Storia e profilo del poeta
Scrive poesia a cominciare dall'adolescenza. I primi poeti incontrati sono anzitutto Pascoli, poi D'annunzio, poi Leopardi. Incontrati nel Ginnasio, dove si leggono anzitutto i grandi poemi, cioè l'Iliade e l'Odissea, l'Eneide, la Gerusalemme liberata; ma si leggono e si gustano e si assimilano soprattutto quei tre poeti, singolarmente amati. Soprattutto Leopardi, i cui Canti in quarta ginnasio vengono acquistati, vengono letti insieme, letti e commentati, e anche celebrati in una specie di festa-spettacolo.
Dolce e chiara è la notte e senza vento
e queta sopra i tetti e in mezzo agli orti
posa la luna e di lontan rivela
serena ogni montagna.
"La sera del dì di festa", la poesia particolarmente amata.
Più tardi incontra Ungaretti, poi Montale.
Ma l'incontro decisivo è quello con Thomas Stearns Eliot, il poeta americano di Mercoledì delle ceneri, La terra desolata, Gli uomini vuoti. Da Eliot impara il poemetto, sì che non proverà poi nessuna attrazione per il frammento, la forma che domina gran parte della poesia del Novecento italiano. Il frammento, introdotto da Ungaretti come rottura della tradizione e come innovazione; che non gli serve perché egli concepisce sempre un discorso poetico ampio; un discorso che si amplifica nel tempo, essendo egli anche filosofo, e immerso nella ricerca e scrittura filosofica, di grossi libri che gli prendono il pensiero e il tempo, e tendono a rinviare il momento poetico. Il quale è concepito e attende tempi che tardano, e nel tempo matura e si sviluppa interiormente, e forse anche per questo assume un'ampiezza inconsueta. Quella che sarà poi la misura delle due forme precipue in cui si svolge il suo discorso poetico, la Variazione e la Canzone.
Ma il filosofo non pubblica le sue poesie, che attendono per decenni. Un'occasione gli è offerta da Donato Valli, quando riprende "L'Albero", la rivista fondata da Girolamo Comi, dove nel 1971 pubblica l'Epitalamio, nel '73 l'Elegia per la morte del Generale. Occasioni isolate; come anche quelle offerte in seguito da "L'immaginazione" di Piero Manni, da "Confini" di Paolo Lezzieri, da "Il Bardo" di Maurizio Leo. "Anterem" e "Il Verri" nuova serie, dove pure v'erano amici come Flavio Ermini e Milli Graffi, non hanno pubblicato; forse perché i poemetti erano troppo lunghi. Con la fondazione de "l'incantiere" si apre un luogo poetico nostro, dove pubblicare senza difficoltà alcuna.
Il Laboratorio di poesia - Università di Lecce - 1985-1999
Nel 1985, al seguito di una mostra di arte e poesia, e di una giornata conclusiva di discussione, pensa di poter coinvolgere altri amici e colleghi dell'Università di Lecce - dov'egli opera dal '66 - nell'apertura di tre laboratori, di poesia, di arte, di teatro. In realtà si aprirà solo quello di poesia, animato da lui stesso, insieme con un grande amico e poeta, Walter Vergallo. Nel Laboratorio di poesia convergono i maggiori poeti salentini, in un sodalizio, un incontro settimanale, in cui di volta in volta un poeta si presenta, con lui si discute. O anche, da un certo punto in poi, si lavora su di un tema, scelto ogni anno; un impegno fecondo. Sarà ad esempio la memoria, il viaggio, l'inferno (pensando a Dante) o gl'inferi.
Tra i poeti che confluiscono nel Laboratorio, due grandi dialettali, Nicola De Donno (che ha pubblicato da Scheiwiller) ed Erminio Caputo;
Ercole Ugo D'Andrea, un fine crepuscolare; alcune giovani donne, Marilena Cataldini; Nadia Cavalera (trasferitasi poi a Parma, dove pubblica il Bollettario, rivista di poesia dal modesto titolo); Anna Maria Cenerini (che poi purtroppo lascerà); Wanda De Giorgi; Claudia Ruggeri, certo la più dotata, straordinaria e incomparabile nella recitazione, personalissima; forte e fortemente creativa nel discorso poetico. Così nel poemetto Inferno minore. Claudia, entrata nel Laboratorio ancora liceale, cadrà in una psicosi in seguito alla morte del padre amatissimo, e cercherà la morte.
Così Carlo Alberto Augieri, grande tempra di sperimentatore, Giovanni Bernardini, Fernando Cezzi, Peppino Conte.
l'incantiere
Nell'autunno del 1986 il Laboratorio decide di dotarsi di un suo giornale di poesia in cui poter pubblicare senza ricorrere ad altri. Il nome viene trovato insieme e fonde in sé il canto, l'incanto, il cantiere. La forma, proposta da Alessandra Tana, originalissima artista di disegno, sarà quella di un giornale. I particolari, cioè la grafica, il colore (avana), la carta (un cartoncino avorio) saranno studiati insieme con Anna Maria Contenti, fotografa e grafica. La direzione è di Walter Vergallo; al giornale come al laboratorio presiede un comitato formato, oltre che da Walter, da Arrigo Colombo e da Alessandra Tana; per un certo tempo anche da Claudia Ruggeri.. Il giornale sarà sempre aperto da un poeta nazionale, con analisi critica, e conterrà sempre la presentazione di un artista, che anche lo illustrerà; grandi poeti e i maggiori artisti salentini vi appariranno.
Il numero 0 esce nel giugno 1987, aperto come poeta da Dario Bellezza, di origini lucane, spesso a Lecce e amico nostro; come artista da Alessandra Tana. Contiene due saggi programmatici: il principio di popolarità, cioè di una poesia trasparente, aperta alla lettura di tutti; e insieme di una poesia portata alla gente; il principio di spettacolarità, cioè di una poesia che ha la sua vera realtà nella voce (non nello scritto, che ne è solo tramite) e nel canto, che per se stessa è spettacolo. L'incantiere è trimestrale, esce quattro volte l'anno. Uscirà fino al 2002, poi ci sarà una pausa, provocata dal dissolversi del sodalizio. Ora lo si sta riprendendo.
L'ulteriore attività del Laboratorio
Un'attività intensa.
Gli spettacoli di poesia, con musica e danza; tre all'anno, culminanti in Salentopesia, un piccolo festival di due giorni (uno spettacolo il sabato sera, un laboratorio la domenica mattina, un secondo spettacolo la domenica sera) con tutti i maggiori poeti salentini, con poeti da Milano, Bologna, Roma, Napoli, Bari; con presenze significative per musica e danza. Spettacoli in strada, in piazza, nelle carceri.
Gl'interventi nella scuola, ogni anno in dieci-dodici scuole un poeta discorre e canta di poesia.
Un corso di tre lezioni offerto ogni anno in primavera agl'insegnanti e a tutti coloro che amano la poesia.
Una collana di poesia, "I quaderni de l'incantiere", da Lacaita, Manduria-Bari-Roma, editore amico della poesia, e amico nostro, sua la collana "I Testi", diretta da Leonardo Mancino, cinquanta volumi. Nei Quaderni escono:
Walter Vergallo, Clown per micro-riso
Arrigo Colombo, Il viaggio sulla luna
Giovanni Bernardini, Nell'imminente inverno
Salvatore Caliolo, Utopia e speranza.