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 LA GELIDA FIAMMA DELLA PAURA  

 

SECONDO TEMPO

SCENA 46

APPARTAMENTO PETER. Interno sera

La chiave gira nella toppa, da fuori. La porta si apre e sulla soglia ci sono Peter e Gretha.

PETER

Le faccio strada. Ecco…

Entra per primo e accende la luce nell’anticamera e spalanca la grande vetrata che dà nel salone. Sfiora un interruttore e si accendono i molti punti luce del salone.

E’ un bell’appartamento, ammobiliato con gusto.

Gretha entra guardandosi intorno

 GRETHA

Complimenti. Bella casa. Di che si occupa quando non soccorre fanciulle in difficoltà?

Gretha cerca di scherzare, ma è tesa. Peter sorride e la invita ad entrare nel salone con un gesto

PETER

Ho un’agenzia assicurativa. Niente di romantico, temo.

Gretha si siede su una poltrona e Peter la guarda con un sorriso benevolo

PETER

Un cognac per tirarsi su?

GRETHA

Vada per il cognac.

Peter versa un po’ di cognac in due bicchieri appositi e ne porge uno a Gretha che ne beve subito un sorso.

GRETHA

E’ folle quello che mi sta capitando. Mi trovo in mezzo ad un vortice di assassini, di sangue… e non posso fare niente…

Gretha si blocca, le manca la voce e beve un altro sorso. Peter sorseggia anche lui, poi si siede davanti a Gretha e cerca di ragionare con calma

PETER

Il commissario mi ha detto che tutto ruota intorno ad un grosso diamante scomparso, detto il Fiorentino.

GRETHA

Sì, sembra di sì. Io non sapevo neppure che esistesse prima che me ne parlasse Denise…

PETER

Quelle parole di Denise, quelle che ha scritto prima che la uccidessero… non significano proprio niente per lei?

Gretha finisce il cognac e scuote la testa. Rabbrividisce. Quando alza il viso verso Peter, una lacrima le brilla negli occhi

GRETHA

Anche tu.. (si interrompe) uffa, scusa, diamoci del tu che col lei non riesco a parlare… anche tu non mi credi?

PETER

E perché non dovrei? Ma lei ha… tu hai freddo, stai tremando...

GRETHA (tentando un sorriso)

Ho i brividi, ma non è il freddo. Credo sia paura…

PETER

Facciamo così. Tu rimani qui per qualche giorno. Non puoi tornare in quella casa dopo quello che è successo. Chissà che nel frattempo la polizia non trovi quel maniaco che va in giro a tagliare gli occhi alla gente…

GRETHA

E’ difficile non accettare… qui mi sento meglio, però…

PETER

Nessun però.

GRETHA

Perché fai tutto questo per me?

PETER (sorride)

Prima era curiosità… poi, beh poi… oh insomma non sono un ragazzino… tu mi piaci.

Gretha fa il gesto di alzarsi ma Peter la ferma

PETER

Adesso non credere che la mia ospitalità abbia un prezzo ma ti voglio difendere, qualunque cosa accada... e anche qualunque cosa tu abbia fatto...

Gretha si alza e guarda Peter negli occhi

GRETHA

Io non ho fatto niente. Proprio niente, tranne essere stata amica di Denise.

Cala tra i due un silenzio imbarazzato che Peter risolve guardando l'ora al suo orologio

PETER

Scusa, ho un appuntamento con un cliente. Fa come se fossi a casa tua. Là in fondo c’è il mio studio. La stanza degli ospiti è quella che dà nell’anticamera, puoi farti un bel bagno caldo, distende i nervi. Quando torno andiamo a cena fuori, ti va?

Gretha annuisce sorridendo e Peter se ne va. Gretha attraversa l’anticamera e apre la porta della stanza degli ospiti, il letto è fatto e sul cuscino c’è una rosa rossa. Gretha sorride e la prende. La annusa. Apre la porta del bagno e comincia a spogliarsi ma poi si ferma

GRETHA

… e poi che mi metto?

corre alla porta di ingresso. Chiama:

GRETHA

Peter!

sente il rumore delle porte dell’ascensore che si chiudono al piano terra.

Gretha corre ad affacciarsi a una delle finestre del salone. Guarda in strada:

 

SCENA 47

STRADA APPARTAMENTO PETER. Esterno sera

Come visto da Gretha che sta in alto:

Peter sta attraversando la strada.

Inquadrata dal basso, Gretha si sporge e chiama:

GRETHA

Peter!

L’uomo sembra sentire perché si ferma un attimo, ma poi arriva una Mercedes, si ferma accanto a lui, si apre una portiera e Peter sale. L’auto va via.

 

SCENA 48

APPARTAMENTO PETER. Interno sera

Gretha si ritrae dalla finestra, pensierosa. Chiude i vetri. E’ scossa da un brivido. Prende la cornetta del telefono e fa il numero di un servizio di radio taxi

GRETHA

Sì… per favore, un taxi in via.. in via… senta non ho fatto caso al nome della strada, però se lei prende… ah, gentile!

Butta giù la cornetta

GRETHA

Cafone!

SCENA 49

BUS e STRADE DI LUCCA. Interno/Esterno notte

Un bus percorre le strade del centro. Le luci delle vetrine e dei lampioni sono accese.

Dentro al bus, Gretha sta guardando fuori dal finestrino, perduta nei suoi pensieri. D’un tratto trasalisce.

Sul marciapiedi della strada cammina un uomo tenuto e guidato per mano da una bambina: l’uomo sembra Andrea!

Gretha balza in piedi e urla

GRETHA

Devo scendere!

si precipita verso il guidatore del bus, facendosi largo

UNA SIGNORA

Oh bimbina…

GRETHA

Fermi! Devo scendere subito! Fermi!

Oltre i vetri del bus, sul marciapiedi, Andrea, col volto nascosto dagli occhiali da sole scuri, cammina guidato da una bambina vestita da zingara.

Il bus lo sorpassa proprio mentre Andrea e la bambina svoltano in una strada secondaria.

Gretha afferra un braccio del guidatore

GRETHA

Fermi, maledizione! Fermiiii!

             GUIDATORE BUS

Oh mica c’hai la prostata pure tu come quel pover’omo di ieri che me l’ha fatta sull’autobus…

Mentre parla frena perché l’autobus è arrivato a una fermata.

Gretha si butta fuori quasi travolgendo una signora che le manda colorite dialettali maledizioni

 

SCENA 50

LUCCA. STRADE. Esterno notte lunare

Gretha corre dalla parte in cui ha visto svoltare Andrea e quella bambina vestita da zingara.

GRETHA

Andrea!

Ma la strada è quasi deserta e Andrea non c’è più.

Gretha si incammina in fretta e di colpo si blocca: si trova davanti all’androne di quel palazzo in cui Denise ebbe quella sua strana allucinazione sonora.

 

SCENA 51

ANDRONE. Interno buio

Gretha entra nell’androne e sente il suono di un passo che si ferma.

GRETHA

Andrea?

e poi una voce femminile, appena udibile sussurra

VOCE BAMBINA (off)

Tocca a te… adesso morirai anche tu…

Gretha ha una reazione isterica. Si butta in direzione della voce, laggiù, in quell’angolo dove l’ombra è più densa.

VOCE BAMBINA

… come Denise…. Come Denise…

Gretha allunga si aggrappa ad un vaso che traballa e cade, cade anche un miniregistratore che vomita fuori una cassetta.

 

SCENA 52

QUESTURA. UFFICIO CAMILLERI. Interno notte

 

DETTAGLIO: la cassetta gira in registratore e risentiamo la voce femminile, appena sussurrata

                                                  

  VOCE BAMBINA

Tocca a te… adesso morirai anche tu… morirai anche tu…

Camilleri spegne il registratore e solleva lo sguardo su Gretha, davanti a lui. Il commissario si stringe nelle spalle

                                                 

   COMMISSARIO CAMILLERI

La voce… mi sembra la sua… e comunque che può significare?

Gretha è ancora su di giri. Si china su Camilleri e gli sibila:

GRETHA

Che lei è uno stronzo????

SCENA 53

APPARTAMENTO GRETHA. Interno notte

La porta d ingresso si apre e Gretha appare sulla soglia. Accende la luce e si guarda intorno: tutto sembra come lo ha lasciato.

Richiude l’uscio e tira il catenaccio, poi si affretta verso l’angolo notte. Prende un borsone e ci vuota dentro alla rinfusa un po’ della sua biancheria.

Un rumore la blocca. Subito la paura la riprende e si addossa al letto, tremando.

Ma il rumore non si ripete. Chiude la borsa e afferra una giacca, sta per andarsene, ma di nuovo il suono si ripete: proviene dallo studio-veranda di Andrea.

Gretha si fa coraggio, si avvicina senza far rumore alla porta della veranda e lentamente la socchiude.

Entro è buio e silenzio. Gira l’interruttore. Tutto sembra come lo ha lasciato, compresa la sedia su cui era stato legato Andrea.

Poi un dettaglio attira la sua attenzione e con un VIOLENTO ZOOM leggiamo sulla tela bianca la scritta in rosso è stata corretta. Ora si legge

                                                                HAI 2 GIORNI

 

SCENA 54

APPARTAMENTO PETER. Interno sera

Gretha singhiozza nella braccia di Peter

                                       

   GRETHA

Sono nelle loro mani! Fanno quello che vogliono… entrano, escono da casa mia… hanno scritto che mi restano due giorni… Peter, che posso fare??

 PETER

Calmarti. Adesso ti prendi una bella camomilla e ti fai una dormita.

GRETHA

Non riuscirò a dormire, non riuscirò…

PETER

Ti darò una pillola. Devi dormire.

GRETHA

Sì, va bene, va bene…. Ma domani, domani che devo fare?

PETER

Stare qui con me. E non prendere iniziative. Hai fatto male a uscire da sola. Se ti avevano perso, adesso certo ti avranno seguita… Ti vogliono spaventare. Ti vogliono far dire dove hai nascosto quel diamante…

GRETHA

Ma io non lo so! Peter non lo so!

PETER

Io ti credo, ma quegli assassini no. Loro pensano…

GRETHA

Lo so quello che pensano loro. Dimmi quello che pensi tu, Peter…

Gretha si stacca dall’uomo e si asciuga gli occhi con la punta delle dita. Lo fissa in attesa della risposta.

Peter sospira, scuote la testa, versa la camomilla in una tazza e la porge a Gretha insieme ad una pillola per dormire                                                    

PETER

Bevi e ascolta: io penso che quella pietra l’abbia tu… ma che non sappia di averla!

GRETHA

E come???

PETER

Non lo so! Magari te l’ha spedita per posta…

GRETHA

… e se l’è fregata il postino? Perché se io avessi ricevuto una diamantone di cento e passa carati, che dici, me ne sarei accorta?

PETER (sorride)

Credo proprio di sì. Deve brillare come un sole.

Gretha prende la pillola e la inghiotte con un lungo sorso di camomilla

GRETHA

Quant’è grande un diamante da cento carati?

 PETER

Beh, cinque carati fanno un grammo. Quindi 20 grammi di pietra, quasi un quarto di etto… una bestia così, di tre o quattro centimetri di lunghezza e due o tre di spessore…

GRETHA

Figuriamoci! Io roba così l’ho vista solo di vetro attaccata….

Si blocca colta da improvvisa illuminazione e termina in un soffio

… al costume da cubista… oh mio dio! Il costume!

Denise potrebbe aver attaccato il diamante al suo costume… o mamma, sculettava con tutti quei miliardi attaccati al sedere…!!

 

La tazza di camomilla trema in mano a Gretha che la passa a Peter che la prende e la posa sul tavolo

PETER

Calma, calma… è solo un’idea! Può darsi che sia quella giusta e domani verificheremo.

GRETHA

Ma sì! Dev’essere così! Peter, dobbiamo andare subito al night a cercare quel costume…

PETER

Senti, è troppo tardi. Ci andiamo domani eh? Adesso tu devi dormire e anche io. Tanto, anche se lo troviamo non è che possiamo tenercelo noi il diamante, ti pare?

Gretha fa una smorfietta                                         

GRETHA

Con tutte le paure che ho provato… (sbadiglia) Ma che mi hai dato per dormire, una bomba?

PETER

Ti accompagno in camera tua…                                                        

GRETHA

Non c’è bisogno. Mi ricordo la strada…

Va verso la porta della camera degli ospiti e gli ultimi passi sono incerti. Tuttavia entra e Peter sente che chiude a chiave dall’interno.

Peter sorride e scuote il capo.

 

SCENA 55

APPARTAMENTO MELISSA. Interno notte

Melissa è in bagno e sembra che stia smacchiando il costume di scena: sta intingendo una spugnetta in un liquido e lo passa sui pendenti di vetro colorato del costume. Sono pendenti color ambra, tranne due che sono rosso rubino.

Se ne stacca uno di quelli ambrati e Melissa lo posa sul pavimento e poi ci batte sopra col porta sapone: il goccione di vetro va in mille pezzi.

Un rumore proviene dalla stanza da letto. Melissa va a dare un’occhiata socchiudendo l’uscio della stanza da bagno:

la camera è parzialmente illuminata da una piccola luce sul comodino e sembra non esserci nessuno.

Melissa torna a sfregare i pendagli di vetro giallo una pezza che bagna in un liquido detergente sui pendenti colorati del costume.

Nella camera in penombra, un uomo si muove senza fare rumore. Le sue mani guantate di nero frugano nei cassetti. Poi l’ombra si sposta verso l’armadio e lo apre: dentro, tra abiti eleganti e sexy, un abito da suora

L’uomo passa una mano tra i vestiti e l’abito da suora si sgancia e si affloscia, la gruccia sbatte contro l’armadio con un suono secco.

Melissa, nel bagno, butta il costume nel cestino della roba sporca, sopra ci getta un asciugamano e si affaccia con cautela alla porta.

La camera appare deserta però l’armadio è spalancato. Melissa afferra un paio di forbici e va verso il letto. Si guarda intorno: nessuno.

Si avvicina all’armadio e raccoglie il vestito da suora. La piccola luce sul comodino si spegne.

MELISSA (spaventata)

Chi è…?

Si accende una torcia elettrica ce la abbaglia. Melissa istintivamente s tira addosso il vestito da suora e arretra terrorizzata, poi cerca di rientrare nel bagno ma con EFFETTO A SORPRESA l’aggressore la blocca da dietro e con una mano guantata di nero la tiene ferma, brutalmente, per i capelli.

La lama del rasoio brilla nel fascio di luce proveniente dalla torcia appoggiata da qualche parte e si abbatte, tremenda, sugli occhi sbarrati dal terrore della vittima.

Melissa urla con tutto il fiato che ha, ma il suo urlo termina in un rigurgito di sangue, perché l’assassino le taglia la gola da un orecchio all’altro.

L’assassino lascia Melissa che si affloscia in una lago di sangue sopra il costume da suora.

Qualcuno suona al campanello della porta di ingresso.

L’assassino va a prendere la torcia che aveva lasciato sul piano di un mobile. La spegne. Buio. Il campanello suona con insistenza ma nulla si muove.

 

SCENA 56

APPARTAMENTO PETER. Interno notte

IMMAGINI ONIRICHE

Un campanello trilla da qualche parte e Gretha cerca di mettersi a sedere sul letto ma non può: è legata a polsi e alle caviglia ai quattro lati del letto. Cerca di urlare ma non riesce a profferire suoni. Gretha vede comparire dal buio la bambina che teneva per mano Andrea.

La bambina indossa una piccola guepiére nera ornata con pendagli di vetro colorato e...guanti lunghi neri, tutto in miniatura, da bambina. Si muove a passo di danza sinuoso e rallentato, guardando Gretha seria, accanto a uno specchio alto quanto lei. Ha in mano Puccidi sventrato.

BAMBINA (cantilenando)

Puccìdi, Puccìdi, chi è la prossima che uccidi?

Puccìdi, Puccìdi, chi è la prossima che uccidi…

La bambina alza l'altra mano che impugna un rasoio e taglia la testa di Puccidi che cade sul letto a pochi centimetri dagli occhi di Gretha, mentre a SORPRESA la maschera da demonio spunta da sotto il materasso dietro la testa rotolante di Puccidi, e sembra animarsi.

Gretha sudata, urla stavolta a squarciagola. Chiude gli occhi e urla.

VOCE PETER

Gretha! Gretha!!!

Si sente il bussare violento contro la porta e poi lo schianto dell’apertura forzata (come se Peter entrasse nel sogno)

VOCE PETER

Gretha! Gretha!!!

SFUMA LA QUALITA’ ONIRICA DELLE IMMAGINI

Qualcuno sta scuotendo Gretha che urla con gli occhi chiusi: è Peter.

PETER

Gretha! Gretha! Svegliati ! Gretha!

La donna apre gli occhi, esitando, pronta a coprirsi il volto, a difendersi e vede Peter chino su di lei. Peter è completamente vestito per uscire. Ha appoggiato sul letto la sua ventiquattr’ore di pelle.

GRETHA

Peter…

Si guarda intorno e poi si affloscia passandosi una mano nei capelli

GRETHA

Oh dio… un incubo… che paura! C’era di nuovo quello con la maschera…

Peter le accarezza teneramente il volto

PETER

Ero preoccupato. Non ti svegliavi più… poi hai cominciato a urlare.

GRETHA

Perché, che ore sono…

 PETER

Quasi le sei. Hai dormito tutto il giorno…

Gretha si stiracchia e poi gli sorride

GRETHA

Però adesso mi sento meglio….

PETER

Si vede che ne avevi bisogno. Preparati che si va a cena fuori. Torno fra mezz’ora, ti basta mezz’ora?

Gretha salta giù da letto

GRETHA

Mi bastano dieci minuti….

PETER

Fantastico! Una donna che passa dal letto al ristorante in dieci minuti, io me la sposerei…

Gretha sorride e corre a chiudersi in bagno.

Peter cambia bruscamente atteggiamento. Controlla l’ora sul suo orologio e poi accende il televisore. Col telecomando sceglie un canale. Butta il telecomando su una poltrona e apre la sua ventiquattr’ore di pelle, tirandone fuori il costume di Melissa, coi pendenti color ambra. Si guarda intorno, cercando un posto dove metterlo..

Dal bagno Gretha chiama

GRETHA

Peter! Per favore mi porti quel mio borsone che ho messo nell’armadio?

Peter vede il borsone di Gretha sul fondo di un armadio e allora va nascondere il costume proprio vicino al borsone e poi si affretta ad uscire senza far rumore.

Intanto alla TV è cominciato un telegiornale.

Gretha si affaccia dal bagno avvolta in una asciugamano di spugna

GRETHA

Peter?

Nessuna risposta. Allora Gretha esce e va a cercare qualcosa nel suo borsone. Alle sue spalle la voce dello speaker alla TV sta dicendo

SPEAKER TV

… ha colpito di nuovo e nello stesso modo tremendo dell’altra volta. Anche questa volta la giovane ballerina è stata sgozzata ma prima il sadico assassino le ha tagliato gli occhi…

Gretha si blocca e va verso il televisore che mostra le immagini del cadavere di Melissa mentre viene portato via con una barella.

SPEAKER TV

Il delitto è stato scoperto solo nel primo pomeriggio ma la ragazza era morta da parecchie ore. E’ questo l’ultimo anello di una catena di omicidi che ruota intorno al furto del più grande diamante a goccia del mondo, il famosissimo Fiorentino di cui si erano perse le tracce dopo la seconda Guerra Mondiale. Si diceva che gli Alleati volessero restituirlo all’Austria e in effetti la prima vittima della catena di delitti è stato un ufficiale americano…

Gretha vede la stanza girarle intorno e si deve aggrappare per non cadere. Corre al suo borsone e arraffa un po’ di biancheria, mentre la voce dello Speaker TV passa ad altro argomento.

SPEAKER TV (off)

Passiamo ora ad argomenti più leggeri: sempre più in calo il desiderio maschile, secondo le statistiche dell’ISTAT. "Se questo è il risultato ultimo della vittoria femminista" ha detto la vincitrice dell’Oscar " mi sembra un vittoria piuttosto moscia…"

Gretha afferra il borsone per spostarlo e il luccichio dei pendenti color ambra del costume di Melissa attira la sua attenzione. Allunga una mano e lo prende. Lo alza.

DETTAGLIO: i pendenti colorati tintinnano e riflettono la luce. Sono riflessi ambra alternati a quelli rossi dei due unici pendenti di quel colore.

Gretha vacilla, allibita, stordita: i riflessi colorati dei pendenti giocano sul suo volto.

Le sue mani passano sui pendagli di vetro, facendoli tintinnare e si soffermano là dove ne manca uno. Gretha guarda quella mancanza con apprensione.

II suono della porta d’ingresso che si apre e la voce di Peter che la chiama riporta Gretha ai pericoli del presente.

PETER (off)

Gretha! Sei pronta?

Gretha fissa ancora quel costume che accusa Peter di essere un assassino. Poi si scuote, rimette il costume al suo posto, nell’armadio, con mani tremanti. Richiude le ante.

Intanto Peter la chiama di nuovo, allegro.

PETER

Gretha… dove sei?

Peter appare alle spalle della ragazza che si irrigidisce, cercando di dominarsi. Riesce a tirare fuori un sorriso livido e va verso il bagno col proprio borsone.

 

SCENA 57

RISTORANTE ALLA MODA. Interno notte

Gretha e Peter stanno cenando in un ristorante elegante.

Lo sforzo di Gretha per mantenere un’espressione distesa é evidente. Peter mangia in silenzio e di tanto in tanto le lancia un'occhiata.

PETER

Sei sempre così silenziosa quando mangi?

GRETHA

Beh… dipende dalla compagnia…

PETER

Ah, grazie!

GRETHA

Volevo dire che anche tu non mi stai ubriacando di parole, trovi?

PETER

Stavo solo pensando: se andiamo a Les Femmes Damnèes a chiedere per quel costume magari qualcuno si potrebbe insospettire e…

GRETHA

Non l’hai sentita la TV?

PETER

No. Perché?

Gretha si alza

GRETHA

Niente. Scusa devo andare un attimo alla toilette…

Si allontana e Peter la segue con lo sguardo. Poi Peter pesca il suo cellulare dal taschino della giacca e pigia un pulsante. Si copre la bocca con la mano e sussurra qualcosa al telefono.

 

SCENA 58

CUCINE RISTORANTE ALLA MODA. Interno notte

Gretha si affaccia nelle cucina del ristorante

GRETHA

C’è un’uscita di servizio?

UN CUOCO

Certo signora. Da quella parte…

Gretha si affretta nella direzione indicata

 

SCENA 59

LUCCA. STRADA DI TRAFFICO Esterno notte

Gretha arriva a passo svelto a una stazione di taxi e sale sul primo libero

GRETHA

Presto, vada. Poi le dico dove….

L’auto parte e Gretha guarda dal finestrino posteriore temendo di essere seguita.

 

SCENA 60

STRADA APPARTAMENTO GRETHA. Esterno notte

Il taxi scarica Gretha davanti il portone di casa sua. La donna alza gli occhi sulle finestre del piano rialzato: sono illuminate! Gretha corre dentro.

 

SCENA 61

PIANEROTTOLO APPARTAMENTO GRETHA. Esterno notte

 

Gretha arriva correndo sulla soglia di casa e infila la chiave nella toppa. La mano le trema per l’emozione.

PIERO

Ancora problemi con la serratura, signorina?

Piero le sorride e si ferma un attimo sul pianerottolo. Gretha scuote la testa, apre la porta ed entra rapida, richiudendola.

 

SCENA 62

APPARTAMENTO GRETHA. Interno notte

Gretha attraversa di corsa l’anticamera e irrompe nel salone. Andrea, con gli abiti stazzonati e ancora sporchi di sangue raggrumato, la barba non rasa, ha sugli occhi i suoi occhiali da sole, una delle lenti è crepata. Attraverso si distingue la palpebra chiusa, incollata dal sangue raggrumato.

Andrea leva la testa un po’ troppo in alto, tipico nei ciechi, e chiede

ANDREA

Chi è…?

Gretha, commossa, core ad abbracciarlo

GRETHA

Andrea! Andrea, dove sei stato? Dove ti hanno portato? Sei stato da un dottore?

Andrea scuote la testa, non risponde all’abbraccio, resta con le braccia lungo i fianchi.

ANDREA

…sono cieco, Gretha, adesso sono cieco…

GRETHA

No, no… amore mio, vedrai che potrai guarire… ho avuto paura che fossi morto… dove sei stato? Ti hanno preso quei bastardi?

Andrea sfiora con le dita la faccia di Gretha, seguendone le linee, fino alle labbra. Gretha serra le sue labbra su quelle dita in un lungo bacio disperato, con gli occhi pieni di lacrime

ANDREA

Non ricordo… non so… ho camminato… qualcuno mi teneva per mano… poi mi son trovato di nuovo qui… non so più, Gretha… non so più niente… voglio solo morire… aiutami a morire…

GRETHA

Non dire così… staremo insieme per sempre… Hai bisogno di riposare un poco. Ma non disperarti, domani andremo da un dottore… Tu non avevi un amico che cura gli occhi?

ANDREA

Sì, Gianni… te lo ricordi Gianni… c’era anche lui a Viareggio l’estate scorsa… quando ho dipinto quel tramonto..

 

Andrea rompe in un singhiozzo e balbetta, come un bambino

ANDREA

… non potrò mai più dipingere, Gretha… stammi vicino…

 

GRETHA

Ma certo, amore…. sempre, sempre…

Gretha lo bacia. Andrea ricambia furiosamente il bacio. Fanno l’amore.

 

SCENA 63

STUDIO OCULISTA. Interno giorno

DETTAGLIO molto ingrandito dallo strumento dell’oculista:

l’occhio chiuso di Andrea con le ciglia sigillate dal sangue raggrumato. Con la punta di una cannula, l’oculista sta sciogliendo il sangue che incolla la palpebra.

Gretha, seduta in fondo allo studio, chiede con ansia

GRETHA

Può fare qualcosa, dottore?

L’oculista, chino sullo strumento con cui sta esaminando gli occhi di Andrea non risponde subito. Continua la sua operazione di pulitura con la cannula. Poi si drizza, scosta l’apparecchio e dice

       OCULISTA

L’occhio sinistro è andato, con la retina e tutto. Anche il nervo ottico sembra offeso. Ma per il destro si potrebbe tentare un trapianto. Se non basta si può studiare un innesto elettronico direttamente sul nervo ottico. Ma sono tecnologie sperimentali, molto costose.

Gretha cerca di far coraggio ad Andrea che le sorride: l’uomo pare avere recuperato un po’ di stabilità emotiva e le accarezza i capelli.

ANDREA

Un trapianto, Gianni? …. E quanto costa un trapianto?

  OCULISTA

Duecento milioni dovrebbero bastare, però bisogna trovare un donatore…

GRETHA

Io! Io, dottore! E’ colpa mia, tutta colpa mia quello che è successo....

OCULISTA

Gran gesto, figliola. Ma da vivente è vietato.

ANDREA

E poi io non permetterei mai….

    GRETHA

Ma perché no, Andrea? Vedremo tutti e due coi miei occhi!

           OCULISTA

Nella disgrazia sei fortunato, Andrea. Sono ben pochi quello che possono dire di avere una donna disposta a dare un occhio della testa per farli felici…

 

Andrea cerca tastoni la faccia di Gretha e la sente umida di pianto. La abbraccia

ANDREA

Non piangere. Che problema c’è? Tanto non abbiamo tutti quei soldi.                                       

GRETHA

A questo c’è rimedio. E se c’è una speranza che tu torni a vedere io farò qualunque cosa per realizzarla!

SCENA 64

LUCCA. STRADE. Esterni giorno

Gretha è al volante dell’antiquato coupé di Andrea, tutto bozzi e strisciate e nel cambiare marcia, dà una gran "grattata".

Andrea, con gli occhiali scuri dalla lente rotta, sorride

ANDREA

Così mi scassi il cambio…

GRETHA

Tu dici che c’è ancora da qualcosa da scassare in questo bolide?

Però mentre parla in tono leggero dà un’occhiata alla parte di occhio che si vede oltre il vetro spezzato: si distingue la cornea tagliata e l’iride ovalizzata e coperta da una macchia biancastra.                                     

 ANDREA

Bestemmia, bestemmia! E’ un’auto d’epoca ormai… vai dolce con le marce, non è questione di occhio ma d’orecchio… 

Gretha annuisce e ride ma ha le lacrime agli occhi

GRETHA

Andrea… ti giuro che tornerai a vedere…

E accelera. L’auto corre via. Dietro, appare un Mercedes, che resta nella scia.

 

SCENA 65

APPARTAMENTO GRETHA. Interno notte

L’interno è buio.

Si sente da fuori una chiave infilata nella toppa e le voci di Gretha e Andrea, incredibilmente allegre                                        

GRETHA (off)

L’aria del mare m’ha messo fame. Adesso ti preparo due spaghettini alla diavola di quelli feroci…

ANDREA

Mmmh! Però sono pericolosi… sai cosa succede dopo tutto quel peperoncino eh?

La porta si apre e i due entrano. Una torcia si accende da dentro l’appartamento e li centra in pieno. Gretha urla.

ANDREA

Gretha! Che succede????

La torcia viene spenta.

GRETHA

Chi è ??!!

VOCE NEL BUIO

Sono ore che vi aspetto.

Si accende un abat-jour che illumina dal basso Camilleri . E’ lui che l'ha acceso.

GRETHA (furibonda)

Lei! Ci vuole far crepar di infarto!?

ANDREA (con gli occhiali scuri)

Gretha, chi è?

GRETHA

Il poliziotto. E lei com’è entrato in casa mia? Eh? Com’è entrato?!

COMMISSARIO CAMILLERI

Con tanto di mandato. Se vuole glielo faccio vedere.

Il commissario tira su da terra una tela bianca, da quadro, su cui è scritto

HAI solo 1 GIORNO

COMMISSARIO CAMILLERI

Mi dica piuttosto che cos’è questo?

GRETHA (irridente)

Non lo vede? Un pro-memoria…

 

COMMISSARIO CAMILLERI

Pensavo che avessero sgozzato anche lei.

GRETHA

Dispiaciuto?

COMMISSARIO CAMILLERI

Ho sentito che invece è andata al mare… è lui il cieco?

ANDREA

Ma chi è questo bastardo…

GRETHA

Andrea, ti prego… Insomma lei cosa vuole? Sta qui a perdere tempo mentre in città c’è un maniaco assassino che ammazza la gente?

COMMISSARIO CAMILLERI

                                                    Allora l’ha saputo. Non porta bene ballare con lei.

ANDREA

Cos’altro è successo?

GRETHA

Hanno ammazzato quella che aveva preso il posto di Denise.

Andrea tentoni trova una sedia e si siede

COMMISSARIO CAMILLERI

Già. E lei, bella signorina, non sa niente, vero?

 GRETHA

E invece so! Io so chi è l’assassino! Ho cenato ieri sera con l’assassino E’ quello che vi ha preso in giro, quello che trovava i cadaveri! E Peter Franzoi! Ho visto il costume di Denise a casa sua dopo che… perché io gli avevo detto che forse quel diamante era nascosto nel costume di Denise… c’erano tante gocce di vetro colorate attaccati ai nostri costumi… e quelle di Denise erano quasi tutte ros…

Gretha si inceppa, come se un’idea improvvisa l’avesse bloccata.

 

SCENA 66

APPARTAMENTO PETER. Interno notte

FLASHBACK:

la mano di Gretha prende e solleva il costume trovato nell’armadio di Peter. I pendagli color ambra tintinnano: solo due sono color rubino.

ZOOM sui pendagli color ambra che oscillano rifrangendo la luce.

 

SCENA 67

APPARTAMENTO GRETHA. Interno notte

Camilleri

COMMISSARIO CAMILLERI

… che le prende? Continui…                                                        

GRETHA

… dicevo, sì… cioè…quello di Denise avevaaaa … niente… tanti pendagli… e uno di quelli… forse non era di vetro… ecco! forse era il maledetto diamante rubato… e … insomma il costume era a casa di quel Franzoi e se c’era il diamante adesso ce l’ha lui!

Camilleri

 COMMISSARIO CAMILLERI

Trovare Peter Franzoi, sì… sì, quello! Trattenetelo che arrivo! (poi a Gretha)

E lei sa questo da ieri????

GRETHA

Sì. Ma io adesso devo pensare solo ad Andrea. Tutto il resto non mi interessa! E se ora se ne va, ci fa un gran piacere!

COMMISSARIO CAMILLERI

Si tenga a disposizione per il confronto…

Camilleri dà un’occhiata a Andrea, una a Gretha, poi annuisce e se ne va, sbattendo la porta.

Gretha abbraccia Andrea

GRETHA

Non te l’avevo dett…

Andrea le fa il gesto di tacere posandole un dito sulla bocca. Tende l’orecchio. Ascolta. Poi sorride a Gretha e la cerca con la mano. Gretha gli va incontro e Andrea la accarezza

ANDREA

Adesso se n’è andato. Cosa volevi dire?

Gretha è eccitatissima e parla in fretta a voce sommessa, tenendo il volto di Andrea nella coppa delle mani

GRETHA

Non era il costume di Denise!

ANDREA

Come non era il costume di Denise?

 GRETHA

Nooo! Quello di Denise era quello coi pendagli rossi e invece quello che aveva Melissa aveva i pendagli gialli! Di solito ero io a portare quello coi pendagli gialli, capisci???? Melissa aveva il mio costume, non quello di Denise! L’assassino ha preso il costume sbagliato.

ANDREA

Com’è possibile! Se…

GRETHA

Denise li aveva scambiati! Ecco cosa mi voleva dire quando l’hanno uccisa! Che non ero ingrassata ma che aveva scambiato i costumi, perché quello coi pendagli rossi era un po’ più stretto…

ANDREA

Oh mio dio… allora il diamante … oh mio dio… era nel costume coi pendagli rossi!!! Era quello il vero costume di Denise…. E che fine ha fatto adesso quel costume? Tu sai dov’è?

GRETHA

C’è una sola persona che lo sa: Victor!

Suona il telefono e Gretha trasalisce con violenza. Guarda verso il telefono posato sul tavolo

GRETHA

Ma… il telefono era rotto… chi diavolo… 

e si muove per andare a rispondere, ma Andrea la ferma

ANDREA

Lascia che lo trovi io…

Gretha si ferma. Il telefono continua a trillare mentre Andrea, orientandosi col suono, si dirige dalla parte giusta. Allunga le mani, urta il telefono e fa cadere la cornetta. Prende il filo e seguendolo arriva alla cornetta

VOCE AL TELEFONO

Tempo scaduto.

La linea si interrompe e Andrea resta con la cornetta in mano.

GRETHA

Chi era?

ANDREA

Non lo so…

GRETHA

Che ha detto, Andrea???

ANDREA

Ha detto solo: tempo scaduto.

Gretha si porta le mani sul volto in un gesto di disperazione. Andrea riattacca la cornetta con qualche difficoltà. Gretha corre verso Andrea

GRETHA

Chiamo la polizia… ci uccideranno!

ANDREA

No. Adesso forse sappiamo dov’è quel diamante… è la mia unica speranza di riavere la vista… dobbiamo trovarlo e tenercelo!

Qualcuno sta infilando una chiave nella serratura.

Andrea trasalisce. Gretha si aggrappa a lui, spaventata e sussurra

GRETHA

C’è qualcuno… stanno cercando di entrare…

Andrea annuisce e si leva gli occhiali: da sotto le palpebre si intravedono i suoi occhi devastati.

ANDREA

Sì. Stacca la corrente…

GRETHA

Ma Andrea…

ANDREA

Stacca la luce. Al buio adesso vinco io…

E afferra una sedia, brandendola come una clava.

Gretha corre verso il bagno e stacca il limitatore di corrente. L’appartamento cade nel buio.

ANDREA

E tutto buio adesso?

GRETHA

Sì…

Andrea si muove rapidamente. Si avverte il suo movimento quando passa nel debole controluce delle finestre.

 

SCENA 68

PIANEROTTOLO APPARTAMENTO GRETHA. Interno notte

Un uomo con la faccia mascherata da angelo, come già abbiamo visto quando accecarono Andrea, ha infilato la chiave nella serratura e sta aprendo l’uscio. Al suo fianco c’è Velia che si infila maschera da demonio.

Il "demonio" socchiude l’uscio ma si ferma insospettito: dentro è buio.

L’angelo gli fa cenno di proseguire e Velia tira fuori di tasca una torcia. I due scivolano dentro.

 

SCENA 69

APPARTAMENTO GRETHA. Interno notte

L’ombra scura dell’uomo con la maschera da demonio si staglia per un attimo nel debole controluce della luce del pianerottolo.

Dietro entra l’angelo che accosta l’uscio dell’ingresso senza chiuderlo.

I due avanzano nel buio e nel silenzio totale i lievi suoni prodotti dagli intrusi sono distintissimi nel buio.

Gretha sta rannicchiata in un angolo del letto.

Ora il demonio è sulla soglia della stanza da letto e la sua mano striscia lungo il muro, arriva all'interruttore. Lo preme.

TAC.

Ma la luce non si accende. Velia (il demonio) soffia concitato

VELIA

E’ una trappola!

accende la torcia ma è un breve lampo perché su di lui si abbatte una sediata tremenda. Velia crolla sul pavimento e la torcia rotola sotto il divano.

L’angelo colpisce Andrea e fugge ma Andrea, di cui si son visti per un attimo i contorni, si tuffa su di lui afferrandolo per le gambe. I due rotolano nel buio, verso la porta socchiusa dell’ingresso e a tratti si intravedono le sagome dei due uomini che lottano nel controluce dello spiraglio.

Gretha, rannicchiata, segue con gli occhi sbarrati e il fiato sospeso.

Lo scontro nel buio deve essere tremendo a giudicare dai rumori e dal groviglio delle sagome. Poi un grido di dolore, un ansimare pesante, e ancora suoni di lotta. Un grido rauco, basso, di uomo colpito pesantemente. Uno dei due spalanca l’uscio e rotola fuori, mentre nella mano dell’altro brilla la lama di un rasoio.

Gretha non osa muoversi. Un’ombra barcollante appare sulla soglia e va verso di lei: sembra che abbia qualcosa nella mano destra.

Gretha, nel buio non può dire chi sia: Andrea, oppure....

L’uomo si ferma nel controluce di una finestra. Alza la mano e con l’altra se la fascia con un fazzoletto. Ansima forte.

ANDREA (nel buio)

Riattacca la luce, Gretha...

Gretha ha un grido di sollievo e corre ad abbracciare Andrea

ANDREA

Attenta… mi ha squarciato una mano quel bastardo…

GRETHA

Andrea… amore mio… mi hai salvato la vita!

Gretha lo bacia poi corre a riattaccare la corrente pigiando il pulsante del limitatore: le luci si riaccendono. A terra c’è Velia con la maschera da demonio stracciata e il cranio fracassato.

Andrea si nasconde la faccia con mano che cola sangue e inciampa sull’uomo mentre Gretha accorre con una benda presa in bagno

GRETHA

Fammi vedere… sanguina molto…

Andrea, reggendosi la mano ferita con quella sana e tenendole entrambe all’altezza del volto, tocca di nuovo col piede il corpo di Velia

ANDREA

Non guardare me…guarda lui… l’ho colpito forte… ma potrebbe riaversi…

 

Gretha esita, poi si china su Velia e gli leva la maschera che è piena di sangue: Velia è morto.

GRETHA

Io… credo che sia morto…

ANDREA

Dobbiamo andare via di qui… potrebbero avere dei complici… Gretha… cerca i miei occhiali per favore… li ho persi nella lotta… non guardarmi.. non voglio che mi veda così..

Gretha invece sta fissando quegli occhi dalle iridi sbilenche e segnate da un filo di sangue secco e due lacrime le colano sulle guance.

GRETHA (mentendo)

Come vuoi Andrea… non ti guardo…

Si scuote e va a prendere gli occhiali e glieli mette in Andrea se li aggiusta alla meglio sugli occhi. Gretha lo bacia e poi gli fascia la mano mentre Andrea le punteggia di piccoli baci i capelli

                                        ANDREA

La cosa che più mi dispiace è che non potrò più vederti…

GRETHA

Non sarà così. Tu tornerai a vedere e a dipingere.

 

Il rumore di un passo fa trasalire violentemente Andrea. Il passo però si allontana e si sente il rumore dell’ascensore che si muove.

                                                    ANDREA

Andiamo a cercare quel costume… prima che ci arrivi qualcun altro…

SCENA 70

STRADE APPARTAMENTO GRETHA. Esterno notte

Gretha parte con la spider di Andrea con bello sprint. Andrea le è seduto accanto godendo del vento sulla faccia, che tiene un po’ rovesciata verso l’alto e con gli occhi nascosti sotto gli occhiali da sole rotti. Ha fra le mani la borsetta di Gretha che lo guarda e sorride intenerita.

Appoggiato al muro, in un angolo buio, c’è l’angelo che si tiene la gola squarciata. La maschera gli scivola via dalla faccia: è Piero. Scivola lentamente a terra privo di vita.

SCENA 71

NIGHTCLUB "Les Femmes Damnées". Interno notte

Victor guarda Gretha con stupore, mentre calza dei lunghi guanti neri con sospetta lentezza

VICTOR

Quale costume, mia cara?

GRETHA

Quello coi pendagli rossi… lo vorrei come ricordo…

VICTOR

Tesoro, come sei romantica… ma io i vecchi costumi li ridò alla sartoria. Puoi vedere là se lo trovi. Sai dov’è no? Vicino al teatro…

SCENA 72

STRADA NIGHTCLUB "Les Femmes Damnées". Esterno notte

 

Fuori dal nightclub, in macchina, è rimasto Andrea, impaziente. Gretha si rimette al volante e avvia

GRETHA

Dice che l’ha ridato alla sartoria teatrale

SCENA 73

STRADA SARTORIA TEATRALE. Esterno notte

Un insieme di capannoni illuminati da poche luci sistemate sui cancelli.

Gretha frena davanti ad uno di essi. La spider ferma con un sobbalzo.

GRETHA

Meglio che vado da sola. Se c’è di guardia il vecchio Gegio mi faccio aprire. Ha sempre avuto un debole per me… Aspettami.

ANDREA

Un povero cieco, che altro può fare?

Gretha gli da un bacio veloce sulle labbra e corre verso uno dei capannoni.

 

SCENA 74

SALONI SARTORIA TEATRALE. Interno notte

Un vecchietto pelato dall’aria vispa e una sigaretta accesa fra le labbra gira un interruttore e accende le luci su una fuga di stanze piene zeppe di costumi: al centro lunghe filiere su cui sono appese centinaia e centinaia di grucce con costumi di ogni epoca e tipo. Alle pareti, scaffali e armadi mostrano anch’essi costumi di ogni epoca.

GEGIO

Ecco qui, tesoro… non fare casino che poi tocca a me rassettare eh?

Gretha dà un bacio amichevole sulla pelata del vecchio Gegio

GRETHA

A buon rendere….

GEGIO

Ma che rendere e rendere… vedi di dare qualche volta…

Il vecchio se ne va e poi si volta di scatto minacciando con un dito teso

GEGIO

Oh! Qui non si fuma eh? Che ‘l po’ andar tutto a foco…

GRETHA

Mai fumato in vita mia…

GEGIO (ghignando)

Seee… tabacco forse… tabacco…

E senza aspettare risposta esce da porticina laterale..

Gretha si avventura in mezzo alle lunghe file di costumi di ogni epoca, scostandoli con le mani, facendoli dondolare: un mondo fatto di alamari, di cappelli piumati, di toghe e di elmi.

Un vestito con la crinoline ondeggia all’avvicinarsi di Gretha, come se qualcuno l’avesse appena scostato. Gretha ha un brivido di paura.

Entra nel salone seguente, pieno di manichini vestiti in ogni foggia: sembra una scena gelata per magia dove dame e cavalieri di ogni epoca sia in procinto di ballare.

Un tonfo e Gretha si volge di scatto: manichini immobili la guardano.

Gretha riprende a cercare: vede delle guepière su uno scaffale e tira giù due bracciate di polverosi costumi da can-can. Cerca di rimetterli a posto ma le crolla addosso una pila di divide da nazista.

Gretha sente un suono di passi veloci e si libera delle divise che le impediscono di guardare: si sposta in mezzo alle filiere. Nessuno.

Eppure ecco di nuovo lo scalpiccio.

GRETHA

Andrea?…

La voce solleva strani eco ma nessuna risposta.

Gretha tira giù dagli scaffali altre bracciate di costumi da una lunga scaffalatura e finalmente lo scorge, appeso su una gruccia.

E’ quello coi pendagli color rubino e appena due color ambra!

Gretha lo prende ed esamina i vetri colorati facendoseli scorrere fra le mani. Tasta tre goccioni di vetro rosso abbastanza simili. Prova a morderne uno ma si fa male ai denti e basta.

Si guarda intorno e vede uno zoccolo olandese modello "zabot". Lo afferra e lo usa come martello calandolo con forza sui tre goccioloni di vetro rosso: due si spezzano e il terzo resta integro ma perde un po’ dello smalto rosso con cui era stato ricoperto e brilla, diamante stupendo!

Con mano tremante Gretha lo strappa dal costume e lo alza verso la luce della lampadina: un barbaglio vivido di luce azzurrina. E’ lui! Il mitico Fiorentino!

Gretha lo guarda affascinata.

Un cigolio lugubre. Gretha trasalisce. Tenendo stretto il diamante in una mano e il costume nell’altra, occhieggia in mezzo ai filari di vestiti.

In fondo c’è il vecchio guardiano appoggiato a un manichino. Gretha si affretta verso Gegio e gli dice allegra:

GRETHA

Gegio? Ho trovato! Me ne vado subito e...

Non continua. Il guardiano é immobile, con gli occhi chiusi. Ma da sotto le palpebre stanno spuntando lacrime di sangue.

Gretha fa un salto indietro. Urla, fugge, urta in un filare di abiti che crolla facendo cadere il manichino e il corpo del guardiano.

Gretha sé inseguita da un’ombra si muove in mezzo ai costumi, dando corpo a quegli abiti vuoti in una sequenza quasi surreale che l’angoscia della ragazza concretizza fino all’allucinazione:

sente passi sonori di scarponi da montagna. Gretha si volge di scatto.

Gli scarponi sono là, allineati, ma fermi.

Il ticchettio di scarpe col tacco alto. Gretha si volta di scatto:

una fila di scarpette col tacco alto sono allineate sotto le filiere. Ovviamente ferme.

Poi è il passo cadenzato di stivaloni tedeschi e Gretha si volta mettendosi le mani sulle orecchie, stravolta:

gli stivali sono allineati, oltre la fila dei costumi. Sono tutti fermi meno un paio che sembrano volgersi verso Gretha.

La ragazza si butta oltre i vestiti ma sbuca davanti alla fila degli stivaloni tedeschi tutti vuoti e immobili.

Gretha arretra, inciampa e cade. Grida, si rialza ma non riesce più ad orizzontarsi, il terrore la rende illogica. Corre, urta negli abiti, li lacera. Poi si ferma ansimante, in ascolto.

Lentamente un abito Luigi Quattordici alza una manica vuota proprio sul lato della donna, fino all'altezza del volto. Nella manica vuota brilla il filo argenteo di una lama di rasoio.

GRETHA

Andreaaaaa! Aiutooooo!!!!

Gretha si butta a capofitto tra i vestiti. II filare crolla su di lei seppellendola.

Gretha é ormai come pazza, freneticamente agita le braccia cercando di liberarsi dalle stoffe e quando riesce ad emergere scorge a pochi passi da lei Peter Franzoi chino sul corpo inanimato di Andrea.

Afferra il montante di uno degli appendiabiti e si scaglia come una belva contro Franzoi. Con un grido rauco lo colpisce al capo con violenza. Peter si accascia sul pavimento.

Andrea sembra morto. Il suo capo é appoggiato al muro, sul suo volto ci sono gli occhialoni scuri, di sghimbescio.

Gretha, temendo il peggio, si china su di lui.

GRETHA (disperata)

Andrea! Andrea….

ùAndrea non si muove. Gretha col volto rigato di lacrime, scossa da singhiozzi, fissa l’immobilità di Andrea senza osare toccarlo.

Poi, piangendo, si china su di lui, lo sfiora. Ma l’uomo non si muove. Lentamente Gretha gli leva gli occhiali: il volto pallido, esangue, immobile, con le palpebre semiaperte sugli occhi devastati lo fanno sembrare morto

GRETHA

Andrea… noooo!

Gretha scoppia a piangere disperata.

DETTAGLIO: le palpebre di Andrea vibrano e lentamente, incredibilmente, assurdamente cominciano ad alzarsi.

P.P.P. di Gretha, incerta se tra il riso e il pianto, paralizzata, che fissa, con gli occhi umidi di lacrime, gli occhi di Andrea.

DETTAGLIO: le palpebre sono completamente alzate e ora Andrea si ficca dentro agli occhi le punta dei suoi due indici e SE LI TOGLIE!

Sotto ci sono i veri occhi di Andrea: sanissimi, vivissimi e colmi di crudele sarcasmo.

Gretha lo fissa a bocca spalancata, senza fiato, come se avesse ricevuto un colpo allo stomaco.

La mano destra di Andrea si tende verso Gretha in un gesto di richiesta.

ANDREA

Il diamante, tesoro….

Gretha sta ancora tenendo stretto in pugno il prezioso costume. La donna arretra e allora la mano sinistra di Andrea si leva contro di lei stringendo un rasoio.

Con un grido di furore Gretha scaglia il costume sul volto di Andrea e si lancia in una fuga precipitosa.

Andrea dà un’occhiata al costume da dove mancano molti pendagli e capisce che il diamante non c'è più. Come una belva si butta all'inseguimento.

 

SCENA 75

STRADE DI LUCCA FUORI LE MURA. CANTIERE Est./int. alba

Gretha è al volante del coupé. Gratta due volte prima di partire ma alla fine schizza via sulle strade deserte. E' l'alba.

Andrea spezza il vetro di una macchina in sosta, la apre, strappa i fili e la mette in moto. Inizia l’inseguimento.

Gretha vede la sua borsetta abbandonata sul sedile, la apre con una mano e ci ficca dentro il diamante, parzialmente coperto di smalto rosso. Poi getta la borsetta sul sedile posteriore.

Nello specchietto l’auto guidata da Andrea si sta avvicinando.

Gretha cerca di accelerare, ma non è brava nella guida. L’auto sbanda pericolosamente.

Andrea guida teso, determinato, con lo sguardo fisso sulla sua coupé guidata da Gretha e le va addosso con violenza, tamponandola.

Gretha urla ma riesce a mantenere l’auto in strada, Guida quasi in trance, ancora sbigottita per quanto accaduto.

Andrea le si appaia, la stringe.

Gretha lo guarda disperata, ma il volto di Andrea è diverso, gelato in una smorfia di violenza, sconosciuto.

Le due auto strisciano fianco contro fianco, poi Andrea riesce a superare l’auto guidata dalla donna e la chiude con una manovra molto arrischiata. Gretha sbanda e colpisce le impalcature di un cantiere edile. Il cofano della spider si apre e si alza mentre il motore fuma.

Gretha sbatte la testa contro il volante e resta stordita. Andrea scende dall’auto e corre verso di lei.

Il rombo di un motorino lo blocca. Due ragazzotti in Vespa frenano accanto alla spider, mentre Gretha sta rinvenendo.

I° RAGAZZO

Capo, noi s’è visto tutto per benino e con cento sacchi gli si fa una testimonianza oculare che l’assicurazione gli rifà l’auto nuova nuova!

Andrea esita davanti a lui, irridenti, sporchi, due ragazzotti in motoretta. Poi mette la mano in tasca e passa ai due del denaro.

ANDREA

La testimonianza non serve. Basta che ve ne andiate.

Gretha cerca di uscire dalla spider ammaccata, ma lo sportello è bloccato e Andrea le mette una mano sulla spalla:

GRETHA

Chiamate la polizia... è un assassino... un delinquente ... mi vuole uccidere...

Il ragazzotto che guida la Vespa dà gas e ride

1° RAGAZZO

Oh signora, la non esageri via! Non s’è fatta niente… e quello è un vecchio bidone…

Fa descrivere alla Vespa un semicerchio e mentre esegue una "pinna" il ragazzo seduto dietro le grida

2° RAGAZZO

Quello c’ha la grana! Non gliela dare per meno di un testoneeee!

e la motoretta schizza via rombando lasciando di nuovo Gretha disperatamente sola davanti ad Andrea.

ANDREA

Fine della corsa.

Gretha guarda Andrea rassegnata, non ha più paura. Sussurra

GRETHA

Eri tu! L’assassino eri tu. Tu hai ammazzato Denise e Melissa… e tutti gli altri!

Andrea accarezza la testa di Gretha poi la afferra per i capelli. Nell'altra mano é apparso il rasoio. Andrea la fissa irridente

ANDREA

Ma no. Ognuno ha fatto la parte sua. Melissa era del gioco. Stava con Velia quando ha ucciso il fratello di Denise. Eravamo parecchi in società ma quando tu mi hai detto che sapevi dov’era il diamante, beh, la società non serviva più e io, come dire, l’ho sciolta. Dammi il diamante, adesso.

Gretha lo fissa con aria di sfida

GRETHA

Tu mi ammazzi comunque, vero Andrea?

ANDREA

Cara, la morte è nulla. Importa COME si muore! Stavolta é proprio finita, piccola. C'é chi vince e c’é chi perde. Tu hai perso. Dammi il diamante!

GRETHA

Cercatelo, maledetto bastardo…

Si ribella piantando le unghie nelle mani di Andrea ma questi non molla la presa e la tiene saldamento per i capelli, le volta la faccia verso l’alto, brutalmente, e cala il rasoio verso i suoi occhi.

Ma la lama non arriva a colpire. Il rombo di un auto in avvicinamento ferma il gesto omicida.

Andrea è costretto a fare un balzo di lato per evitare di essere investito dall’auto di Peter. Che frena e salta giù.

Andrea lo assale col rasoio ma Peter è un professionista: col primo calcio lo disarma e col secondo lo manda a terra. Andrea termina con la faccia dentro una pozza di calce viva.

Urla di dolore e si rialza con le mani sugli occhi e la pelle del volto che sfrigola per il contatto caustico.

Gretha riesce ad uscire dall’auto e guarda Andrea che barcolla, cieco davvero, lamentandosi per il dolore, mentre si sentono le sirene di due auto della polizia in arrivo.

GRETHA

Mi hai salvato la vita… scappa però, non senti che arriva la Polizia?

E’ troppo tardi. Due auto della Polizia si fermano con stridore di gomme a due passi dalla coppia e molti agenti balzano in strada. Due afferrano Andrea per le braccia. L’uomo è scosso da un tremito

Gretha si aggrappa a Peter e si alza e dice a Camilleri che si è fermato davanti a lei

GRETHA

Sono stata aggredita e lui mi ha salvato la vita… lui non c’entra niente con tutto il resto.. lui…

 CAMILLERI

Lui c’entra e come (poi agli agenti) Portate quel disgraziato all’ospedale prima che diventi cieco per davvero. E tu bella, allora, dov’è il diamante?

Gretha esita e dà un’occhiata a Peter che le sorride

PETER

Se ce l’hai, daglielo. Così dimostri che non hai niente a che fare con questa storia di delitti.

GRETHA

Ma tu…

PETER

Io sono un poliziotto, Gretha. Sono dell’Interpol…

GRETHA

Oh, dell’Interpol… ma allora…

COMMISSARIO CAMILLERI

Allora? Dov’è il diamante?

Gretha sta guardando Peter negli occhi e risponde a Camilleri senza dargli importanza

GRETHA

In macchina, nella borsetta…

Poi a Peter con intensità

GRETHA

Ma allora… non hai ucciso Melissa… eppure avevi il suo costume… e io ho pensato…

PETER

Purtroppo con Melissa sono arrivato tardi. Era già morta. Ho preso il costume perché l’assassino l’aveva buttato nella fuga… e ho fatto in modo che lo trovassi… è un brutto mestiere il mio, devo diffidare di tutti… però non mi aspettavo che scappassi in quel modo… e ho pensato che i costumi in fondo erano due e che forse tu eri andata a cercare l’altro… ma anche in sartoria sono arrivato troppo tardi…

 GRETHA (sorride)

Allora è stato un gran colpo di culo che tu sia arrivato in tempo per salvarmi la pelle.

Il commissario Camilleri torna a grandi passi, irritato

COMMISSARIO CAMILLERI

Nella macchina non c’è nessuna borsetta! Senti, se ci vuoi continuare a prendere per i fondelli…

E tira fuori un paio di manette. Peter lo ferma con un gesto

PETER

Per lei garantisco io.

Il commissario sbuffa di rabbia e mette via le manette.

GRETHA

Ma come non c’è la borsetta…

Corre a guardare nell’auto: il sedile posteriore è vuoto. Gretha si volta a guardare Peter, smarrita

GRETHA

Avevo messo la borsetta lì e… quei due in moto!!! Due ragazzotti in Vespa che si sono offerti di testimoniare quando Andrea mi ha speronato…

COMMISSARIO CAMILLERI

Ma come due in Vespa, accidenti, e inventala meglio no?

GRETHA

Ma la vuol piantare, maledizione!!! Io ho sempre detto la verità!

Il commissario volta le spalle a Gretha e guarda il cielo, stringendo i denti e mormorando nella stretta

COMMISSARIO CAMILLERI

Mmmh… io queste mignotte non le sopporto…

PETER

Calma commissario. Ho detto che per la signorina garantisco io. Indagheremo, indagheremo finché non l’avremo trovato… anche se ci volesse tutta la vita… vero Gretha?

Suona quasi come una proposta di matrimonio e Gretha annuisce e sussurra

GRETHA

Detto così.. spero quasi che non lo trovi mai più…

SCENA 76

LUCCA. VIA DEI FOSSI. Esterno giorno

I due ragazzi in Vespa fermano la moto all’imbocco di uno dei ponticelli pedonali che scavalcano il fosso pieno d’acqua che attraversa buona parte della città.

Scendono dallo scooter e uno dei due rovescia sui mattoni del basso muretto di protezione il contenuto della borsetta di Gretha.

DETTAGLIO: rossetto, rimmel, eye liner, un pettine, una pinzetta, una lima per unghie, un borsellino con qualche moneta e un biglietto da cinquantamila lire e il grosso diamante semilaccato di rosso.

1° RAGAZZO

E’ andata buca. Proprio misera misera…

L’altro esamina incuriosito il diamante a forma di enorme goccia

2° RAGAZZO

E questo che roba è?

Il compagno glielo leva di mano, gli dà un’occhiata, e lo palleggia, gettandolo per aria e riacchiappandolo al volo un paio di volte

1° RAGAZZO

Vetro. Chincaglieria. Il Boccaccio non ci darebbe neanche un deca…

E lo scaglia nell’acqua del Fosso.

DETTAGLIO: con un bel "plumf" il Fiorentino scompare nelle acque scure. Lo spruzzo sollevato dal diamantone si congela nell’aria e sul fotogramma fermo la parola

                                                                                    F i n e

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