500 Miglia di Gioie e Dolori

 

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di Edoardo Portelli e Veronica Traglia

 ……chi naviga in Grecia lo sa: bisogna sempre fare i conti con un mare che è più imprevedibile del nostro; ciò è dovuto ad una situazione meteorologica forse più complessa ed i famigerati venti del nord fanno soffrire chi, innamorato di questi mari, pensa di poter programmare la propria navigazione o peggio ancora tutta la propria vacanza. Tutto ciò è ancora più vero nell'Egeo Centrale e nelle Isole Cicladi. Nelle Sporadi, dove abbiamo navigato per diversi anni, questo problema è minore ma nelle Cicladi i venti sono più forti e informazioni tecniche utili alla navigazione sono scarse; se ne parla poco tra i gommonauti e qualche amico che ha tentato di andarci ci ha ripetuto più volte "lasciate stare, li d'estate non si naviga!: ..e chi ha detto che bisogna andarci d'estate!..........
 E' cominciata proprio così, come una sfida, con un'inserzione su una rivista nella quale chiedevamo informazioni sulle Cicladi e sulle Ionie: tantissime telefonate per informazioni sulle Ionie, una sola ma decisiva per le Cicladi. Riccardo, l'amico che ci ha chiamato, ci va da diversi anni a Giugno, quando il mare è più "umano", con un pneumatico da 4.80m: quest'anno lo incontremo lì. Con le sue informazioni ed un mese di navigazione abbiamo raccolto dati interessanti (rifornimenti, carburante-acqua, possibilità di ormeggio ed altre informazioni irreperibili dall'Italia) che ci è sembrato una buona idea tramandare ad altri gommonauti intenzionati a navigare tra queste bellissime isole.
E' il 15 maggio prepariamo per questo "miniraid" il nostro Nuova Jolly King 600 motorizzato con un Evinrude Ficht Ram 90cv, appena acquistato; navigheremo attraverso le Cicladi per 27 giorni durante i quali faremo prevalentemente campeggio nautico. In una settimana è pronta la tenda nautica, disegnata ed autocostruita secondo le nostre esigenze. Il battello è equipaggiato con: un serbatoio fisso da Lit. 180, due serbatoi amovibili da Lit. 25 ed un terzo da Lit. 50 per un totale di Lit. 280. Un serbatoio per l'acqua dolce da Lit. 50. Un motore ausiliario Johnson 15 CV, Ecoscandaglio Apelco L 365, GPS Magellan 350, VHF Icom. Partiremo da Lavrion, un piccolo porticciolo situato km. 70 circa a Sud di Atene; qui c'è una gran darsena, l'Olympic Marine (0030/292-27701-6, Fax 22569), dove sosteremo auto e carrello. La marina possiede, oltre ad un comodissimo scivolo, un distributore in banchina (cosa molto rara in Grecia a causa di una legge poco chiara..) . Partiamo da Lavrion alle 13.20 facciamo rotta su Kythnos 26 NM a SE di Lavrion; costeggiamo Kea, il tempo è nuvoloso ma ad un tratto un bel branco di delfini ci dà il benvenuto in Grecia. Dopo 1h15' siamo a Kythnos, il mare è calmo e cogliamo l'occasione per vedere un po' la costa Ovest di quest'isola: desolata, selvaggia ma con qualche bellissima insenatura. Arrivati a Merichas (37°23.538N - 24°23.587E) il porto principale ormeggiamo il gommone (fondale molto basso e sabbioso) e, visto che ed il tempo è incerto , tiriamo su la tenda nautica. Il porto di Merichas è carino; una parte del molo è riservata ai traghetti di linea che collegano Kythnos alla terraferma ed alle altre isole con poche corse; il resto del molo è occupato prevalentemente dai caicchi dei pescatori ai quali bisogna necessariamente chiedere il premesso e le informazioni su dove sostare il gommone: in assenza della polizia portuale sono loro la massima autorità in materia di attracco e previsioni meteorologiche; barche turistiche assenti. In fondo al porto vi è una spiaggia sulla quale si vedono sedie e tavolini di varie taverne. Il colore del mare nei porti della Grecia è "leggermente" diverso da quello che siamo abituati a vedere in Italia, purtroppo: bisogna andare in Sardegna per trovare qualcosa di "simile". Nel tardo pomeriggio è d'obbligo un salto al paese vecchio che in Grecia chiamano Chora. Visitare la Chora di ogni isola è un appuntamento irrinunciabile: ognuna è diversa dall'altra ed ha una sua identità. Scesi al porto ci rendiamo conto che non è possibile né il rifornimento di carburante né d'acqua. Oramai è notte e ci decidiamo ad inaugurare la nuova tenda nautica. E' importante sapere che in Grecia è severamente vietato il campeggio libero, specialmente sulle spiagge, ma non il campeggio nautico.

Il giorno dopo, 29 Maggio 2000, torniamo in una baia a NO di Merichas, Fikiada ed Episkopi (37°24.929N - 24°22.961E); di fronte alla costa c'è un'isolotto ad essa collegato da una sottile e bassa lingua di sabbia, pericolosa per la navigazione notturna; è capitato infatti che alcune barche provenienti di notte da N vedano l'isolotto a destra la costa a sinistra e le luci del porto davanti e rimangano arenate su questa spiaggia.

La tappa di oggi è Serifos 21 NM a SE. Prima di arrivare al porto di Livadhi, che si trova sulla costa sud dell'isola, ci fermiamo in una bell'insenatura, Ormos Koutala (37°08.209N - 24°27.456E), per il pranzo.

 

Kythnos: Fikiada e Episkopi

 

Serifos: la chora vista dal porto
 Qui può capitare che la vostra bussola dia i numeri a causa della gran quantità di materiale ferroso rimasto in una vecchia miniera abbandonata. L'insenatura, ben ridossata dai venti di N, ha soltanto case di pescatori sulla spiaggia e molti alberi che invitano al riposo.
Nel tardo pomeriggio ci dirigiamo a Livadhi
(37°08.486N - 24°31.273E) , il porto di Serifos dove non possiamo fare a meno di notare la caratteristica Chora arrampicata sulla montagna con le sue tipiche casette bianche sistemate una affianco all'altra che disegnano un misterioso percorso.
 A Livadhi, come indicato da un cartello segnaletico, gran parte della banchina è dedicata alle barche turistiche. Per raggiungere la Chora è quasi sempre disponibile un autobus. A volte, quando il paese è vicino, può essere anche più bello ed interessante ritornare a piedi, infatti al ritorno abbiamo notato, a circa 300 m dal porto, il distributore di benzina (EKO) dove effettueremo il rifornimento.  Abbiamo percorso fino ad ora 57 NM ed abbiamo consumato decisamente poco: i due serbatoi da Lit. 25 e qualche litro di quello da lt.50, il serbatoio principale è ancora pieno e cercheremo di utilizzarlo meno possibile a causa dell'assenza di distributori in banchina.
Anche qui vi sono, sulla spiaggia del porto, molti ristorantini dove si mangia abbastanza bene ed è possibile bere un buon vino locale che ricorda molto la malvasia. Questo porto è ben ridossato dai venti di tutti i quadranti Nord, il mare è calmissimo e per noi questo vuol dire: "Sogni d'oro".
Il giorno dopo navighiamo lungo la costa Est di Serifos; vi sono diverse baie molto belle con acqua limpidissima e tipiche chiesette costruite in posti impensabili
(37°09.289N - 24°32.034E). La terza isola verso la quale ci dirigiamo nel pomeriggio è Sifnos; la punta Nord di quest'isola dista solo 9 NM dalla punta Sud di Serifos.

 

Serifos: la Chora vista dalla costa Est

Nei giorni scorsi, senza accorgercene, abbiamo percorso già 80 NM. La costa Ovest di Sifnos ha diverse baie; la prima che incontriamo è Ay. Yeryos (37°02.074N - 24°39.025E), un piccolo e caratteristico porticciolo con un piccolo molo per barche locali e turistiche ben ridossato ma di scarso interesse.

 

Sifnos: il Porto di Kamares
 Proseguiamo verso SE e giungiamo a Kamares (36°59.486N - 24°40.403E), il porto principale dell'isola. Ci ormeggiamo, su suggerimento della guardia costiera, accanto alle barche a vela. Altri gommoni, pochi a dire la verità, sono ormeggiati o su corpi morti o al molo più vicino alla spiaggia dove però l'acqua è bassissima: 40 cm circa. Sifnos ha una bellissima Chora. In quest' isola l'attività principale è l'artigianato della ceramica, infatti è possibile acquistare degli oggetti davvero particolari. E' una meta turistica un po' più frequentata rispetto alle isole precedente, vi arrivano diversi traghetti che agitano un po' il mare nei pressi del molo dove siamo ormeggiati e rendono il sonno nel gommone più "movimentato".
 La mattina dopo ci accorgiamo che siamo ormeggiati non solo di fronte alla capitaneria di porto ma anche molto vicini ai pulitissimi bagni pubblici: ne approfittiamo per fare rifornimento d'acqua dolce e, non essendoci possibilità di rifornimento carburante in banchina, ripartiamo verso la punta Sud dell'Isola.

 Visitiamo diverse baie ma ci fermiamo per il pranzo e per la notte sulla costa sud dell'isola (36°56.518N - 24°44.971E). Qui vi sono due belle insenatura divise da un promontorio sovrastato da una chiesetta. La Baia di SO, Platis Gialos ha una bel Monastero, Moni Chrissophigi ed una bella spiaggia con scogli affioranti in prossimità della riva: attenzione! Nella Baia NE, Faros vi è un bellissimo porto di pescatori con qualche taverna, stanze in affitto ed una spiaggetta sulla quale tiriamo il gommone per effettuare la riparazione di un (ahimè!) buco nel tubolare di destra, scoperto stamane da Veronica.

 

Sifnos: il Monastero Chrissophigi
Ceniamo da "on the rocks", nome poco greco che però propone piatti squisiti. L'indomani, passate circa 18 ore dalla bucatura, ripartiamo verso Kimolos navigando verso SO. Finora abbiamo trovato un mare ottimo, abbiamo percorso circa 110 NM alla velocità media di 19 Kts e consumato circa Lit. 130 di benzina; il consumo d'olio di questo motore è così basso che fin'ora non è quantizzabile. Arriviamo a Kimolos, 12 NM, dopo 50 min. si è alzato un po' di vento da NE. Qui il fondale con diverse secche che improvvisamente scendono oltre i 60 metri ci stimola un po' di traina il cui esito sarà 2 belle occhiate che mangeremo la sera alla griglia.

 

Kimolos: il "desolato"porto di Psathi

In Grecia per pescare è necessario un permesso, indispensabile sia per gli stranieri che per i Greci, rilasciato dalle Capitanerie di Porto ; dato il minimo successo sarà opportuno rinnovare la licenza. Visitiamo Kimolos, davvero deserta: ci dicono che siamo gli unici turisti dell'isola.

Il porto, Psathi (36°47.082N - 24°34.915E), anche se aperto solo a SE non è ben riparato sia per l'assenza di un'efficace frangiflutti sia a causa della costa dell'isola non sufficientemente alta per frenare i venti. Soffia un bel vento e la notte è alquanto "nervosa", domani andremo via. Il giorno dopo, 02/06/2000, partiamo per Milos il cui porto dista da Psathi circa 7NM.

Nell'impossibilità di avere un bollettino meteo e anche per un nostro errore di valutazione ci troviamo dopo circa 4NM, in mezzo ad un mare mai visto prima. L'antenna del VHF si spezza e Veronica borbotta qualcosa: preghiera o imprecazione?
Poco importa quel che è certo e che ce la siamo vista davvero brutta, onde molto alte e vento forte che ci ha frustato per circa 40 min. con acqua gelata: il gommone non ha fatto una piega ma noi si. Siamo comunque riusciti a mantenere un minimo di sangue freddo per giungere in porto: salvi; Arrivati in porto la polizia portuale ci aiuta ad ormeggiare e con gli occhi sgranati ci dice: "..da dove venite ? Oggi - fuori - 8 Beaufort con punte di 9 sottocosta….". In Grecia, come dicevo nella premessa, i venti cambiano direzione e forza abbastanza rapidamente ma in questo periodo tutto ciò è decisamente insolito!

 

Milos: ...c'è mancato poco....!

 

Adhamas, il porto di Milos

 Il porto principale di Milos, Adhamas (36°44.740N - 24°24.414E), è molto riparato e comodo; è possibile fare benzina quasi in banchina, lungo la strada che costeggia in gran golfo del porto a 300 m dall'ormeggio: c'è solo una strada che divide il benzinaio (Mobil) dalla spiaggia. Carichiamo Lit. 120 di benzina e il pieno d'acqua.

L'isola è molto bella, c'è un altro porto sulla costa NE, Pollonia (36°45.855N - 24°31.609E) più carino e tranquillo che merita di essere visto. Durante le nostra "permanenza forzata" a Milos conosciamo Remigio e Lucy, una coppia molto simpatica;

l'amore per il mare e la Grecia ci accomuna ed inevitabilmente nasce una intesa che si trasforma presto in amicizia durante le piacevolissime chiacchiere che scambiamo davanti ad una Moussaka ed altri piatti di cucina Greca.

 Il giorno 6 Giugno partiamo molto presto di mattina per Folegandros, 20 NM più a S, il mare è ancora un po' mosso ma navigabile; arriviamo verso le 8:30 nel porto, Karavostasi (36°36.928N 24°56.933E), poco interessante. Visitiamo la Chora molto rapidamente anche se questo paesino, il più bello che abbiamo mai visto, meriterebbe che ci fermassimo un po' di più.

 

Karavostasi, il porto di Folegandros

Doppiamo il capo Sud dell'Isola alla ricerca di qualche spiaggetta su cui fermarci per un po'; fino ad ora abbiamo navigato per 185 NM.

 

Folegandros: la Chora
Verso le 18 partiamo per IOS, 17 NM a NE, tenteremo di recuperare un po' di giorni persi a causa del mare forte. Lo spirito di questo viaggio non era proprio il "mordi e fuggi" che abbiamo fatto oggi; stiamo cominciando ad entrare nell'ordine di idee che se si sta fermi per un po' va rivisto l'itinerario e, se opportuno, eliminata qualche tappa. Il prezzo da pagare per godere della vista di questi splendidi posti è proprio questo: subire, farsi trasportare dai ritmi del mare e di tutto ciò che propone la natura, nel bene e nel male.

 

Ios: La chora ed il porto visti dall'alto
 Arriviamo nel porto di IOS il cui ingresso particolare (36°42.800N - 25°15.934E) ne nasconde la vista dal mare e lo rende un porto molto tranquillo e ridossato; appena scendiamo a terra abbiamo l'idea di aver viaggiato tanto, non per il tempo impiegato ma per la gran differenza che riscontriamo rispetto a tutte le isole precedenti, in particolare con l'ultima. Questa sensazione trova conferma quando arriviamo alla Chora verso le 21: un incrocio tra Capri, Ibiza e Tel Aviv. Il meglio di se quest'isola lo da tra le 8 e le 18 quando le centinaia di giovani turisti che vengono qui per fare baldoria o per "rimorchiare" sono a dormire o a fare colazione.
C'è un gran via vai di navi in questo porto ed il sonno non è proprio tranquillo. Il giorno dopo, 07/06/2000, contattiamo il benzinaio (EKO 0286/92122), lontanto 1 Km dal porto che per 2000 Dr. ci viene a prendere con i serbatoi per fare il pieno e ci riaccompagna al gommone; esploriamo un po' la costa Ovest fino alla punta Sud, molto bella, spiagge dorate, alcune deserte.
Il giorno dopo otteniamo il nuovo permesso di pesca dalla Capitaneria di Porto e ripartiamo per la tappa più "Australe" che faremo: Santorini.  Siamo circa a metà vacanza, abbiamo digerito 225 NM e altre 22 NM ci separano dalla probabile "Atlantide"; questo posto merita decisamente la fama che si è guadagnato e la quantità di gente che si riversa qui è giustificata dalla particolarità di quest'isola che offre uno spettacolo unico al mondo: ai piedi del paesino di Oia si trova l'ingresso (36°27.543N - 25°22.200E) nella caldera del vulcano e accedere all'isola da mare è una sensazione unica ed indescrivibile.

 

Santorini: Oia, senza parole !

 

Santorini : l'ingresso della caldera vista da Oia
Attracchiamo al vecchio portodi Santorini, Skala, (36°25.121N - 25°25.671E) dove Nikolas , il proprietario dell'unico bar che si trova li, ci aiuta ad ormeggiare e ci tiene d'occhio il gommone; saliamo in paese con la funivia e visitiamo Thira, Merovigli e Oia: panorami mozzafiato. Non essendo disponibile un attracco sicuro per la notte lungo costa "interna" di Santorini, andiamo a dormire in un insenatura di Nea Kameni , un isolotto vulcanico disabitato, (36°23.999N 25°24.293E), pare ancora attivo, situato al centro della caldera. Il giorno dopo svegliati dai proprietari della barche turistiche stazionate in quest'insenatura, ci muoviamo presto per navigare un po' nel "vulcano". La costa è maestosa ed il mare all'interno è leggermente mosso ma solo a causa del traffico di barche e navi da crociera.

 

Nel pomeriggio lasciamo Santorini e ci dirigiamo ad Iraklia, un'ìsoletta situata tra Naxos ed Amorgos che fa parte delle Isole Minori o Koufonisia. Un bel mare di prua scoraggia la nostra intenzione di andare ad Amorgos che quest'anno non vedremo.

Dopo 1h 45min. abbiamo percorso le 25 miglia che ci separavano da Iraklia . Il porto, Ag. Yeorgios (36°52.026N - 25°27.738E) è piccolo ma lo spazio per ormeggiare abbonda a causa del ridotto numero di imbarcazioni, per lo più di pescatori. Solo il giorno dopo, 10/06, ci rendiamo conto che l'acqua di questo porto ha un colore incredibile e ne approfittiamo per una nuotata mattutina prima di partire per Koufonissi. Il mare tra queste isole è decisamente più calmo rispetto a quello che abbiamo trovato ieri quindi raggiungiamo Koufonissi navigando nel canale tra queste isole e Naxos.

 

Agios. Yeorgios: Porto di Iraklia

 

Splendido mare nel porto di Koufonissi
Già il nome di questa isola ci aveva particolarmente incuriosito ma vedere il colore di questo mare ci fa dimenticare d'incanto tutte le "torture" che Poseidone ci ha inferto nei giorni scorsi: sembra di essere alle Maldive. La costa di Koufonissi.... GO TO THE LINK OUTSIDE THIS SITE .....ed in particolare il porto, Parianos, (36°55.709N - 25°36.053E) vanta il mare più bello che abbiamo visto fin'ora, è infatti piacevole navigare lungo queste insenature: abbiamo percorso fino ad oggi più di 300 NM. A Koufonissi la sera del 10/06 incontriamo finalmente il nostro "informatore" Riccardo ed un suo amico, Cristiano, con i quali trascorreremo quasi tutto il resto della vacanza;

 

restiamo ancora per qualche giorno in queste bellissime isole a causa del mare, qui purtroppo non è possibile fare rifornimenti di benzina e non c'è niente da fare o da vedere se non mare, sole e spiagge; infatti il 13/06, nonostante il mare non ne voglia sapere di calmarsi, lasciamo Schinoussa (36°52.059N - 25°30.535E) per ritornare ad Ios. Sarà per le 320 NM (forse non molte) sulle spalle ma il tragitto è davvero stancante e "doloroso": partiamo in direzione Sud Ovest da Schinoussa verso la Costa Est di Ios poichè il forte mare da Nord-Est ci suggerisce di circumnavigare Ios da Sud in modo da navigare con mare di poppa ed essere ridossati sulla costa Ovest di Ios dove c'è il porto.

 

I nostri "bimbi" che fanno il bagno a Koufonissi...

Purtroppo appena doppiamo Manganari (36°36.400N - 25°22.100E), il capo Sud di Ios, ci accorgiamo che il mare ora viene da Nord-Ovest, più cattivo di prima: INCREDIBILE! Poche miglia verso nord e si spegne nostro il motore per un problema di alimentazione carburante, risolto velocemente comunque dopo che Riccardo con una cima ci porta per un po' più lontano dalla costa. Più di 3 ore per percorrere circa 32 NM, niente a confronto con il mare che abbiamo trovato a Milos, ma è seccante navigare così, quasi ci si dimentica che è questo, a volte, il prezzo da pagare per visitare questi posti. I giorni di mare calmo ci sembrano molto lontani e giunti di nuovo ad Ios chiediamo ai pescatori se è sempre così anche a Giugno. Per fortuna pare che da molti anni in questo periodo il mare non era stato così cattivo, i giovani pescatori addirittura non lo ricordano: meno male, questo ci fa ben sperare per l'anno prossimo. Perché, vedete, sarà il fascino del proibito o la bellezza di questi posti, ritornare qui un altro anno ci sembra oramai inevitabile sia perchè alcune tappe verranno eliminate (Amorgos, Naxos, Mikonos, Syros), sia perché alcuni posti che abbiamo visitato (Kythnos, Serifos, Sifnos, Iraklia, Santorini e Folegandros) meritano sicuramente più attenzione. Ci fermiamo qualche altro giorno ad Ios durante i quali facciamo rifornimento di carburante dallo stesso benzinaio della settimana scorsa, siamo in attesa della tanto pronosticata - invano - bonaccia, e finalmente il 16/06 partiamo per Antiparos dalla quale ci separano 24NM di mare abbastanza calmo.

 

Pronti per la notte nel porto di Antiparos
La navigazione nel canale tra Paros ed Antiparos richiede un po' di attenzione; circa a metà canale (37°00.765N - 25°05.735E) infatti il fondale diventa molto basso e, nonostante sia sabbioso, ci si può arenare con ovvi problemi. Arriviamo nel porto di Antiparos (37°02.351N - 25°05.278E) molto carino e riparato dai venti da Nord. Quest'isola, considerata l'alternativa tranquilla a Paros, si sta decisamente sviluppando ed è ben organizzata; non è molto turistica ma ha coste splendide, in particolare quella a Sud-Ovest . Qui organizziamo la nostra base per visitare anche Paros, bella ma molto grande per essere visitata tutta dato i pochi giorni che ci restano.
Merita di esser citato il porto di Naoussa sulla costa nord, bellissimo e caratteristico porticciolo di pescatori. Di li vediamo Mikonos che quest'anno non raggiungeremo a causa del mare che nel frattempo si è nuovamente agitato. Trascorriamo ad Antiparos qualche altro giorno, anche qui è possibile fare carburante (EKO 0284-61571 ), basta telefonare a Yannis e comunicargli in inglese la quantità richiesta per ricevere la benzina in banchina. Abbiamo percorso fino ad ora 396 NM è il 20/06 ma il mare è ancora un po' mosso: 5 Beaufort, Vorias (vento da NNE) in diminuzione.
 Il giorno dopo alle 7:00 siamo sulla strada del ritorno, rotta Serifos, anzi Sifnos: allungheremo un po' ma soffriremo di meno. Rivediamo i posti che abbiamo già visitato, da Faros a Kamares, da Kamares a Livadhi (Serifos) che raggiungiamo senza difficoltà in serata quando il mare è più docile. Dormire nel porto di Serifos oramai ci è familiare: già sappiamo dove andare a cena, cosa vedere, è una sensazione bella e triste allo stesso tempo; oggi abbiamo "macinato" 46 NM e siamo a quota 442. Il giorno dopo 22/06 navighiamo verso Kea, il mare ora è veramente calmo, lacustre, è arrivata Lei, BONACCIA: che rabbia!

 

La baia di Faros a Sud di Sifnos

 

Kea: Baia a Nord di Korissia

 

Passiamo per Kythnos e giungiamo a Kea, nella baia Koundouros (37°39.587N - 24°18.728E) ad ora di pranzo dove ci prepariamo un'ottima insalata con dei polpetti che ci hanno regalato stamane dei pescatori nel porto di Serifos. 485NM segna il GPS Magellan quando entriamo nel porto di Kea, Korissia, (37°39.869N - 24°18.387E): una nostalgica passeggiata nell'ultima Chora di quest'anno, sono le 21,30 e dall'alto si vedono le barche dei pescatori e le luci della costa di Lavrion. Anche questo porto è tranquillo e, volendo anche qui è possible fare benzina (Distributore Elin 0288/21400).

 Oggi 23/06 finisce il sogno cicladico, lasciamo Kea e ci dirigiamo ad Ovest per raggiungere Lavrion dopo circa 50 min. Il tempio di Poseidone arroccato su capo Sounion sorveglia le numerose barche, compreso noi, che navigano ai suoi piedi.

 Arriviamo alle 12.30 circa a Lavrion, Olympic Marine (37°41.900N - 24°03.300E) il GPS segna 500.5NM percorse e proprio quando pensiamo che la vacanza sia finita accade qualcosa: un Gommone Marlin Boat 20' ed Honda 130 CV battente bandiera italiana è ormeggiato alla banchina verso la quale siamo diretti.

Questi volti non mi sono nuovi: "dove andate" chiede Veronica, "andiamo a Nazareth" risponde Giacomo.

 

Eccezionale incontro con i Bracco

 

Foto ricordo prima della partenza per Nazareth

 Conosco pochi Italiani che fanno cose del genere e due di questi li abbiamo incontrati proprio qui: Giovanni e Giacomo Bracco che si accingono in questa ennesima impresa Roma-Nazareth-Roma.

E dire che una buona dose di carica che ci fa programmare questi viaggi deriva proprio dalla lettura delle loro vere e proprie avventure.

Bene, è una coincidenza piacevolissima che ci fa ripensare a tutto il nostro viaggio e ci stimola la voglia di raccontarlo.

 

Tante peripezie, 14 isole da sogno in un mare spesso ostile ma tutto sommato navigabile 18 giorni su 27 e comunque insolitamente arrabbiato in questo periodo. E' un viaggio impegnativo soprattutto se si azzardano itinerari ambiziosi come voleva essere il nostro: tutte le Cicladi.

 Rotta realmente eseguita

E' importante ponderare le rotte in considerazione del fatto che i venti più fastidiosi vengono da N, NE e a volte NO per cui può risultare più conveniente navigare questo circolo di isole in senso orario scendendo da Mikonos e risalendo da Serifos. Coloro che vorranno visitarle, spinti dalla voglia irrefrenabile di vederle come è successo a noi, non rimarranno delusi ed è a loro che auguriamo, come dice il mio amico Riccardo,
 

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