Gandhi
(In uno degli incontri del gruppo abbiamo parlato di Gandhi e della non violenza. Se volete potete vedere il testo proposto come inizio di riflessione Gandhi e la responsabilita')
(Grande anima).
Pensatore e uomo politico indiano (Porbandar 1869-Nuova Delhi
1948), studiò prima in India, poi a Londra, dove si laureò in
giurisprudenza. Al ritorno in India (1891) praticò l'avvocatura
e prese contatto con i circoli nazionalisti, ma poi recatosi nell'Africa
del Sud decise di dedicarsi alla difesa dei connazionali emigrati.
Solidamente ancorato all'humus della cultura
induista, ma non disdegnando gli apporti di altre grandi
religioni come il cristianesimo e l'islamismo e del pensiero
filosofico indiano, Ramakhrisna e Vivekananda, e occidentale (L.
Tolstoj, H. Thoreau), Gandhi formulò in questa sua prima attività
sociale la dottrina della non-violenza (mutuata dalle Gita)
e di un pacifismo venato di spirito anarchico, che gli proveniva
dall'influsso di Tolstoj (suo maestro ispiratore, con il quale
entrò in corrispondenza dedicandogli la colonia agricola di
Phoenix). Gandhi organizzò un partito politico e diede vita al
settimanale Indian Opinion, in cui il suo orizzonte
politico si allargava e si completava nell'identificazione della
"forza della verità" satyagraha con la
fedeltà assoluta agli ideali della propria coscienza fino a
giungere alla disobbedienza civile (per influenza delle idee di H.
Thoreau) entro i limiti della non-violenza. Per ben comprendere
il pensiero di Gandhi, che pone a ogni azione umana il limite
invalicabile della non-violenza, è necessario precisare che tale
precetto non si ferma a una posizione negativa (non essere causa
di male agli altri) ma possiede in sé la carica positiva della
benevolenza o beneficenza universale e diventa "l'amore puro"
comandato dai sacri testi dell'induismo, dai Vangeli e dal Corano.
La non-violenza è quindi un imperativo religioso prima che un
principio dell'azione politico-sociale e, posta a fondamento
della dottrina di Gandhi, costituisce il vero segno di
distinzione di quanti assieme a lui credono nella nuova Weltanschauung.
La sua azione a
favore dei connazionali oppressi fu tanto animosa che più volte
lo portò dietro le sbarre delle prigioni sudafricane, ma ottenne
almeno l'abolizione del balzello di tre sterline imposto ai
lavoratori indiani senza contratto. Rientrato in India nel 1915,
la miseria e l'oppressione politica del suo popolo lo
confermarono nell'idea di rifiutare i prodotti della civiltà,
predicando il ritorno alle usanze tradizionali dell'India e il
ripristino delle attività artigianali in contrapposizione all'umiliante
spersonalizzazione della grande industria. Nel contempo Gandhi
precisava ulteriormente la sua dottrina morale: l'esercizio della
non-violenza doveva accompagnarsi all'intrepidezza, che libera da
ogni timore mondano; la vita semplice e modesta del contadino e
dell'artigiano esigeva l'umiltà del cuore e la purezza assoluta
dei costumi, il disprezzo delle ricchezze e l'accettazione
volontaria della povertà in nome della serenità della coscienza.
Fedele agli antichi precetti, Gandhi accettò anche la dottrina
delle caste, interpretandola come dovere di fedeltà al proprio
destino, ma ciò non gli impedì di denunciare l'esclusione dalla
vita sociale dei paria come un'"escrescenza maligna" e
di dar battaglia contro la crudele usanza dei matrimoni dei
minorenni. Quando gli Inglesi confermarono il loro proposito di
mantenere il dominio coloniale sull'India, Gandhi si gettò nella
sua prima battaglia precipuamente politica e si unì ai
nazionalisti (1919) in una campagna di disobbedienza civile, che
implicava il non-pagamento delle imposte e il boicottaggio delle
merci inglesi. In contrasto con le stesse forze politiche, Gandhi
riuscì a risvegliare l'interesse delle masse popolari con la
forza d'attrazione che esercitava il suo disprezzo dei beni
materiali, il suo spirito di sacrificio e l'impeto della sua
religiosità; la sua tesi della non-violenza raccolse la più
ampia adesione delle masse dopo che gli atti violenti di alcuni
accesi nazionalisti provocarono l'eccidio di Amritsar (379
Indiani uccisi dagli Inglesi). Condannato a sei anni di
reclusione nel 1921 dopo una seconda campagna di disobbedienza
civile, venne liberato tre anni più tardi per ragioni di salute
e fu eletto presidente del Congresso Nazionale Indiano (o Partito
del Congresso), che allora guidava la lotta politica contro gli
Inglesi.
Nel 1930 Gandhi
diresse la famosa "marcia del sale" per boicottare l'imposta
inglese e fu di nuovo imprigionato. Liberato, nel 1931 partecipò
alla conferenza di Londra sull'India, chiusasi con un nulla di
fatto; la lotta si riacutizzò e Gandhi subì di nuovo varie
detenzioni, ma aprì la serie dei suoi "digiuni" per
protestare contro il trattamento politico inflitto agli
intoccabili. All'inizio della II guerra mondiale ripresero in
tutta l'India le attività antibritanniche; davanti alla minaccia
dell'avanzata giapponese, il governo inglese aprì un negoziato
con i nazionalisti (1942), ma la mancanza di concessioni
sostanziali provocò l'irrigidimento del Partito del Congresso e
Gandhi diresse l'ultima, grande campagna di disobbedienza civile.
Finita la guerra, egli si oppose con pari tenacia alla proposta
di smembrare il subcontinente indiano fra India e Pakistan e
indisse varie campagne contro le violenze sempre più frequenti
fra indù e musulmani. La situazione politica dava ormai come
indifferibile l'indipendenza dell'India e la Gran Bretagna vi
acconsentiva nell'agosto 1947 costringendo però il Partito del
Congresso ad accettare la spartizione del subcontinente fra India
e Pakistan. Gandhi vedeva compiuto il suo sogno di un'India
libera e indipendente, ma il 30 gennaio dell'anno successivo
veniva assassinato da un indù ortodosso. Gandhi aveva
giustificato il suo patriottismo affermando che la religione
comanda la dedizione per i più vicini, ma il suo messaggio
morale apriva orizzonti ben più vasti e preconizzava un nuovo
umanesimo, dove l'atto politico s'identifica con l'atto religioso.
Per tutti gli uomini Gandhi ha affidato il suo messaggio alla
celebre Story of my Experiments with Truth (1927;
Storia delle mie esperienze con la Verità).