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Cu2O - secondo
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SCENA 50
PIAZZA DELLA SIGNORIA. Esterno notte
Il David illuminato.
Piero e Meme stanno attraversando la piazza.
PIERO
Con un campione come questo, nudo in mezzo alla
piazza, tutti noi fiorentini sfiguriamo…
MEME
Tu hai conosciuto Olga?
PIERO
Certo. Bella, si insomma, non il mio tipo, ma
bella. Non sembrava aver bisogno di dipingere per vivere. Era piena di
soldi. Ha dato cinquecentomila lire a Caterina per una notte di
pittura.
MEME
Notte?
PIERO (ridendo)
Ma tu l’hai conosciuta Olga o no? Dipingeva solo
di notte, non lo sai? Ho accompagnato Caterina quella notte e Olga mi
ha fatto il ritratto. Cioè uno schizzo della mia faccia. Niente male.
Lo vuoi vedere?
MEME
E dov’è?
PIERO
Nel mio studio.
MEME (sorridendo)
Sopra o sotto la collezione di farfalle?
PIERO (ride)
Questo dipende dai gusti tuoi.
SCENA 51
CASA DI PIERO. Interno notte
DETTAGLIO: un disegno tracciato con matita sanguigna del
volto di Piero, appena
schizzato ma somigliante. Solo le iridi sono marcate in
un acceso blu.
Meme guarda il quadro e poi guarda Piero che le porge un
calice di vino bianco
MEME
Tu hai gli occhi neri. Come mai ti ha fatto gli
occhi blu?
PIERO (sorride)
Diceva che poteva amare solo uomini con gli occhi
blu. E io faccio tutto quello che le donne vogliono…
Piero china la testa e si porta le dita agli occhi. Quando
torna a guardare Meme ha gli
occhi blu: si è messo delle lenti a contatto
colorate e sorride
PIERO
Ecco Piero con gli blu! Che cosa non si fa per
accontentare una donna!
Meme supera la sorpresa e scoppia a ridere.
Piero la bacia sul collo. Meme si ritrae.
MEME
Devo andare. Ho lasciato Ramona che non stava bene.
Allora questo eri tu?
Meme tira fuori la cartolina con la statua del David con gli
occhi blu. Piero si stringe
nelle spalle
PIERO
Non ero il ragazzo di Olga. Siamo stati insieme una
volta sola, poi è sparita.
MEME
Quando è partita dalla Svizzera non aveva un
soldo. Tu invece dici che ne aveva tanti. Non hai idea di come…
Piero scuote la testa e intanto cerca di baciarla ma Meme lo
respinge
MEME
No, davvero, devo andare…. La sua famiglia è
povera. E qui pare che abbia venduto solo qualche quadro per quattro
lire…Come poteva avere tanti soldi?
PIERO
Io non lo so. Pensavo lo sapessi tu, visto che la
stai cercando tanto…
MEME
Che vuoi dire?
Piero riesce a baciarla ma Meme non ci sta e si stacca da
lui. Piero sbuffa irritato
PIERO
Niente! Che vuoi che voglia dire…vieni qui.
Cerca di tirare Meme sul divano ma la ragazza si libera con
determinazione
PIERO
Non sei il ragazzo della sordomuta?
Piero si alza e spalanca le braccia dandosi per vinto. La
gira in ridere
PIERO
Anche. Ma lei non può dire niente.
Meme vorrebbe fare l’indignata ma le scappa da ridere.
Piero ne approfitta e la bacia
con passione. Meme cerca di resistere ma poi
lascia fare.
SCENA 52
STUDIO CATERINA. Interno notte
DETTAGLIO: la sigaretta accesa si pianta sul petto nudo di
Caterina.
La sordomuta spalanca la bocca in quello che sarebbe un urlo
di dolore ma non ne
esce alcun suono.
Davanti a lei Alb e G, i due energumeni che hanno picchiato
Pepi Carlino. Alb fuma
e G tiene ferma la sordomuta sulla sedia.
G
Torturare una che non grida non c’è gusto.
ALB
Non grida ma sente.
G
Ma va, è sorda.
ALB
Stronzo, sente nel senso di sentire il male.
Aspira una boccata e torna a premere la brace sul seno nudo
di Carolina che si torce
per il dolore strabuzzando gli occhi, le guance rigate
di lacrime.
ALB
Ci devi solo dire se sai dov’è la borsa con i
soldi. Quella che hai visto da Olga, nel suo studio lunedì sera. Se
lo sai basta che fai di sì con la testa.
Caterina fa un disperato cenno di diniego e l’uomo torna ad
aspirare fumo dalla
sigaretta.
SCENA 53
INGRESSO VILLA BERTA. Esterno notte
L’auto sportiva guidata da Berta rallenta davanti al
cancello di una sontuosa villa.
Livia siede accanto al marito, rigida. Il
cancello si apre automaticamente.
Berta entra ma si accoda a loro un’auto
della polizia, guidata da Lorenzo, l’agente.
Al suo fianco c’è Lucio, il
commissario.
LIVIA
Sbirri
comunica Livia al marito, controllando attraverso lo
specchietto retrovisore
Non fare lo stronzo come tuo solito.
Le due auto si fermano davanti alla villa e Lucio scende dall’auto
della polizia e
si avvicina a Berta e Livia che li fissano con falsa sorpresa.
LUCIO
Lei è Franco Berta, vero? L’ho visto in TV
qualche volta. Sono il commissario Lucio Camilleri. Posso farle
qualche domanda?
BERTA
E’ urgente? Siamo un po’ stanchi…
LUCIO
Mi dispiace. Sì.
BERTA (avviandosi)
Okay, meglio davanti a un bicchierino. Prego, da
questa parte.
LIVIA
Le donne sono ammesse?
LUCIO (sorride)
Sono gradite, anzi.
SCENA 54
SALONE VILLA BERTA. Interno notte
Seduti sulle poltrone di un lussuoso salone, mentre un
maggiordomo serve del brandy,
Lucio inizia il suo interrogatorio a Berta. Livia
sorseggia il suo brandy con aria
annoiata.
LUCIO
Come mai lei comprava tutti i quadri di Olga
Olivieri, che come pittrice era sconosciuta?
BERTA
Che esperto sarei se comprassi solo i quadri di
autori famosi.
Livia interloquisce senza perdere la sua aria distaccata, con
sarcasmo leggero
LIVIA
Forse gli piaceva più la pittrice che i suoi
quadri...
BERTA
Ma no, che dici, cara...
Berta sospira con aria di circostanza. Cercando con uno
sguardo la complicità
maschile di Lucio, ma non la trova. Lucio lo fissa
freddamente e Berta si sente a
disagio
LUCIO
Lei è mai stato in casa di Olga Olivieri?
BERTA
Mai. Ho comprato i quadri in una galleria d’arte.
Livia si alza con un gesto annoiato e dice a Lucio con tono
della donna di mondo
LIVIA
Commissario, non perda il suo tempo. I quadri a mio
marito non interessano proprio. E’ uno di quegli imbecilli un po’
impotenti sempre dietro alle gonne delle donne. Di tutte le donne….
meno quella che ha avuto la sfortuna di sposarlo! Non che possa avere
delle amanti! Gli piace solo farlo credere.
Volta le spalle e se ne va.
BERTA
Grazie cara. Mi tratti sempre splendidamente
davanti agli ospiti.
poi assume un’aria molto infelice.
LUCIO
Non si preoccupi. Io non sono un ospite. Allora,
signor Berta, mi dica sinceramente se è stato mai a casa di quella
pittrice.
BERTA (imbarazzato, in un soffio)
Mi sarebbe piaciuto tanto. Ma come dice la mia cara
moglie… capisce? Più fumo che arrosto.
SCENA 55
INGRESSO VILLA BERTA. Esterno notte
Lorenzo tiene aperta la portiera dell’auto davanti alla
villa e Lucio sale in macchina,
rapido. Lorenzo si mette alla guida.
LORENZO
Commissario, trovato qualcosa?
Lucio guarda Lorenzo ma è evidente che sta seguendo un suo
filo di pensiero
LUCIO
Più fumo che arrosto. Però si dice anche dove c’è
fumo c’è arrosto.
Lorenzo avvia l’auto e dà un’occhiata di traverso al
superiore
LORENZO
Si dice? E dove, commissario?
L’auto della polizia esce dal cancello della villa che
automaticamente si richiude alle
sue spalle.
SCENA 56
SALOTTO VILLA BERTA. Interno notte
Livia si stacca dalla finestra e si volta.
LIVIA
Se ne sono andati.
Stravaccati sui divani del salotto elegante ci sono Alb e G.
Stanno bevendo birra
direttamente dalle bottiglie. G rutta fragorosamente
ALB
G, sei un bel cafone. Davanti a una signora…
Rutta anche lui ma si mette una mano davanti alla bocca.
Entra Berta e chiede, spaurito
BERTA
Era proprio necessario sputtanarmi in quel modo?
LIVIA
Colpa tua e dei tuoi casini.
Alb si alza e punta la bottiglia di birra contro Livia,
minaccioso
ALB
Occhio, bella, perché con noi il teatrino non
attacca. Qui nessuno sa mai niente.
Butta la bottiglia sul pavimento del salotto e afferra Livia
per un braccio torcendoglielo
un poco
Sicuro che non siete d’accordo con quella puttana
di pittrice? Se li fosse davvero fottuti lei i soldi…. In fondo che
quella sia morta lo dite solo voi…
Livia ha una smorfia di dolore e si libera con rabbia dalla
stretta di Alb
LIVIA (indicando Berta)
Lui! Lo dice solo lui!.
Tutti guardano Berta che arretra di un passo.
BERTA
L’ha colpita con un coltello…
ALB
Chi? Chi? Hai visto o non hai visto?
Berta arretra spaventato, protesta
BERTA
Ma non lo so! Era buio…. Mio dio, quando ho visto
quel… sono scappato…
SCENA 57
APPARTAMENTO RAMONA E MEME. Interno notte
La stanza da letto di Meme e Ramona è vuota e al buio. Il
letto è sfatto ma non si
capisce se ci sia qualcuno sopra oppure no.
L’unica luce entra dalla portafinestra aperta, quella che
dà sul cortiletto, ed è quella
della luna. Il vento gonfia leggermente le
tende.
Si sente il rumore di una porta che si apre e poi il suono di
un passo leggero.
Meme si affaccia nella stanza. Allunga la mano per accendere
la luce ma poi si ferma.
Va verso il letto per capire se sopra c’è Ramona
addormentata.
Meme si china verso il letto e da dietro un’ombra si muove
disegnandosi nel riquadro di
luce lunare. Meme si volta con un grido.
Alle sue spalle, nel CONTRO LUCE lunare, c’è Ramona, i
capelli sciolti sulle spalle
RAMONA
Potevo pure crepare. Sono le due e mezza.
MEME
Hai ragione. Scusa! Come stai?
Ramona accende un abat-jour e si infila sotto le coperte
RAMONA
Meglio.
MEME
Ho incontrato un ragazzo stupendo e…
RAMONA
Che rapporti hai con Pepi Carlino?
MEME (sorpresa)
Ma…nessuno! Carlino è quel pittore che sta nello
studio che era di Olga... è lui che le ha mostrato quel quadro
orrendo, non finito, col cadavere di un feto...
RAMONA (inquisitrice)
Sei stata con lui stanotte?
MEME
Ma nooo! Si chiama Piero e…
RAMONA
Dice che ha una lettera di Olga e la vuol dare solo
a te.
MEME
Una lettera? E perché non me l’ha data quando ci
siamo visti?
RAMONA
Può essere una balla per rivederti. Però sembrava
agitato.
MEME (sbadiglia)
Ci andiamo domani. Senti, ti dicevo di questo Piero…
Ramona si volta dall’altra parte accingendosi a dormire.
Meme si interrompe e sospira
MEME
Okay. Domani anche per Piero…
E si infila sotto le coperte spegnendo la luce.
SCENA 58
STRADA DEL LOFT DI OLGA. Esterno giorno
DETTAGLIO: il dito di Meme preme il campanello di Carlino.
Ramona guarda quello che da fuori sembra un officina: è un
capannone attaccato ad
una villetta, con davanti un giardinetto fiorito.
La porta si apre e appare una domestica filippina che parla
un italiano incerto
FILIPPINA
Signori volere…?
MEME
Dobbiamo parlare col signor Carlino. Gli dica che
sono Meme.
FILIPPINA
Signore dormire fino a tardi. Io non svegliare. Lui
si rabbia.
Meme entra scostando la filippina, seguita da Ramona
MEME
E si rabbia poi gli passa, eh? Signor Carlinoooo!
FILIPPINA (toccandosi le orecchie)
Lui dorme sopra. Mette tappi. Non sentire…
MEME (salendo le scale)
Signor Carlino…
Ramona gira lo sguardo sui quadri appoggiati un po’
dovunque. Su un cavalletto, sotto
il soppalco, ce n’è uno coperto da una tela
rossa. Ramano ne solleva un lembo: il dipinto,
non finito, rappresenta la
splendida Caterina nuda con una rosa in mano.
Uno strano singulto proviene da sopra e Ramona
RAMONA
Meme….
Alza la faccia istintivamente verso il soffitto e una goccia
di sangue cola tra le assi del
parquet e le stilla su una mano..
Ramona resta un attimo bloccata, allibita, a fissare il
formarsi della prossima goccia
di vischioso rubino, poi corre su per la scala
urlando come una pazza
RAMONA
Memeeeee!!!!!!
la filippina si fa più volte il segno di croce. Si sentono
dei suoni strozzati, dei gemiti.
Ramona affiora con la testa nel soppalco: sul letto, la gola
squarciata, c’è Pepi Carlino
mentre Meme rannicchiata sul pavimento sta
vomitando.
Ai piedi del letto c’è l’arma del delitto: un coltello
seghettato da cucina sporco di sangue.
Ramona sale gli ultimi scalini come un automa. Meme riesce a
fermare il vomito e si mette
sulle ginocchia: incontra lo sguardo di Ramona che
la fissa inebetita.
Meme si asciuga la bocca col dorso della mano e cerca di
alzarsi, deve appoggiarsi
al muro.
MEME
Ramona… perché mi guardi così?
in preda ad un attacco isterico Meme si mette a urlare
Era già morto quando sono salita io!!!
Alle spalle di Ramona appare la filippina che, vedendo
Carlino morto, urla anche lei.
SCENA 59
SALA QUESTURA. Interno giorno
Ramona siede da sola, con una luce in faccia, davanti al
sovrintendente di polizia, il
napoletano Ciro Magnetta che fuma continuamente e
le soffia il fumo in faccia.
RAMONA
Io non so altro. La mia amica dov’è?
MAGNETTA
Non lo so. La starà interrogando il collega. Mi
dica di nuovo: quanto tempo è passato da quando la sua amica è
salita nel soppalco e quando c’è salita lei?
RAMONA
Gliel’ho detto. Un minuto, forse meno! Non è che
andiamo in giro a sgozzare la gente, maledizione!
MAGNETTA
Però la trovate sgozzata con allarmante frequenza.
Ramona si abbandona sullo schienale della sedia, stanca.
Magnetta sbuffa fumo e
poi la congeda
MAGNETTA
Per adesso, può andare. Ma non lasci la città
senza avvertire.
SCENA 60
UFFICIO LUCIO IN QUESTURA. Interno giorno
Lucio siede dietro la sua scrivania. Meme siede di fronte e,
seduto davanti un
tavolinetto di lato, Lorenzo, batte sulla tastiera di un
computer.
LUCIO
Ricominciamo daccapo e cerchi di essere più
precisa. Lo so che è stressata ma la gran parte degli omicidi o si
risolvono nelle prime 48 ore o non si risolvono più… Lei mi ha
detto di aver incontrato il Carlino una prima volta perché abitava
nella casa in cui abitava una sua amica..
MEME
Sì. Era l’ultimo indirizzo che mi aveva dato
Olga.
LUCIO
Ma il Carlino non sapeva nulla di questa sua amica,
giusto?
MEME
Giusto. Mi disse che l’unica cosa rimasta era un
quadro non finito e me lo mostrò: una cosa angosciosa con un neonato
morto… l’avete trovato no?
LUCIO ( a Lorenzo)
Ti risulta, Lorenzo?
LORENZO
No, Commissario. Posso controllare…
Lucio annuisce e Lorenzo esce dalla stanza
MEME
Ramona, la mia amica, dov’è?
LUCIO
A casa credo. Ha fatto la sua deposizione e se n’è
andata. Perché?
MEME
Non mi ha aspettato?
LUCIO
No. Problemi?
MEME
Senta, commissario, né io né Ramona sappiamo
niente di questo paese di matti dove la gente si sgozza dalla mattina
alla sera! Eravamo venute in vacanza e per trovare una nostra amica…
Meme ha un piccolo singulto ma si domina. Lucio sospira
LUCIO
Vuol protestare con l’ente del turismo?
Meme lo guarda con rabbia e Lucio le sorride conciliante
Si rilassi. Lei non è accusata di niente. Quell’uomo
era morto da tre ore quando lo ha trovato…
controlla delle carte
Anzi il medico legale dice dalle tre alle cinque
ore. Quindi il delitto è stato compiuto fra le 4 e le 6 del mattino.
Allora, lei e la sua amica siete andati per prendere una lettera:
qualcuno ve l’ha data?
MEME
Ma no. Ce la doveva dare… quello.
Rientra Lorenzo che dice al commissario
LORENZO
Abbiamo sequestrato ventuno tele, ma nessuna mostra
un neonato morto. Anzi non c’è proprio nessun morto, sono tutti
paesaggi e figure di donna.
LUCIO (a Meme)
Come lo spiega?
Meme si stringe nelle spalle
MEME
Stamattina non l’ho più visto, non ho guardato.
Ma l’altra volta c’era.
LUCIO
Il guaio è che non c’era neanche la lettera.
MEME
Guaio? Guaio per chi?
LUCIO
Ma per me, per tutti. Finché non si fa chiarezza
io debbo fare gli straordinari e voi dovete restare qui.
Lei è intelligente e lo capisce da sola, no? Il
suo alibi per l’ora del delitto è convalidato solo dalla parola
della sua amica e viceversa.
MEME
Cioè lei pensa possibile che io e Ramona, d’amore
e d’accordo, siamo partire dalla Svizzera per fare le serial killer
a Firenze?
LUCIO
Nel mio mestiere tutto deve essere pensato
possibile fino a prova contraria. Allora, la verità: perché siete
venute a cercare Olga Olivieri a Firenze?
MEME (sospirando)
Mi ero innamorata del fidanzato di Olga e anche lui
di me, ma non sapeva come dirlo a Olga… poi Olga aveva detto di
essere incinta di lui ma lui non ci credeva… poi ci fu la disgrazia.
LUCIO
Racconti.
MEME
Olga e Walter, lui si chiamava Walter, andavano
spesso sul lago a fare i romantici o a pescare. Un’onda prodotta da
un vaporetto ha rovesciato la barca e… Walter non sapeva nuotare. Si
salvò solo Olga.
LUCIO
Che poi partì per l’Italia?
MEME
Sì. Prima Venezia poi Firenze. Le piaceva
dipingere. Telefonava quasi ogni giorno, ci scriveva anche… sembrava
avere dimenticato il trauma. Poi, di colpo, più niente telefonate,
niente di niente.
LUCIO
Lei che pensa sia successo a Olga?
MEME
Spero niente di male. Però quel quadro… quello
col feto affogato… forse era vero che era incinta…
LUCIO
Ah già, il quadro scomparso. Così abbiamo due
cadaveri e una lettera e un quadro scomparso. Per oggi basta.
si alza e Meme fa lo stesso. La ragazza ha un vacillamento ma
subito si riprende.
LUCIO
Le chiamo un taxi.
MEME
No. E’ vicino. Far due passi mi farà bene. Ho
bisogno di aria.
Meme va verso la porta e Lucio la richiama sulla soglia
LUCIO
Non so se aveva notato, ma il morto, non questo
ultimo, il Pisca, aveva scritto una C sul pavimento. Ha idea di quel
che voleva scrivere?
MEME
Carlino l’avevo visto una volta, quel Pisca mai.
LUCIO
C’è qualcuno che vi ammazza la gente intorno:
non pensa di essere pericolo?
MEME
Mi scusi, ma non è lei che deve fare questi
pensieri?
LUCIO
Giusto. Sono io. Appena ho notizie la richiamo.
Meme se ne va con qualche titubanza.
SCENA 61
STRADE DI FIRENZE. Esterni giorno
Meme si incammina per le strade del centro storico di
Firenze.
E’ stanca, svuotata per lo stress. Le sembra di essere
seguita e affretta il passo.
Effettivamente G la sta seguendo, col suo passo un
poco ciondolante ma senza
cercare di nascondersi.
Meme cammina ancora più in fretta e G accelera. Adesso Meme
ha paura davvero:
non ha mai visto G ma non è certo un tipo rassicurante.
Vede una vigilessa in divisa e Meme si ferma accanto a lei
ansimando
VIGILESSA
Buongiorno, qualcosa non va?
MEME
C’è un uomo che mi segue…
La vigilessa dà un’occhiata intorno e le sorride
VIGILESSA
Più d’uno, spero per lei…
MEME
Non in quel senso. E’… è…
Si guarda dietro ma G è scomparso. Meme fa un gesto vago e
riprende a camminare
MEME
Fa niente…
SCENA 62
STRADA APPARTAMENTO MEME E
RAMONA. Esterno giorno
Svolta nella strada di casa, si gira ancora indietro a
guardare ma G non c’è più, però
va a sbattere addosso ad Alb che la afferra
per le braccia.
Meme riconosce in Alb il tassista che l’ha accompagnata a
casa con Ramona, ma
non dice nulla. Alb le dice a brutto muso
ALB
Anche voi andate per le spicce eh? Ma quello
stronzo di pittore non sapeva niente. Se tenete alla pelle è meglio
che torniate in Svizzera!
Meme si divincola e corre entrando nel portoncino della
palazzina in cui hanno affittato l’appartamento.
SCENA 63
APPARTAMENTO MEME E
RAMONA. Interno giorno
Meme apre la porta di casa, entra e subito tira il
chiavistello. Una mano si posa sulle
sue spalle. Meme urla, ma è Ramona che sta
bevendo una tazza di latte caldo
RAMONA
Che hai? Sei spaventata…
MEME
Sì, avevi ragione tu. Dobbiamo tornarcene a casa.
Ho incontrato quel tizio, te lo ricordi il tassista? Quello che sapeva
il nostro indirizzo anche se non gliel’avevo detto?
RAMONA
Sì…
MEME
Mi aspettava qui sotto e mi ha detto che ci ammazza
se non ce ne andiamo subito.
RAMONA (abbattuta)
Oddio Meme... in che cazzo di casino ci siamo
ficcate.... ...ma tu stai tremando. Ti sospettano di avere ammazzato
quel pittore?
Meme annuisce, poi prende la tazza dalle mani di Ramona e
beve un sorso. Va a
sedersi sul letto
MEME
Sì… ma non la polizia… quel tassista…
La risposta suona buffa e Ramona sorride e va a sedersi
accanto all’amica
RAMONA
Non posiamo andar via adesso. Ci fermerebbero alla
frontiera. Ma dimmi dell’interrogatorio…
MEME
Il commissario è stato gentile….
RAMONA
Che voleva sapere?
MEME
Cento volte le stesse domande. E non solo sul
pittore ma anche su Olga.
RAMONA
Su Olga? Gliel’hai detto tu di Olga….
MEME
Sì. Voleva sapere perché siamo venute in
Italia... così gli ho detto anche di Walter... della disgrazia…
tutto.
RAMONA
Anche che tu e Walter…?
MEME
Sì, perché?
RAMONA
Quello potevi risparmiartelo. Sembra un movente.
MEME
Movente? E di che?
RAMONA
La gelosia no? E’ un classico.
MEME
Ma non dire stronzate. Piuttosto pare che quel
poveraccio non avesse nessuna lettera di Olga, o almeno non ce l’aveva
più… ma la cosa strana è che non han trovato più neppure il
quadro…
RAMONA
Gli hai detto anche del quadro?
MEME (annuisce)
Perché, ho fatto male?
RAMONA
No, ma non ci lasceranno più partire fino a
chissà quando.
MEME
Ah m’è venuto anche in mente dove avevo visto
quel Pisca, quello del cane…
RAMONA
E dove?
MEME
In piazza della Signoria. Ricordi? Il primo giorno!
Quello col vespino che per guardarci per poco non finiva per terra…
RAMONA
Tu dici che era lui?
MEME (annuisce)
Forse ha capito che eravamo amiche di Olga…
RAMONA
Telepatia? Come il tassista?
Meme si stringe nelle spalle con aria perplessa.
SCENA 64
UFFICIO DI LUCIO IN QUESTURA. Interno giorno
LUCIO
Una scomparsa e uno morto ammazzato. Lei non è
molto fortunato con gli inquilini.
Lucio siede dietro la sua scrivania ingombra di carte e di
tazzine di caffè sporche e
vuote. Davanti a Lucio c’è un ometto grigio di
età indefinibile che si rigira
nervosamente il cappello in mano: è Carlo Izzo.
IZZO
Artisti, commissario, oggi qua domani là… Non
sempre pagano il fitto…
LUCIO
Ma quando è scomparsa la… Olga Olivieri, perché
non ha denunciato niente?
IZZO
Scomparsa? Quella ha pagato e se n’è andata. Era
un po’ strana. Pensi che ha lasciato anche i suoi vestiti …
Lucio controlla dei documenti e trasale
LUCIO
Lei si chiama… Carlo Izzo… allora signor Izzo,
una lascia i vestiti e lei pensa che se ne sia andata di sua volontà?
IZZO
Ne fanno di stranezze gli artisti! Ai nuovi dico
sempre che i vecchi non han pagato e così mi faccio dare qualche mese
in anticipo…Ma quella mi aveva pagato e mi aveva detto che lasciava
la casa. Altro non so.
LUCIO
C’è stato un altro morto, certo Angelo Pisca. Lo
conosceva?
IZZO
Mai sentito.
LUCIO
Prima di morire ha scritto una C col suo sangue…
IZZO
C come Calogero, Cristoforo, Celso, Ciro…
LUCIO
E Carlo.
IZZO
Sì, uno dei tanti. Posso andare?
LUCIO
Sì, e dica agli altri di entrare.
Esce Izzo ed entrano Caterina e Piero.
PIERO
Buongiorno signor commissario. Questa è Caterina
Sacchi.
E’ sordomuta. Io le faccio da interprete.
LUCIO
Allora le chieda…
PIERO
Può chiedere direttamente a lei, io poi traduco le
risposte.
LUCIO
Conosceva bene Carlino?
Caterina scuote la testa e guarda Piero con aria
interrogativa
PIIERO
Caterina fa la modella. L’ho accompagnata io da
Carlino: due volte in tutto. Anche dalla Olivieri, Olga voglio dire:
due volte in tutto.
LUCIO
Sì, un suo dipinto l’abbiamo trovato. Mi dicono
che c’era un altro, molto angoscioso con un neonato morto…
Caterina si agita e parla velocissima a segni verso Piero che
parla per lei
PIERO
Sì, l’ha visto. Ma Carlino le ha detto che non
era suo. Era di Olga che lo aveva lasciato lì, incompiuto. Due
cadaveri, un uomo e un neonato, gonfi d’acqua come se fossero
affogati.
Caterina strattona per un braccio Piero e fa degli altri
segni. Piero esita poi si stringe
nelle spalle
PIERO
Caterina vuole che dica che c’era una formula
chimica dipinta sul corpicino del neonato, qualcosa come Cu2O.
LUCIO
Cu2O? E che vuol dire?
Caterina scuote la testa in segno negativo e fa altri segni.
Piero alza le spalle
PIERO
Non ne ho la più pallida idea.
LUCIO
Ha aggiunto qualcosa…
PIERO
No, niente…
Poi come colto da un pensiero improvviso
PIERO
Ah però… adesso che mi ricordo.. Olga aveva un
anello con una formula scritta sopra! Magari era quella!
Lucio scrive grande su un foglio " Cu2O
". E ci pensa su un momento
scarabocchiando tutt’intorno con la biro.
Mentre non vede Caterina fa alcuni frenetici
segni nel suo alfabeto a Piero che
le risponde con una faccia scura e un secco cenno
di diniego del capo.
LUCIO (tra sé)
Cu è rame, mi pare…
Entra l’agente Lorenzo con un vassoio con su una tazzina
piena di caffè e la posa
sulla scrivania di Lucio, vicino ad altre tazze vuote
che raccoglie e mette sul vassoio
LORENZO
Io smonto, commissario. Ma lei dorme con tutti
questi caffè?
chinandosi sulla scrivania dà un’occhiata alla formula
chimica "Cu2O " scritta da Lucio
LORENZO
Ma che, ha scritto "culo" commissario?
LUCIO
C’è stato Lorenzo il Magnifico? Te ti
chiameranno Lorenzo il Bischero! Vattene, va!
Lucio guarda Caterina e le offre la tazzina
LUCIO
Un po’ di caffè, signorina?
Caterina scuote la testa con un sorriso. Lucio scorge il
segno di una bruciatura di
sigaretta all’attaccatura del seno della ragazza
LUCIO
Che s è fatta lì?
PIERO (intervenendo)
S’è bruciata col ferro per i capelli…
LUCIO
Usa ancora?
PIERO
Caterina è molto tradizionalista. Possiamo andare
adesso?
LUCIO (alzandosi)
Sì. (guarda il foglio) O sta per ossigeno, sicuro…
PIERO (con un sorriso)
In chimica son sempre stato un disastro… Allora
noi andiamo. Se ha bisogno di noi sa dove trovarci, signor
Commissario.
I due escono e Lucio si attacca al telefono
LUCIO
Martuzzi… che cazzo è Cu2O? …
Ossido di rame?
Ho capito: ossido di rame. Ciao.
Lucio disegna con la biro un enorme punto interrogativo
intorno alla formula chimica.
SCENA 65
STRADA QUESTURA. Esterno notte
Tuona. Sta per piovere. Piero accompagna in fretta Caterina
verso un taxi
PIERO
Noi li abbiamo visti quei soldi… se tutti li
cercano, vuol dire che nessuno li ha trovati! Se dicevo che ti avevano
torturato per quei soldi, ci saremmo tagliati fuori, no? Guarda che
fortuna! Laggiù c’è un taxi…
Dài, che sta per piovere…
Caterina si blocca e comincia a fare dei segni disperati a
Piero che li legge e si blocca.
Un lampo squarcia la notte seguito dallo scoppio
di un tuono. Piero afferra Caterina
per le braccia
PIERO
Coosa??? Tu hai detto a quei due che io… oh
madonnina santa…
si volta per scappare ma si trova davanti G che sogghigna.
Comincia a piovere.
G
Taxi signore?
Il taxi si ferma accanto ai tre: è guidato da Alb che
sorride.
G afferra con mani d’acciaio un braccio di Piero e un
braccio di Caterina e li fa
entrare nell’auto. Caterina e Piero obbediscono e
anche G si siede dietro, accanto
ai due.
G ( a Piero)
Adesso ci porti dove hai nascosto i soldi. Hai
fatto fuori la pittrice e ti sei fottuto la grana. Ma perché hai
seccato pure quell’altri due? Ti piace esagerare eh?.
PIERO
Non ho ammazzato nessuno, io… Caterina,
maledetta, ma che cazzo gli hai dettooooo!
G
Facciamo parlare pure i muti noi.
Il taxi parte veloce.
SCENA 66
STRADE DI FIRENZE E TAXI. Esterni e interno notte
Caterina si accorge che G le guarda le gambe.
Fa alcuni segni nell’alfabeto dei sordomuti a Piero, senza
dare nell’occhio,
inframmezzati con movimenti banali.
Piero capta. E’ molto teso.
ALB (al volante)
Allora dove vado?
PIERO 8decidendo)
Lungarno…
Alb svolta e l’auto imbocca un lungarno.
Piero guarda G e poi Caterina che gli fa ancora un paio di
segni. Piero annuisce
appena.
Caterina apre le gambe in modo da mostrare bene le cosce e G
non resiste e ci ficca
dentro le mani.
Caterina chiude le gambe con tutta la sua forza bloccandogli
le mani e Piero scatta
contro Alb dandogli un gran pugno sulla testa.
Tutto si svolge in un attimo: Alb dà una sterzata
involontaria. L’auto sbanda, urta il
muretto del lungarno e investe un cumulo
di assi che le fanno da pedana volando nel
fiume.
SCENA 67
APPARTAMENTO RAMONA E MEME. Interno notte
Meme e Ramona dormono, insieme nel grande letto di ferro
battuto.
Un lampo, seguito da un tuono cupo. Una finestra che sbatte.
Ramona spalanca gli occhi e ascolta. L’anta sbatte di
nuovo, da qualche parte.
Si alza e senza accendere la luce va a controllare le
portefinestre: sono chiuse.
L’anta sbatte di nuovo da qualche parte e Ramona va a
tentoni nel salottino adiacente.
Un lampo si riverbera nella stanza da letto e illumina anche
una parte del salottino
senza rivelare la presenza di Ramona. Poi un tuono
esplode fragoroso. Meme apre
gli occhi, spaventata.
Allunga una mano e sente vuoto il posto di Ramona.
MEME
Ramona…
Si allunga verso il comodino e fa scattare l’interruttore
dell’abat-jour. L’interruttore
scatta ma non c’è corrente.
Ancora l’anta sbatte, forse nel salottino e poi un gemito
rauco e un tonfo.
Meme trasalisce.
MEME
Ramona?.
Silenzio.
Meme scivola fuori dal letto in angoscia. Un lampo illumina l’ambiente
e disegna
l’ombra di qualcuno ritto in mezzo alla stanza, avvolto in qualcosa
di scuro, con un
coltello in pugno, pronto a colpire. La visione dura il tempo
del lampo.
Meme urla e scappa, sbatte nel buio contro i mobili, inciampa
sul corpo di Ramona,
steso a terra, ma è ormai in preda al panico, urla di
nuovo e riesce a infilarsi nel bagno
e a chiudersi l’uscio dietro.
Fuori scroscia la pioggia.
Ramona striscia verso il telefono. Un lampo ci mostra la
stanza vuota. La minacciosa
ombra col coltello s’è dileguata.
Ramona prende il telefono e si rannicchia sotto il letto.
Compone il 113 mentre un
altro tuono fa tremare la vecchia casa.
RAMONA (sussurra)
Via di Santa Maria sei… presto! C’è qualcuno….
Qualcuno è entrato in casa… presto per carità di dio!
Meme è rannicchiata in fondo alla stanza da bagno, trema
tutta.
Alla prima spallata contro la porta, riprende ad urlare e non
la smette finché l’uscio
non cede.
Un nuovo lampo illumina il pannello dell’uscio che si
stacca e Meme che si
porta le mani al volto, isterica.
L’ombra del coltello cala su di lei che apre un poco le
dita e fissa con occhio stralunato
la lama che le cala addosso con forza. Il
sangue cola sull’anello che porta al dito con
su inciso "Cu2O".
Forti colpi alla porta d’ingresso
VOCE AGENTI
Aprite! Polizia! Aprite!
.L’assassino fugge verso la portafinestra che da sul
cortiletto e la spalanca con un calcio infrangendo un vetro.
Lucio e alcuni agenti, tra cui Lorenzo, irrompono nell’appartamento
con grandi torce
accese in pugno: la luce sciabola qua e là per le stanze, ma
non si vede nessuno.
La porta del bagno distrutta guida Lucio che illumina con la
torcia elettrica il corpo
di Meme: la donna mostra il segno di una sola
coltellata alla gola. Ma è già morta.
Un agente si affaccia dalla finestra sfondata che dà sui
cortili interni
UN AGENTE
E’ scappato da qui, commissario!
Lucio controlla gli infissi semidistrutti dal calcio vibrato
dall’assassino e poi si sporge
a guardare nel cortiletto. Chiama con un
cellulare :
LUCIO
Senti, sono
Camilleri.. ..
SCENA 68
CORTILETTO APPARTAMENTO RAMONA E MEME. Esterno notte
Visto dal balconcino di Ramona e Meme: il cortiletto bagnato
e sul fondo si distingue abbastanza bene un’accetta e una palandrana.
LUCIO (off, senza soluzione di continuità))
Bloccate la zona. Fermate qualunque sospetto. C’è
un cadavere qui… due di voi anche nel cortile. Ci sono da fare dei
rilievi.
SCENA 69
APPARTAMENTO RAMONA E MEME. Interno notte
Lorenzo si avvicina a Lucio e dà un’occhiata al cortile
LUCIO
Per scappare da qui bisogna lavorare in un circo…
LORENZO
Abbiamo trovato l’altra.
Ramona è rannicchiata sotto il letto, sotto shock, tutta
tremante. Continua a fare di no
con la testa. Il cerchio luminoso di una torcia
la illumina e lei si copre la faccia con le mani
LUCIO
Ramona, sono io. Sono Lucio
Camilleri. Non avere
paura. E’ tutto finito. Tutto finito. Vieni… vieni fuori….
La sfiora con una mano. Ramona, sempre illuminata si scherma
con le mani. Lucio
dirige la torcia sul suo volto con un effetto abbastanza
pauroso.
Ramona fissa Lucio come se non lo vedesse e continua a fare
di no con la testa come
una
pazza.
LUCIO
Calmati, Ramona. Sono Lucio….
La ragazza continua a fare i no col capo. Suona il telefono
di Lucio che si alza e dice
a Lorenzo
LUCIO
Chiama un’autoambulanza. (al telefonino)
Camilleri
SCENA 70
LUNGARNO. Esterno notte
Un cerchio di curiosi sul Lungarno.
Alle luci delle fotovoltaiche della polizia viene tratto a
riva Piero, semisvenuto, con
una larga ferita al capo: il sangue gli cola sulla
faccia cerea e sui vestiti fradici.
A terra c’è il cadavere di Alb e il corpo di Caterina a
cui un infermiere di
un’autoambulanza sta facendo la respirazione artificiale.
L’auto guidata da Lucio frena con stridore di freni. Lucio
salta giù, seguito da
Lorenzo, e corre verso Piero che smania per Caterina,
tenuto fermo da Magnetta.
La ragazza viene messa in una barella e portata via.
PIERO
Caterina! Dov’è Caterina! Voglio vedere
Caterina!…
Lucio si china su Piero mentre un infermiere sta cercando di
fargli una iniezione.
MAGNETTA
Son finiti in Arno con tutta la macchina. Uno è
morto, ma non è una gran perdita. E’ Alb Giordano, quello implicato
nel caso Giommarelli. Ricordi?
Piero vede Lucio e si scrolla di dosso Magnetta e l’infermiere
e si aggrappa al braccio
del commissario
PIERO
Sono un bugiardo, commissario, un bugiardo… ma
non ditemi che Caterina è morta! Non ditemi che…
LUCIO
Non è morta. Che è successo?
PIERO
E dov’è? Dov’è?
LUCIO
La stanno portando in ospedale. Che è successo?
PIERO (tira su col naso)
Non li abbiamo presi noi i soldi. Li abbiamo solo
visti.
LUCIO
Quali soldi?
PIERO
Quali soldi…non so quali soldi. Tanti! Una
borsata di dollari! Stavano in un armadietto a casa di Olga. Li ho
visti mente dipingeva Caterina che posava per lei.… ma non li ho presi io… non li ho presi io…
Dalle acque nere dell’Arno, emergono dei sommozzatori con
le torce che hanno
agganciato la carcassa dell’auto. C’è un altro morto
nella macchina. E’ G e i
sommozzatori lo portano a riva
MAGNETTA
Un’altra vecchia conoscenza! E quel bastardo che
si faceva chiamare G., come si chiamava invece?
LORENZO
Mi pare si chiamasse Giavanni Attili o Attilio.
Faceva un po’ di tutto: spallone, buttafuori, bodyguard, picchiatore
e probabilmente killer a pagamento.
LUCIO
Un maiale di meno.
SCENA 70
STANZA DI OSPEDALE. Interno giorno
Lucio si avvicina al letto in cui Ramona giace, con una flebo
in vena, ma sta bene.
Lorenzo resta sulla soglia della camera con un lungo
rotolo sotto il braccio
LUCIO
Ciao Ramona. Come ti senti?
RAMONA (piangendo)
Mi han detto di Meme… io me ne volevo andare via…
forse se avessi insistito di più… l’avete preso quel bastardo?
LUCIO
No, purtroppo no. Dev’essere scappato dal balcone
anche se non si riesce a capire come abbia fatto… doveva essere un
acrobata … tu l’hai visto?
RAMONA (annuisce)
Ho visto solo un’ombra, alla luce di un lampo.
Aveva in mano un coltello.. un lungo coltello… Qualcuno alto... come
te...
Ramona , come colpita da un pensiero, guarda fisso Lucio,
quasi con sospetto
RAMONA
Lucio, ma… come mai tu eri da me quell’ora di
notte?
LUCIO
Ero lì perché mi hai chiamato tu, Ramona. Col
113. Vedi, io non sono un detective privato ma un detective pubblico.
Sono un commissario di Polizia e mi occupo della scomparsa di Olga
Olivieri. Sai niente di una borsa piena di dollari?
Ramona guarda Lucio con occhi sgranati e poi non riesce a
trattenere un singhiozzo
RAMONA
E’ per quello che mi stavi dietro, allora… per
lavoro.
LUCIO
Non solo e lo sai. Ti ho chiesto se sai niente di
una borsa piena di dollari?
RAMONA
Ma che domanda del cavolo è? Una borsa… Lucio,
per favore, lasciami che sto male…
LUCIO
Anche questo ti dice niente?
Lucio mostra a Ramona, chiuso in una bustina trasparente l’anello
d’oro con la scritta
"Cu2O".
Ramona gli dà un’occhiata:
RAMONA
Sì, è di… era di Meme.
LUCIO
Da quando ce l’aveva?
RAMONA
Non so. Qualche settimana.
LUCIO
Da prima che Olga sparisse?
RAMONA
Che c’entra Olga? Non so... Perché?
LUCIO
Ci sono dei testimoni che giurano che quest’anello
era di Olga.
RAMONA
E allora Olga l’avrà regalato a Meme.
LUCIO
Olga lo aveva al dito il giorno prima che …
sparisse.
RAMONA
Che sciocchezza. Io e Meme eravamo a Ivoire, in
Svizzera. Insieme. Come poteva Olga da Firenze… eh?
Ramona fissa Lucio che ricambia lo sguardo perplesso. Ramona
realizza una
possibilità assurda e sussurra
RAMONA
Vuoi dire che... se Meme aveva l’anello di
Olga... allora sapeva dov’era finita Olga?
LUCIO
Sì. Si può dire anche così. Tu eri amica di
entrambe, no? Che era successo tra quelle due?
Ramona sospira e scuote la testa. Lucio le accarezza una mano
e le dice dolcemente
LUCIO
Se non riesco a capire la dinamica delle cose, non
prenderò mai l’assassino di Meme. E tu vuoi che lo prenda vero?
RAMONA
Più di ogni cosa al mondo. E va bene: Meme si era
innamorata del fidanzato di Olga che le aveva detto che avrebbe
lasciato Olga per lei. Solo che Olga diceva di essere incinta e un
giorno andò con Walter sul lago, si rovesciò la barca e… Walter
non sapeva nuotare, Olga sì e si salvò.
LUCIO
Ramona, l’assassino di Meme poteva essere una
donna? Poteva essere Olga?
RAMONA (stupita)
Ma nooo! Ma che dici! Comunque era troppo alto.
LUCIO
Perché con Olga è scomparsa anche una borsa piena
di dollari. Si parla di 5 milioni di dollari…
RAMONA
Spero che Olga sia scappata coi soldi allora.
Meglio che pensare morta anche lei…
LUCIO
Meme sospettava che Olga avesse affogato il suo
fidanzato volutamente?
RAMONA
Non lo so. Temo di sì. Aveva visto un quadro che
Olga ha lasciato incompiuto quando è… quando se n’è andata. Io
non l’ho visto, ma Meme diceva che era orribile, con un feto gonfio
d’acqua e sangue…
Lucio fa un cenno a Lorenzo che è rimasto sulla soglia della
stanza. Lorenzo entra
e gli consegna il rotolo che si rivela per una tela da
quadro.
Lucio la srotola: è il quadro incompiuto che stava
dipingendo Olga, con la formula
"Cu2O" dipinta sul cadavere
del feto. Ramona è scossa da un brivido di disgusto.
RAMONA
Dio mio che orrore! Dove l’avete trovato?
LUCIO
A casa tua. Stava nascosto dietro l’armadio del
tuo appartamento. O ce l’hai messo tu o ce l’aveva messo Meme.
"Cu2O" anche qui. Ma che cavolo vuol dire?
RAMONA
Ossido di rame, mi pare. Olga studiava chimica.
LUCIO
Fin lì ci sono arrivato da solo. Ma quella
formula, "Cu2O" deve essere la chiave del
mistero. Forse anche Angelo Pisca morendo voleva scrivere "Cu2O"
e non "Ca...qualcosa", come io avevo pensato. Ossido di
rame, che vorrà dire?
Ramona scuote la testa, stancamente e si lascia andare contro
i cuscini. Interviene un dottore
DOTTORE
Commissario, per oggi basta. E’ ancora sotto
shock.
SCENA 71
LABORATORIO CHIMICO DELLA POLIZIA. Interno giorno
Sullo sfondo di apparecchiature chimico-elettroniche, un uomo
in camice bianco sta
spiegando
CHIMICO
Cu2O è ossido di rame, ovviamente.
LUCIO
E questo ormai lo sanno tutti in Questura! Dài,
Elio, dimmi a che cazzo serve…
CHIMICO
Lo chiamiamo anche cuprite e si trova in natura
sotto forma di ottaedri rossi, si ottiene per riduzione dell’acetato
rameico e...
LUCIO
A che cazzo serve?
CHIMICO
…quando si presenta i cristalli capilliformi che
chiamiamo calcotrichite…
LUCIO
Ho capito Elio. Ho capito: ti chiamano sempre
Stronzio, vero?
CHIMICO
Guarda che io sono Elio, lo Stronzio sei tu! .
SCENA 72
SALA MORTUARIA DELL’ OSPEDALE. Interno giorno
Caterina non ce l’ha fatta e giace, bellissima, cerea,
composta in una bara, al entro
della sala mortuaria dell’ospedale.
Piero seduto in angolo singhiozza.
Lucio si siede accanto a lui e gli posa una mano su una
spalla per confortarlo
PIERO
E’ come se l’avessi ammazzata io, capisci? Io!
Sono un bastardo, sono un bastardo… tutto per degli schifossimi
soldi! Che poi io li ho sempre schifati quelli che vivono solo per far
soldi… Povera Caterina… (singhiozza)
LUCIO
Quei due della macchina, come li conoscevi?
PIERO
Non li conoscevo. Ci hanno costretto a salire.
Avevano già torturato Caterina… l’idea di aggredirli, di farli
sbandare è stata sua… poi quel bastardo ha perso il controlla ed è
finito in Arno…
LUCIO
Dimmi di nuovo dei soldi.
PIERO
C’era una grossa borsa, di quelle da viaggio,
nell’armadio di Olga. Era piena di mazzette di dollari.Il giorno dopo son tornato per rubarla ma non c’era
più. E poi sono apparsi quei due bastardi che volevano sapere dove li
avevo messi…
Piero singhiozza e si alza. Va verso Caterina, si china su di
lei e comincia un patetico
"dialogo" nel linguaggio dei muti. Si
accalora coi segni Piero, e piange.
Lucio si allontana, commosso. Guarda ancora Piero che
disperatamente tenta di
comunicare
con Caterina morta, immobile e bellissima.
SCENA 73
APPARTAMENTO RAMONA E MEME. Interno giorno
Beatrice sta aiutando Ramona a fare le valigie. La ragazza è
ancora scossa, pallida e
Beatrice cerca di tirarla su
BEATRICE
Quello vi poteva ammazzare tutt’e due, no? Così
è la vita bambina! Finché a morire sono gli altri e la si può
raccontare no? Mica gli è sicuro che quando tocca a noi c’è
qualcuno che lo racconta…
RAMONA
Lei crede che ci sia qualcosa dopo la morte?
BEATRICE
Spero di no. Che vuoi che ci sia? Oh guarda che
quel Dante l’era un poeta ma pure un gran bugiardo eh? Tutti quei
gironi in giù e gironi in su… Ovvia, il buio che c’è prima di
nascere è uguale a quello che c’è dopo che s’è tirata la cuoia.
Punto e basta.
Suonano il campanello e Ramona trasalisce. Beatrice la ferma
con un gesto
BEATRICE
Ci vo io. E mica ogni volta che suonano è un
assassino. Qualche volta è pure quello del gas…
Ramona sorride, ma poco. Continua a piegare la sua roba nelle
valigie e resta a
guardare
un vestito che era di Meme.
I suoi occhi si riempiono di lacrime, le gambe le cedono e si
siede sul letto a piangere,
con la faccia affondata in quell’abito.
LUCIO (off)
Era di Meme, vero?
Ramona alza il viso dal vestito, guarda Lucio e si mette in
piedi. Non è amichevole,
è rigida e ostile
RAMONA
Sì, ma vorrei che mi lasciassi in pace.
LUCIO
Non posso. Devo mostrarti una persona che potrebbe
essere l’assassino della tua amica.
SCENA 74
SALONE VILLA BERTA. Interno notte
Franco Berta è nervoso, un po’ sudato. Seduto su una delle
sue poltrone nel salone
della villa. La moglie Livia lo fissa con una smorfia di
disprezzo stampata sulle labbra.
Davanti ai due ci sono Lucio e Ramona che fissa Berta senza
staccargli gli occhi dalla
faccia, cosa che mette molto a disagio Berta. Sul
fondo c’è Lorenzo, in divisa.
Oltre le vetrate del salone si vedono alcuni poliziotti e i
fari di due auto.
BERTA
Le ripeto, signor Commissario, che io non sono mai
andato in quella casa. Compravo i quadri in galleria e basta.
Lucio gli srotola davanti la tela dipinta da Olga, quella
dell'uomo e il feto annegati.
LUCIO
Perché ha comprato tutti i quadri tranne questo?
BERTA
Mi metteva angoscia, ma è forse il quadro più
significativo che la Olivieri abbia dipinto….
LUCIO (aggressivo)
In questo momento la critica d’arte la metterei
da parte.
Perché quel quadro non è mai uscito dallo studio
in cui Olga viveva e dipingeva. E lei, Berta, può averlo visto solo
là. Quindi è bene che dica quando è stato in casa di Olga.
Quando???
LIVIA (finge una gran rabbia)
Ci sei stato vero? Porco!
BERTA (regge il gioco)
Ci sono stato. Una volta ci sono stato. Ma non è
successo nulla, cara, nulla! Una notte... avevo bevuto per farmi
coraggio... e sono andato da lei. Sono entrato e...
SCENA 75
LOFT DI OLGA. Interno notte
FLASHBACK
Come visto da Berta:
nel controluce della vetrata seminfranta, le ombre che stanno
lottando. Poi una di esse
ha la meglio e Berta vede l’ombra del coltello che
si alza e poi cala tremenda su uno dei
due corpi.
Un urlo spaventoso, rauco, tremendo.
Il coltello si alza una seconda volta e appare, rosso di
sangue, nel buco del vetro
spezzato poi torna a calare con forza. Un lamento di
agonia e poi un tonfo sordo.
SCENA 76
SALONE VILLA BERTA. Interno notte
Franco Berta ansima nel raccontare, si nasconde il volto fra
le mani
BERTA
Quel coltello… si alzava e si abbassava…
colpiva, colpiva, colpiva! Sono scappato... scappato via... ho
vomitato in strada...
LUCIO
Perché non ha detto niente alla Polizia?
BERTA
Non lo so, non potevo... non potevo dire che ero
là... poi, dopo, nessuno ha mai parlato di quel delitto... e così mi
sono convinto di avere avuto un’allucinazione Avevo bevuto parecchio…
Tace e Lucio lo fissa, accusatore. Poi Lucio si alza e gli
punta un dito contro
LUCIO
Balle, amico, amico. Tu sei entrato perché avevi
la chiave. E’ così? E non era per scopare. Era per prendere una
borsa di dollari. Hai fatto fuori la donna e te la sei fregata.
Berta trema, si ritrae sulla poltrona, dà un’occhiata a
Livia che no fissa livida,
imperiosa, poi
crolla
BERTA
Io non ho ucciso nessuno! Nessuno! I soldi…
LIVIA
Stai almeno zitto, miserabile!
ma ormai è tardi. Come una valanga, Berta confessa
BERTA
Sapevo dei soldi, erano per lei e i suoi associati.
e indica Livia che gli si lancia contro e viene bloccata da
Lorenzo.
LIVIA
Sei un bastardo impotente rammollito schifoso e
bugiardo!
BERTA
Sì, sì ma tu sei un’arpia che traffichi in
droga e fai finta di essere una persona per bene! Commissario, questa
è una criminale della peggiore specie, quelli che fanno i moralisti e
poi hanno le mani sporche di sangue!
LUCIO
Alle questioni familiari pensiamo dopo. Che fece
dopo aver vomitato?
BERTA
Ho aspettato in strada. Per ore. Finché è venuto
giorno. Volevo vedere uscire l’assassino… ma non è mai uscito
nessuno. Così sono tornato dentro e..
SCENA 77
LOFT DI OLGA. Interno giorno
FLASHBACK
Berta apre la porta di ingresso e occhieggia nel salone: ora
che la luce del giorno lo
illumina
tutto sembra perfettamente a posto. Non una
goccia di sangue. Se non fosse
per la vetrata
rotta del bagno, Berta crederebbe
davvero di avere avuto
un’allucinazione.
BERTA
Olga?…
Silenzio. Berta va a sbirciare nel bagno: nessuno e tutto
pulito. Torna nel salone e
si ferma un attimo a guardare il quadro di Olga che
ora non ha più il drappo nero
che lo copriva. Anche il drappo nero è
scomparso.
Il quadro si intravede appena, ma è quello dipinto da Olga
col cadavere di Walter e
del feto.
Berta va all’armadio, lo apre, getta i vecchi giornali e
tira fuori la borsa dei soldi.
La apre: le belle mazzette dei dollari sono
ancora tutte là. Non s’avvede che qualcuno
lo spia dalla
porta rotta del
bagno: un’ombra indistinta.
BERTA (off)
Erano ancora là e non c’era nessuno… li ho
presi. Non ho resistito.
SCENA 78
SALONE VILLA BERTA. Interno notte
Livia lancia un urlo di rabbia e si scaglia contro il marito
LIVIA
Dove li ha messi, bastardo….
Lorenzo regge la donna a fatica. Livia si rivolta contro
Lorenzo e lo graffia come una
tigre
al volto. Lorenzo le blocca e le tappa la
bocca con una mano.
LUCIO
Bravo, Lorenzo. E dove sono i soldi adesso?
BERTA
Li ho sepolti in giardino. Pensavo di filarmela
appena possibile. Lontano da quest’arpia di mia moglie… venite, ve
li mostro… ma io non ho ammazzato nessuno…
Livia addenta la mano di Lorenzo che la lascia con uno
strillo di dolore.
Livia si accoda agli altri ed esce.
SCENA 79
VILLA BERTA. Esterno notte
Ramona, Lucio, Livia, Lorenzo e altri due agenti armati di
vanghe seguono Berta che
li guida oltre il cancello della villa.
Berta costeggia il muro di cinta e si ferma accanto ad alcuni
cespugli
BERTA
Li ho sepolti qui. In casa non mi fidavo.
LIVIA (sibila)
Che bastardo ladro…
Gli agenti scavano là dove Berta indica, ed effettivamente,
sotto mezzo metro di terra
affiora un grosso sacco di plastica, di quelli neri,
per la spazzatura.
BERTA
Per l’umidità…
Lucio si china sul sacco nero e lo afferra per tirarlo fuori
dalla buca: il sacco si
rompe:
ZOOM VIOLENTO sulla cadavere di Olga Olga Olivieri.
Ramona sviene tra le braccia di Lorenzo. Franco Berta resta
paralizzato dallo
stupore.
Livia fa un passo indietro.
Aiutandosi con il fazzoletto, Lucio sfila dal dito putrefatto
e ferito di Olga, l’anello
con su inciso
"Cu2O".
Scattano le manette intorno ai polsi di Franco Berta,
completamente sconvolto dallo
shock, che ripete a bassa voce, quasi per
convincere se stesso
BERTA
C’erano i soldi… solo i soldi… i soldi…
Ramona, accucciata davanti ai resti dell’amica, singhiozza
e Lucio la aiuta ad alzarsi
e ad allontanarsi da quella vista.
Berta viene trascinato via, sembra impazzito. Si divincola e
punta un dito contro Livia
BERTA
Sei stata tu! Tu, che hai ammazzato Olga, tu che mi
hai visto prendere i soldi, tu che mi hai spinto in questa trappola!
Maledetta, io non ho ammazzato nessuno!!! Solo tu puoi avermi fregato
così! Non sono stato iooooo è stata lei!!!
Lucio fa un cenno e due agenti si avvicinano a Livia che lo
sfida con lo sguardo
LIVIA
Non vorrà credere a quel guardone impotente,
spero!
Quella pittrice doveva consegnarmi del denaro che
aveva prelevato su un mio conto svizzero.
LUCIO (ironico)
Non era più semplice fare un bonifico?
LIVIA
Non è contro la legge portare contanti. Dovevo
fare dei lavori di restauro alla villa.
LUCIO
Temo che dovrà dare migliori spiegazioni, signora.
Fa un cenno e uno degli agenti fa scattare le manette intorno
ai polsi di Livia che stringe
le labbra, indispettita.
Lucio accompagna Ramona in macchina. La ragazza sta
piangendo, sconvolta.
Lorenzo entra anche lui nell’auto
LORENZO
Quello sembra sincero! O che ci portava proprio lui
sul cadavere, troppo grullo, no? Dev’essere stata la su mogliettina…
LUCIO
Forse sì, ma portiamo Ramona a casa, adesso.
Le auto della polizia lasciano la villa.
SCENA 80
UFFICIO DI LUCIO IN QUESTURA. Interno giorno
DETTAGLIO: adesso gli anelli con la scritta Cu2O
sono due. Entrambi sul tavolo di
Lucio che ci giocherella pensoso facendoli
rotolare sul foglio di carta sul quale aveva
scritto in grande nei giorni
passati Cu2O.
Tornato nel suo ufficio, Lucio riceve i complimenti da tutti
i colleghi, ma è evidente
che non è soddisfatto.
Scarabocchia su un nuovo foglio di carta Cu2O e lo
ripete in grande e in piccolo
all’infinito, alla ricerca di un’ispirazione.
Lorenzo gli mette la consueta tazza di caffè
sul tavolo
LORENZO
O commissario! E che s’è fissato con quella
parolaccia?
Culo, culo, culo…. Culo di chi?
LUCIO
Ma la vuoi piantare? Cu vuol dire rame… Ra-me!!!
Capito? Rame! Ra come Ravenna e Me come…
Lucio si ferma come folgorato e balbetta tra sé
LUCIO
Merda!… oh merda…
Lucio scatta dalla sedia come una molla, rovescia Lorenzo e
il caffè e scappa via come
inseguito dal demonio.
LORENZO (balbetta stralunato)
Me come merda?…O che è diventato grullo il
povero commissario?
SCENA 81
APPARTAMENTO RAMONA E MEME. Interno giorno
Ramona bacia Beatrice sulle guance, commossa.
BEATRICE
Mi dispiace tanto per quella bella signorina amica
sua, tanto… in questa casa non succedeva un delitto dalla Congiura
de’ Pazzi… e s’era nel 1478, signorina mia…
RAMONA
Grazie di tutto Beatrice. Grazie davvero.
Prende le sue valigie e si avvia, ma sulla porta Lucio le
sbarra il passo, a sorpresa
LUCIO
Te ne andavi senza neppure salutarmi?
RAMONA
Ti avrei chiamato dalla stazione. Mi sei venuto
dietro solo perché indagavi sulla sparizione di Olga. Ormai hai
risolto il caso, non credo di interessarti più .
Lucio butta sul tavolo una busta di nylon: dentro ci sono due
anelli d’oro uguali
entrambi con l’incisione misteriosa Cu2O .
LUCIO
Al contrario. Mi interessi proprio perché l’ho
risolto.
Ramona guarda i due anelli con la scritta e gli sorride
sarcastica
RAMONA
Oh guarda, adesso sono due! Che fai, la collezione?
LUCIO
Ce ne ho messo per capire che gli anelli sono tre.
Ramona dà un’occhiata distratta agli anelli:
RAMONA
Tre? Io ne vedo due. E scusa sai ma non vorrei
perdere il treno.
LUCIO
Già. Manca il tuo.
Ramona ride e guarda Lucio con aria di aperta sfida
RAMONA
Tu dici? E come sei arrivato a questa brillante
conclusione?
LUCIO
Tre anelli uguali per tre amiche del cuore. Niente
ossido di rame. Un giochetto tra ragazze: RA come Ramona, ME come Meme
e O come Olga. Da cui Ra-me col 2 perché i nomi erano due più la O
di Olga. Stupido, in fondo. E tu hai mentito dicendo di non sapere che
cosa voleva dire per voi tre Cu2O…
Ramona fissa Lucio senza scomporsi, continuando a sorridere.
Annuisce
RAMONA
Tesi ingegnosa ma indimostrabile, ti pare?
LUCIO
Forse. Ma chissà che non possa dimostrare che tu
eri già venuta a Firenze per ammazzare Olga Olivieri e poi ci sei
tornata trascinata Meme e quando stava per capire la verità hai
dovuto uccidere anche lei.
RAMONA
Cos’è? Una fantasia all’italiana?
LUCIO
Cos’è successo sul lago di Ginevra? E’ stata
Olga ad annegare il suo fidanzato, vero? e tu, anche tu innamorata di
lui, sei venuta a Firenze e l’hai uccisa. Però ti eri accorta che
Franco Berta aveva assistito all’omicidio. Hai nascosto il cadavere
e ripulito lo studio. Sei uscita dalla porticina che dal bagno porta
nel cortile e ti sei accorta che Berta era ancora lì. Allora hai
aspettato che facesse lui la prima mossa e l’hai visto rientrare e
fregarsi i soldi. Seguirlo, vedere dove li nascondeva, prenderli e
metterci il cadavere di Olga è stato un gioco. Livia non c’entra
nulla e tu di quei soldi non sapevi nulla, vero?
RAMONA
Nulla. Come te. Perché anche tu non sai nulla e ti
stai arrampicando sugli specchi. E adesso mi vuoi lasciare partire o
no?
Lucio prosegue, testardo.
LUCIO (provocatore)
Dimmi prima, quel tipo, quel Walter
Brandt, vi
scopava tutte e tre?
Ramona ha le valigie in mano e ha un moto di rabbia. Si
domina e sibila
RAMONA
Stai costruendo una soap opera, ti pare? O mi
arresti o mi lasci andare che perdo il treno.
LUCIO
La notte in cui è morta Meme qui c’eri solo tu.
Hai chiamato la polizia e poi l’hai uccisa. Ben pensata. Ci sono
cascato come un salame. Meme aveva dei sospetti? Aveva cominciato a
capire? L’hai uccisa per questo o perché anche lei andava a letto
con Walter? E anche gli altri due l’hai fatti fuori tu! Angelo
Pisca, dovevo capirlo, sei saltata giù dal mio letto e sei corsa via
come una disperata, però poi all’appuntamento nel bar con Meme sei
arrivata un bel po’ dopo. Prima sei andata a uccidere Angelo Pisca e
poi ci sei tornata con Meme. Uccidere e tornare sul luogo del delitto
ti diverte? Pisca era il ragazzo di Olga, ti aveva riconosciuta vero?
Lui ti aveva già vista con Olga e forse sapeva che eri tu l’assassina
e voleva avvertire Meme…Col povero Carlino hai avuto una notte intera per
farlo fuori e far sparire la lettera e la tela. Delitti perfetti. E io
ci sono cascato. Levami una curiosità: che diceva quella lettera di
Olga? Cos’era? Un’accusa o una confessione?
Ramona cerca di passare oltre ma Lucio la blocca. Lei lo
guarda gelida
RAMONA
Non so di che parli. Fammi passare che perdo il
treno.
LUCIO
Perdi il treno. Ti dichiaro in arresto per quattro
omicidi.
Lucio fa scattare le manette, una si chiude intorno al polso
di Ramona e una intorno
al suo
RAMONA
Arrestare una cittadina svizzera senza alcuna prova
non gioverà alla tua carriera.
LUCIO
Fa niente. Io sono uno di quelli che cercano la
verità anche quando è scomoda. Dove hai messo i soldi di Olga? Li
hai già fatti sparire in una delle ospitali banche del tuo Paese?
RAMONA (scuotendo la testa)
E con queste stronzate che speri di farmi
condannare? Dove credi di vivere, mio povero Lucio, siamo in Italia e
avete tre gradi di giudizio. Quante giurie speri di convincere col
giochetto del Cu2O?
LUCIO
Sì, hai ragione. Ma ci posso provare.
E con uno strattone si tira appresso Ramona ammanettata.
DIDASCALIA a RULLO
EPILOGO nel 2025 o giù di lì
Ramona rimase in carcere, in custodia
preventiva, per due settimane e poi venne rilasciata e tornò a
Ivoire, sul Lago di Ginevra, dove si sposò con Serge Brandt, il
fratello minore di Walter, entrando così nel gotha cittadino.
Ebbero una prima figlia e la chiamarono Meme.
Tre anni dopo fu ritenuta colpevole in primo
grado dal Tribunale di Firenze e condannata a 20 anni. Rimase in
Svizzera in attesa dell’appello che quattro anni dopo la
dichiarò innocente. Ramona aveva intanto avuto un maschietto e l’aveva
chiamato Walter.
Il PM impugnò la sentenza e cinque anni dopo
la Cassazione accettò il ricorso e il processo d’appello
dovette essere ripetuto. Ramona Coppa in Brandt ebbe una terza
figlia e la chiamò Olga.
Passarono altri tre anni e stavolta Ramona,
riconosciuta colpevole di tutti e quattro gli omicidi, venne
condannata a ventisette anni e si iniziarono le pratiche di
estradizione.
Ma gli avvocati di Ramona riuscirono di nuovo a
fare annullare la sentenza in Cassazione per un vizio di forma. Il
procuratore capo Attilio Giordano d’altronde s’era sempre
detto convinto dell’innocenza di Ramona e della colpevolezza di
Livia Berta, ormai deceduta.
In attesa del nuovo processo Ramona sta per
diventare nonna e ha ereditato l’immensa fortuna dei Brandt
perché Serge è morto in un incidente d’auto.
Un incidente chiacchierato perché gli è
esploso il serbatoio della benzina ma la famiglia Brandt ha messo
tutti a tacere dichiarando che è stata una disgrazia.
Lucio Camilleri è rimasto semplice commissario,
pur avendo esercitato in varie città italine, ed è sull’orlo della pensione, mentre il procuratore capo
Attilio Giordano è stato proposto come membro della Corte
Costituzionale. Così potrebbero andare le cose.
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