LA ZI' ELENA
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Nata a Brandeglio il 30 luglio 1911, ha frequentato la terza elementare. Il padre, figurinaio, emigrava spesso in Belgio e viveva in famiglia solo per brevi periodi; la madre lavorava la terra e accudiva alle faccende domestiche. Ha sposato Gino Franceschi e non si è mai spostata, se non per brevi periodi dal paese d'origine. Ha imparato le preghiere da bambina. E' stata intervistata dalla nuora, Maria Massetani...
(Registrazioni effettuate a Brandeglio nell'agosto del 1997)
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ANGIOLIN BELLIN BELLIN
Brevi orazioni o semplici invocazioni che vengono recitate ancora oggi nei vari momenti della giornata, soprattutto prima di coricarsi.
Spesso sono quartine a rima baciata (AABB) e non sono mai accompagnate dal canto.
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"Angiolino bellin bellino con quel capo ricciolino con quegl'occhi pien d'amore Gesù mio vi dono il cuore. ... L'angiolino che mi disse che vegliassi che dormissi che paura non avessi nè di lancia ne di ferro nè dell'ombra dell'inferno...".
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SIGNOR MIO MI METTO GIU'
(1) Poichè, la Zì Elena non sa bene quale preghiera recitare, Maria, che ne ha una copia dettatale dalla stessa, suggerisce il primo verso "Gesù mi pongo giù..."
(2) "Tutta distesa..."
(3) La Zì Elena interrompe per commentare.
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"... (1) se mi levo non lo sò l'anima mia a chi la dò la dò a Dio a San Giovanni che il demonio non m'inganni nè di giorno ne di notte ne nel punto della morte".
"... (2) mi pongo nel letto sempre pensando che devo morire (3) mi raccomando a voi Gesù buono dei miei peccati vi chiedo perdono".
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PASSIONE
Breve composizione che accenna ad un episodio della Settimana Santa: Maria, piangendo si reca ai piedi della croce e dialoga con Gesù morente.
Sono parole che si pronunciavano in chiesa, il pomeriggio del Giovedì o del Venerdì Santo, accompagnandole con pratiche di devozione diversa. Esse "hanno un potere miracoloso e assicurano a chi le ripete un certo numero di volte, l'adempimento della grazia richiesta".
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"Questo è il giovedì santo la Madonna fece un gran pianto un gran pianto e 'na gran voce toccò il legno della croce dolcemente lo toccò dolcemente lo baciò dolcemente disse: "Qui c'è morto il mio figliol diletto chi volesse dì per trentasei volte questa mia orazione ginocchia ignuda a terra sagrata la grazia che gli chiederà gli sarà data".
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PREGHIERA A SANTA CATERINA
(1) Maria suggerisce: "Santa Caterina"
(2) La Zì Elena commenta
(3) Maria suggerisce: "Da una mano il giglio"
(4) L'ultima parte dell'orazione è pervenuta in forma scritta
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"... (1) donateci una spina no le spine del Signore che ci trapassi il cuore. (2)
... (3) dall'altra la viola fate che venga una santa e bona figliola.
Da una mano una rosa dall'altra la spina e mi proteggi fino a domattina (4)".
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PREGHIERA A SANT'ANTONIO
Queste preghiere vengono recitate ancora oggi tutte le volte che viene smarrito un oggetto.
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"Sant'Antonio da Padova scendete tredici grazie al giorno spargete con l'aiuto della Vergine Maria la grazia vi chiedo concesso mi sia nello stato in cui mi vedete la grazia vi chiedo spero mi farete."
"Sant'Antonio mio benigno di pregarvi non son degno siete mio protettore Gesù Cristo salvatore Gesù Cristo che mi faceva la sù mano benediva con quel fresco bianco giglio di pregare..."
<= (Affresco all'interno della Margine) |
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LE LAUDI ETERNE
Le strofe di tre settenari e di un quinario, il secondo e il terzo verso in rima fra loro e il quarto che rima con il primo della strofa successiva sono tipici di una zingaresca di argomento religioso.
(1) Non si capisce bene la prima parola. Nel testo pervenuto in forma scritta è: "Cantiam..."
(2) Maria suggerisce "Alzian..."
(3) Maria suggerisce: "Quando..."
(4) Dalla registrazione non si capisce bene
(5) Maria suggerisce la prima parola: "Fai..."
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"... (1) le laudi eterne del nostro buon Signore Gesù per nostro amore è morto in croce.
... (2) tutti la voce con gli angeli e coi santi cantian gli eterni pianti al ciel fuggiamo.
Al capezzal sediamo se Dio ci dà la luce e poi ci si conduce al chiaro porto.
... (3) tu sarai morto come la puoi rimediare ora che lo puoi fare te non vedi.
Misero te non credi che hai li demoni intorno cercano notte e giorno di divorarti.
Che giova il confessarti senza 'n proponimento un vero pentimento è necessario.
Fai tutto all'incontrario quello che a Dio prometti e sempre più commetti mancamenti |
Davanti a li tormenti conoscerai l'orrore davanti al confessore vai per usanza.
Quel tempo che ti avanza cerca di mutar vita che l'ultima partita è spaventosa.
E' nuova e dolorosa ... di non cessar mai più di lacrimare.
Se tu ti vuoi far salvare fa come ha fatto i santi patiron tutti quanti ... (4)
Il cielo è il tuo tesoro e tu lo cerchi in terra dov'è per tutta guerra e povertate.
Quanti ce n'è cascati nel baratro infernale per fare il carnevale in questa vita.
Iddio dal ciel di invita e tu fai il sordo e il muto e sei un vecchio caduto e giunto al fine. |
Quante anime meschine che bruciano nel fuoco per aver vinto il giogo del nemico.
Il mondo è falso e iniquo e dolcemente inganna l'anima si condanna e vuole il passo.
Che giova il corpo grasso come il ricco Epulone servì per un tizzone nell'inferno.
Al fuoco al fuoco eterno si levano i capricci orsù bellezza e ricci e tutte le cose mondane.
... (5) come i veri cristiani che voglion patir di qua poi goder di là nel paradiso."
(F.E., agosto 1997)
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Tratto dal libro "O gente che passate per la via" Documenti della tradizione orale della Garfagnana a cura di Giorgio Santarini
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