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Italo
BALBO
Secondo
MENEGHETTI
Mario
JACCHIA
Gianni
PALMIERI
Mario
PASI
Waresciallo Dell'Aria, Quadrunviro e fedele soldato del Duce nell'ora della vigilia, del combattimento e della vittoria, insuperabile trasvolatore di continenti e di oceani, colonizzatore di masse e reggitore di terre imperiali, con le leggi e con opere di romana grandezza, nel cielo di Tobruk, mentre si accingeva a scagliare oltre confine le valorose truppe ed i possenti stormi, concludeva con il sacrilicio supremo Peroica sua vita, nella memoria delle genti eternando le gesta e le glorie della razza. Cielo di Tobruk 28 giugno 1940 |
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Comandante di una legione CC. NN. di riserva divisionale, determinatasi una sacca nella prima linea, in seguito a preponderante attacco nemico, prontamente si lanciava alla testa dei suoi uomi ni e ani mosamente contrattaccando, dopo accanita lotta, volgeva in fuga l'avversario. Mentre esposto alle offese nemicbe, impavidamente ed abilmente guidava le sue camicie nere all'inseguimento, cadeva mortalmente ferito. Durante il trasporto alposto di medicazione, dava prova di magnifico stoicismo, rivolgendo ogni suo pensiero all'azione in corso e alla sua legione. Nell'imminenza della fine, si dicbiarava lieto del suo sacrificio ed inneggiava alla Patria. Figura eroica di comandante intelligente ed ardimentoso, esempio delle più alte virtù militati. Karakol. Struga, Obrida (Fronte greco) 7-11 aprile 1941 |
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«Nobilefigura dipartigianofedele all'idea che fu il credo della sua vita, fu tra i primi ad organizzare i nuclei di resistenza contro l'oppressione nazi-fascista. Perseguitato per ragioni razziali, ricercato per la sua attività cospirativa ed organizzativa; non desistette dall'opera intrapresa con tanto ardore. Nominato Ispettore Militare dell'Emilia e successi . vamente Comandante delle forze partigiane del Nord Emilia divenne in breve l'animatore del movimento clandestino nella Regione e, senza mai risparmiarsi, sempre rifulse perla forte personalità e per Pindomito coraggio dimostrato durante le frequenti missioni ed in sopralluoghi rischiosi effettuati per meglio assolvere il suo compito. Sorpreso dalla polizia mentre presiedeva una riunione del suo Comando veniva arrestato nel tentativo di distruggere tutto il materiale compromettente, compito che aveva assunto per sè, dopo aver ordinato ai suoi collaboratori di mègersi in salvo. Sottoposto a stringenti interrogatori si confessò unico responsabile e non pronunciò parola cbe potesse compromettere l'organizzazione. Dopo aver sopportato lungbi giorni di detenzione e di martirio fu prelevato dal carcere e soppresso. Fulgido esempio di apostolo della libertà e di eroico sacrificio. Emilia 8 settembre 1943, 20 Agosto 1944 |
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Studente Universitario del 6° anno di medicina, volontariamente si arruolò nella 36ª Brigata Caribaldina, assumendo la direzione del servizio sanitario. Durante tre giorni di aspri combattimenti contro soverchianti forze tedesche, si prodigò incessantemente ed amorevolmente a curare feriti, e quando il proprio reparto riuscì a sganciarsi dall'accercbiamento nemico, non volle abbandonare il suo posto e, quale apostolo di conforto, conscio della fine che lo attendeva, restò presso i feriti affidati alle sue cure. Ma il nemico sopraggiunto non rispettò la sublime altezza della sua missione e barbaramente lo trucidò. Esempio fulgido di spirito del dovere e di eroica generosità. Ca' di Guzzo, Romagna, 30 settembre 1944 |
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Fin dall'8 settembre impugnava valorosamente le armi contro l'invasore. Ricercato dalla polizia tedesca quale organizzatore della lotta di liberazione, si arruolava nelle formazioni partigiane della montagna di cui divenne animatore fecondo e combattente audace. Commissario di brigata e poi di zona partigiana, valoroso tra i valorosi, sosteneva durissimi combattimenti infliggendo gravi perdite al nemico. Apostolo di bene e di carità, prodigava la sua opera di medico a lenire le sofferenze dei feriti senza mai risparmiarsi nei pericoli e nei sacrifici. Catturato per delazione affrontava e sosteneva con sereno stoicismo le sevizie che solo la più efferata crudeltà poteva immaginare. Bastonato a sangue, con le membra fracassate, trovava ancora la forza di porre fine al martirio tagliandosi le vene, ma il bieco nemico impediva cbe la morte lo strappasse alla sua sadica barbarie e poi lo finiva a colpi di bastone. Il suo cadavere impiccato, per estremo oltraggio restò esposto per due giorni e, circondato dall'aureola del martirio, fu faro luminoso cbe additò ai superstiti la via da seguire per raggiungere la vittoria. Belluno, 10 marzo 1945 |
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