Origini della Russia

 

Il principato di Kiev

Lungo il corso dei secoli VII-IX le pianure di quella che oggi è la Russia furono interessate da un massiccio popolamento, oltre alle popolazioni nomadi presenti nella zona già da millenni iniziarono a giungervi anche i vichinghi, chiamati dalle genti del posto variaghi, che ben presto stabilirono rotte commerciali dalla Scandinavia al Mar Nero e di lì fino a Costantinopoli. I normanni riuscirono ad imporsi ben presto come classe dirigente dei popoli stanziati nell’alta valle del Dnjepr, da qui poi cominciarono a espandersi.

La regione dove si stanziarono i vichinghi era costituita dall’area oggi corrispondente all’Ucraina settentrionale, una regione quindi molto ricca di grano. Fu grazie a questa risorsa che i vichinghi poterono accedere alle immense ricchezze messe loro a disposizione dal mercato cerealicolo di Costantinopoli, la quale essendo all’epoca la più grande città del mondo aveva continuo bisogno d’approvvigionamento di beni alimentari.

Visti gli stretti rapporti con la seconda Roma, i variaghi, diventati col tempo signori di Kiev, subirono ben presto l’influenza del cristianesimo. Fu grazie all’opera dei fratelli monaci Cirillo e Metodio, che le regioni della Russia meridionale e dell’Ucraina furono convertite al cristianesimo. Il cristianesimo della chiesa russa però ebbe poco a che fare col cristianesimo occidentale, infatti la chiesa ortodossa divenne ben presto egemone nella vita religiosa dei variaghi, alla fine del X secolo sulla spinta della popolarità di cui la nuova religione godeva fra la gente e anche per ingraziarsi l’imperatore bizantino, i principi di Kiev si convertirono al cristianesimo ortodosso.

Nel 989 Vladimir principe di Kiev decise di abbandonare il paganesimo e costrinse alla conversione il suo intero popolo, da questo momento grazie alla conversione e all’appoggio di Bisanzio il principato di Kiev diverrà lo stato egemone delle terre russe, con la conversione arrivò anche la struttura ecclesiastica sulla quale i bizantini mantennero il controllo, infatti il patriarca ortodosso di Costantinopoli si garantirà il diritto di nominare il metropolita di Kiev, assumendo quindi un controllo diretto sul vertice della chiesa russa e precludendo qualunque influenza cattolica sull’evangelizzazione delle steppe.

La società kievana era rigidamente gerarchica, al vertice c’erano i discendenti dei variaghi, i quali costituivano l’aristocrazia del paese. Come in Europa occidentale essi erano chiamati dal sovrano a gestire territori del regno in cambio di tasse e di truppe. Tuttavia notevole importanza avevano anche i mercanti e gli artigiani delle città (non dimentichiamoci che la forza del principato di Kiev era il commercio), i quali attraverso l’assemblea cittadina potevano influenzare le decisioni dei principi locali o addirittura contrastarle. I contadini sebbene non fossero soggetti ad un servaggio come quello dell’Europa occidentale vivevano comunque nella condizione di tributari del feudatario.

Fino alla decadenza Kiev fu uno stato in continua espansione, ai confini dei territori meridionali di Kiev si trovavano due popoli nomadi delle steppe: i pecenghi e i cumani, i quali combatterono a partire da metà X secolo costantemente con Kiev. I pecenghi originariamente furono anche alleati dei kievani contro l’imperatore bizantino in una campagna condotta nel 943. Tuttavia ben presto le relazioni fra russi e pecenghi peggiorarono e si arrivò ad una lunghissima serie di guerre, che portarono alla vittoria definitiva dei primi nel 1037 quando Jaroslav I il saggio, principe di Kiev, riuscì a mettere fine alla potenza dei pecenghi, sottomettendo così l'Ucraina meridionale.

Sul territorio che era stato dei pecenghi si stanziò ben presto il popolo dei cumani. Questi erano popolazioni nomadi di stirpe turca, la loro espansione condusse alla creazione di un vasto dominio nell’Ucraina meridionale, nella Russia del Volga e nei Carpazi. Si trattava di uno stato nomade che viveva dei prosperi commerci che interessavano la regione. I principi di Kiev erano direttamente interessati a sottomettere i cumani per controllare le rotte commerciali che passavano nel loro territorio. L’espansione di Kiev ai danni dei cumani fu tuttavia assai più difficile, tant’è che nel 1185 il principe Igor Svyatoslavich e il suo esercito vennero sconfitti in una battaglia che compromise definitivamente la possibilità di sconfiggere i cumani. Tuttavia essi seguiranno il destino delle altre genti islamizzate della regione e verranno assorbiti dall’orda d’Oro.

La progressiva decadenza dell’impero bizantino, accelerata dal sacco di Costantinopoli nel 1204, tuttavia investì anche le pianure dell’Ucraina. Il commercio un tempo fiorente divenne stagnante e il principato di Kiev perse progressivamente la sua principale fonte di proventi e con essa anche la sua forza, che permetteva ai signori kievani di controllare le altre genti variaghe stanziate nella regione. A partire dal XII le egemonie della Russia appaiono ridisegnate a vantaggio di altre città, come Rjazan o Vladimir, ma soprattutto Novgorod.

Quest’ultima sorgeva infatti nella attuale Russia settentrionale, nell’area che oggi costituisce il confine fra l’Estonia e la Russia, in un punto strategico per i traffici commerciali perché metteva in contatto il mar Baltico con il retroterra russo, come era accaduto per Kiev anche per Novgorod il successo politico dipese essenzialmente dalla potenza mercantile che la città seppe acquisire nel corso del tempo.

 

L’orda d’oro e le pianure russe: l’ascesa di Mosca e lo splendore di Novgorod.

Tuttavia era ancora presto per vedere il sorgere di uno stato russo unitario e forte, infatti le varie città russe continuarono a guerreggiare fra di loro rimanendo relativamente deboli in termini militari. Fu anche per questo che, quando negli anni’30 del XIII secolo cominciò a profilarsi la minaccia dei mongoli, la reazione dei russi fu spesso inconsistente e solo tardivamente cercarono di reagire mettendo da parte i loro diverbi. Questo non valse tuttavia a fermare l’avanzata dei nomadi  delle steppe, i quali nel 1240 distrussero la città di Kiev mettendo definitivamente fine al principato dei variaghi. Dopo la distruzione di Kiev le altre città russe furono esposte all’assalto dei mongoli.

Dopo che le conquiste dei mongoli si furono arrestate i territori a loro sottomessi nelle regioni dell’attuale Russia meridionale e del Khazakstan furono riuniti in uno stato chiamato: l’Orda d’oro.

I signori dell’orda d’oro erano i discendenti dei conquistatori mongoli, ben presto il nuovo stato mongolo cominciò a espandersi nelle pianure russe e costrinse le città russe sopravvissute alla conquista mongola a sottomettersi tramite legami di vassallaggio. Le città russe vennero tassate allora annualmente dai signori mongoli, i quali nel caso di mancato pagamento o di rivolta dei loro sudditi russi saccheggiavano e radevano al suolo le città dissidenti.

Il canato dell’orda d’oro divenne ben presto uno stato di matrice islamica, i rapporti che vennero stabiliti col medio-oriente e la Persia condussero all’islamizzazione dei mongoli, questo contribuì ulteriormente ad aggravare i rapporti con i russi che erano di religione ortodossa.

Che il dominio mongolo era inviso ai russi era ovvio, ma la rivolta era impossibile per le città russe, le quali tutte erano troppo deboli per abbozzare una qualunque reazione al dominio mongolo, l’unica di esse che riuscì a conservare la propria indipendenza fu Novgorod, mentre Kiev era saccheggiata e la Russia cadeva sotto il dominio dell’Orda d’Oro questa città prosperava, costituendo un solido stato nel Baltico settentrionale.

Novgorod anche se si fregia del titolo di principato è in realtà una repubblica mercantile, la città è governata da un principe pagato per fungere da comandante in capo delle truppe e da un sindaco eletto da tutti i cittadini (maschi e femmine) di condizione libera, una particolarità che è impossibile trovare in qualunque altro luogo dell’Europa del tempo.

L’espansione di Novgorod dovette fare i conti tuttavia con le due maggiori potenze della regione, la prima erano i cavalieri teutonici stanziati nei territori che oggi costituiscono l’Estonia e la Lettonia e la seconda era la nascente potenza svedese.

Grazie all’abile guida del principe Alexander Nevskij l’esercito di Novgorod inflisse una dura sconfitta agli svedesi sul fiume Neva nel 1240 e ai cavalieri nel 1242 presso il lago Pepius, dove combattendo sull’acqua ghiacciata riuscì a mettere in fuga l’armata nemica, che pure era più numerosa e meglio armata della sua.

Quando l’espansione di Novgorod cominciò a rallentare fu un’altra città a prendere il sopravvento fa le città russe: Mosca. La prima testimonianza di Mosca risale al 1147, si parla di un insediamento nato intorno ad un castello fortificato nell’area dove oggi sorge la capitale della Russia. Il punto in cui si trovava ebbe anche questa volta, come per Kiev e Novgorod, importanza fondamentale nello sviluppo economico della città. Il fiume che l’attraversa, la Moscova, funge da via di comunicazione fra il nord e il sud della Russia, Mosca sorse quindi in una posizione strategica per le comunicazioni, e per il commercio, fra il nord e il sud del paese che avrebbe presto unificato. Inoltre a Mosca si stabilì il metropolita della chiesa russa, il che permise di aumentare notevolmente il prestigio di cui la città godeva, diventando sede del primate della chiesa russa

La più occidentale delle formazioni politiche emerse dalla frantumazione dell’impero mongolo era il khanato dell’Orda d’Oro, il territorio che occupava corrispondeva all’attuale Russia meridionale e Kazakhstan occidentale. In breve tempo l’orda d’oro si espanse nelle pianure russe sottomettendo i principati russi che erano stati profondamente indeboliti dalla distruzione di Kiev.

L’orda d’oro ben presto andò incontro all’integrazione con il mondo islamico e col medio-oriente, il Khan stabilì rapporti con l’Egitto e con la Mesopotamia, ciò fece si che la religione islamica si diffondesse nelle regioni sottoposte al dominio diretto del canato creando così una frattura culturale tra i sovrani mongoli e i loro feudatari russi.

Mentre avveniva l’islamizzazione del canato fra i principati russi andava affermandosi l’egemonia di Mosca; la prima testimonianza dell’esistenza della città è data da uno scritto del 1147 in cui si parla di un piccolo insediamento fortificato sorto intorno ad un castello nel sito dell’attuale capitale russa.

Mosca crebbe in fretta grazie alla sua posizione geografica, tanto che ben presto divenne una grande città commerciale; nel corso del XIII secolo la città aveva ormai conseguito l’egemonia sulla Moscovita, cosa che la rese invisa ai mongoli dell’orda d’Oro i quali per stroncarne la crescita la saccheggiarono e distrussero nel 1237. Nel 1240 Mosca inoltre divenne sede del metropolita della chiesa russa, il quale era fuggito da Kiev appena saccheggiata dai mongoli. Divenendo sede del centro della chiesa russa la città si assicurò una notevole influenza sulle regioni circostanti.

Mosca nel 1304 riuscì ad assicurarsi il controllo del principato di Suzdal, da questo momento in poi la città divenne capitale del gran principato di Mosca, titolo che le conferiva in linea teorica la sovranità su tutti i territori di cultura russa, legittimando quindi Mosca come erede di Kiev.

Durante il regno di Ivan I (1325-1359) Mosca riuscì a ottenere l’egemonia su tutti i principati russi circostanti e il compito per conto del Khan di riscuotere i tributi dovuti ai mongoli, grazie al domino militare sulla regione e alla presenza del metropolita, Mosca divenire il cuore del sentimento nazionale russo.

Nel 1380 ormai i tempi erano maturi per sfidare i poteri del Khanato, Mosca passò all’offensiva e sconfisse i mongoli presso il fiume Don nella battaglia di Kulikova, tuttavia anche se per breve tempo i mongoli riuscirono a riprendere il predominio e a mettere al sacco Mosca nel 1382.

Il XVI secolo segna l’apogeo dell’espansione moscovita e contemporaneamente l’alba della Russia.

I regni di Basilio II (1425-1462) e Ivan III (1462-1505) cambiano definitivamente la storia delle pianure russe. Basilio riesce a rinforzare di molto il potere del gran principe, sia annettendo una serie di stati confinanti: Tver, Novgorod, Pskov e gli altri staterelli russi che circondavano Mosca vennero annessi o resi vassalli durante il regno di Basilio. Nel contempo la Moscovita dovette affrontare un radicale processo di ristrutturazione dello stato, infatti i signori locali vennero privati di gran parte del loro potere, rafforzando di conseguenza i poteri del gran principe. Basilio inoltre favorì la definitiva autonomia della chiesa russa da quella romana e da quella costantinopoliana, infatti con un decreto del 1448 il vescovo di Mosca Jonah diviene metropolita della chiesa ortodossa di Russia. Infine durante il regno di Basilio l’orda d’Oro si frantumò in tre entità territoriali, consentendo così la definitiva liberazione delle terre russe dal dominio mongolo.

Il successore di Basilio, ovvero Ivan III, può essere considerato l’effettivo fondatore della Russia, con lui Novgorod venne definitivamente conquistata e sottomessa a Mosca nel 1478. Convinto che il destino della Russia dovesse essere quello di un terzo impero romano (dopo quello romano e bizantino) sposò nel 1478 Sofia Paleologa, l’ultima erede del trono di Bisanzio, sancendo così la sua pretesa di essere erede dell’impero romano.Grazie al matrimonio con la principessa bizantina Ivan potette fregiarsi del titolo di Czar (Cesare, imperatore) che gli venne conferito da papa Pio II.

Si tratta dell’atto di nascita dell’impero russo e dell’inizio della storia dell’espansione della Moscovita, ormai divenuta Russia, fuori dai confini culturali delle terre Russe, è da questo momento infatti che comincia la conquista del territorio che oggi costituisce la Federazione Russa, un’epopea coloniale che ha uguali solo nella colonizzazione delle Americhe.

 

 

Conclusione

Il processo di formazione della Russia ha interessato una regione vastissima, che va dal Baltico al Mar nero, ha coinvolto popoli di varie etnie e religioni. La Russia e i Russi sono il prodotto di questa fusione di elementi diversi, basti pensare alla differenza culturale che c’era tra i variaghi e i bizantini, ma entrambi questi elementi hanno concorso alla formazione del carattere culturale russo.

La Russia si presenta quindi come un insieme oggi omogeneo, ma che nelle sue origini ha sofferto nell’essere il punto di congiunzione di tre mondi, quello latino-greco dei bizantini, quello medioevale-latino dell’Europa occidentale e infine quello nomade delle steppe asiatiche.

 

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