutti si fanno i cavoli loro e non vede mai niente nessuno…

Pasquale filosofeggia arrotolando gli spaghetti

PASQUALE

E’ un mondo sempre più brutto… … ancora un po’ di sugo?

Carmelo che scuote la testa, si tocca lo stomaco e poi tira fuori un biglietto

CARMELO

No, grazie. Tengo lo stomaco incazzato. Mo mi tocca andare in giro a chiedere alla gente se brucia le persone. Tengo pure la lista: Merola, o barista, Molotoff o carrozziere, Silvio, o animale…

LETIZIA

E’ già ‘na cosa. Ma chi ve l’ha data sta lista Carmelo?

CARMELO

Donna Letizia, non ve lo posso dire.

Si sente il trillo di un telefonino: Rocco, Angela, Anna e Salvatore controllano 

se è il loro. E’ quello di Angela che lo apre, ascolta e dice

ANGELA

Brunch. Alle vongole. Lo so, lo so. Sono minorenne e non posso. Ancora tre mesi.

PASQUALE (con un’occhiataccia)

Perché fra te mesi che fai?

Angela richiude il telefonino e lo rimette in tasca.

ANGELA

Quando sono maggiorenne vado a Milano.

A Napoli la moda non esiste proprio.

PASQUALE

La senti, Carmelo? Vado a Milano… na guagliona che va a Milano da sola. Che fine può fare, eh?

ANGELA

La top model! Ecco la fine che può fare a Milano una col mio body!

SALVATORE (ride)

O la top zoccola!!!!

ANGELA (con disprezzo)

Asshole!

PASQUALE

Basta! Mangiate va, che poi chi vivrà vedrà.

Carmelo sospira, mastica, scuote la testa, preso dai suoi problemi e si rivolge 

a Pasquale

CARMELO

Chiesa viveva solo, arrotondava la pensione con qualche lavoretto e non poteva avere nemici. Escluso quindi il fatto personale, ti pare Pasquale?

CIRO

Chi lo ha bruciato, gli ha rubato la borsa che era piena di soldi.

Ciro parla senza alzare gli occhi dal suo piatto e arrotolando spaghetti.

                                        PASQUALE (allarmato)

E tu come lo sai?

CIRO (vago)

Si dice in giro…

Pasquale gli allunga un buffetto sulla testa

PASQUALE

Guaglione, impara a farti gli affari tuoi, eh?

CIRO

Da grande voglio fare il poliziotto!

Salvatore dà un secondo scappellotto a Ciro

SALVATORE

Ma che dici! O spione! Vuoi fare o spione!?

CIRO

Perché? Zì Carmelo è uno spione?

PASQUALE

Carmelo, spiegaglielo a ‘sto guaglione. Un conto è che uno fa il poliziotto perché non trova niente di meglio da fare, un conto è uno che c’ha proprio la vocazione di fare lo sbirro!

CARMELO

In principio era per disperazione, ma poi m’è venuta pure un po’ di vocazione… si vedono certi fetienti… però che non è che io e Policriti, da soli, possiamo fare la guerra alla camorra!

Ancora il trillo di un telefonino e nuovamente Rocco, Angela, Anna e Salvatore 

controllano il loro cellulare. Ma non è nessuno dei quattro.

Ciro tira fuori il suo dal taschino della camicia e lo spegne.

Carmelo si tende verso il figlio di Rocco, di tre anni:

CARMELO

Ce l’ha pure Pasqualino o telefonino?

ANNA (a Ciro, sfottendo)

Non sai rispondere?

CIRO (impunito)

Quando chiamano le femmine, no.

Salvatore continua a parlare con Carmelo senza seguire il battibecco tra 

Ciro e Anna

SALVATORE (a Carmelo)

Zì Carmelo, fate un po’ di manfrina: tu che hai visto, tu che non hai visto… e vi guadagnate lo stipendio no? Fottetevene della camorra e della commissaria.

CARMELO

Non è che mi piace fare così… vedendo tanti malamente un po’ di vocazione di mandarli in galera m’è venuta… però hai ragione, purtroppo. Ma faglielo capire a quella polentona che ci han mandato da Milano! Sembra che l’abbia bruciato io quel poveraccio!

ANNA (con la bocca piena)

Bisognerebbe bruciare tutto! I camorristi fanno schifo, i poliziotti fanno schifo e pure quelli che voglio diventare poliziotti fanno schifo!

CIRO (ad Anna)

Ma la scumma a schifezza a fetenzia è la linguaccia attìa!

Anna gli fa una linguaccia mostrando la perlina che porta incastonata sopra.

                                PASQUALE

Anna!!! Almeno per mangiare ti vuoi levare quella schifezza dalla bocca?

Salvatore tira fuori dalla tasca un cellulare ancora chiuso nella plastica 

trasparente e lo offre a Carmelo

SALVATORE

A zì Carmelo, un regalino per vuje…

CARMELO

O scarrafone? Io ti ringrazio ma non lo so usare…

SALVATORE

Ma che dite! Lo usano pure le creature… c’ha anche una scheda con 50 sacchi di prepagato… Zì Carmelo, è come quello che avete nella macchina di servizio…

CARMELO

No, quello è una radio. Chiama tutti e io parlo solo con la Centrale. E poi resta in macchina, capito?

Non è che suona qui, mentre mi faccio due spaghetti…

LETIZIA

E vabbuono, Carmelo. E’ un regalo. Non rifiutate.

Carmelo sospira, guarda la donna che gli sorride e annuisce. 

Prende il telefonino e se lo mette in tasca

SALVATORE

Oh, e bravo zì Carmelo.

Salvatore posa un foglio sul tavolo, davanti al piatto di Carmelo che ha ripreso 

la forchetta e si ferma a guardarlo

CARMELO

Cos’è?

SALVATORE

M’hanno fatto un’altra multa. Vedete un po’ se me la potete far togliere… 

Carmelo sbuffa, poi prende il bollettino della multa e gli dà un’occhiata

CARMELO

Eccesso di velocità, un’altra volta… ma che ci fai con sta moto?

SALVATORE

Che ci faccio? Ci vado… quelli si sono fissati con me. Cercano di prendermi, non ci riescono e mi fanno la multa perché si incazzano…

CARMELO

Sta attento, Salvatore. Che noi possiamo pure sparare, capito? se non ti fermi all’alt, io posso spararti…

SALVATORE (ride)

Avete sparato mai?

CARMELO

Io no. Però metti che incontri un milanese… un poliziotto milanese, oh, quelli sparano…

ROCCO

Sparano pure i napoletani. Hai visto quel medico al parcheggio mio…

SALVATORE

E che c’entra! A quello gli stavano fottendo la macchina …

PASQUALE

E perché? Adesso per il furto d’auto ci sta la pena e morte?

ANGELA

Ma sentitelo! Il parcheggio mio! Wow!

Angela si atteggia e prende in giro Rocco sollevando l’irritazione di Concetta

(le voci si sovrappongono e ognuno dice la sua senza quasi ascoltare gli altri)

CONCETTA

Ha parlato la similSchiffer! La futura "toppa" model!

ROCCO

Ma quel parcheggio è proprio mio! Regolare! Io sono parcheggiatore abusivo autorizzato!

Angela si alza e scuote i lunghi capelli, si accarezza i fianchi, irridente

ANGELA

Sfotti sfotti! Ma se tu avessi avuto un bottom così e questo stacco di gambe mica permettevi che ti ballasse sulla pancia uno come questo qui, l’abusivo autorizzato…

PASQUALE

Angela! Ma come parli a tua sorella? Ma porca puttana voi ragazzi non rispettate più niente! Ma che merda di futuro vi costruite?

ANNA

Il futuro è un’invenzione dei vecchi per fregare i giovani. Non esiste proprio.

CIRO

Per me esiste e da grande voglio fare il poliziotto.

Anna fa di nuovo una linguaccia con tanto di perla a Ciro che le infila velocissimo 

nella bocca spalancata un gnocco di mollica di pane. Anna tossisce semisoffocata.

Letizia accorre e cerca di colpire con uno scappellotto Ciro che però lo evita, 

fuggendo via come un furetto. Afferra il suo monopattino in lega parcheggiato 

accanto alla porta e scappa via. Pasquale spalanca le braccia in segno di resa.

 

SCENA 11

SCALE PALAZZO A PORTA PICCOLA. Int. Giorno

Le scale di pietra hanno gli scalini consunti dall’uso secolare, infissi e porte 

portano i segni del tempo e tra fessure e avvallamenti di pavimenti possono 

passare in assoluta comodità topi e scarafaggi.

Ciro scende i vecchi gradini a due a due col monopattino in braccio e quando 

arriva al piano terreno lo mette giù pronto a partire.

 

Una delle porte sgangherate si socchiude e appare la faccetta spiritosa e 

bellina di Assuntina, una ragazzina di undici anni, che lo guarda con le stelline 

negli occhi

ASSUNTINA

Ciro, dove vai?

CIRO

In nessun posto.

ASSUNTINA

Posso venire anch’io?

CIRO

E vieni… 

Assuntina sale sul monopattino dietro a Ciro che con una gran pedata lo fa 

partire sulle basole sconnesse.

 

SCENA 12

VICO II PORTA PICCOLA A MONTE CALVARIO. Est. giorno

I due escono nel vicolo a bordo del monopattino, sbucando dall’androne del 

palazzo dall’antico fasto nobiliare totalmente corroso dal tempo e dall’incuria.

La pendenza del vicolo favorisce la velocità del monopattino che però sobbalza 

terribilmente sulla pavimentazione sconnessa.

Assuntina sta saldamente abbrancata alla schiena Ciro e gli grida nelle orecchie

ASSUNTINA

Prima ti ho chiamato al telefonino.

CIRO

A tavola lo stacco.

ASSUNTINA

L’hai chiesto a tuo zio Carmelo se mette una buona parola per il mio papà?

CIRO

Carmelo non è mio zio, è un amico di mio padre.

ASSUNTINA

Però mi hai detto che era innamorato di tua madre.

CIRO

Quando andavano alle elementari… tutti e tre: lui, lei e papà. Mica uno diventa zio per questo.

ASSUNTINA

E vabbè. Ma gliel’hai chiesto a Carmelo? Dice che se fa mettere una buona parola, a papà gli danno i domiciliari… 

CIRO

Non era giornata. La commissaria l’ha fatto nero per quell’uomo che hanno bruciato davanti la bisca. Se non trova chi è stato, quella milanese lo farà ammalare…

ASSUNTINA

E’ vero che uno sbirro, però Carmelo è un brav’uomo, no?

CIRO

Bravissimo.

ASSUNTINA

E allora perché non lo aiuti. Tu che sei intelligentissimo…..

Ciro si volta, vede le stelline di adorazione negli occhi di Assuntina e sorride 

adulato

CIRO

Lo sto già facendo.

 

SCENA 13

VICOLO RESIDENZA DEGLI ESPOSITO E INGRESSO GARAGE. Est. Giorno

Molotoff esce dal garage asciugandosi le mani sporche i morchia. Indossa la 

sua solita tuta.

MOLOTOFF

Ca vulite, marescià….

CARMELO

A Molotoff! Non ci sono più marescialli in polizia, mo sono ispettore…

MOLOTOFF (ride)

E va bene, don Carmelo! Quando m’hanno menato a me, c’erano…

CARMELO

E già. Che ci mettevi nelle molotoff?

MOLOTOFF

Quello che ci mettevano tutti: benzina. Poi uno stroppo di cotone, una ella fiammata e oplà!

Molotoff fa il gesto di tirare una bomba. Carmelo annuisce e lo fissa

MOLOTOFF

Oh, marescià! Io parlo del Sessantotto, eh?

CARMELO

Già. E adesso che giochetti fai con la benzina?

MOLOTOFF

Noooo! Noooo! Io con quello bruciato non c’entro nu cazze eh? Io stavo qui a sistemare una Panda…

CARMELO

Sì, bugiarde! Vedi? Sì bugiarde! Perché tu invece eri proprio nel vicolo! In quel vicolo….

MOLOTOFF

E vuie come lo sapete?

CARMELO

Non importa come. Tu stavi là. Paghi o pizzo a Giordano O Cafune, vero?

MOLOTOFF

Un momento, marescià, un momento. Na cosa alla volta: io sono stato a fottere. E’ un reato? Spero di no. E sì, pago o pizze, come tutti gli altri. Pure questo non è reato, vero?

CARMELO

E ti sei stufato di pagare e… oplà!

Carmelo ripete il gesto di Molotoff, mimando il lancio di una molotoff.

Molotoff scuote rabbiosamente la testa

MOLOTOFF

Me vulite morto, don Carmelo? Se vuie andate in giro a raccontare sta strunzata, quelli mi fanno o servizio!

CARMELO

Della polizia, della legge, non te ne fotte niente. E’ così?

MOLOTOFF

No, ma quelli non stanno a fare processi, l’appello, la cassazione… no, quelli fanno subito la cassazione di abete… Non sono stato io. Lo giuro.

CARMELO (ghignante)

Sulla testa dei tuoi figli.

MOLOTOFF

Sì. Sulla testa delle mie creature.

CARMELO

E’ una moda, povere creature…

MOLOTOFF

Sono uscito dal casino e me ne sono andato e nun aggio visto niente.

CARMELO

Naturale. Questa è una città di ciechi. Di non vedenti….

Carmelo si porta indice e medio divaricati sugli occhi.

 

SCENA 13 BIS

VICOLO NEI QUARTIERI SPAGNOLI. Est. giorno

Le scatole di Marlboro sono sparse a terra e la cassetta di Belillo, rovesciata. 

Il ragazzino non c’è e altri scugnizzi del quartiere stanno fumando a sbafo, 

saccheggiando le stecche di sigarette che il ragazzino vende all’angolo del 

vicolo in cui hanno bruciato il rag. Chiesa.

Ciro arriva col suo monopattino e Assuntina aggrappata dietro e ferma con 

un perfetto "cristiania" come se fosse sugli sci.

CIRO

Belillo dov’è?

Risponde uno degli scugnizzi, un ragazzino albino tutto bianco, accendendosi 

una sigaretta col mozzicone di quella che sta fumando

STUART LITTLE

Bo! Non risponde manco il cellulare suo. Stamattina si fuma a gratisse.

CIRO

Okay, Stuart Little! Si fuma ma non si ruba.

E raccoglie i pacchetti di sigarette ancora sani e li butta nello scatolone.

STUART LITTLE

Ma che fai? Vieni a comandare qui, Ciro? Questa è zona mia.

CIRO

Lo so, Stuart Little, lo so. Ma Belillo è anche amico tuo, no? Non vorrai che si dica che Stuart Little ruba agli amici?

TUTTI GLI SCUGNIZZI (ridendo)

Noooo!

LITTLE STUART

E allora cominciamo da te, Pokemon: vuota le tasche!

Tutti sghignazzano mentre Stuart Little capovolge lo scugnizzo che risponde al 

nomignolo di Pokemon e dalle tasche gli escono alcuni pacchetti di sigarette, un 

telefono cellulare e una cascata di figurine pokemon.

CIRO

E dobbiamo anche scoprire che fine ha fatto Belillo.

NAOMI (off)

O che gli han fatto fare.

È Naomi che ha parlato uscendo dal bordello della signora Maria. E’ tutta 

agghindata sexy e cammina con difficoltà sui tacchi altissimi e con la 

minigonna stretta sulle cosce.

NAOMI

L’ha preso uno degli Esposito.

 

Dalla porta del suo bordello Maria, la maitresse, ha sentito la frase di Naomi e 

ha un gesto di rassegnazione. Spinge dentro un paio di ragazze che si affacciano 

dietro a lei

SIGNORA MARIA (brontola)

Queste ragazze di colore sono brave e care ma non hanno capito ancora che devono farsi gli affari loro.

 

Ciro corre appresso a Naomi per avere maggiori ragguagli lasciando Assuntina 

scura in volto, gelosissima.

CIRO

Quando è successo? Come l’hanno preso?

E perché?

Naomi ride e scuote la bella capigliatura corvina. Ciro le offre il braccio

CIRO

Fa niente se non vuoi parlare. Ti capisco. Ti accompagno.

Naomi accetta ridendo e prende Ciro sottobraccio.

Assuntina vacilla, stringe le labbra, livida di rabbia e scappa via esclamando

ASSUNTINA

Uomini!

 

SCENA 14

RESIDENZA ESPOSITO. Int. giorno

Lo schiaffone colpisce il volto spaurito di Belillo e lo manda a sbattere contro un 

banco di monitor che mostrano i vicoli intorno a alla casa degli Esposito.

BELILLO

Dio, che pacchera….

 

e fissa con occhi sgranati di paura l’uomo che lo ha colpito e che lo sovrasta: 

grande, grosso e col cranio rasato. Spaventoso.

PICCHIATORE

Tu stavi lì a vendere sigarette, no? hai dovuto vederlo per forza! Chi era? Chi l’ha bruciato?

Il picchiatore leva alta la manona per un altro schiaffone e Belillo alza un 

braccio a proteggersi

BELILLO

Era notte e mi sono voltato solo quando quello era già tutto pieno di fuoco. E non c’era più nessuno…

 

Lo schiaffone del picchiatore travolge la debole difesa di Belillo e lo butta a 

terra. Il bambino non piange e guarda il gigante con grandi occhi sgranati.

L’uomo lo afferra e gli schiaccia la faccia su uno dei monitor che mostra uno 

stretto vicolo chiuso da una grossa cinta.

(DETTAGLIO nel monitor del vicolo e della cinta)

PICCHIATORE

La vedi quella cinta? Bene, là sotto io sotterro gli infami come te! Avanti, chi era? Com’era? Stavi sull’angolo, qualcosa devi avere visto!

BELILLO (d’un fiato)

Era alto e nero, grosso, col mantello e correva come il diavolo…

ESPOSITO

Sì, e coi denti da vampiro… 

interviene don Esposito, uscendo dall’ombra. E’ sui quarant’anni, ben vestito, 

elegante e sorride a Belillo

ESPOSITO

Se non hai visto niente non ti devi inventare le cose.

BELILLO

Ma quello mena…

PICCHIATORE

Mo gli faccio passare lo sfizio di pigliarci pu cule… 

Il picchiatore afferra il piccolo per la camicia e lo solleva, ma Esposito lo ferma 

con un gesto e chiede a Belillo immobilizzato a mezz’aria, con la faccia all’altezza 

di quella sua, guardando il piccolo dritto negli occhi

ESPOSITO

E perché non dovrebbe parlare se avesse visto l’assassino? Vero, guaglione?

Belillo, sempre appeso e tenuto sollevato da una mano del gigante, si mette una 

mano sul cuore e fa una V con le dita:

BELILLO

Don Peppino, da grande voglio fare il camurrista cumme a vuje!

ESPOSITO (divertito)

Sai chi sono io?

BELILLO

Don Peppino Esposito! e chi non sa a Napule chi siete vuje! Vui siete o re dei quartieri spagnoli!

ESPOSITO (ride)

E tu si nu gran figghie e ‘ndrocchia! Mettilo giù.

Il picchiatore obbedisce e Belillo recupera l’equilibrio sui propri piedi. Esposito 

porge a Belillo un biglietto da 50 mila lire

ESPOSITO

Tieni. Per gli schiaffoni che hai preso.

Belillo prende i soldi ma aggiunge

BELILLO

Don Peppino, quelle però erano pacchere da centomila lire almeno… 

Esposito ride divertito e fa un cenno al picchiatore

ESPOSITO

Le altre cinquantamila le metti tu.

Il picchiatore guarda Esposito stupito ma il camorrista non scherza e il suo 

sguardo è di nuovo freddo e imperativo. Il picchiatore si mette una mano in 

tasca e schiaffa un biglietto da 50mila lire in mano a Belillo.

PICCHIATORE

Don Esposito, a voi va di scherzare stasera, ma se non troviamo chi ha bruciato il ragioniere, Giordano O Cafune penserà che siamo noi che andiamo in giro a bruciargli la gente sua… -

ESPOSITO

E allora pensa male, e se pensano male, peggio per loro… 

Esposito si volta per andarsene, poi è colpito da un pensiero. Torna a girarsi e 

fissa con sguardo acuto il picchiatore

ESPOSITO

Senti un po’, Rambo. Non è che tu o qualche altro strunze dei nostri ha bruciato quel disgraziato eh?

PICCHIATORE

Don Esposito! Io eseguo gli ordini e basta.

 

SCENA 15

VIA TOLEDO. Est. giorno

Ciro sta "pedalando" col suo monopattino giù per via Toledo quando vede 

Rosario Devoto che cammina con una borsa 24Ore in mano, lato strada.

Il rombo di una moto fa voltare la testa a Ciro:

è Salvatore suo fratello, col casco in testa e dietro a lui siede un altro ragazzo, 

pure lui col casco. La moto scatta e punta verso Rosario.

Ciro capisce che stanno per scippare Rosario e li precede, velocissimo, col 

monopattino: 

raggiunge Rosario e gli strappa la 24Ore di mano, anticipando d’un soffio la 

mano del ragazzo aggrappato dietro a Salvatore, già tesa per lo scippo.

Salvatore, furibondo, dà una rabbiosa accelerata.

Rosario apre la bocca per urlare al ladro ma poi riconosce Ciro che si è fermato 

e sta già tornando indietro con la sua 24Ore

ROSARIO

Ciro mio, benedetto disgraziato, mi vuoi far morire? Lo sai che sono malato di cuore… 

Rosario tira fuori un flaconcino e si ficca in bocca una pillola.

CIRO

Ma prima o poi vi succede davvero, don Rosario!

Quante volte vi ho detto che la borsa la dovete tenere dal lato del muro? Che ci stava dentro, soldi?

ROSARIO

Meglio… 

Rosario prende la 24Ore e la apre: dentro c’è un’antica balestra medievale.

Ciro ne è affascinato

CIRO

Forte! La posso provare?

ROSARIO

Vieni in negozio e la provi. Occhio però che questa è antica davvero… 

Ciro lo guarda con un sorrisetto ironico e Rosario si corregge

ROSARIO

Be’, abbastanza. L’ho fatta l’anno scorso…

 

SCENA 16

NEGOZIO DI ROBIVECCHI. Int. Giorno

Un dardo della balestra si conficca proprio al centro di un bersaglio 

bucherellato sistemato in fondo al retro di una bottega di robivecchi.  

Ha sparato Ciro che esulta

CIRO

Centro!!!

Rosario leva la balestra dalle mani di Ciro e la va ad appendere in negozio: uno 

stanzone colmo di roba vecchia di ogni tipo, mobili, statue, armi, vecchi pupazzi, 

soprammobili e quadri anneriti dal tempo. Dietro a un bancone troneggia una 

grossa sedia a dondolo di bambù.

ROSARIO

Sei diventato proprio bravo! Nell’anno mille saresti stato un grande! Lo sai che le balestre furono usate la prima volta alle Crociate?

la lama di uno spadone si punta sulle chiappe di Rosario e una voce alonata 

ordina

CIRO

Marrano, esala il tuo ultimo respiro!

Rosario si volge e si trova davanti a Ciro che ha calzato un elmo con la celata 

sul viso

ROSARIO

L’ultimo respiro…. da lì?

Ciro scoppia a ridere e si leva l’elmo. Rosario gli passa una mano fra i capelli 

scomposti. Triste di colpo:

ROSARIO

Mio figlio avrebbe quasi la tua età?

CIRO

Sì, Rosario, me l’avete già detto. Quanti anni aveva quando…

ROSARIO

…quattro anni, sette mesi e sei giorni.

Ciro, d’istinto, abbraccia Rosario che lo stringe forte a sé, gli occhi pieni di lacrime.

Si spalanca la porta della bottega e si affaccia una popolana piuttosto in carne

POPOLANA

Don Rosario, stateve accuorte, che gira Giordano O Cafune, in persona!

ROSARIO

A sanguisuga….

Rosario si divincola dall’abbraccio di Rosario e corre fuori.

 

SCENA 17

VIA TOLEDO. Est. giorno

Un’auto bianca decapottabile con autista con berretto a visiera corre per via 

Toledo. Dietro siede Giordano O Cafune: un uomo rozzo, sulla cinquantina, coi 

capelli tagliati a spazzola e occhiali a specchio sugli occhi.

Una macchina nera con dentro due guardaspalle segue l’auto bianca del 

camorrista. Ciro li guarda passare e poi schizza sul marciapiede col suo 

monopattino.

 

SCENA 18

VICOLO NEI QUARTIERI SPAGNOLI. Est. giorno

Ciro arriva ansante e sudato davanti la bisca clandestina di Gennaro.

Piega il monopattino, si ravvia i capelli, assume l’aria più innocente che trova 

e bussa all’uscio in un modo speciale: due colpi veloci e poi tre bussate lente.

Si affaccia un buttafuori che fissa Ciro con aria seccata

BUTTAFUORI

Sei tu che hai bussato "giusto"?

CIRO

Sì.

BUTTTAFUORI

Non lo fare più.

E richiude l’uscio.

CIRO

O barone, mi ha promesso di insegnarmi a giocare a poker!

Un taxi si ferma davanti alla porta e ne scende Gennaro con una borsa.

Ha sentito la frase di Ciro e bussa all’uscio: due colpi veloci e poi tre colpi lenti.

GENNARO

Ma quando mai!

CIRO

La settimana scorsa, don Gennaro! Non ricordate? Il salto dei mazzetti… per far rimanere tutti gli assi in coppa o mazze… 

La porta si apre e appare il buttafuori col pugno già alzato per colpire Ciro.

Vede Gennaro e si ritrae.

GENNARO

Un’altra volta.

CIRO

Allora posso giocare con la roulette? Vorrei provare la montante indiana… 

Ma Gennaro non risponde: guarda verso il fondo al vicolo e Ciro approfitta 

della distrazione per sgusciare dentro il locale.

La decapottabile bianca di Giordano O Cafune, seguita dalla macchina nera dei 

suoi sgherri, ha svoltato nel vicolo e sta venendo verso Gennaro.

 

SCENA 19

BISCA CLANDESTINA. Int. Notte

Gennaro tiene la porta aperta, stando sulla soglia. Entra primo uno dei 

guardaspalle che dà un’occhiata in giro: lo stanzone sembra vuoto, la roulette è 

coperta, ai tavoli non siede nessuno.

Il guardaspalle si fa di lato ed appare sulla soglia Giordano O Cafune, coi suoi 

occhiali a specchio, Rolex d’oro sopra il polsino della camicia, diamantone al 

mignolo che mostra una lunghissima unghia assai curata che usa sovente per 

pulirsi con cura l’orecchio.

O CAFUNE

Me ne stavo cacchio cacchio davanti al mio maxischermo satellitare a guardarmi la partita quando…

GENNARO

Venite, parliamo nel mio studio…

O CAFUNE

Mo’ tenete pure lo studio… gli affari vanno bene, eh don Gennaro?

GENNARO

Andrebbero bene se…

O CAFUNE

Se?

GENNARO

Eh… sapete, le spese… da questa parte…

Gennaro fa strada verso un ufficiolo ricavato in fondo allo stanzone e Giordano 

O Cafune lo segue, sempre scortato dal guardaspalle che poi si mette davanti alla 

porta e si accende una sigaretta. 

Ciro, nascosto dietro alla roulette, sbircia verso di lui.

 

SCENA 20

UFFICIOLO DI GENNARO. Int. giorno

Gennaro fa sedere O Cafune nella poltrona dietro la scrivania e gli offre una 

scatola di sigari

GENNARO

Don Giordano, un avana?

O CAFUNE (con un gesto di schifo)

No, robaccia comunista… allora dicevo che stavo davanti al mio maxischermo satellitare quando mi hanno detto che proprio qui, davanti a casa vostra, qualcuno aveva arrostito uno dei miei esattori.

GENNARO

Eh che mondo, don Giordano! Che mondo!

Gli avevo appena dato la mia quota settimanale, per voi naturalmente, si era bevuto nu caffè e un momento dopo… puff! Cenere! Come si dice: et in pulvis reverteris…

O CAFUNE

Lo sapete che non capisco l’inghilese… capisco però che mi state dicendo che voi il ragioniere mio l’avevate già pagato quando gli hanno dato fuoco…

GENNARO(una mano sul cuore)

Appena pagato.

Giordano O Cafune, si sbilancia su una natica e scorreggia.

 

SCENA 21

BISCA CLANDESTINA. Int. Notte

Il guardaspalle, attirato dal suono, si volta verso la porta dell’ufficiolo

GUARDASPALLE

Avete chiamato, capo?

Ciro ne approfitta per cambiare posizione, sempre nascosto dalla roulette.

O CAFUNE (off)

No! Strunze!

GENNARO (off)

E non pagherò una seconda volta.

 

SCENA 22

UFFICIOLO DI GENNARO. Int. giorno

O Cafune balza in piedi, irritato e grida sul muso di Gennaro

O CAFUNE

T’ho chiesto di pagare di nuovo? Eh?

GENNARO

No, ma…

O CAFUNE

Quello che voglio sapere è se qualche cornuto ti ha proposto la protezione al posto mio… 

Gennaro sgrana esageratamente gli occhi

GENNARO

Nooo! Ma che dite mai! E chi s’azzarderebbe…

O CAFUNE

Eppure m’han detto che s’è visto qui Peppino Esposito, proprio l’altro ieri, il giorno prima dell’arrosto…

GENNARO

E’ venuto a farsi una puntata. Che faccio, lo caccio a don Peppino? E quello mi fa sparare!

O CAFUNE

E va bbuono, don Gennaro. Ma chi altro può aver fatto l’arrosto? Vedete che quell’Espostito non venga troppo spesso e fare … una puntata! Avete visto, è uno che scotta…

 

SCENA 23

COMMISSARIATO. UFFICIO DEL COMMISSARIO. Int. notte

Un uomo alto e magro si presenta a Carmelo

CAUDAN

Sono il sostituto procuratore Romeo Caudàn.

Carmelo stringe la mano dell’uomo e apre la bocca per rispondere ma l’altro con 

accento veneto gli dice

PROCURATORE

Lei è l’ispettore Panetta. Me ne ha parlato il commissario Casiraghi.

Carmelo gira gli occhi sulla faccia non amichevole di Maria Luisa che annuisce 

con una smorfia di rassegnazione

CARMELO

Mi scusi, procuratore, ma anche lei è nuovo di Napoli, vero?

PROCURATORE

Sì. Son di Padova e mi hanno appena trasferito.

Carmelo spalanca le braccia in segno di resa. Caudan capisce e sorride

PROCURATORE

Che vuol dire ispettore? L’invasione dei polentoni?

CARMELO

No, per carità! L’Italia è una sola, no? Solo che… con tanto lavoro che c’è al nord… be’ insomma signora Commissaria, ho interrogato anche le pietre: chi non sa parla troppo e chi sa qualcosa non dice parola! Mi son fatto pure le bische e i bordelli!

COMMISSARIO

Risultato?

CARMELO

Zero. Zerissimo. Tutti conoscevano la vittima, tutti dicono che era un uomo ammodo, che passava tutte le settimane per un saluto. Quindi era un esattore della camorra e poiché quella zona è controllata da Giordano O Cafune, Chiesa lavorava per lui.

PROCURATORE

E allora? Che posiamo fare per trovare l’assassino?

CARMELO

E’ un delitto di camorra, signor procuratore.

COMMISSARIO

Non usi quel tono definitivo, ispettore! E’ un delitto d camorra ma sempre un delitto rimane o no?

CARMELO

Certo, ma chi l’ha fatto è stato pagato per farlo e magari neppure lo conosceva a quel povero Chiesa.

COMMISSARIO

Ha sentito signor procuratore? Delitto di camorra. Una fatalità…

CARMELO

Non è una fatalità, però…

COMMISSARIO

Una fatalità un… Non mi faccia diventare volgare, ispettore! E apra bene le orecchie! Adesso lei e i suoi andate là fuori e tornate solo quando avete il nome dell’assassino e del mandante! Capito????

CARMELO

Io e i miei… io e Policriti, due, commissaria, due!

COMMISSARIO

Mi chiami commissario, pirla di un maschilista! E non torni fino a quando…

CARMELO

… ho il nome dell’assassino e del mandante… ho paura che non ci vedremo più, commissaria… aa…o. O. I miei rispetti, procuratore.

 

SCENA 24

VICOLO NEI QUARTIERI SPAGNOLI. Est. Notte

Belillo sta raccontando la sua disavventura magnificandola parecchio

BELILLO

…mi punta nu coltelle proprio qui, sulla ciuculare… e mi dice o parli o ti sgozzo!

STUART LITTLE

‘azz! E tu?

BELILLO

E io niente. Ho riso. Ahahah, sprezzante: niente saccio e niente dico e si pure lo sapessi niente direi.

POKEMON

Bravo!

STUART LITTLE

E com’è che non t’ha tagliato la cosa lì …. la culare…?

CIRO (off)

Perché è arrivato Peppino Esposito in persona e gli ha detto "Bravo guaglione. Sei un piccolo camorrista".

BELILLO

Eh! Proprio così! E mi ha dato puro la centomila !

Come lo sai Ciro? Come lo sai?

CIRO

Ne racconto tante anch’io di balle… 

BELILLO

Comunque grazie… dico per le sigarette mie, ma c’è dell’altro: don Peppino offre nu milione se qualcuno gli dice chi è l’assassino…

STUAR LITTLE

…azz! Nu milione mi farebbe proprio comodo…

CIRO

Quindi gli Esposito non sanno chi è che ha bruciato quell’uomo… 

Un Vespino arriva e si ferma derapando accanto ai ragazzi. Sopra ci sono altri 

due ragazzotti sui tredici, quattordici anni e quello dietro balza a terra. Ha in 

mano una borsetta da donna col manico rotto.

La apre e vi fruga dentro. Il guidatore del Vespino allunga il collo, interessato e 

anche gli altri ragazzi fanno cerchio.

SCIPPATORE

Straniera di merda! Guarda! Niente! Nella borsetta non teneva niente! Manco il borsellino, o rossetto, niente!!!

Il ragazzo scaraventa la borsetta a terra furibondo.

Ciro la raccoglie e la guarda: è una borsetta sciupata e consunta.

CIRO

E’ una borsetta civetta. Una borsetta da scippo, capito? Noi ci crediamo furbi e invece siamo fessi.

SCIPPATORE

Parla per te Ciro, che già sono incazzato. Per poco non cascavamo per prendere quella borsa schifosa…

CIRO

Per me, per te, per tutti. Se fossimo intelligenti che faremmo? Corteggeremmo i turisti, saremmo gentilissimi con loro, perché così verrebbero a milioni e riempirebbero la città di soldi. Invece siamo furbi e gli diamo le sole, gli strappiamo le borsette… così vengono in pochi e con le borsette vuote, finte, apposta per noi.

Lo scippatore gli strappa la borsetta vuota di mano, mentre gli squilla il 

cellulare che ha in un taschino della blusa.

SCIPPATORE

E bravo o filosofo! Così io adesso sono fesso due volte… 

prende il cellulare, lo apre e ascolta

(nel cellulare)Okay!

(al compare) Dài, Manettones, andiamo a far piangere qualcun altro… 

Risale sul Vespino, il ragazzo alla guida dà una sgasata e il motorino schizza via 

facendo una pinna acrobatica.

Ciro e gli altri seguono con lo sguardo quando sulla testa di Ciro si abbatte una 

tempesta di scapaccioni: è Salvatore, furibondo, che lo coglie alle spalle.

SALVATORE

E’ per quello che mi hai fottuto stamattina, vero, spione? Non volevi che facessi il fesso, eh? Adesso te la faccio passare io la tua filosofia… 

Dal bar all’angolo opposto escono nel vicolo Carmelo e Policriti. Carmelo vede Ciro 

che le prende dal fratello più grande e grida

CARMELO

Fermi! E che diavolo! Tra fratelli? Che è successo? Te la pigli col più piccolo?

L’ispettore si avvicina a Ciro che si era messo le braccia intorno alla testa per 

parare i colpi di Salvatore

CARMELO

Allora, Salvatore, mi vuoi dire che succede? O lo devo dire a vostro padre?

Salvatore non sa che dire, cerca una scusa ma non trova. Ansima

SALVATORE

No… niente… è che lui…lui.. questo infame…

CIRO

Gli ho preso la moto senza dirglielo e ho fatto un giro!

SALVATORE

Ecco.. un giro… 

Carmelo sbuffa e spalanca le braccia nel suo consueto gesto di rassegnazione. 

Volta le spalle ai due ragazzi e dice a Policriti

CARMELO

Pure i guaglioni ci pigliano pu cule… Iamme, va!

 

SCENA 25

BAR MEROLA. Int. notte

Merola, il barista, asciuga il banco con uno strofinaccio e si stringe nelle spalle

MEROLA

Certo che lo conoscevo. Veniva a prendersi un caffè tutte le settimane.

CARMELO

Tutte le settimane. Puntuale.

MEROLA (annuendo triste)

Puntualissimo.

CARMELO

E quando l’avete visto l’ultima volta?

MEROLA

Era venuto a prendere il caffè, mezz’ora prima.

CARMELO

Capito. E viue,q audno ce il ragioniere è uscito, siete rimasto qui, vero?

MEROLA

E naturale… ispettore, lasciavo il bar vuoto?

Entra Ciro che corre a infilare una banconota nella macchinetta del videopoker

                                        CIRO

…sera !

CARMELO

Ma che fai, Ciro? Uno intelligente come te viene a farsi fottere i soldi in quella trappola…

Si interrompe perché la macchina scampanella e Ciro ha fatto poker.

Carmelo è stupitissimo

                                        CARMELO

Ma… non si vince mai. Sono…

MEROLA

Truccate? E invece, visto? Si vince….

Ciro va al banco col biglietto della vincita

CIRO

Cinquantamila…

MEROLA (imbarazato)

Lo sai che ti posso pagare solo in consumazioni. La legge… 

Carmelo sbuffa, fa un gesto vago e se ne va

                                                CARMELO

Sì, ciao!

 

SCENA 25 BIS

SCALINATELLA TRA I VICOLI. Est. Notte

L’uomo, sulla sessantina, esce con una borsa a tracolla dalla bottega artigiana 

di un sarto e sta trafficando per infilare nella borsa una busta con del denaro. 

E’ "Due di Picche". Ha fra le labbra una sigaretta spenta.

Nella borsa ci sono altre buste e altre mazzette di soldi. L’uomo si leva la borsa 

da tracolla per poter sistemare il suo contenuto.

Entra in campo, puntata contro di lui, la canna di un pistolone di plastica, di 

quelli a acqua. E una voce sussurra rauca e bassa

VOCE UOMO MISTERIOSO

Due di picche, o la borsa o la vita o tutt’e due… 

L’uomo alza lo sguardo sull’aggressore e sorride, per nulla preoccupato

DUE DI PICCHE

E’ carnevale, che fai le rapine con le pistole ad acqua? Dài, fammi accendere, va!

Due di Picche indica la punta della sigaretta spenta.

UOMO MISTERIOSO

Come no… 

Sempre visto solo di spalle, l’uomo misterioso in tuta, fa scattare la fiammella 

di un grosso accendino ma contemporaneamente pigia il grilletto del pistolone 

ad acqua che innaffia Due di picche di benzina.

Si ripete l’effetto lanciafiamme e l’uomo investito dal fuoco urla come un pazzo, 

molla la borsa con la tracolla, inciampa sbattendosi le mani addosso nel tentativo 

vano di spegnere le fiamme e rotola giù per la scalinatella che unisce il vicolo con 

quello sottostante. L’assassino raccoglie la borsa con la tracolla e scompare nel 

buio.

SCENA 26

OBITORIO. Int.Notte

Carmelo spalanca le braccia nel gesto di impotenza che gli è consueto

CARMELO

Lo chiamavano "Due di Picche" Commissaria, perché nun valeva niente… neppure una pensione aveva, un’invalidità… niente!

Maria Luisa è ritta dall’altro lato del lettino su cui si indovinano le spoglie di un 

uomo carbonizzato

COMMISSARIO

E che faceva per vivere?

CARMELO (stringendosi nelle spalle)

E che faceva… commissioni faceva… e va bene, commissaria, raccoglieva pure il pizzo per Giordano O Cafune! Questa è guerra di camorra, gliel’ho detto e noi ci possiamo fare poco…

COMMISSARIO

E se lei pensa di poterci fare poco, ispettore, si licenzi! che poliziotto é che le bruciano i cittadini sotto il naso, eh? Che poliziotto è!!!? Guardi, guardi come hanno ridotto questo disgraziato!

Gli indica il cadavere bruciato ma Carmelo distoglie lo sguardo.

 

SCENA 27

CASA PUCINO. Int. Giorno

La famiglia Pucino è seduta a tavola per pranzo. Ci sono Angela, Anna, 

Salvatore e Ciro con Carmelo e Pasquale ai due capi della tavola.

Letizia sta portando a tavola un grosso arrosto di agnello un po’ bruciacchiato 

e Carmelo fa un salto indietro sulla sedia, gettando il tovagliolo.

Intorno al tavolo tutta la famiglia Pucino, meno Angela.

LETIZIA

Carmè, mi s’è un po’ bruciato ma è buono… 

A Ciro, intento ancora ad arrotolare gli ultimi spaghetti, scappa da ridere per 

la reazione di Carmelo che gli dà un’occhiata di traverso

CARMELO

Se avessi visto quello che ho visto io stamattina, caro Ciro… altro che ridere…

CIRO

Avete visto Due di Picche bruciato come l’arrosto di mammà.

CARMELO

Già. E tu che ne sai?

CIRO

Io? Niente. E che ne devo sapere. Però non è guerra di camorra.

PASQUALE (seccato)

E sta zitto! Pensa a mangiare e a crescere. In silenzio, capito?

Ciro vorrebbe ribattere ma Pasquale alza la voce in tono di minaccia e ripete

PASQUALE (imperativo)

In silenziooo!

Ciro abbozza ma Carmelo è rimasto intrigato dalla battuta del ragazzo

CARMELO

Pasquale, scusa, aspetta un momento… chi te l’ha detto, Ciro, che non è guerra di camorra?

CIRO

Nessuno me l’ha detto. E’ che due più due fa quattro.

Carmelo aspetta il resto del ragionamento che non viene e Ciro è impegnatissimo 

a fare scarpetta nel suo piatto.

Trilla un telefonino: Angela, Anna e Salvatore portano la mano alla tasca. Pure 

Carmelo tira fuori il suo e poi lo sbatte con rabbia sul tavolo.

CARMELO

Ma questa è schiavitù! Dovunque sei, qualunque cosa fai, o scarrafone suona e tu devi rispondere… 

Il telefonino che trilla è quello di Angela che risponde e si alza da tavola

ANGELA

E certo che sono io. E chi se no?

LETIZIA

Angela, ma non mangi niente?

Angela va verso lo specchio ammirando la propria snellezza e controllando la 

camminata da indossatrice

ANGELA (alla madre)

No, oggi ho un provino. Devo mantenere la linea del body. E poi la matematica non mi interessa… (al cellulare) Il no va bene pure per te, Aldo….no, sentimi tu Aldo, game over! Capito? Over!

Salvatore allunga uno scapaccione a Ciro che lo evita piegandosi in avanti e 

battendo una nasata contro il fondo del piatto.

SALVATORE

Tenimme o genio in famiglia!

Anna ride e fa la linguaccia a Ciro mostrando la perlina che ha sulla lingua.

SALVATORE (sempre a Ciro)

Noi i conti li facciamo dopo, vero saputello?

Carmelo sbuffa e si piega verso Ciro

CARMELO

Due e due fa quattro, OK! Ma lo vuoi dire a questo strunze e poliziotte che non sa fare le somme, perché non sarebbe guerra di camorra?

CIRO

Perché sia O Cafune che gli Esposito cercano chi è l’assassino.

Carmelo si drizza lentamente, colpito dal ragionamento. Annuisce e guarda Ciro 

con vero interesse

CARMELO

A! E tu lo sai che tutt’e due cercano l’assassino…

CIRO

Tutti lo sanno…

CARMELO

E già, tutti lo sanno meno che la Polizia.

CIRO

Don Peppino ha pure offerto un milione di taglia a chi gli dice chi è stato… 

Carmelo si alza e sospira, piega per bene il tovagliolo

CARMELO

Un milione. Ho capito. Scusate, ma vado a casa. Devo pensare. Se non è guerra di camorra allora devo trovare l’assassino.

SALVATORE

Lo dite a don Peppino e vi beccate lu milione, eh zì Carmelo?

CARMELO (ironico)

Si vede proprio che tu la legalità ce l’hai nel sangue.

CIRO

E per pensare, dovete andar a casa?

CARMELO

E sì, lo sai, per pensare mi devo sdraiare e chiudere gli occhi.

CIRO

Zi’ Carmelo, ma così vi addormentate!

CARMELO (annuisce, andandosene)

E questa è la tragedia mia…

 

SCENA 28

SALONI DI UN GRANDE ALBERGO. Int. giorno

Nel salone di un lussuoso albergo una dozzina di belle ragazze sono in attesa di 

fare un provino davanti a una telecamera.

Sotto i riflettori, c’è una ragazza che assume varie pose davanti alla gigantografia 

di una lattina di olio per motori e viene ripresa dalla telecamera, mentre un 

fotografo scatta a ripetizione.

OPERATORE (ironico)

Sotto un’altra! Più sexy che potete se no l’olio non fluidifica… 

Angela si incammina flessuosa verso ilo set improvvisato. Le hanno messo un 

costume traslucido e va abbarbicarsi alla gigantografia come se ne fosse 

perdutamente innamorata.

OPERATORE

Brava, così… prova a dire "nessuna è più scivolosa di me"… no, meglio "solo con me carburi"… e contorciti un poco… 

Angela esegue la contorsione mettendo in rilievo il suo bel corpo

ANGELA

Solo con me carburi..

Intorno all’area illuminata siede una dozzina di persone, fra cui Giordano 

O Cafune che guarda Angela, leccandosi le labbra.

La telecamera fa uno zoom sul primo piano di Angela

OPERATORE (suggerisce)

Lubrificami!

ANGELA (ripete, molto sexy)

Lubrificami… 

La piccola platea è entusiasta e applaude. Specialmente Giordano O Cafune 

che commenta rivolto ad un grasso signore

O CAFUNE

Fa proprio venire voglia di comprare il vostro olio, eh? E pure voglia di qualcos’altro!!!

Ride sguaiato dandosi delle pacche sulle cosce.

L’unico a non applaudire, ma ad essere arrabbiatissimo, è un bel giovanotto di 

vent’anni, che sbircia dal fondo, attraverso la porta socchiusa e guardata da due 

inservienti. E’ Aldo.

Aldo vede Giordano O Cafune alzarsi, avvicinarsi ad Angela, prenderla per 

mano e portarsela via, uscendo da una porticina sul fondo del salone.

Aldo cerca di irrompere nel salone, ma viene bloccato da due inservienti.

 

SCENA 29

CAMERINO. Int. Giorno

Angela entra nel camerino, accompagnata da Giordano O Cafune. La ragazza 

cerca di tenere fuori l’uomo

ANGELA

Grazie, signor Giordano. Adesso mi scusi, mi devo cambiare… 

Ma Giordano le impedisce di chiudere la porta ed entra anche lui

O CAFUNE

Lascia stare o signore… Vuoi quella parte?Vuoi stare su tutti i manifesti come o Berluscone? E io te la do. Ma tu devi dare una cosa a me.

E le mette una mano sul sedere.

ANGELA

Ma che fate?

 

Angela si ribella, ma Giordano O Cafune non è abituato a sentirsi dire no e 

passa alla violenza.

O CAFUNE

E non lo vedi che faccio? Il romantico faccio…Tu mi piaci assaie… 

la getta su un divano e le strappa il costume di dosso

ANGELA

Brutto maiale porco fetiente… aiutooo!

La porta del camerino cede ad una vigorosa spallata e irrompe Aldo che 

colpisce Giordano con un gran calcio nel sedere.

Giordano O Cafune ruzzola a terra e fissa allibito Aldo che strattona Angela 

che scoppia a piangere e lo abbraccia.

O Cafune ,senza alzarsi dal pavimento, ansimando per l’indignazione, punta 

un dito contro Aldo

O CAFUNE

Disgraziato, hai firmato la morte tua! 

Ma lo sai chi sono io???

Aldo si china sul camorrista e lo afferra per la collottola, alzando di venti 

centimetri dal pavimento

ALDO

No. Ma adesso m’informo e poi t’accido!

gli dà una testata in faccia e lo ributta sul pavimento, e poi esce tirandosi dietro 

Angela.

 

SCENA 30

PIAZZALE PERIFERICO. Est. Giorno

A fianco di un piccolo palco, da dove proviene l’assordante "bum-bum-bum" 

di un pezzo di musica techno, un ragazzo nordico dai lunghi capelli incolti, 

impugnando una torcia accesa, sputa nell’aria una grande lingua di fuoco. 

E Depicol.

Assuntina scende dal monopattino di Ciro, lasciando il ragazzino con le mani 

sul manubrio e lo sguardo fisso sul mangiatore di fuoco.

ASSUNTINA

Uuuuuh! E come fa…. Gli esce proprio il fuoco da dentro, come i draghi..

CIRO

Non dire stupidate! Sputa la benzina e la incendia dopo…

ANNA (off)

Sei venuto a sentire un po’ di musica come si deve, creatura?

Anna sta manovrando i mixer sul piccolo palco, eretto ai margini dello spiazzo.

E’ coadiuvata da un ragazzo un po’ più grande di lei, anche lui con l’anello al 

naso e la sporcizia addosso di qualche mese senza doccia. Sta sistemando gli 

altoparlanti per cui di tanto in tanto invece della musica parte un fischio di 

feedback lacerante. E’ Zaddi.

Ciro si tappa le orecchie con tutte e due le mani, poi grida alla sorella:

CIRO

Bum bum bum… sempre solo bum-bum-bum …che musica è? Fa diventare scemi…

ANNA ( a Zaddi)

Zaddi, regola l’uscita di destra… (poi a Ciro) Che vuoi capire tu che sei nato ieri!

ribatte Anna e socchiude gli occhi ritmando la musica con tutto il corpo.

CIRO

Guarda che hai solo 3 anni più di me, eh!!!

ANNA

Tre secoli…!

ride Anna e aumenta ancora il volume della musica. Ciro si rimette le mani alle 

orecchie, poi si avvicina alla sorella e urla:

CIRO

Lo sputafuoco, quello là, è con te?

ANNA (ritmando la musica col corpo)

Che ti frega? è un amico… si chiama Depicolzuane.

CIRO

Come si chiama? E’ aborigeno?

ANNA

Vedi che sei ignorante? De-picol-zuane: veneto. Vuol dire "del piccolo Giovanni". Noi lo chiamiamo Depicol.

CIRO

E va in giro a sputare fuoco?

ANNA

Va in giro a fare quello che gli pare. Che ti frega?

CIRO

Da quanto tempo è a Napoli?

ANNA (ritmando la musica col corpo)

Bo! Il tempo è una convenscion… 

Il riverbero di una nuova fiammata attira l’attenzione di Ciro.

Depicol beve un sorso da un fiasco e poi soffia sulla fiamma della torcia 

ricavandone un lungo sbuffo di fuoco.

Assuntina, intimorita e a disagio, si avvicina a Ciro e gli tira una manica

ASSUNTINA

Andiamo via?…

CIRO

Un momento… 

Va verso Depicol che sputa un’altra bella fiammata e gli dice

CIRO

Ciao! Sono il fratello di Anna. E’ difficile?

Depicol lo guarda e sorride . Poi dice con accento veneto

DEPICOL

Ciao… No. Xè facile, come tute le cose che se san, ma xè dificile come tute le cose che non se san.

Ciro mima come se bevesse da un fiasco e poi sputasse con forza. Depicol ride. 

Gli porge il fiasco

DEPICOL

Prova!

Ciro prende il fiasco e ne annusa il contenuto

CIRO

E’ benzina, vero?

DEPICOL (annuendo)

Se fose grapa sarebbe meglio ma costerebe di più…

CIRO

Più o meno. Dove li trovi i soldi per bruciare tutta questa benzina?

DEPICOL

Da qualche parte. Se vuoi provare, soffia forte.

E lui adesso mimare il gesto del bere e gli mette la torcia accesa davanti alla bocca 

incitandolo coi gesti a sputare.

ASSUNTINA

Ciro, no! No!

Ciro beve e sputa la benzina con forza sulla fiamma della torcia retta da Depicol.

Lo spruzzo si incendia ma Ciro salta indietro e grida portandosi una mano alla bocca. 

La fiamma di ritorno gli ha bruciacchiato le labbra! Depicol ride

DEPICOL

Se non soffi forte i te brusa la facia… 

La musica techno si interrompe e Anna corre verso Ciro che ha una mano 

sulle labbra

ANNA

Ma sarai stronzo!!! 

E tu polentone di merda, te la prendi con un bambino?

Assuntina fissa Ciro con gli occhi pieni di lacrime. Ciro si leva la mano dalla 

bocca e si sfiora le labbra coi polpastrelli

CIRO

Che ficata… mica mi fa male…

ASSUNTINA (ad Anna con rassegnata saggezza)

Lo sai come sono i maschi: vogliono provare tutto…

 

SCENA 31

BORDELLO. SALA DI ATTESA. Int. Giorno

Naomi si spoglia andando verso il letto

NAOMI

Come mai hai cambiato idea, ispettore?

CARMELO

Puoi restare vestita. Voglio solo farti delle domande. 

Ti pago il tuo tempo, come qualunque cliente, va bene?

NAOMI

Non so. Dipende dalle domande…

CARMELO

Peppino Esposito, il camorrista, è tuo buon cliente vero?

NAOMI

Be’, con me è gentile… perché lo vuoi sapere?

CARMELO

Per quei due esattori di Giordano O Cafune che hanno bruciato. Dicono che non sia stato lui, ma invece dovrebbe essere proprio lui…

NAOMI

Ma io non so niente! Ispettore, e se anche sapessi, ti pare che potrei dirti qualcosa? Mi tagliano la gola subito...

CARMELO

Non voglio fare il bastardo, ma… il tuo permesso di soggiorno è in regola?

Naomi comincia a piangere e Carmelo a smaniare perché si sente in torto

NAOMI

Non mi fare questo, ispettore… tu non sei un bastardo razzista, vero? Tanto io non so niente. Proprio niente. E a casa, in Senegal, ho quattro fratellini che vivono coi soldi che gli mando.

Carmelo spalanca le braccia in un gesto di impotenza e se ne va

CARMELO

Eh già, pure le puttane tengono famiglia!

 

SCENA 32

VICO II PORTAPICCOLA A MONTECALVARIO. Esterno notte

Aldo è davanti l’androne di ingresso del palazzo in cui abitano la famiglia Pucino 

e l’ispettore Carmelo. Sta parlando al cellulare e non bada ad una moto con due 

a bordo che viene giù per il vicolo piano piano.

ALDO

No, dai, Angela, io mi sono innamorato per primo…

VOCE ANGELA (eff. telefono)

Ma no! Neanche mi filavi quando io già ti guardavo passare dal balcone!

ALDO

Guarda che io ero innamorato di te fin dalle elementari… ma tu mi hai sempre schizzato…

VOCE ANGELA (eff. telefono)

E io dall’asilo! Però non posso avere legami, capisci? Io devo pensare alla mia carriera… devo essere free… libera… 

La moto si ferma quasi davanti a Aldo e ne scende Tano, grosso, mascellone, 

masticando chewing gum, vestito con giubbotto di pelle di taglio militare e i 

capelli tagliati a spazzola che lo apostrofa

TANO

Tu sì Aldo Letteri?

ALDO

Sì, ma…

TANO

Per conto di Giordano O Cafune… 

e pianta una coltellata nel ventre del giovane che crolla sulle ginocchia con 

un lamento. Tano salta sulla moto che subito parte veloce.

Aldo si accuccia a terra tenendosi il ventre. Sbuca dall’androne, come una 

pazza, Angela, col cellulare ancora in pugno.

ANGELA

Aldooo! Aldo!!! O madonna santa… che ti hanno fatto, amore mio… 

Aldo abbozza un sorriso anche nel dolore

ALDO

… hai detto che vuoi essere free… e ti hanno voluto accontentare… ahh… 

Angela vede che il sangue sta superando le dita serrate sul ventre di Aldo e si 

affretta a comporre il 113 sul cellulare

ANGELA (ad Aldo)

Non è il momento per le strunzate… pronto! Sì, a li quartieri! Vico Secondo Portapiccola a Montecalvario quaranta!!! Ma subito che hanno accoltellato…

ALDO

…l’amore tuo…

 

SCENA 33

ATTICO E SUPERATTICO DI GIORDANO. Int./Est./ notte

Un attico lussuoso. Dal terrazzo si vede tutto lo splendido golfo di Napoli.

Giordano O Cafune è seduto davanti a un maxischermo televisivo e col 

telecomando sta cambiando un programma satellitare dopo l’altro.

La sua figura tozza si staglia sul controluce del grande schermo e alle sue spalle 

ci sono, in piedi cinque uomini in attesa. Uno lo conosciamo: è Tano.

Sullo schermo passa un programma in lingua inglese, poi uno in lingua francese, 

poi una in lingua tedesca.

O CAFUNE

‘azz, nun si capisce una parola e non fanno manco vedere ‘na bella guagliona nuda… ‘sti fetenti! Che me l’aggio comprato a fare… 

fa girare la sua poltrona con un colpo di piede e spegne il maxischermo.

Guarda Tano

O CAFUNE

Tu l’hai fatta quella commissione?

TANO (forzando sulla doppia elle)

Fatta. Dritta nell’ombellico…

O CAFUNE

E allora veniamo ai cazzi nostri. Avvocato, la relazione.

Si fa avanti di mezzo passo un uomo piccolo e calvo, con un occhio strabico che 

non  sai mai dove guarda

AVVOCATO

Tre dei nostri esattori si sono dimessi. Dice che stanno male ma si cacano sotto dalla paura che qualcuno li bruci.

O CAFUNE

E voi fateli mangiare limoni: tre quattro cinque chili di limoni con tutta la buccia e la diarrea si dovrebbe fermare… 

Tano e gli altri tre energumeni, tutta gente di camorra, ridono alla battuta del 

capo. L’avvocato invece scuote la testa

AVVOCATO

No, don Giordano. Gli esattori devono essere amici nostri non nemici…

TANO

Faccio io il giro dei pizzi a li quartieri! Voglio proprio vedere se mi bruciano…

O CAFUNE

Bravo Tano, buona idea. Ma non risolve il problema, vero avvocato?

AVVOCATO

Dobbiamo scoprire se sono quelli di Peppino Esposito oppure no.

O CAFUNE

E chi vuoi che sia, avvocato? Certo che son quelli di Peppino Esposito! Quello, se potesse, ci brucerebbe tutti!

TANO

Don Gennaro, dite una sola parola e io quel Peppino Esposito lo buco, anche se va in giro con un esercito di guardie del corpo.

AVVOCATO

E statte buono, guagliò. Stiamo muovendo le teste non i muscoli. No, uccidere don Peppino scatenerebbe solo una strage da tutte due le parti.

O CAFUNE

Che però avvocato, è già meglio che da una parte sola no? Mica ci possiamo fare bruciare le persone e stare zitti e buoni…

AVVOCATO

Nessun uomo degli Esposito ha avanzato pretese di protezione sulla nostra zona. Questi ammazzamenti potrebbero essere fatti da qualcuno che vuole che noi e don Peppino ci scanniamo.

O Cafune scoreggia e si alza dalla poltrona girevole. Guarda l’avvocato e poi si 

stringe nelle spalle

O CAFUNE

E chi se ne fotte, avvocato. 

Tanto a me quel don Peppino sta sul cazzo comunque.

Tano scoppia a ridere e gli altri tre gli fanno eco.

 

SCENA 34

VIA TOLEDO. Est. Giorno

Ciro, con Assuntina aggrappata alla sua schiena, pedala col suo monopattino f

in davanti al bar di Merola, all’angolo di via Toledo.

Derapa davanti al bar e poi entra con la ragazza, portando con sé anche il 

monopattino.

 

SCENA 35

BAR DI MEROLA. Int. Giorno

Ciro, seguito da Assuntina, va dritto alla macchina del videopoker e infila una 

banconota 

Merola non lo nota, sta consegnando una busta gonfia di soldi a Tano che nulla 

fa per nascondere la grossa pistola che porta in una fondina ascellare.

Due clienti prendono tranquillamente un caffè al banco e guardano nel vuoto, 

come se quanto accade accanto a loro non li riguardasse proprio.

Tano dà un’occhiata alle banconote contenute nella busta e poi scuote il capo

TANO

Merola, oggi si paga doppio.

MEROLA

E perché mai?

TANO

Perché c’è nu strunze che brucia la gente e quindi ci sono spese extra per la protezione.

MEROLA

Ma chille mica brucia i negozianti…

TANO

Ah no? E tu che ne sai?

MEROLA

Niente. Però il doppio è troppo…

TANO (ghigna)

E’ come per le assicurazioni, più sinistri ci sono e più costano le polizze.

MEROLA

No, senti, Tano…deve dire a chi di dovere che già non ce la faccio a pagare il pattuito! Non potrò mai pagare il doppio!

Tano prende una bottiglia di whisky dallo scaffale e ne leva il tappo di sughero 

coi denti sputandolo in faccia a Merola

TANO

Il chi di dovere sono io. E io dico che se domani non mi dai altrettanto ti rompo le gambe. Poi decidi tu.

beve una sorsata di liquore e poi la versa sulla testa di merola che non si muove 

finché il liquore non è finito.

TANO

Chissà se t’appiccio se brucia come fosse benzina.

Ride e se ne va dopo aver dato un’occhiata ai due clienti che continuano a bere 

il caffè dalle loro tazzine ormai vuote e anche ad Assuntina e Ciro apparentemente 

impegnato, assorto, nel gioco del videopoker.

MEROLA (mastica)

Bastardo… 

e recupera la bottiglia vuota.

Tano, già sulla soglia, si gira di scatto, minaccioso, estraendo il revolver.

Merola fa un balzo di lato, tendendo le mani in avanti a protezione, e si affretta 

a precisare

MEROLA

Dicevo di quel maiale che brucia i cristiani come animali!

TANO

Se sai qualcosa è meglio che parli. Ci sarà un trattamento di riguardo per chi fa il nome del bastardo con la benzina.

Merola si stringe nelle spalle spaventato e scuote la testa

MEROLA

Magari sapessi o nome di chillu fetiente… 

Tano annuisce e intasca il revolver

TANO

Ci vediamo domani.

E se ne va. Merola controlla che si sia allontanato e impreca

                                                  MEROLA

Possa schiattà, fetiente dimmerda e bruciare all’inferno, tu e tutti figli ‘ndrocchia come te!

Ciro dà due sapienti colpetti alla macchinetta del videopoker è fa poker d’assi. 

Assuntina applaude conquistata.

ASSUNTINA

Poker! Poker! Abbiamo fatto poker!

Merola e i due clienti si avvicinano e controllano meravigliati

MEROLA

Hai vinto di nuovo, Ciro? Ma come fai?

CLIENTE

Io non ho mai vinto una volta… 

Ciro ride e Assuntina dice seria seria

ASSUNTINA

Lui vince sempre. Lui è Ciro, il grande!

Merola sbuffa come un tricheco e va alla cassa iniziando a contare le banconote 

della vincita.

CIRO

Senti, Merola, ti ho sentito, sai? Tu la odi la camorra vero?

I due clienti si affrettano verso l’uscita dopo aver buttato due banconote da 

mille sul bancone. Merola fissa spaventato Ciro

MEROLA (mettendosi una mano sul cuore)

Sono cose da dire? Un momento di rabbia… Io sono un cittadino onesto e ho sempre pagato il pizzo regolarmente. Ma adesso se quello vuole il doppio dovrò chiudere il bar…

CIRO

Scusa, quella là dietro non è una tuta?

Merola guarda: oltre la porta di uno stanzino si intravedono delel taniche e una 

tuta. Merola chiude lo stanzino con rabbia

MEROLA

Sì, è una tuta. E allora?

CIRO (si stringe nelle spalle)

Allora niente. Pagami la vincita e ce ne andiamo.

 

SCENA 36

VIA TOLEDO. Est. Giorno

Ciro mette giù il monopattino e Assuntina sale dietro a lui che intanto le spiega

CIRO

La macchinetta è legale ma è truccata, il che è illegale, ma io conosco il trucco e la frego, così è di nuovo legale.

Assuntina si stringe tutta a lui che comincia a spingere il monopattino per fargli 

acquistare velocità e sospira estasiata

ASSUNTINA

Come sei logico, Ciro!

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