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LA GELIDA FIAMMA DELLA PAURA

SCENA 1

TRENO. SCOMPARTIMENTO PRIMA CLASSE. Int/est. giorno

L’uomo è molto nervoso anche se cerca di contenersi. Seduto vicino alla porta dello scompartimento, ben vestito, sulla quarantina, guarda l’ora al proprio Rolex da polso, poi sorride alla signora che gli siede di fronte, leggendo una rivista con occhiali dalle lenti rosate, molto eleganti

FRATELLO DI DENISE

Mi scusi, signora, che ora fa lei?

SIGNORA SUL TRENO

Quasi le sei.

L’uomo annuisce e guarda la suora (MELISSA) che gli siede di fianco. La suora sorride dolcissima e conferma, dando un’occhiata al suo orologio da tasca

MELISSA

Diciotto meno tre…

L’uomo ringrazia con un cenno del capo e dà un’occhiata all’austero signore brizzolato, con qualche caratteristica araba, che siede accanto alla donna, intento a battere sui tasti di un laptop, (VELIA) ma questi non alza gli occhi dalla tastiera. Entra un controllore

FRATELLO DI DENISE (al controllore)

Manca molto alla frontiera?

CONTROLLORE

Quindici minuti. Dopo le gallerie.

L’uomo annuisce di nuovo, si fa forare il biglietto e si appoggia allo schienale imbottito, chiudendo gli occhi. Il controllore fora anche i biglietti degli altri due viaggiatori ed esce.

Il treno infila una galleria e per un attimo lo scompartimento è buio.

Poi le luci di emergenza lampeggiano per una frazione di secondo e tornano a spegnersi.

Nell’attimo di luce si intravede l’uomo col laptop che si sta muovendo per uscire dallo scompartimento.

 

SCENA 2

FERROVIA. TRATTO ALPINO. Esterno giorno

Il treno esce sferragliando dalla galleria.

 

SCENA 3

TRENO. SCOMPARTIMENTO PRIMA CLASSE. Int/est. giorno

L’uomo col laptop esce dallo scompartimento, superando il fratello di Denise e la donna che ha sospeso la lettura per via del buio della galleria.

VELIA(uscendo)

Scusi.

La donna annuisce e si rimette a leggere. Poi qualcosa attira la sua attenzione sull’uomo che le siede di fronte e che adesso si lascia passivamente scuotere dal treno, con gli occhi chiusi, la testa poggiata all’oreiller del sedile.

Le ciglia dell’uomo si intridono di uno strano umidore. Non è pianto. Da sotto le palpebre chiuse si sta formando una goccia scura. La goccia scivola verso la guancia: una lacrima di sangue !

ZOOM VIOLENTO sulle lacrime in formazione.

La donna strizza gli occhi, incredula, si toglie gli occhiali e guarda meglio: due lacrime di sangue stanno colando dagli occhi dell’uomo che gli scossoni del treno fanno cadere di lato. Anche sulla camicia, all’altezza del cuore, una macchia rossa si sta allargando.

L’urlo agghiacciante della donna fa sobbalzare la suora che vede la testa dell’uomo scivolare verso di lei: nel movimento le sue palpebre si schiudono mostrando in un orrido DETTAGLIO le due cornee squarciate in senso orizzontale da un taglio sottile.

La suora si fa il segno della croce e poi non riesce a dominare l’orrore e urla anche lei.

 

SCENA 4

NIGHTCLUB "Les Femmes Damnées". Interno notte

L’urlo è ripetuto da un bocca e da altre dieci bocche di ragazzi che freneticamente ballano un crescendo, sciabolati dalle luci e con un volume musicale da rompere i timpani.

Le urla seguite e mischiate a esclamazioni di entusiasmo sono dovute ai movimenti audaci che le due cubiste (GRETHA e DENISE) stanno effettuando sulle loro pedane: entrambe le belle ragazze sono piegate in avanti, col sedere sporto in fuori, coperto solo da un piccolo costume ornato di pendenti di vetro colorato a forma di grosse gocce, e si agitano come ossesse.

Il costume che indossa Denise ha tutti i pendenti color ambra con due pendenti rosso rubino, mentre quello che porta Gretha li ha tutti rosso rubino con due soli color ambra.

Fra il pubblico entusiasta c’è un uomo sui trentacinque anni, che tiene lo sguardo fisso su Denise. (PETER FRANZOI)

La musica cessa in una grande ovazione e Denise e Gretha si drizzano sorridenti, sudate, felici. Si voltano di faccia alla loro platea che le osanna, omaggiandole con grida di ogni genere.

In fondo alla grande sala, un uomo sulla quarantina, brizzolato,  osserva i giovani osannanti con aria infastidita, aspirando con forza da una sigaretta. (Commissario CAMILLERI).

 

SCENA 5

CAMERINO DI GRETHA E DENISE. Interno notte

Gretha si leva il costume dai pendenti prevalentemente di vetro rosso e lo getta su una sedia sbuffando

GRETHA

Uffa! Mi sa che sto ingrassando! Mi sembrava di scoppiare stasera dentro al costume!

Anche Denise si leva il costume e lo butta da un lato, poi dà un pizzicotto sulle natiche di

DENISE

Vai, vai, che sei in forma splendida…

COMMISSARIO CAMILLERI (off)

Ho visto di meglio.

Le due ragazze si voltano di scatto. Gretha si tira addosso una vestaglia.

Sulla porta del camerino è apparso quel tipo dal cranio rasato che fuma con voluttà e che le guarda serissimo.

GRETHA

Bello, aria… !

  DENISE (a Camilleri)

 Vedi un po’ d’andartene, se no chiamo la vigilanza…

Dietro al commissario si affaccia un uomo corpulento, sulla cinquantina: è VICTOR il padrone del nightclub

VICTOR

 Problemi, bambine?

Camilleri

COMMISSARIO CAMILLERI

Nessun problema. Commissario Camilleri. Chi di voi è Denise Luisetti?

DENISE (seccata)

Io. Perché?

COMMISSARIO CAMILLERI

Devi venire con me.

DENISE

Ma perché ? Che ho fatto?

COMMISSARIO CAMILLERI

Tu, niente. E’ per tuo fratello.

DENISE

Ancora! Ancora quella vecchia storia idiota del furto di quel diamantone? Ma non avete proprio niente da fare voi della polizia.

COMMISSARIO CAMILLERI

Io sono della Omicidi. Tuo fratello è stato ammazzato.

Denise si blocca, sbianca in volto, vacilla. Accorre Gretha a sorreggerla.

 

SCENA 6

QUESTURA. UFFICIO CAMILLERI. Interno notte

Senza soluzione di continuità con la scena precedente, anche se le due ragazze ora sono vestite. Gretha ha un soprabito. Denise un abitino sexy.

Denise, aggrappata alla scrivania di Camilleri, sorretta da Gretha, chiede accorata:

DENISE

Come ammazzato… Dove? Quando?

COMMISSARIO CAMILLERI

Sul treno Milano Zurigo. Alle sei di ieri sera. Gli hanno trapassato il cuore con un coltello.

C'è qualcosa di più che dolore negli occhi di Denise. C’è paura. Il commissario la fissa negli occhi, come se aspettasse qualcosa. Denise si stacca da Gretha, tira su col naso, cerca un fazzoletto che non ha e Gretha glielo porge. Denise si soffia il naso e ricambia lo sguardo inquisitorio di Camilleri..

DENISE

E anche…

La ragazza si blocca ma Camilleri annuisce, senza levarle gli occhi di dosso:

COMMISSARIO CAMILLERI

Sì, anche. Gli hanno tagliato gli occhi con un rasoio. Guarda. Guarda!

Camilleri

Denise ha un conato di vomito e Gretha la abbraccia mettendosi fra l’amica e quelle foto orrende

GRETHA

Si sta divertendo?

COMMISSARIO CAMILLERI

Tu stai zitta oppure vattene fuori. Allora, Denise, non ti sembra il caso di dire finalmente quello che sai?

DENISE

Ma io non so niente! Niente!

Camilleri

COMMISSARIO CAMILLERI

Fai come vuoi. Ma non tutti si accontenteranno di farti delle domande. Tu rischi la pelle.

Il commissario si tende verso Denise e aggiunge:

COMMISSARIO CAMILLERI

Due settimane fa hanno ammazzato un altro della banda e gli hanno tagliato gli occhi! Come a tuo fratello. Se non parli, farai la stessa fine!

DENISE

Ma se non so niente, che devo fare? Inventare???

COMMISSARIO CAMILLERI

Via, allora! Aria! Fuori!

SCENA 7

LUCCA. AUTOBUS DI LINEA. Interno/esterno notte lunare

Un autobus percorre viale Cadorna ed entra nel centro storico di Lucca.

Denise, seduta sul sedile dell’autobus, si asciuga gli occhi col fazzoletto di Gretha che le è seduta vicino.

La città ancora dorme.

Il bus è quasi vuoto. Un paio di guardie notturne che rientrano a casa, un barbone che si fa scorrazzare perché non sa dove andare e una suora, di cui non vediamo mai bene il volto.

DENISE (sta raccontando)

…l’hanno accusato di essere uno dei ladri che due anni fa rubarono a un ufficiale americano trovato morto e con gli occhi tagliati il più grosso diamante a goccia del mondo. Una pietra lunga quattro centimetri buoni…

GRETHA

Alla faccia dell’ufficiale americano! E quanto può valere una cosa così?

DENISE

Dieci miliardi, venti… secondo l’amatore…

GRETHA

Accidenti! Ma… tuo fratello… voglio dire, c’entrava o no?

DENISE

Non lo so. Secondo me no, perché non è mai stato proprio in grana… Vabbè che poi il diamante è sparito di nuovo e per questo si ammazzano, per trovarlo.

GRETHA

Allora, se l’hanno ammazzato… e poi in quel modo… forse l’aveva fatto sparire lui!

DENISE

Se l’ha fatto non me l’ha detto. Sai, non è che ci si prendesse molto io e mio fratello. Lui è più grande di dieci anni e se ne andò che ero piccola…

GRETHA

E quella cosa orribile… gli occhi dico… tu lo sapevi perché te l’aveva detto lui?

DENISE

No. E’ stata la polizia che mi ha tampinato e continua a tampinarmi. Mi han detto che l’assassino era uno schizzato, uno fuori di testa che taglia gli occhi alle sue vittime prima di ucciderle...

GRETHA

E perché lo fa?

DENISE

Niente.. pare che sia convinto che la sua faccia resti nel fondo degli occhi di quelli che ammazza…

GRETHA

Sulla rètina? Ma è una cavolata!

DENISE

Sarà. Ma quello fa così… hai visto le foto, no?

Denise tira su col naso, poi si alza di scatto mentre Gretha resta seduta

DENISE

Uh sono arrivata…

Denise tira su Gretha per un braccio

Accompagnami a casa, dài! Su, vieni…

GRETHA

Sono stanca…

DENISE

Dài, uffa, solo dieci minuti…

Gretha sbuffa ma si lascia trascinare verso l’uscita. Il bus si ferma e le due ragazze scendono. La suora scende dall’altra porta.

 

SCENA 8

LUCCA. STRADE. Esterno notte lunare

Gretha si lascia trascinare per mano da Denise e attraversano la strada, mentre l’autobus si allontana, infilandosi nei vicoli poco illuminati intorno alla torre dei Guinigi sormontata da lecci secolari, illuminati dalla luna.

Sul marciapiede resta per un attimo la suora: una Mercedes si ferma davanti a lei, la portiera si apre e la suora sale.

Gretha e Denise camminano nei vicoli verso la casa di Denise

GRETHA

E perché quel poliziotto pensa che tu sappia dov’è il diamante?

 DENISE

Boh! Ogni tanto qualcuno mi chiama in Questura perché sono la sorella… anzi, ero la sorella…

Denise ha un singhiozzo e Gretha le passa una mano intorno alla vita           

 GRETHA

Su, su. Dove abiti? Non sono mai venuta a casa tua…

                    DENISE (indicando)

Qui. Non è un gran che, ma… appena trovo uno coi soldi, cambio…

Una voce sussurrata proviene da un androne buio

                       VOCE BAMBINA (off)

Denise…!

Denise si blocca e Gretha   si ferma

                                                                                       DENISE

                                                                                 Non hai sentito?

                                                                                      GRETHA

                                                                                 No. Cosa?

                                                                                        DENISE

                                                                                  Una voce…

Denise si allontana dall’amica e si affaccia nell’androne scuro.

 

SCENA 9

ANDRONE BUIO. Interno notte

Denise avanza nell’androne buio come un antro di sibilla. Ci deve essere una vasca piena d’acqua perché le pareti dell’androne assumono riflessi cangianti Di nuovo una voce sussurra, appena udibile

                                                        VOCE BAMBINA (off)

                                                                                    Denise…

                                                                                    DENISE

                                                                                      Chi sei?

                                                               VOCE BAMBINA (off)

    … i tuoi occhi, Denise, i tuoi occhi…

Denise crede di scorgere nel fondo buio dell’androne il viso di una strana bambina dai grandi occhi azzurri, abbigliata come una zingara

 BAMBINA

 Morirai! Morirai presto… molto presto…

Gretha entra nell’androne, dietro a Denise, rimasta immobile a fissare l’ombra sul fondo dell’androne buio, qualcosa che anche a Gretha sembra una forma umana.

 GRETHA

Ma che fai?

Denise si volta, si aggrappa a lei

 DENISE

Non hai sentito? Ha detto che morirò…

 GRETHA

 Ma … non c’è nessuno!

 DENISE

La bambina… laggiù… la bambina…

Denise non riesce a muoversi, Gretha raggiunge il fondo dell’androne dov’è la piccola e indistinta forma umana. Gretha allunga una mano e tocca la piccola sagoma scura che subito cade a terra, rivelandosi per un manichino che riproduce le fattezze di una bambina. Il volto del manichino ha degli occhi cerulei molto vivi e truccati di rosso, come fossero quelli di una donna adulta.

                                                                                            GRETHA

            E’ solo un pupazzo, Denise! Dì un po’, quanto hai bevuto oggi, eh?

Le due donne escono dall’androne.

 

SCENA 10

PORTONE INGRESSO PALAZZO DENISE. Est/Interno notte

Denise e Gretha entrano nell’ingresso del palazzo in cui abita Denise e non badano alla Mercedes, su cui è salita la suora, che passa lenta e silenziosa davanti al portone che si sta chiudendo.

Denise e Gretha salgono nella cabina di legno dell’ascensore ingabbiato nel reticolato di metallo al centro della tromba delle scale. La cabina parte. Gretha vede che Denise è preoccupata. 

 GRETHA

Guarda che non è successo niente. Sei sotto shock e hai creduto di sentire ..

 DENISE

        Eh?...sì, sì. Può essere… se lo dici tu.Ma si vede che mente.

La cabina arriva al piano. Le due donne scendono.

Dal piano superiore vediamo le due figurine chiudere l’ascensore e avvicinarsi a una porta.

Denise infila la chiave nella serratura. Si blocca improvvisamente. Come se avesse sentito un rumore.

GRETHA

Che c’è?

DENISE

            Niente...niente...

E apre la porta. Entrano.

 

SCENA 11

APPARTAMENTO DENISE. Interno notte

Denise entra davanti a Gretha. E’ buio. Denise fa rumore, parla a voce alta

DENISE

Aspetta che accendo…

 Gira un interruttore e si accendono un paio di lampadine che illuminano un grande stanzone . Disordine dovunque.

In fondo c’è un grande letto, cuscini e tappeti buttati qua e là sono la parte più importante dell’arredo.

Gretha ne riceve un’impressione sgradevole.

 

Denise gira intorno un’occhiata indagatrice, poi attraversa la stanza e va a spalancare la porta del bagno, accende la luce e ci guarda dentro con attenzione

DENISE

Questo è il bagno….

Apre un’altra porta e accende la luce:

DENISE

… e questa è la cucina…

 Un rubinetto mal chiuso lascia scorrere l’acqua nel lavello ingombro di stoviglie non lavate. La persiana sgangherata lascia passare un taglio di luce lunare attraverso il vetro rotto della finestra.

Denise si avvicina al lavello ma non chiude l’acqua. Prende due fra i bicchieri meno sporchi. Un’ombra alle sue spalle. Denise si volta di scatto, spaventata.

E’ Gretha, molto vicina, che la fissa con un lieve sorriso che non arriva a illuminare i suoi occhi

GRETHA

Tu hai una fifa boia. Non è che ce l’hai davvero tu il diamantone… 

Denise sbuffa, scosta l’amica, prende una mezza bottiglia di whisky da un pensile e torna nello stanzone seguita da Gretha. Indica con ampio gesto la miseria dell’ambiente  

  DENISE

E vivrei in questa miseria se fossi miliardaria? Eh? E sculetterei su un cubo per cento a notte? Però è vero che ho paura… hanno ammazzato mio fratello e c’è un matto in giro che affetta gli occhi alla gente e che magari sta pensando che adesso tocca a me... 

Denise versa un po’ di whisky nei due bicchieri e la mano le trema. Gretha dà un’occhiata al suo orologio 

 GRETHA

Lascia stare, vado. Se Andrea non mi vede tornare chissà che si mette in testa.

  DENISE

Gretha, bevi alla mia salute e non rompere. E poi, tò, chiama il tuo Andrea.

Denise offre bicchiere e cellulare. Gretha prende il bicchiere ma non il cellulare

GRETHA

Se lo sveglio senza motivo si incavola ancora di più.

DENISE

Come mai giri ancora senza telefonino?

GRETHA

Non sono una squillo, sempre a disposizione del primo imbecille che fa un numero.

Leva il bicchiere in un brindisi

Alla tua salute.

Denise guarda l’amica attraverso il bicchiere

DENISE

Ma tu che fai a Lucca? Non hai bisogno di soldi e fai la cubista, non bevi, non ti impasticchi, non hai il cellulare… boh, sicuro che sei normale?

poi butta giù il liquore in un solo sorso mentre Gretha scuote la testa sorridendo e sorseggia il suo

GRETHA

Ero andata a Firenze per fare la modella e poi… ho trovato l’amore a Lucca, che ci vuoi fare?

DENISE

L’amore, eh? Credi ancora all’amore? Vieni, ti voglio far vedere una cosa….

Posa il bicchiere per terra e fruga in una pila di libri e riviste ammonticchiate in un angolo, sul pavimento. Prende un vecchio album e lo sfoglia accoccolandosi su un cuscino.

DENISE

Ecco, guarda…

 DETTAGLIO: è un ritaglio di giornale, la lucida fotografia policroma tratta da una rivista, in cui si vede un enorme brillante a goccia in tutta la sua magnificenza: centodue carati di luce

 a forma di goccia. Accanto alla foto a colori del diamante, la scritta:

- TROVATO, RUBATO E NUOVAMENTE SMARRITO IL DIAMANTE A GOCCIA PIU’ GRANDE DEL MONDO DETTO "IL FIORENTINO"-

137,27 carati metrici.

Un ufficiale americano che forse ne era in possesso prima accecato e poi sgozzato.

Gretha guarda la foto del diamante e ha una smorfia di valutazione

GRETHA

E’ una meraviglia…

 DENISE

Già. Ma s’è già lasciato dietro svariati morti…

 Denise accarezza la foto con la punta delle dita

   DENISE

Quando la Polizia cominciò a rompere e a chiedermi di mio fratello, ho anche sperato che ce l’avesse lui, magari svoltavo anch’io alla grande… 

Un rumore in cucina, come di un coperchio caduto da un tavolo. Denise trasalisce spaventata

DENISE

C’è qualcuno in cucina…

 Gretha si leva di scatto e va a spalancare la porta socchiusa. Un miagolio e il rumore di una scatola rovesciata. Ma cucina è vuota. Gretha chiude il rubinetto.

GRETHA

Non c’è nessuno. Senti, io devo proprio andare. Chiuditi dentro e fatti una bella dormita.

Denise sbircia nella piccola cucina e annuisce.

DENISE

Una giornata tremenda. Mi faccio un altro bicchierino e ci vediamo domani sera al lavoro.

Denise accompagna fin sulla porta Gretha

GRETHA

Sì, un altro! Così oltre che a sentire le voci vedrai pure i fantasmi.

Denise ha un brivido di paura

DENISE

Fantasmi?… 

GRETHA (abbracciandola)

Vuoi venire da me per stanotte?

DENISE

A reggere il moccolo? Non sto molto simpatica al tuo uomo.

GRETHA

Ma no! Andrea dice quello che pensa ma non è cattivo. Allora?

DENISE

Grazie, no. E poi una notte che risolve… mi chiudo dentro come hai detto tu e lascio stare il bicchierino.

GRETHA

Come vuoi. A domani, allora.

Denise sbircia il pianerottolo dallo spioncino prima di aprire l’uscio. Gretha esce e Denise richiude e tira il catenaccio. Resta un attimo in ascolto dei rumori al di là della porta dell’amica che apre l’ascensore. Denise rimette l’occhio allo spioncino e vede Gretha che entra nella cabina e la cabina che scende.

Un rumore alle sue spalle la fa voltare di scatto:

il grande stanzone è vuoto, ma le due lampade accese lasciano zone d’ombra..

Denise ha un brivido e si stringe le braccia intorno al corpo. Avanza di qualche passo, pensierosa. Prende il cellulare come se volesse fare una chiamata, poi lo posa sul tavolo e prende un pezzo di carta. Accende una lampada col braccio snodabile e comincia a scrivere:

DETTAGLIO: la mano di Denise scrive

Cara Gretha,

poi si ferma.

Denise tormenta la biro. Cerca le parole da scrivere.

Per un attimo, un’ombra fuggevole si disegna sulla parete. Denise prende la lampada da tavolo e la gira verso il fondo della stanza: non c’è nessuno.

Riprende a scrivere, poche parole che non leggiamo ma si blocca a metà di una parola: un cigolio forte chiaro la mette in allarme.

La porta di un grande armadio si sta aprendo apparentemente da sola!

Denise lascia cadere la biro e si alza terrorizzata. Afferra un tagliacarte, irrigidita dal terrore.

La porta dell’armadio è aperta ma non succede nient’altro.

Denise si fa coraggio e muove verso l’armadio col tagliacarte in pugno. Si ferma di fronte all’armadio: dentro ci sono solo i suoi vestiti. Denise apre anche l’altra anta: non c’è nessuno nell’armadio. Passa la mano tra i vestiti appesi. Nulla.

Abbassa il tagliacarte rilassandosi e si volta.

Le due lampadine centrali si spengono: resta solo la lampada sul tavolo a gettare un cono di luce nel buio.

Denise si addossa all’armadio, il tagliacarte pronto a colpire e gira intorno occhiate di terrore: non c’è nessuno, eppure le luci si sono spente.

Lentamente una mano guantata spunta dietro a lei, dall’armadio e le accarezza una guancia: come toccata da una bestia schifosa, Denise si gira e urla isterica, la mano si è ritratta e lei mena fendenti all’aria col tagliacarte.

Arretra, lo sguardo fisso sull’armadio, che ora è nel cono d’ombra. Ansima. Si ferma. E’ al centro dello stanzone e non si vede nessuno.

Non il tempo per urlare: la lama del rasoio guizza diabolica nell’ombra, senza riferimenti spaziali, e velocissima, cala da sinistra a destra, come un breve lampo di luce.

Denise serra la palpebre e barcolla in avanti verso la C. fino ad un enorme primo piano. Dalla sua gola esce un rantolo straziante. Riapre l’occhio destro, stralunato, enorme, pieno di terrore. Si solleva la palpebra sull’occhio sinistro e per un attimo sembra anch’esso sano, poi una sottile linea rossa lo segna da un angolo all’altro, e si dilata, si allarga, si spande!

Un orrendo taglio si apre nella cornea, segando l’iride e rendendo una voragine il buco della pupilla. Poi l’occhio intero diventa un globo stillante sangue.

VOCE RAUCA

Dove l’hai nascosto,? E’ roba mia…

 DENISE

Tu??

la lama del rasoio guizza di nuovo, da destra a sinistra.

Denise lancia un urlo orribile, straziante.

SOGGETTIVA A EFFETTO: l’immagine dell’assassino, sfocata, irreale, si spegne in un lago di sangue che monta a coprire tutto.

Denise si comprime entrambi gli occhi con le mani: il sangue che già le lava mezza faccia ora sgorga anche tra le dita che serrano l’occhio destro.

Denise annaspa con le braccia, mena due colpi all’aria col tagliacarte e poi inciampa in un cuscino e crolla sulle ginocchia e finalmente il rantolo diventa un urlo disperato.

L’aggressore è solo un’ombra che la lampada centrale proietta sul pavimento davanti a lei. Colpisce con un calcio la mano di Denise facendole volare via il tagliacarte

Denise si comprime gli occhi feriti ma il sangue filtra negli interstizi delle sue dita.

La mano guantata dell’aggressore l’afferra per i capelli e una voce rauca le chiede:

VOCE RAUCA

Dimmi dove hai messo il diamante o non mi accontenterò degli occhi ...

Denise si leva la mani dalla faccia rigata di sangue e le allunga cercando di toccare l’aggressore

DENISE

Proprio tu, maledett…

 La lama guizza di nuovo nell’aria e taglia profondamente i palmi delle mani di Denise

DENISE (urla)

La ragazza si accartoccia su se stessa. Implacabile la voce dell’aggressore

VOCE RAUCA

Dov'è?

Denise geme come un animale e balbetta:

    DENISE

Ce l’ha Gretha!

La lama omicida cala descrivendo una curva di sangue intorno alla gola di Denise. Stavolta il colpo è mortale ma Denise riesce ad aggrapparsi al tavolo. Le sue mani squarciate cercano forse il telefono, sporcano la lettera che stava scrivendo a Gretha e poi si contraggono negli spasimi della morte e Denise si affloscia come un burattino a cui hanno segato i fili, trascinando nella caduta sia il telefono che il foglio su cui stava scrivendo. Il lume cade di traverso sul tavolo e getta la sua luce sul pavimento, sul foglio che Denise stava scrivendo.

L’assassino si china su quel foglio e lo gira per poterlo leggere meglio (offrendolo alla C.). Si legge:

DETTAGLIO: " Cara Gretha, non è vero che sei ingrass"

L’assassino si rialza lentamente lasciando il foglio a terra accanto al cadavere.

 

SCENA 12

PIANEROTTOLO APPARTAMENTO GRETHA. Interno notte

Gretha infila la chiave nella serratura della porta del suo appartamento. La chiave non gira.

La donna sforza un po’ ma la chiave sembra bloccata. Suona il campanello. Silenzio. Nessuno risponde. Riprova mettendoci più forza.

Con EFFETTO A SORPRESA una mano d’uomo si posa sulla sua. Gretha trasalisce violentemente e s trova a fissare il volto di un uomo simpatico che le sorride (PIERO)

PIERO

Non volevo spaventarla, mi scusi…

Gretha si libera dal contatto e l’uomo gira la chiave nella toppa con apparente facilità

  PIERO

Meglio cambiarle queste vecchie serrature. Per i ladri è come se non ci fossero e invece lasciano fuori i padroni… Ma lei è spaventata davvero… Mi scusi, mi chiamo Piero e sono il nuovo inquilino del terzo piano… 

Gretha annuisce ma non risponde. Entra i casa e chiude l’uscio. Piero fa una smorfia di disappunto e prende l’ascensore.

 

SCENA 13

APPARTAMENTO GRETHA. Interno notte

L’appartamento in cui vive Gretha è un piano rialzato bene arredato.

Pulito, ordinato, elegante.

E’ formato da un’anticamera su cui si affaccia il bagno degli ospiti, poi c’è un salone con divani e poltrone separato dall’angolo letto da un tramezzo di legno scorrevole. Un secondo bagno e una veranda vetrata piena di cavalletti, quadri, macchine fotografiche dà al tutto l’aria di un atelier.

Gretha entra nell’anticamera, si leva il soprabito e lo appende con gesto automatico ad un appendiabiti che sta a destra della porta.

Cerca di non far rumore, va prima nel bagno degli ospiti a sciacquarsi il viso e poi entra nel salone: il tramezzo che separa l’angolo letto è aperto.

Il grande letto circolare è sfatto ma è vuoto. La ragazza accende la luce e si guarda intorno. Chiama con voce incerta:

GRETHA

Andrea?... Andrea, lo so che ci sei. Vieni fuori. Non ho voglia oggi dei tuoi soliti scherzi.

Gretha si è seduta sul bordo del letto e sta cominciando a spogliarsi, il suo tono e i suoi gesti sono volutamente di normale conversazione per convincere Andrea a venir fuori. Ma poiché niente si muove in risposta, Gretha si ferma e torna a guardarsi intorno. Si piega a dare un’occhiata sotto il letto. Fa un giro per l’appartamento, sempre più in apprensione: Andrea non c’è. Va nella veranda e guarda dietro i grossi quadri poggiati su trespoli, come se stesse giocando a nascondino. Sente lo scatto della porta di ingresso che si apre e si chiude. Corre da quella parte

GRETHA

Andrea! Dov’eri andato....?

la voce le muore in gola. La porta di ingresso è chiusa, l’ingresso buio e silenzioso.

Poi un’ombra orribile la sovrasta da dietro. Gretha lancia un grido:

una testa di cervo dalle grandi corna sembra volerla assalire. Poi da sotto la testa spunta il volto simpatico di un uomo sulla trentina che, continuando a reggersi il trofeo alto sul capo, le chiede

ANDREA

Che dici? Sono della giusta misura?

GRETHA

Uffa Andrea! Mi farai venire un infarto!

Lo guarda di nuovo e ride. Andrea insiste

ANDREA

Le corna, dico, vanno bene? Sai, sono passato a Les Femmes Damnées un’ora fa ma eri già uscita…

Gretha si sdraia sul letto, esausta

GRETHA

Ho dovuto accompagnare Denise in questura...

ANDREA

                         Alla Buon Costume?

GRETHA (sorridendo)

Davvero, Andrea, non sto scherzando...hanno ucciso suo fratello.

ANDREA

Ucciso? E chi l’ha ucciso?

GRETHA

Non si sa. Tu lo conoscevi vero?

 ANDREA

Non te lo ricordi? Era quello che voleva comprare dei miei quadri, mi ha fatto perdere un sacco di tempo... e poi non se ne fece niente...

GRETHA

No, forse non stavi ancora con me. Pare fosse implicato in un grosso furto. Pensa, gli hanno anche tagliato gli occhi... quella povera Denise… le hanno sbattuto davanti delle foto orribili … sai come fatto i poliziotti stronzi… 

ANDREA

No, ma una cosa la so, ed è che tu mi devi dare la prova…

Andrea si mette a cavallo sopra Gretha

GRETHA

Ma .. la prova di che…

 ANDREA

Che non mi hai messo le corna…

 non le dà il tempo di rispondere perché le chiude la bocca in un bacio appassionato.

 

SCENA 14

APPARTAMENTO DENISE . Interno giorno

II flash del fotografo legale illumina di vivida luce il cadavere di Denise, stesa sul pavimento, in un lago di sangue. II commissario Camilleri segue cupo le operazioni dei tecnici della Scientifica che rilevano impronte e misurano distanze.

Le persiane delle finestre sono state alzate .

Nell’anticamera, pallido, vigilato da un agente, c'è un Peter Franzoi. Camilleri gli si avvicina

COMMISSARIO CAMILLERI

E’ lei che ha scoperto il cadavere?

 PETER

Sì. Avevo un appuntamento con lei. Dovevamo pranzare insieme.

COMMISSARIO CAMILLERI

Era la sua ragazza?

                                                                        PETER

No. Era il nostro primo appuntamento. L’ho conosciuta due sere fa in un night.

COMMISSARIO CAMILLERI 

Uhm, le piacciono giovani...

Peter non raccoglie la provocazione.

COMMISSARIO CAMILLERI

Quindi non aveva le chiavi. Com’è entrato?

PETER

Ho suonato ma nessuno apriva, ho bussato e l’uscio si è socchiuso … così l’ho vista morta con tutto quel sangue… Commissario, io e lei dobbiamo parlare a quattr’occhi.

COMMISSARIO CAMILLERI

Ok. Dopo.

SCENA 15

APPARTAMENTO GRETHA. Int. giorno (da poco ill. a illuminato)

Gretha dorme di traverso nel letto, coperta solo da un lenzuolo. Andrea non è più accanto a lei. Le persiane sono chiuse e l’appartamento è immerso in una densa penombra.

Qualcuno si muove nella stanza frugando nei cassetti senza far rumore. Squilla il telefono.

L’uomo trasalisce e si volta di scatto: è Andrea.

Lo squillo ha svegliato Gretha che fissa Andrea con aria insonnolita e poi afferra la cornetta del telefono che ha sul comodino:

GRETHA

Pronto?

Poi Gretha realizza che Andrea stava frugando e, coprendo il microfono con una mano

                GRETHA (a Andrea)

Si può sapere che cerchi?

Poi di nuovo al telefono

Pronto?

Si sente il CLICK del riaggancio del telefono. Gretha resta perplessa con la cornetta in mano.

Andrea ributta un paio di slip da donna nel tiretto. Ha in mano un orsettino di peluche

                                                                                   ANDREA

                Ho di nuovo mal di testa. Dove hai messo le pillole….

GRETHA

Lascia stare il mio Puccìdi…

 Andrea guarda il piccolo orsetto

ANDREA

Questo dici?

GRETHA

Sì, mettilo a posto. E’ il mio portafortuna.

Andrea butta l’orsetto nel tiretto

ANDREA

Puccìdì, che razza di nome… Dove sono le mie pillole….?

Gretha si distende sul letto e apre il tiretto del comodino dall’altro lato. Prende un flacone di pillole

GRETHA

Qui, come sempre. Basta rimettere ogni cosa al suo posto e sempre la ritrovi… 

Andrea indica il telefono

ANDREA

Chi era?

Gretha riaggancia sbuffando

GRETHA

Forse una delle tue fidanzate… Hanno riattaccato.

Andrea da un veloce bacio sulle labbra a Gretha, si infila un paio di grossi occhiali da sole, e le sussurra

ANDREA

Sono più fedele di un cane…

 GRETHA (stiracchiandosi)

Fa che non ti trovi ad annusare in giro, allora…

Andrea è colto da un'improvvisa fretta. Si infila la giacca e prende una tela già parzialmente impaccata

GRETHA

Dove vai?

ANDREA

Un appuntamento con un cliente e sono in ritardo.

Va verso la porta. Solo ora la donna realizza di avere ancora in mano il flaconcino delle pillole:

GRETHA

E la tua testa? Non ti fa più male?

Andrea si volta giusto in tempo per cogliere a volo il flacone che Gretha gli lancia scuotendo la testa in segno di commiserazione.

Gretha chiude i cassetti lasciati aperti da Andrea poi va in bagno, apre la doccia e ci si ficca sotto. Suona il campanello alla porta d'ingresso.

 

SCENA 16

PIANEROTTOLO APPARTAMENTO GRETHA. Interno giorno

Sul ballatoio, davanti alla porta dell’appartamento di Gretha, Camilleri tiene il dito pigiato sul campanello, accanto a lui un agente in divisa.

Si apre la porta: Gretha è avvolta in un accappatoio di spugna, coi capelli gocciolanti. Guarda i due poliziotti, stupita

GRETHA

Che vuole da me?

COMMISSARIO CAMILLERI

Farle qualche domanda.

Camilleri

SCENA 17

APPARTAMENTO GRETHA. Interno giorno

GRETHA

Senta io non ho nessuna voglia… 

Camilleri si guarda intorno mentre l’agente resta sulla soglia

COMMISSARIO CAMILLERI

Lei qui vive sola?

GRETHA (irritata)

Qualche volta sì, qualche volta no. Sono affari suoi?

COMMISSARIO CAMILLERI

E adesso siamo in qualche volta sì?

GRETHA (sbuffando)

Mi vuol dire perché è qui?

COMMISSARIO CAMILLERI

Uomo o donna?

Gretha sta perdendo la pazienza

GRETHA

Dipende. Saranno affari miei o no? Insomma che vuole??

Camilleri

COMMISSARIO CAMILLERI

Ieri mi sembrava molto affezionata a quella sua amica.

GRETHA

Sì, e allora? Guardi che io e Denise siamo solo amiche, colleghe di lavoro e io di tutta quella storia di furti e ammazzamenti non ne so assolutamente niente.

COMMISSARIO CAMILLERI (duro)

Cosa avete fatto quando siete uscite dal mio ufficio?

GRETHA

Denise ha voluto che l'accompagnassi a casa. E adesso mi vuole spiegare...

COMMISSARIO CAMILLERI

C’era qualcuno con voi?

GRETHA

No…

 COMMISSARIO CAMILLERI

E a casa?

GRETHA

Nemmeno! Ma perché mi fa tutte queste domande?

COMMISSARIO CAMILLERI (secco)

La sua amica è stata uccisa. Le hanno riservato lo stesso trattamento del fratello…

Con un gesto significativo e crudele mima il taglio degli occhi

E per quel che ne so lei è l’ultima persona che l’ha vista viva… 

Gretha resta immobile a fissare il commissario, come se non ci credesse, poi sussurra

GRETHA

Denise… mio dio… se lo sentiva… lo sapeva!

 

SCENA 18

ANDRONE BUIO. Interno giorno poco illuminato

La portinaia sta pulendo l’androne.

Gretha e Camilleri sono sul limitare dell’androne e Gretha ha un gesto di impotenza                                                                                                    

GRETHA

Stanotte Denise mi disse di aver sentito una voce qui dentro... Io ho pensato a un’allucinazione, sa ogni tanto Denise beveva...ecco, c’era un pupazzo che sembrava una bambina… qui..

Camilleri

COMMISSARIO CAMILLERI

Lei abita qui?

PORTINAIA

No, prendo servizio alle otto.

COMMISSARIO CAMILLERI

La signorina dice di aver visto un manichino qui dentro. Lei ne sa niente?

PORTINAIA

Un manichino? Qui non ci sono manichini....

Camilleri

 

SCENA 19

APPARTAMENTO DENISE . Interno giorno

DETTAGLIO: una coltellata sventra un grosso cuscino di piume e le piume si alzano a nuvola.

Tre agenti di polizia sono al lavoro: sventrano i cuscini e frugano nelle piume.

Sul pavimento e sui tappeti accanto al tavolo ci sono ancora larghe macchie scure di sangue secco. Il cadavere di Denise è stato portato via e al suo posto è disegnato il contorno col gesso.

Gretha è ferma sulla soglia dell’appartamento, angosciata. Muove un passo dentro lo stanzone e il commissario la sorpassa indicandole il punto in cui è stata trovata morta la ragazza.

COMMISSARIO CAMILLERI

Era lì, con la gola tagliata.

GRETHA

Aveva paura. Per questo mi chiese di accompagnarla. Quando siamo entrare ha acceso tutte le luci e ha guardato dappertutto. Era spaventata, povera Denise… 

Un singhiozzo scuote Gretha che distoglie lo sguardo da quel macabro disegno sul pavimento. Gli agenti continuano a sventrare i cuscini.

GRETHA

Che stan facendo?

COMMISSARIO CAMILLERI

Routine. Dobbiamo cercare il diamante anche se è quasi certo che non è qui.

GRETHA

Denise mi aveva giurato di non saperne niente…

COMMISSARIO CAMILLERI

Giuramenti a parte, l’assassino non lo ha cercato. Vuol dire che sapeva che non era qui. E forse la vittima gli ha detto dov’è.

GRETHA

E allora perché ucciderla?

COMMISSARIO CAMILLERI

Prima le ha tagliato gli occhi, ma forse Denise l’aveva già riconosciuto.

Gretha ha un gesto di orrore ed esce dall’appartamento.

 

SCENA 20

QUESTURA. UFFICIO CAMILLERI. Interno giorno

Camilleri

COMMISSARIO CAMILLERI

Lei mi sembra una brava ragazza ma se sa qualcosa deve parlare subito. Quegli assassini non si fermeranno davanti a nulla.

GRETHA

Denise mi ha detto che non sapeva niente di niente.

COMMISSARIO CAMILLERI

Poteva essere una bugia. Forse Denise le ha dato qualcosa, qualcosa in cui può essere nascosto il diamante senza che lei neppure lo sospetti. Cerchi di ricordare… 

Gretha ci pensa su qualche secondo ma poi scuote il capo

GRETHA

No. sono assolutamente sicura di non avere avuto mai niente da Denise. Ieri era la prima volta che andavo da lei e lei non è mai venuta a casa mia. E adesso può chiamarmi un taxi, per favore?… sono distrutta.

Camilleri

COMMISSARIO CAMILLERI

Lei ha visto con che razza di assassini abbiamo a che fare. Non tenti di fare la furba.

GRETHA

Non penserà che ce l’ho io quel diamante, no?

Camilleri le dà un’occhiata di traverso e fa il numero del radio taxi.

 

SCENA 21

STRADA QUESTURA. Esterno giorno

Un taxi si ferma davanti alla questura e Gretha alza un braccio per segnalargli la sua presenza. Si avvia verso il taxi, ma una monaca, di cui non vediamo bene la faccia, la precede, la spinge via, si infila sul taxi

MELISSA

Mi scusi, un’emergenza…

Il taxi riparte prima che Gretha abbia tempo di replicare. Abbassa il braccio, si guarda intorno e si avvia, depressa e stanca.

SCENA 22

STRADA APPARTAMENTO GRETHA. Esterno giorno

Un grosso camion di traslochi si stacca dal marciapiedi, davanti al portone della casa di Gretha, e si allontana lungo la strada, incrociando un taxi che si ferma dove poco prima c’era il camion. Dal taxi scende Gretha che paga ed entra nel palazzo in cui abita.

SCENA 23

APPARTAMENTO GRETHA. SENZA ARREDO - Interno giorno

Gretha torna a casa esausta. Apre la porta, la richiude e si sfila il soprabito e allunga il braccio nel gesto abituale per appenderlo all’appendiabiti che dovrebbe stare a destra della porta. Ma la mano non incontra il gancio di legno e il soprabito scivola a terra. Gretha guarda stupita: l’appendiabiti non c’è più. L’anticamera è totalmente vuota. Gretha cerca l’interruttore della luce e lo pigia ma non succede nulla.

Alza lo sguardo verso il lampadario e vede un filo elettrico pendente. Anche il lampadario è scomparso.

Gretha spalanca la porta che dà nel salone: le persiane sono abbassate ma quello che intravede è pazzesco. La grande stanza è vuota. Le pareti nude, tutto l’arredo è scomparso, compreso il tramezzo di legno scorrevole che separava l’area notte da quella giorno.

Gretha gira gli interruttori inutilmente: anche i lampadari e gli abat-jour sono stati asportati. Sul pavimento non c'è neppure uno straccio, un pezzetto di carta, niente.

Gretha si sente girare la testa e deve appoggiarsi a una di quelle assurde pareti vuote che adesso rendono estranea la casa.

Attraversa il salone e i suoi passi echeggiano e rimbombano. Va ad aprire la porta della veranda: anche qui non è rimasto nulla. Quadri, i cavalletti, niente. Un trasloco fatto in piena regola.

Un passo d’uomo solleva un’eco nelle stanze vuote.

Gretha si volta di scatto ma non c’è nessuno. Silenzio.

Gretha si leva le scarpe e striscia lungo il muro per avvicinarsi all’uscio socchiuso che dà nell’anticamera e spiare di là.

Spinge appena appena l’uscio: per quel che riesce a vedere nell’anticamera non c’è nessuno, ma la porta di ingresso è aperta.

Sente il suono di un passo che si allontana sul pianerottolo, allora si fa coraggio e corre a chiuderla, facendola sbattere.

La mano che la tocca sulla spalla, da dietro, la fa urlare. Si volta convinta di trovarsi di fronte all’assassino. Ma di fronte a lei c'è solo il volto pallido e dall’aria inoffensiva di Peter Franzoi che indica la porta del bagno aperta dietro a lui e l’anticamera.

PETER

Oh mi scusi… l’ho spaventata… ho suonato ma… non suona… e credevo che non ci fosse più nessuno… ma che diavolo è successo qui? Sta traslocando?

GRETHA

Ma no! Mi hanno rubato tutto… ma, scusi, lei chi è?

PETER

Mi chiamo Peter Franzoi. Sono… ero un amico di Denise… forse un amico è dire troppo ma… sono io che ho trovato il corpo… e…mi dispiace. Non volevo spaventarla.

GRETHA

Cosa è venuto a cercare qui.

PETER

A cercare? Niente. Quando ho trovato la povera Denise, ho trovato anche questo...

tende a Gretha un pezzo di carta dagli orli sporchi di sangue. Gretha esita a prenderlo, poi lo afferra con la punta delle dita: è la lettera che aveva cominciato a scrivere Denise. Si legge:

DETTAGLIO: "Cara Gretha, non è vero che sei ingrass "

GRETHA (leggendo)

Gretha non sei ingrass...

Gretha leva gli occhi su Peter e resta a fissarlo così per qualche secondo, poi gli butta addosso quel pezzo di carta

GRETHA

Cos’è ? Halloween?

PETER

Era sul pavimento accanto al cadavere.

GRETHA

E in punto di morte mi avrebbe scritto che non sono ingrassata?

PETER

Incomprensibile. Speravo che lei potesse….

GRETHA

Che io potessi cosa?

PETER

Niente. Ho agito d’impulso. Vi ho viste al night insieme, per parecchie sere e quando ho letto il suo nome su quel biglietto… ho pensato che… mi sono sbagliato.

Peter si china a raccogliere il biglietto sporco di sangue e Gretha glielo sfila di nuovo di mano, lo guarda una seconda volta

GRETHA

Ingrass non può che stare per ingrassata. Assurdo. Perché non 1'ha dato alla polizia?

Una sequenza di calci e pugni contro l’uscio chiuso e la voce di Andrea che strilla

ANDREA (off)

Porca miseria, Gretha, ho dimenticato le chiavi! Com’è che non suona sto cavolo di campanello??? Gretha!!!!!

Gretha apre la porta e Andrea, con in mano lo stesso quadro che aveva quando era uscito, resta a bocca aperta a guardare lei e poi Peter e poi l’anticamera vuota. Va verso il salone

ANDREA (balbetta)

Ma… ma che significa?

Andrea guarda stordito le stanze senza arredo e poi si volta verso Gretha

ANDREA (arrabbiandosi)

Ti sei ammattita? Che hai fatto di …tutto quanto? E dei miei quadri? Che fine han fatto i miei quadri?

Butta il quadro a terra e afferra Gretha e la scuote. Peter cerca di intervenire

PETER

Mi scusi, ma…

 ANDREA (arrabbiato)

E tu chi sei eh? Ma perché non vai a…

GRETHA

Andrea, piantala! Non so chi ha portato via i mobili! Son dovuta andare in questura e..

ANDREA (arrabbiato)

Che diavolo sei andata a fare in questura?

GRETHA

Non ci sono andata. Mi ci hanno portato. Hanno ammazzato Denise. (indica Peter) E lui è quello che ha trovato il corpo.

ANDREA (sgonfiandosi)

Come Denise?

TRASLOCATORE (off)

Chi firma qui?

Tutti e tre si voltano a guardare: c'è un uomo in tuta sulla soglia ed ha in mano una bolletta rosa. Il traslocatore sorride imbarazzato

TRASLOCATORE

Che c’è? Voglio solo una firma per la bolla d’accompagno....

E sventola la bolletta. Andrea si avvicina e gli strappa il foglietto dalle mani

ANDREA

Chi ha ordinato il trasloco?

L’uomo in tuta punta un dito sull’intestazione della bolletta

TRASLOCATORE

Sta scritto lì: Gretha Martino…

 Andrea si volta infuriato verso Gretha

ANDREA

E allora? Sei stata tu o non sei stata tu?

GRETHA (sbalordita)

Ne so quanto te. (poi al traslocatore) Senta, dove ha portato la nostra roba?

TRASLOCATORE

Nel nostro magazzino sulla tangenziale, come convenuto.

ANDREA (furioso)

Come convenuto un cornoooo!

SCENA 24

MAGAZZINO SULLA TANGENZIALE. Esterno giorno

Il magazzino sulla tangenziale è un capannone sgangherato.

Andrea scende dal suo antiquato coupé tutto bozzi e strisciate e va a bussare al cancello di latta arrugginita.

Anche Gretha scende dalla macchina e si avvicina al cancello.

Da dentro proviene un grugnito seguito da qualche parolaccia incomprensibile. Il cancello si apre e spunta un vecchietto che sta addentando un grosso sfilatino con la porchetta:

VECCHIO MAGAZZINIERE

Che c’è? Va a fuoco qualcosa?

Andrea ignora l'osservazione

ANDREA

Sono Andrea Cartiglia. Dove sono i mobili della signora Martino? C'è stato un errore, hanno portato via anche i miei quadri.

Il vecchietto lo fissa con i suoi occhietti vispi e addenta un enorme boccone che poi rigira nella bocca quasi priva di denti

VECCHIO MAGAZZINIERE

Quadri non ne ho percepiti, ma qualcosa con delle sputazzi di colore sopra mi pare di sì.

ANDREA

Dove li avete messi?

Il vecchietto indica l’interno del capannone

VECCHIO MAGAZZINIERE

Là in fondo.

SCENA 25

MAGAZZINO SULLA TANGENZIALE. Interno giorno

I mobili di Gretha sono in parte sfasciati, in parte sventrati, in parte smontati. Andrea guarda i suoi quadri, sfondati, con le cornici fracassate.

Gretha si affretta verso una cassettiera con tutti i cassetti semiaperti e la roba arruffata e in parte sparsa a terra. Fruga affannosamente nel terzo cassetto, e poi nel quarto. Trova qualcosa, lo guarda, lo stringe in pugno e poi si lascia andare, avvilita, su una delle sue poltrone dall’imbottitura tagliata. Andrea la fissa incuriosito

ANDREA

Cosa c’è?

GRETHA (avvilita)

Puccìdi, il mio orsetto portaforuna…

Apre la mano e mostra il minuscolo orsetto completamente sventrato.

ANDREA

Oh, Puccidi… hanno distrutto tutto e tu ti avvilisci per un peluche?

Gretha si stringe nelle spalle, immusonita.

Andrea, in preda ad un'ira fredda, si volta verso il vecchio magazziniere che sta mangiando il suo grosso panino. Il vecchio fa un salto indietro

VECCHIO MAGAZZINIERE

Guarda che non son stato io eh? Oh gl’erano in due e son arrivati subito dopo la roba: dice che avevano perso una cosa.

Andrea sfiora uno dei suoi quadri sfondati, sussurra tra sé

ANDREA

Brutti bastardi… 

ha gli occhi pieni di lacrime.

SCENA 26

NIGHTCLUB "Les Femmes Damnées". Interno notte

Musica a palla e luci sciabolanti sulla folla di giovani che ballano, ognuno per sé, affollando la grande sala.

Gretha è sul cubo e si agita a tempo di musica. Al posto di Denise, sull’altro cubo, c’è una Melissa (quella che abbiamo fugacemente vestita da suora).

Ad uno dei tavoli intorno alla grande pedana da ballo, siede Peter Franzoi. Fuma e fissa Gretha con intensità.

Il disc-jockey ha una pausa, la musica si interrompe e i giovani sudati si accalcano al bar.

Gretha si avvicina al tavolo di. Peter.

GRETHA

Di nuovo in caccia?

PETER

Sì, ma non di quello che pensa lei.

GRETHA

Interessante. Lei crede di sapere quello che penso io?

PETER

Stavo solo scherzando. Ritrovati i mobili?

GRETHA

Sfasciati. Qualche bastardo cercava qualcosa. Han cercato fin dentro le imbottiture delle poltrone.

PETER

Accidenti! Han portato via tutto, solo per cercare con più calma? Che cosa nasconde di tanto prezioso?

Peter sorride e Gretha gli fa una smorfietta

PETER

Chissà se hanno trovato quello che cercavano?

GRETHA (distratta da qualcosa)

Lei che dice?

Infatti i fondo al locale il commissario Camilleri sta parlottando con Victor, il padrone del locale che spalanca le braccia in un gesto di resa.

PETER

Io? E che ne so io?

GRETHA

Non han trovato niente perché non c’era niente da trovare. Permette un sorso?

PETER

Certo. Posso offrirle qualcosa?

Gretha beve un sorso dal suo bicchiere, dà un’altra occhiata a Victor che parla animatamente con Camilleri.

GRETHA

Magari dopo.

La musica riprende assordante. Peter urla nelle orecchie di Gretha

PETER

E’ una promessa?

GRETHA

Nooo! Un modo di dire.

E se ne va evitando il contatto con Velia, sempre elegante ma brillo, con uno spinello spento fra labbra, si china verso Peter, ammiccante

VELIA

Fratello, l’hai accesa?

Peter sorride e scuote la testa

VELIA (brillo)

… e allora fai accendere me?

Peter gli accende lo spinello e Velia si drizza e aspira a fondo. Indica verso Gretha che è salita sul cubo e si mette a ballare

VELIA (fa un gesto di disprezzo)

Sai, per noi mussulmani son tutte…. Eh? Però, che paradiso… 

Peter continua a sorridere ma non risponde e Velia si mescola ai ragazzi che ballano, cercando di ballare e ricevendo spintoni continui.

 

SCENA 27

CAMERINO DI GRETHA E DENISE. Interno notte

Qualcuno illumina con una torcia i due tavoli trucco posti davanti ai grandi specchi: nello specchio buio si riflette la sagoma di un uomo ma non si riesce a riconoscerlo: porta un passamontagna calato sul volto. La mano che tiene la torcia è guantata di nero.

Lo sconosciuto fruga qua e là per il camerino, giungendo anche a sondare la scatola della cipria con un dito.

Il rumore di voci in avvicinamento lo fa trasalire.

                                                        MELISSA (off)

L’hai visto quel tipo? M’ha infilato cento dollari nello slip… 

GRETHA (off)

Stai attenta. Se permetti certe cose, poi finisce male… 

Lo sconosciuto si ritrae di scatto dietro un paravento e spegne la torcia, mentre nell’altra mano appare la lama tersa di un rasoio.

La porta del camerino si apre ed entrano Gretha e Melissa. Gretha accende la luce e comincia a spogliarsi, levandosi il costume dai pendagli color rubino. Anche Melissa si sgancia il costume dai ciondoli di vetro colorati d’ambra..

MELISSA

A proposito di finire male… tu eri amica di quella che c’era prima?

GRETHA

Sì.

MELISSA

Scusa, sai, ma non è che mi fa piacere prendere il posto di una finita in quel modo…. Ho visto i giornali… pazzesco. E gli occhi poi… . Ma erano due mesi che non trovavo niente e così ho accettato lo stesso.

GRETHA

Hai fatto bene.

Gretha, con in mano il costume dai pendagli rossi va verso il paravento.

Dietro, seminascosto sotto un paio di vaporose vestaglia appese alle grucce, l’assassino è pronto allo scatto, rasoio in pugno.

Melissa prende Gretha per un braccio

MELISSA

Non ti va di parlarne, eh? Capisco. Però un paio di cose le devo sapere.

Gretha butta il costume a cavallo del paravento e si volta a guardare Melissa

GRETHA

Va bene , un paio solo, però.

MELISSA

Primo: i giornali han parlato di un diamante grosso come un pugno.

GRETHA

Esagerato. Forse grosso come una noce.

MELISSA

E ce l’aveva l’amica tua? Quella che han fatto a fette?

GRETHA

Denise era una come te, che sculettava per vivere.

 MELISSA

Tu però l’hai visto l’assassino, vero?

GRETHA

Io? Ma che dici?

MELISSA

Sarà venuto nel locale e magari ha infilato cento dollari nelle mutande dell’amica tua prima di cavarle gli occhi..

GRETHA

Senti, bella, io volevo bene a quella povera ragazza e non mi va di sentirla insultare da morta.

MELISSA

Okay. Ma non chiamarmi "bella!", mi chiamo Melissa…

Butta il costume dai pendagli ambra su una sedia e si avvicina alla porta del camerino, dà le spalle alla porta

  MELISSA

Sarò un po’ paranoica ma non riesco a non pensare che tutto quello che tocco lo ha toccato una morta… e anche il suo costume, scommetto che non l’hanno manco mandato in lavanderia… mi fai vedere dove sono le docce?

Si volta e va a sbattere contro Victor che sta entrando. Victor la scosta senza tanto riguardo e si rivolge a Gretha

VICTOR (a Melissa)

Poi te lo faccio vedere io dove sono le docce. Gretha, ti devo parlare..

Melissa fa una smorfia di disappunto e Gretha esce nel corridoio.

 

SCENA 28

CORRIDOIO CAMERINO DI GRETHA E DENISE. Int. notte

Victor guarda Gretha con rincrescimento

VICTOR

Tu sei una gran bella ragazza e lo sai. E io t’avrei tenuto qui per l’eternità. Ma la polizia no, quella non posso permettermela, capisci? Il delitto magari attira ma la polizia no, mi fa perdere i clienti.

Gretha annuisce e sospira

GRETHA

Okay, okay. Non farla tanto lunga. Dammi quel che mi devi e amici come prima.

Victor si ficca la mano in tasca, tira fuori una mazzetta di biglietti da cento, ne sfila uno e lo porge a Gretha

VICTOR

Davvero mi dispiace…

GRETHA

Vado a fare la doccia se no mi vien da piangere…

 Apre la porta del camerino e chiama

GRETHA

Melissa?

VICTOR

Facciamo passare un po’ di tempo, eh? Poi sarò felice di…

 GRETHA

Melissaaa! Non vuoi più fare la doccia?

Melissa appare con un accappatoio addosso e un asciugamano in mano.

Le due donne si allontanano per il corridoio e Victor le segue con lo sguardo, muovendo la testa al ritmo del loro morbido ancheggiare.

SCENA 29

CAMERINO DI GRETHA E DENISE. Interno notte

L’uomo col rasoio scivola fuori dal paravento e riprende a frugare nel camerino.

 

SCENA 30

STRADA NIGHTCLUB "Les Femmes Damnées". Esterno notte

Nei quartieri nuovi, periferici, fuori dalle mura.

Gretha e Melissa escono in strada. Gretha si guarda intorno ma Peter non c'è.

MELISSA

E il tuo cavaliere?

GRETHA

Sì starà stufato di attendere. Taxi!

Un taxi di passaggio si ferma.

GRETHA

Vuoi un passaggio?

MELISSA

Grazie, no. Il mio uomo a volte fa tardi ma arriva sempre.

Gretha sale sul taxi sbuffando tra sé

GRETHA

Che stronza…

TASSISTA

Oh che dici a me??

GRETHA

Ma no. Andiamo.

Il taxi avvia e dal fondo della strada si muove silenziosa una Mercedes che si mette sulla sua scia.

Melissa si avvia a piedi e quando svolta l’angolo, esce da un androne scuro Peter Franzoi che si incammina dietro di lei, svoltando lo stesso angolo.

 

SCENA 31

STRADA APPARTAMENTO GRETHA . Esterno notte

Gretha scende dal taxi davanti al palazzo in cui abita.

La Mercedes si ferma cinquanta metri più dietro. Nessun movimento nella macchina. E' impossibile riconoscere l'uomo al volante.

 

SCENA 32

ANDRONE E PIANEROTTOLO APP. GRETHA. Interno notte

Gretha attraversa l’androne del palazzo scarsamente illuminato e non si accorge di un’ombra d’uomo che si ritrae in una rientranza buia.

Si ferma sul pianerottolo a cercare le chiavi di casa nella borsa. Non le trova, ci fruga dentro, innervosita. Tira fuori un fazzoletto e un borsellino per cercare meglio e le chiavi le cascano a terra. Gretha si china e le prende: nel chinarsi le casca lo sguardo sui piedi dell’uomo nascosto nell’ombra.

Si rialza lentamente e infila la chiave nella toppa, sempre controllando lo sconosciuto con la coda dell'occhio, apre le porta di casa, entra e subito la richiude.

L’uomo abbandona il suo nascondiglio e fa un passo avanti.

 

SCENA 33

APPARTAMENTO GRETHA. Interno notte

Gretha non accende la luce, ma incolla l’occhio allo spioncino:

 

SCENA 34

PIANEROTTOLO APP. GRETHA. Interno notte

Con EFFETTO FISH EYE, come visto attraverso lo spioncino della porta di Gretha: è il commissario Camilleri che controlla l’ora e annota qualcosa sulla sua agendina elettronica.

La porta dell’appartamento di Gretha si spalanca di nuovo di scatto e la ragazza guarda dalla soglia. Dietro di lei l’appartamento è rimasto al buio.

GRETHA

Ancora! Ma insomma, mi vuol lasciare in pace? Mi ha già fatto perdere il lavoro, accidenti a lei…

 COMMISSARIO CAMILLERI

Mi fa entrare un momento? Vorrei…

ma Gretha è categorica, seccata

GRETHA

No, basta. Sono stanca. Vada al diavolo!

Gretha sbatte l’uscio e si sente che tira un catenaccio.

COMMISSARIO CAMILLERI

Stronza…

 poi con un gesto di stizza se ne va mormorando

Io queste mignotte non le sopporto…

 SCENA 35

APPARTAMENTO GRETHA. Interno notte

Gretha, appena entrata, la porta chiusa alle spalle, accende la luce. Il lampadario è un po' stortignaccolo ma è tornato al suo posto. Appende il soprabito sull’appendiabiti a cui adesso manca un piolo.

Attraversa l’anticamera e apre la porta che dà nel salone. Accende la luce: i mobili sono tornati al loro ma portano i segni di quanto è successo. La libreria ha un piano spezzato. Un tiretto è sfondato. Solo l'armadio sembra integro. Le poltrone sono state tagliate e l’imbottitura rimessa dentro alla meglio.

Gretha apre il divisorio con l’angolo letto: il letto è rifatto, con le coperte ben tese, ma la testiera è spezzata.

Gretha si siede stanca sul letto. Si prende la testa fra le mani e sospira. Qualcosa sul pavimento attira la sua attenzione: è l’orologio da polso di Andrea col cinturino spezzato e il quadrante spezzato con le lancette spalancate come braccia sulle ore 3 meno un quarto.

Gretha si china a prenderlo stupefatta, spaventata. Si guarda intorno. Chiama:

GRETHA

Andrea…?

Nessuna risposta. Si alza e va nel salone. Niente si muove. La porta che dà sulla veranda-atelier è socchiusa e l’interno è buio.

Gretha va da quella parte. Spinge l’uscio e una luce accecante si accende centrandola al volto. Gretha si scherma gli occhi con una mano

GRETHA

Andrea...

la silhouette di un uomo si interpone tra la luce e la donna che arretra terrorizzata: la testa dello sconosciuto è nascosta da una maschera carnascialesca raffigurante il diavolo e nella sua mano destra, guantata di nero, brilla la lama nuda di un rasoio.

Gretha si volta per fuggire e sbatte contro un altro uomo, apparso alle sue spalle: questo porta una maschera da angelo.

L’angelo la blocca. Gretha tenta di colpirlo ma viene invece colpita con un manrovescio che la fa cadere a terra. Si aggrappa alle gambe dell’uomo e vede le sue scarpe: un modello bicolore, marrone e bianco. L’uomo la afferra per i capelli, brutalmente, e la tira su. Quello mascherato da diavolo si avvicina a lei col rasoio. Gretha è folle di paura e fissa quella lama che si avvicina. La voce dell’angelo che le tiene il volto offerto alla lama, le sussurra all’orecchio:

VOCE SUSSURRATA

Dove hai messo quello che ti ha dato Denise?

Gretha non riesce a parlare per lo spavento e scuote la testa sull’orlo di una crisi di nervi.

Il Demonio alza il rasoio a due dita dai suoi occhi. Gretha li chiude e finalmente urla.

L’uomo armato di rasoio si ferma, fa un passo indietro e con uno schiaffo devia la luce puntata sul volto della donna che istintivamente riapre gli occhi e vede

Andrea imbavagliato e legato su una sedia che la fissa con gli occhi sgranati, terrorizzato.

Il Demonio si avvicina ad Andrea e chiede a Gretha con voce deformata dal mascherone

DEMONIO

Tu sai dov’è il diamante. O ce lo dici o lo ammazzo.

GRETHA

Ma io non lo so! Ve lo giuro! Non l’ha dato a me! Io non… 

Il Demonio vibra una colpo fulmineo e tremendo sull’occhio destro di Andrea che mugola nel bavaglio disperato, fissando Gretha con l’occhio sano, dilatato da un terrore inumano.

Gretha si divincola ma l’Angelo la blocca con forza. Disperata urla

GRETHA

Bastardi assassini! Che c’entra lui!!!!???

DEMONIO

Cosa ti ha dato Denise?

GRETHA

Niente, maledizione, assolutamente niente!

Da sotto la palpebra ferita inizia a colare sangue sulla guancia di Andrea

DEMONIO

Prima di morire Denise ci ha detto il contrario. Tu hai qualcosa che era di Denise…

GRETHA

Io non ho proprio niente! Neppure uno spillo, capito??? Niente! Tutta la sua roba è passata a quella nuova che ha preso il suo posto…. Come ve lo devo dire che io non… 

Il Demonio squarcia con un fulmineo colpo di rasoio anche l’altro occhio di Andrea che serra forte la palpebra, torcendosi sulla sedia a cui e legato e urlando nel bavaglio.

Da sotto le palpebre serrate di Andrea colano lacrime di sangue. Andrea sgrana gli occhi e mostra le sue cornee squarciate.

Gretha sviene e l’Angelo la lascia scivolare sul pavimento. Si sente lo squillo di un telefonino.

Il demonio spegne la luce. Il trillo continua.

 

SCENA 36

APPARTAMENTO MELISSA. Interno notte

Nella sua stanza, seminuda, avvolta in un asciugamano e con la cuffia per la doccia ancora in testa, Melissa sta ascoltando il suo cellulare.

VOCE ANDREA (segreteria automatica)

Spiacente, non posso rispondere. Se sei un amico ti richiamo. Altrimenti richiama tu.

Melissa ha un sorrisetto, chiude il cellulare e si leva la cuffia da doccia, scuotendo la testa per sciogliere meglio i capelli.

SCENA 37

APPARTAMENTO GRETHA. Interno notte

Gretha è rimasta svenuta a terra, al buio. Tutto è silenzio. Lentamente la donna torna in sé. Si alza a fatica. Un po’ di luce entra riflessa dalla strada e Gretha scorge la sedia su cui era seduto Andrea: vuota.

Gretha accende la luce: i legacci sono stati tagliati e il pavimento è macchiato di sangue.

Su una grande tela bianca una mano ha tracciato con un pennello intriso di rosso la seguente scritta

HAI 3 GIORNI

Gretha barcolla, deve reggersi al muro per non cadere. Si fa forza

GRETHA (chiama)

Andrea!!

Gretha va nel salone, gira tutti gli interruttori che trova sul suo cammino. Tutte le luci si accendono ma non sembra esserci traccia di Andrea e degli aggressori mascherati.

Anche in camera da letto non c’è nessuno.

Da qualche parte suona un telefonino ma lo squillo è ovattato, lontano.

Gretha si guarda intorno. Va al telefono sul comodino ma hanno frugato anche nel telefono che è stato ricomposto alla meglio, ma è sventrato e non può squillare.

Invece il trillo continua. Gretha, isterica, butta all’aria i cuscini, spalanca un armadietto, apre i tiretti ma il trillo non cambia.

Si ferma e ascolta meglio: il suono proviene dal salone. Dall’armadio.

Gretha spalanca la seconda anta e un uomo le cade addosso come un peso morto.

E’ Andrea. Il suo volto è esangue, rigato dal sangue che cola dai suoi occhi. Crolla, si affloscia, addosso a Gretha che è rimasta con le braccia aperte nel gesto fatto per aprire l'armadio.

Gretha non riesce a sorreggerlo e s affloscia con lui sul pavimento. La ragazza è scossa da un tremito convulso.

La testa di Andrea si appoggia su una sua spalla ed ella può fissare le due cornee squarciate. Andrea geme e la ragazza lo chiama accorata

GRETHA

Andrea… Andrea, amore mio… che ti hanno fatto… 

È scossa da un singhiozzo.

Solo ora Gretha realizza che il cellulare che spunta dal taschino di Andrea continua a squillare. Gretha, con mano tremante lo prende

GRETHA (al cellulare)

Pronto!!!! Pronto per carità, chiunque ....

ma il chiamante ha già riattaccato.

Andrea geme e si muove un poco senza riprendere i sensi.

Gretha compone il 113 sul cellulare dell’uomo ma non riesce a prendere la linea. Prova due volte, frenetica. Poi scaglia il telefonino sul letto e si china su Andrea che ha le occhiaie piene di sangue raggrumato

GRETHA

Andrea…. Devo andare a chiamare aiuto…. Torno subito, amore mio…torno subito.

parole che non devono giungere alla coscienza del povero Andrea che di tanto in tanto emette un gemito che strazia l’anima.

Gretha corre fuori.

 

SCENA 38

STRADE APPARTAMENTO GRETHA . MERCEDES. Est./Int.notte

Gretha sbuca in strada, non c’è nessuno. C’è una Mercedes parcheggiata poco più in là, ma la ragazza non la nota.

Gretha corre verso la cabina telefonica d’angolo.

La Mercedes si muove silenziosa a luci spente, seguendo Gretha, che entra nella cabina e prende il ricevitore: il cavo è stato tagliato di netto.

Esce disperata dalla cabina, si guarda intorno in cerca di aiuto. La Mercedes la accosta e il vetro del finestrino destro si abbassa: da dentro Velia le sorride

VELIA

Serve qualcosa, signorina?

Gretha esita. Poi spalanca la portiera e sale in auto

GRETHA

Un uomo è stato ferito. Ce l’ha un telefono?

VELIA

No, ma ne troviamo uno….

Velia riavvia l’auto e solo ora lo sguardo di Gretha cade sulle scarpe di Velia: un modello bicolore bianco e marrone!

Gretha trasalisce ma si domina. Velia le dà un’occhiata di scherno

VELIA

L’ha ferito lei?

Gretha fa un piccolo cenno di no col capo e guarda fuori dal finestrino, disperata.

L’auto gira in una strada larga.

 

STRADA 39

PIAZZA NAPOLEONE. MERCEDES – Int/Est.notte

La Mercedes, guidata da Velia, con Gretha a bordo, sbuca in Piazza Napoleone, quasi all’altezza di Palazzo Ducale. Si ferma per un semaforo rosso.

Gretha vede un’auto della polizia ferma vicino al Palazzo.

Senza dire una parola apre la portiera dell’auto.

VELIA

Ma che fa?

GRETHA

C’è la Polizia…

Gretha schizza fuori dall’auto e Velia vede un agente che ha notato Gretha e sta andando verso di lei. Senza attendere il verde da gas e si allontana.

Gretha ha un momento di incertezza, guarda la Mercedes andar via veloce e poi grida all’agente

GRETHA

Chiami un’autoambulanza, presto! C’è un ferito!

SCENA 40

STRADA APPARTAMENTO GRETHA . Esterno alba

DETTAGLIO: la luce lampeggiante di un’autoambulanza e la sirena spiegata.

L’autoambulanza, seguita da una macchina della polizia, si ferma davanti al palazzo in cui abita Gretha. La ragazza salta giù dall’auto della polizia e dice agli agenti

GRETHA

Da questa parte, presto…

 SCENA 41

APPARTAMENTO GRETHA . Interno alba

Gretha irrompe in casa, seguita da due agenti e due infermieri. La ragazza corre in salone e si blocca:

l’armadio è spalancato come lo ha lasciato ma Andrea non c’è più.

GRETHA

Andrea!

Corre a guardare nella zona letto e poi spalanca la veranda-atelier: Andrea non c’è più.

Gretha spalanca la porta del bagno: vuoto.

La ragazza guarda i poliziotti e i due infermieri, stralunata. Indica il pavimento

GRETHA

Siamo stati aggrediti… l’ho lasciato lì, con gli occhi tagliati… pochi minuti fa… 

SCENA 42

QUESTURA. UFFICIO CAMILLERI. Interno giorno

Senza soluzione di continuità: però ora Gretha è davanti alla scrivania di Camilleri:

GRETHA

Erano in due, mascherati… uno da angelo e uno da demonio…Hanno tagliato gli occhi a Andrea.. poi io sono svenuta… non mi ricordo… ma dopo… Andrea… l’ho lasciato sul pavimento e sono corsa a chiamare aiuto… 

Camilleri

COMMISSARIO CAMILLERI

Sì, sì… il telefono in cabina era guasto e così lei ha accettato un passaggio da un tizio fino a un bar… insomma ha perso un sacco di tempo e il cecato si dev’essere stufato di aspettare e se n’è andato…

Entra un agente che passa al commissario un fax. Camilleri gli dà un’occhiata

GRETHA

Non era un tizio… era uno degli aggressori! L’ho riconosciuto dalle scarpe bianche e marrone… 

COMMISSARIO CAMILLERI

Interessante. L’aggressore le ha dato un passaggio fino alla Polizia?

GRETHA (isterica)

Sì! Sìì! Sììììì!

COMMISSARIO CAMILLERI (duro)

Non alzi la voce.

Butta il fax sul tavolo

Non risulta nessun Andrea Cartiglia a Lucca. Sicura che c’è un Andrea?

Gretha bolle di rabbia ma si contiene, si china verso Camilleri

GRETHA

Andrea è di Milano ma veniva da Parigi! E’ un artista ed è qui per una mostra!… e invece di fare dello spirito non dovrebbe fare delle indagini?

Camilleri

COMM. CAMILLERI (passa al tu, aggressivo)

E che sto facendo qui? La corte a te? E’ evidente che sei dentro fino al collo in quella maledetta storia del diamante rubato che ha scatenato una follia omicida. Non vuoi dire la verità? Accomodati! Vuol dire che la prossima che incontrerò all’obitorio sarai tu!

Gretha ha una crisi di rabbia e afferra con entrambe le mani il bavero della giacca di Camilleri e urla

GRETHA (a tono, dura)

Io non so niente, niente, NIENTEEEE! E adesso cerca Andrea, capito? Cerca Andrea… 

SCENA 43

LUCCA. PIAZZA CATTEDRALE SAN MARTINO. Esterno giorno

Gretha attraversa la piazza. E’ stanca. Le automobili rumorose, i bus, i motorini smarmittati, tutto il clangore abituale del traffico le suona RIVERBERATO e insopportabile.

Decide di entrare nella chiesa, varcando il grande porticato.

 

SCENA 44

LUCCA. CATTEDRALE SAN MARTINO. Interno giorno

La penombra e il silenzio della chiesa quasi deserta fanno bene a Gretha che tocca l’acqua benedetta e si fa un mezzo segno di croce.

Si va a sedere in un banco. Si passa una mano sulla faccia. Poi la sua attenzione è attratta da una donnetta con un velo nero sul capo che si alza da un confessionale e, pia, occhi bassi, va ad inginocchiarsi qualche banco più in là.

D’istinto va ad inginocchiarsi al confessionale e sussurra alla grata

GRETHA

Dio ce l’ha con me padre, io non ce la faccio più…

 Nessuna risposta, solo un fruscio. Poi una voce soffiata:

VOCE SOFFIATA

Tu hai solo tre giorni per cercare….

GRETHA

…per cercare cosa?

La voce del presunto prete diventa dura

VOCE SOFFIATA

…quello che non è tuo, quello che ti ha dato Denise, quello che ti costerà la vita. Se vuoi continuare a usare i tuoi begli occhi, cerca Gretha, cerca bene…Tre giorni, e poi morirai anche tu… 

Gretha supera lo stupore, si leva di scatto, scosta con rabbia la pesante tenda rossa che isola il confessore nel confessionale:

ma dentro non c’è nessuno, solo un piccolo registratore che sta ancora dicendo

VOCE SOFFIATA

…tre giorni…

 Gretha prende il registratore e lo scaglia a terra con rabbia e corre fuori mentre la donnetta pia si fa due volte il segno della croce.

 

SCENA 45

LUCCA. PIAZZA CATTEDRALE SAN MARTINO E BAR. Esterno giorno

Gretha si lascia andare sulla sedia di un bar all’aperto, dalla parte opposta alla cattedrale, ancora scossa da quanto accaduto. Guarda tutti con sospetto, come una paranoica.

Un lieve colpo di tosse la fa sussultare, ma è il cameriere

GRETHA

Una spremuta d’arancio…

 Il cameriere si allontana.

Gretha scruta gli altri clienti: c’è un tizio dalla faccia losca che legge il giornale, o finge di leggere il giornale… due turisti che discutono in tedesco sulla mappa della città e di tanto in tanto le lanciano un’occhiata…

Quando il cameriere le porta il bicchierone pieno di succo d’arancia, di quello sanguigno, Gretha lo prende e ne beve un gran sorso ma…

 Dentro al succo galleggiano due occhi umani orribilmente evocativi!

Gretha lascia cadere il bicchiere, arretra, rovescia la sedia e scappa.

Finirebbe sotto un camion se non la salvasse Peter, tuffandosi in mezzo alla strada sottraendola con un abbraccio all’impatto mortale.

Gretha è sotto shock e guarda Peter come se non lo riconoscesse. L’uomo la riconduce sul marciapiedi, davanti al bar

PETER

Che le succede, Gretha!? Sono Peter Franzoi, non si ricorda di me?

GRETHA (annuendo)

Certo. Lei è quello che ritrova i cadaveri. Come mai da queste parti? Una felice combinazione?

PETER

No. Mi hanno chiamato in Questura. Ho visto che c’era anche lei ma non ho voluto disturbarla….

CAMERIERE (off)

Lasciando perdere il bicchiere, fanno cinquemila lire.

Il cameriere sta raccogliendo i cocci del bicchiere infranto da Gretha e anche le due palline di plastica che hanno traumatizzato Gretha che gli blocca la mano.

Il cameriere si rialza sorridendo

CAMERIERE

Si è spaventata per queste? Ma guardi che sono solo palline colorate per il ghiaccio...

Gretha scoppia a ridere, ma non è una risata liberatoria, ma un riso isterico che finisce in un singulto.

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