Le mie poesie cuore.gif (4138 byte)cuore.gif (4138 byte)cuore.gif (4138 byte)

Ecco... magari chiamarle poesie è un po' esagerato... però non conosco altro modo per definire  queste cose che scrivo... ho iniziato presto ad esprimermi buttando su carta quello che mi passava per la testa, ma tutto quel che ho scritto prima dei 18 anni è andato distrutto (meglio forse!), quindi ecco quel che resta... beh, una piccola, piccolissima parte...

 

L’ANIMA

Cigola
mentre le estati corrono
l’anima
mentre gli inverni gelano
piano
senza fare troppo male

L’UOMO

Mi sono immersa nel tempo
e l’ho atteso
ho atteso il mio uomo senza corazza
E’ arrivato con l’anima nuda
e mi ha guardato
Allora ho pregato il tempo
di renderci immortali

MI AMERAI

Ora indosserò
la pelle del leone
Ti aggredirò
Un ruggito, un graffio
dentro il cuore
Ti calpesterò
Non avrò pietà
del tuo sguardo
di velluto
Mi amerai
Per paura, mi amerai

NO

No, non è giorno
e non è notte
Stiamo solo rotolando
sul confine
indefinito
delle nostre vite

SPENTA

Cade l’attenzione
sulla rosa
spenta
non più bianca,
cenere
contorta
spia del dolore
della siepe
che troppo morbida
si siede

VUOTA

Vuota
la mia mente
come uno scrigno
senza gioielli
inutile
Dove i pensieri
che volevano uscire?
Dove quell’ansia
di scrivere e dire?
Vuota
è il silenzio
o la maschera in legno
Vuota
è quel quadro
un po’ storto
che osserva
Vuota
è un telefono
che sembra muto
Dove le idee
furiose e avvolgenti?
Dove la gioia
dei mondi inventati?
Vuota
la mia mente
come una serra
senza fiori
inutile

IMOLA

Memoria tra la nebbia
ti adagi sul mio corpo
e mi rendi un sorriso
che smarrii bambina
sul tuo selciato
freddo di neve

PAROLE ESTRANEE

Mi è tutto così caro
e non è mio
persino le zanzare sul soffitto
le anonime pareti
il cigolio
di sedie che non reggono alcun peso
E le parole estranee in cucina
risuonano negli angoli remoti
ed io che non capisco questa musica
mi getto in un castello di ricordi
Mi è tutto così caro
anche lo sguardo
che mi regala a volte, un po’ cattivo,
quelle sue mani grandi
la sua schiena
che si offre alle carezze della sera
E le parole estranee continuano
a risuonare sorde nelle stanze
ed io che non capisco il loro canto
richiudo cento porte alle mie spalle
Mi è tutto così caro
il suo sorriso
che scivola dagli occhi tra le labbra
il buio dei silenzi
la paura
di perdere un tesoro inaspettato
E le parole estranee rimbalzano
mi seguono beffarde sul balcone
ed io che non capisco anche la luna
sorrido a un pipistrello di passaggio
Mi è tutto così caro
e non è mio
il fragile silenzio delle notti
il vento tra le tende
l’amarezza
di una parola detta e fraintesa
E le parole estranee d’incanto
s’arrestano sul filo di un ricordo
ed io che non capisco i miei pensieri
mi alzo e li raggiungo in fondo al mare

MA CHE VOGLIA DI CANTARE

Chiudere gli occhi
e riaprirli sui tuoi
Ma che voglia di cantare
tra il grano già alto
col vento che è freddo ricordo
d’inverno e di neve
una sera lontana
dal sorriso spento
Ma che voglia di cantare
di gridare anche solo alle rane
Chiudere gli occhi
e strapparti al sonno
ma che voglia di urlare
la mia musica che muore in gola
la mia canzone per te
che non vuoi ascoltare
Chiudere gli occhi
e riaprirli sui tuoi
... ma che voglia di cantare!

ED IL FATTO CHE TU NON CI SEI

Magari sto guardando
la tenda, sbilenca,
che non cade bene
e arriva, di colpo,
quel male sottile
quel tarlo che scava
Un raggio di sole
attraversa la tenda e si posa
sulle scarpe di Matteo
e arriva, di colpo,
la malinconia,
strana bestia sfuggente
Inizio allora a girare la testa
ecco i libri, la maschera
le mie cose, i ricordi
ma non riesco, non posso
trarne un abbraccio,
un sorriso
La tenda si gonfia nel vento
il sole è ormai uscito
dalle scarpe e dalla stanza
Sale l’uggiosa tristezza
Continuo a frugare
con lo sguardo gli angoli
colmi d’oggetti e vita
Ma non c’è respiro che il mio
e se dovrò abbracciare
solo un grosso cane di pezza
anche stanotte dovrò combattere
i pensieri, i sogni,
la pioggia
ed il fatto che tu non ci sei

ZELMAIDE

Cresciuta nella sfida
al piccolo mondo
che ti ha partorita
cammini mascherata
ora da madre
ora da donna
ora da bambina
coi tuoi perché
serrati nella gola
che il tuo ultimo giorno
ha ricoperto
forse in attesa
che il prossimo vento
li porti a me
li unisca ai miei
e li fonda
Ma non sarò io
a darti la verità
e la pace

BLABLABLA

Ogni parola rotola
dalla mia bocca querula
s’adagia, è gravità,
e cresce come il mare
Chi vi potrà salvare?

STYLO

E’ qualcosa di pesante
che non fa respirare
perché cerchi la sua presenza
e anche il respiro ti distrarrebbe
E’ qualcosa di pungente
che non fa muovere
perché se solo ti spostassi
urleresti di dolore
Ma scrivere ti placa,
allora fallo: scrivi!
Sporca un foglio bianco
un muro
una mano
Scrivi...
scrivi!
Sommergiti nelle tue parole
Nuota in un mare di "IO"
Scrivi!
Senti la medicina
scendere più fluida?
Scrivi!
Allevii quel peso?
Spezzi le catene?
Allora scrivi, sfogati
liberati
e muori con la penna in mano

MAI UN POETA

Anima sciocca
che si bea di falsi ardori
messi in rima
o fors’anche sciolti
sciolti in un bicchiere di vino
o sparsi al vento
come le mie ceneri
Forse un verso
ti renderà immortale?
Anima mia,
mai un poeta,
mai canterà per te

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