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IL MONTE DI PORTOFINO .............. o “IL MONTE”, come viene affettuosamente chiamato dai Camogliesi, si erge 640 metri al di sopra della città ed è il suo polmone verde. Ente Parco Regionale dal 1935 è facilmente raggiungibile in auto o a piedi da Ruta fino al Portofino Kulm, il grande albergo recentemente restituito al glorioso splendore dell'inizio del 1900 dagli attuali proprietari. Molti furono gli ospiti illustri che lo frequentarono : Gabriele D’Annunzio, La Regina Margherita, i Principini di Casa Savoia, Italo Balbo, Guglielmo Marconi e molti altri personaggi famosi. Negli anni ’30 su una rivista dell'epoca era apparso un disegno che rappresentava il progetto di una teleferica che portasse direttamente da Camogli all’albergo, progetto che rimase tale e che non venne mai attuato. Partendo dall'albergo, a piedi, con un comodo sentiero si raggiungono “Le Pietre Strette” che, come dice il nome, è uno stretto passaggio tra due alte rocce, una porta su un mondo delle meraviglie da dove si dipartono molti sentieri : il primo, sulla destra porta in cima alla montagna, a 610 mt. sul mare, ad un antico semaforo napoleonico, un altro conduce al Semaforo Nuovo, una postazione della Marina Militare ormai in disuso, mentre un terzo sentiero in ripida discesa porta a San Fruttuoso ed al mare. Prendendo a sinistra, con un sentiero quasi pianeggiante si arriva agli “Olmi” da dove un'altro ripido sentiero in discesa conduce a Portofino oppure, proseguendo si arriva a Santa Margherita. E tutto questo in mezzo ad una vegetazione incredibile : alberi d’alto fusto su cui troneggia il pino marittimo, la ginestra, la macchia mediterranea, il corbezzolo e rarità botaniche che non hanno uguale. E’ un sentiero tra mare e cielo, un posto di sogno che non si può non amare.
IL
MONTE DI PORTOFINO - TRADIZIONI ANTICHE ... ORMAI PERDUTE, LA FESTA DEI MONTI Di Annamaria "Lilla"
Mariotti Anticamente
c'era una piaga che non risparmiava nessuno e che puntualmente si presentava nei
piccoli villaggi come nelle grandi città in tutta Europa.
Era la PESTE.
Nessuno sapeva da dove veniva, né perché, era una malattia sconosciuta
che mieteva migliaia di vittime senza che nessuno potesse metterci rimedio, poi
spariva e tutto tornava normale, salvo per chi piangeva i suoi morti.
Lungo le coste forse questa pestilenza arrivava da paesi lontani, portata
dalle navi che giungevano nei porti per i commerci, tanto è vero che nel Giugno
del 1885 il Governo Italiano decise di costruire sull'Isola dell'Asinara, a Cala
Reale, il “primo lazzaretto del Regno d’Italia", una stazione
internazionale di quarantena che doveva servire per difendere sia la vicina
Sardegna che le altre coste Italiane dalle malattie che i naviganti portavano
dal bacino del Mediterraneo
(sopratutto colera e peste). Una delle più antiche tradizioni del Monte di Portofino, chiamata la "Festa dei Monti " e di cui si è ormai persa traccia, è legata proprio a questo triste evento che non aveva risparmiato le coste della Liguria. Il lunedì
dopo la Pentecoste, che una volta era giorno festivo,
una lunga processione a cui partecipavano grandi e piccoli, giovani e
anziani, oltre al clero locale, partiva
da Camogli nelle prime ore del mattino e si
snodava per i sentieri del Monte fino ad una località chiamata “U Muntetto da
Predica” dove si trovava un
piccolo altare e dove si tenevano le cerimonie religiose.
In questa processione venivano portati a braccia i grandi, artistici
crocifissi della tradizione ligure e la reliquia di San Prospero a cui,
nel lontano 1622, si erano rivolti gli abitanti di Camogli
per essere protetti dalla peste che imperversava nelle vicine città.
Ed è stato proprio per sciogliere un voto di ringraziamento per essere
stati risparmiati dalla malattia che, per secoli, questa tradizione si è
rinnovata, tra lo scampanio festoso delle chiese di San Rocco e di Ruta e della
Parrocchia di Camogli, finché i tempi sono cambiati, la peste è stata
dimenticata, ed il piccolo altare innalzato dall’allora proprietario
dell’Albergo di Portofino Vetta per rendere più agevole il dire messa è
stato ricoperto dalla vegetazione. C'è
stato, in tempi recenti, un tentativo di riprendere questa antica tradizione
portando i bambini delle scuole elementari sul Monte, in primavera, per far loro
piantare un albero, ma tutto era cambiato, anche il nome della manifestazione,
ora si chiamava la "Festa degli Alberi" e assumeva un aspetto di
natura più ecologica ed educativa che religioso. Le antiche tradizioni sono destinate a sparire, inghiottite dal tempo, ma sarebbe bello far rinascere questa, almeno in parte, perché lo spirito religioso si è perso, ma, come disse molti anni fa un personaggio famoso, Enrico IV, Re di Francia, "Il Monte val bene una Messa".
PUNTA CHIAPPA........ o "LA PUNTA" come viene semplicemente chiamata, è uno sperone roccioso, di puddinga, che si protende verso il mare, alla base del Monte di Portofino, chiudendo ad est il Golfo Paradiso. E' un posto meraviglioso, un piccolo paradiso, dove è stupendo nuotare, fare snorkeling o immergersi. Raggiungere questa località non è difficile, partendo da San Rocco, una frazione di Camogli, basta scendere 900 scalini in mezzo a lecci secolari e ad un panorama mozzafiato e si è arrivati. Non è necessario rifare tutti quegli scalini al ritorno, un comodo servizio di barche collega ogni ora Punta Chiappa a Camogli. Ci si può fermare in località scogli grossi, dove uno scaletto per le barche consente un facile accesso al mare oppure, con un breve percorso, si passa da Porto Pidocchio dove attraccano i battelli in arrivo da Camogli e si arriva proprio sulla Punta. Questo è un angolo selvaggio, dove non c'è niente, a parte un vecchio albergo che la domina dall'alto. Sulla roccia si trova un antico segnale, a strisce bianche e nere che una volta serviva come riferimento alla nuove navi, collegato ad un angolo imbiancato di un palazzo sul porto di Camogli, che facevano le prove dei motori per misurare il miglio marino. Un'altra piccola costruzione che si erge sulla Punta è un altare, dedicato alla Stella Maris, con un bellissimo mosaico, dove ogni anno, nella prima domenica di Agosto arriva una processione di barche pavesate da Camogli e viene celebrata una messa. Scendendo da San Rocco a Punta Chiappa si incontra un piccolo gioiello, la chiesa di San Nicolò di Capodimonte, già esistente nel XII secolo e, pare, costruita dai monaci di San Rufo insieme ad un vicino convento, trasformato in abitazione nel 1800 e ad un piccolo campanile. Questa chiesa ha subito nel tempo molte trasformazioni che però non hanno sostanzialmente intaccato la struttura originale che è arrivata fino ai giorni nostri per permetterci di vedere, di toccare questa reliquia del passato, costruita in un luogo impervio, dove sicuramente portare i materiali per la costruzione deve essere stata un'impresa e viene fatto di chiedersi come avranno fatto i monaci a portare laggiù le pietre, chi li avrà aiutati ?
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