Non è facile spiegare da un lato e,
comprendere dall’altro, cos’è la psicoterapia e come essa funzioni;
essendo innanzitutto la psicoterapia un’esperienza, coglierne il
senso profondo senza averla effettuata è pressoché impossibile.
Oggi direi che la psicoterapia è la cura della sofferenza psichica
attraverso la relazione tra terapeuta e paziente, in un contesto
protetto, dove il paziente sente di essere accolto così per come è
veramente, in tutti i suoi aspetti, senza essere giudicato.
Il terapeuta accoglie il paziente nella sua totalità, non lasciando
spazio al giudizio né alla curiosità né ai propri bisogni: il
terapeuta è lì per il paziente, per ridurne la sofferenza e
promuoverne il benessere.
Il terapeuta contiene le paure e le ansie del paziente, si preoccupa
per lui e cerca di creare un ambiente che possa essere rassicurante
e protettivo.
La relazione terapeutica ha lo scopo di ridurre la sofferenza del
paziente favorendo:
- la ricostruzione o il potenziamento delle capacità di
autoregolazione del paziente, intese come capacità di regolare in
maniera flessibile gli stati emotivi attraverso le interazioni con
altri essere umani e senza altri esseri umani così come la capacità
flessibile di passare in maniera adattiva tra queste due modalità di
regolazione;
- lo sviluppo di nuovi modelli del Sé, e del Sé in rapporto con gli
altri, che alimentano la ricerca di connessioni affettive;
- l’implementazione di maggiori capacità di integrazione, processi
narrativi più coerenti, e in generale un approccio alla vita più
ricco e complesso;
- la trasformazione delle emozioni da un livello esperienziale
senso-motorio primitivo a un livello rappresentazionale simbolico
maturo e la creazione di una capacità autoriflessiva che possa
valutare il significato di questi affetti.
Il paziente, nella stanza d’analisi, può sperimentare sé stesso in
modo nuovo, senza correre il rischio di esserne travolto, in quanto
protetto e seguito dal terapeuta; un po’ come avviene quando un
bambino che è abituato a camminare con la bicicletta con le rotelle
viene assistito dal genitore o da un altro adulto nel guidare la
bici senza rotelle. Il genitore toglie le rotelle, predispone
l’ambiente circostante o porta il bambino in un luogo dove non vi
siano rischi per lo stesso (auto, moto, ostacoli ecc.), inizialmente
tiene la bici con la mano e sta accanto al bambino, pronto a
prenderlo appena questi perde l’equilibrio. A poco a poco il bambino
apprende ad andare in bici da solo e senza rotelle. Successivamente,
appena avrà acquistato sicurezza potrà esplorare altri ambienti e
passeggiare in bici anche senza il genitore. Ecco, la terapia è
un’esperienza per certi versi simile. Assistiti dal terapeuta
possiamo sperimentare nuove modalità di gestione delle emozioni e
delle relazioni, in un contesto protetto, per poi, una volta
acquistata sicurezza, poterle utilizzare in altri contesti e con
altre persone, senza più il bisogno del terapeuta e della stanza
d’analisi.
In un ambiente terapeutico interattivo che facilita la crescita, si
auto-organizza un sistema del Sé capace di modulare in maniera
efficace una gamma affettiva più ampia, di integrare le emozioni in
una varietà di stati motivazionali adattivi, di utilizzare gli
affetti come segnali e di collegare stati comportamentali coerenti a
contesti sociali appropriati.
“Stare bene dovrebbe essere l'obiettivo principale di
ogni persona”