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LUNGOLAGO di Annamaria "Lilla" Mariotti
Mariella
era uscita con la sua macchina nuova, una decappottabile
bianca, e stava correndo allegramente, con i
capelli al vento, sulla
strada del lungolago. Era
contenta della sua nuova macchina, l'aveva ritirata
solo il giorno prima e si
stava godendo la corsa nella soleggiata
mattina di primavera, quando, in un
punto in cui la strada era più larga, un
colpetto di clacson l'avvisò che qualcuno
stava per sorpassarla. Nel
momento in cui l'altra macchina le si affiancò le
venne spontaneo voltarsi, e vide una
macchina sportiva,
grigio metallizzato. Al volante c'era un bellissimo
ragazzo bruno con gli occhi azzurri, che,
girato verso di lei, le sorrideva.
Istintivamente Mariella restituì il
sorriso e il giovane prosegui la
sua corsa. Dietro
ad una curva Mariella ritrovò la macchina che l'aveva
sorpassata e che ora andava più lentamente.
Per un poco Mariella rimase dietro e vide
più volte gli occhi
del ragazzo riflessi nello specchietto
retrovisore mentre la guardavano.
Quel viso lei lo aveva già visto, ma non riusciva
a ricordare dove. Non
appena la strada lo consentì, Mariella si accinse a
sorpassare a sua volta e quando si trovò affiancata si
voltò, coinvolta da quel gioco che sembrava così divertente.
Vide il bel viso che le sorrideva ed improvvisamente
si ricordò chi era quel ragazzo. Era
John Steel, il corridore di Formula Uno, famoso in tutto
il mondo. Molte
volte lo aveva visto fotografato
su riviste o in televisione,
vicino al suo bolide da corsa,
sempre attorniato da qualche bella ragazza. Mariella
si senti lusingata di avere suscitato l'interesse di John, così
rallentò l'andatura, per continuare quel piacevole
gioco. Il trucchetto riuscì,
perché di lì a poco sentì un colpetto
di clacson e John la sorpassò ancora, girandosi
a sorriderle e facendole anche un cenno con la
mano, poi corse via.
Mariella era certa che lo avrebbe ritrovato
dietro alla prossima curva, e così fu. Ecco infatti
la macchina di John davanti
a lei, e di nuovo
andava adagio. Mariella
attese di trovare un punto della strada adatta
per il sorpasso e appena lo trovò si accinse a superare
la macchina e, come prima, si voltò per
sorridere a John e ricambiare il segno di saluto. Ma
al volante dell' auto,
con sua grande sorpresa, non
c'era John, ma un signore di mezza
età, piccolo e insignificante, che
guidava guardando fisso
davanti a sé e che non si voltò. La
ragazza rimase così sbigottita che quasi
si dimenticava di tornare
sulla sua corsia, e lo fece appena
in tempo per evitare un incidente. Ma come era possibile ?
Cosa era successo ? Eppure era sicura
di non avere avuto le traveggole, aveva veramente
visto John Steel, non lo aveva sognato. Mariella
intanto era arrivata al piccolo paese sulla riva
del lago. Posteggiò la
macchina e, perplessa e confusa,
si diresse verso la piazzetta dove automaticamente comperò il giornale,
andò a sedersi al tavolino di un bar e
ordinò un caffè. Aperse
il giornale e dalla prima pagine le sorrise il bel volto di John Steel, in
piedi, vicino al suo bolide. L'articolo
diceva che il pilota era morto tragicamente il giorno prima in un incidente,
durante le prove del Gran Premio
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