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L’analisi chimica e fisica del suolo è un supporto indispensabile alla elaborazione di un corretto piano di concimazione e per gli interventi sul suolo (irrigazione, lavorazioni,ecc.). Le analisi del suolo permettono di orientare meglio:
Vengono stabilite un insieme di analisi, definite di base, necessarie e sufficienti non solo ad identificare le caratteristiche fondamentali del suolo e la sua dotazione in elementi nutritivi, ma anche a rendere possibile la redazione del piano di concimazione per la stima delle unità fertilizzanti dei macroelementi e microelementi (azoto, fosforo e potassio) da distribuire al suolo. Le analisi di base sono:
Situazioni pedologiche anomale, correzioni del terreno, esigenze nutritive particolari della coltura, fitopatie, stima dei più corretti volumi di adacquamento in funzione della fertilizzazione, possono richiedere la valutazione analitica di alcuni parametri chimici e fisici del suolo ad essi correlati. Ciò può essere attuato mediante le analisi accessorie, ovvero un insieme di determinazioni analitiche standardizzate che forniscono al tecnico utili indicazioni, o la soluzione di alcuni problemi agronomici che più frequentemente si riscontrano nella redazione del piano di concimazione aziendale. Tali parametri possono essere così sintetizzati:
Le analisi del suolo devono essere normalmente eseguite ogni 3 anni, fanno eccezione chi ha un suolo salino e pH anomali. Campionamento del Suolo Per effettuare le analisi del suolo sono necessari circa mezzo chilo di suolo.Appare evidente che i risultati dell'analisi del suolo sono fortemente condizionati dal metodo seguito nel prelevamento del campione di suolo. Alla base del criterio di prelevamento del campione di suolo c'è l'esigenza che il campione stesso sia rappresentativo ed omogeneo della superficie di suolo oggetto di indagine. Per la valutazione dell'omogeneità in pieno campo si dispone di diversi mezzi. Innanzitutto è facile osservare la presenza o meno di scheletro; la natura più o meno argillosa del suolo, i terreni più ricchi di sostanza organica sono più scuri e soffici. Gli avvallamenti, dove si raccolgono le acque di scorrimento superficiale, sono in genere più ricchi di sostanze colloidali. Importanza decisiva può avere la storia colturale od anche la semplice precessione colturale delle diverse aree dell'azienda, soprattutto ai fini delle analisi chimiche. Per la rappresentatività il prelevamento del campione deve essere fatto fissando dei punti delle aree distribuiti uniformemente sulla superficie del suolo scelti lungo un percorso a zig zag o lungo le diagonali dell'appezzamento (superfici di piccole dimensioni). Ai punti fissati si elimina, se necessario, la vegetazione che copre il suolo e si effettua un taglio verticale fino alla profondità voluta. Il campione va prelevato in tutta la profondità interessata dalle lavorazioni e dove si sviluppa la maggior parte delle radici. Dai 15 -25 cm per le colture erbacee fino ad arrivare a 40 cm per le colture arboree e a 50 cm per le colture arboree all'impianto. L'epoca di campionamento deve essere fatto almeno 6 mesi dopo l'ultimo apporto di fertilizzante e prima dell'impianto. Di solito è preferibile prelevare il campione dopo la raccolta dell'ultima coltura, o per le colture poliennali, durante l'inverno. Qualunque sia la superficie della zona di campionamento, vanno effettuati almeno 6-10 campioni elementari per ettaro, da mescolare accuratamente per ottenere il campione finale. Questo inserito in un sacchetto asciutto e pulito, chiuso ed etichettato all'esterno è consegnato prontamente al laboratorio di analisi. |
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