|
LA
TORRE DI ERCOLE IL FARO DI LA CORUÑA, SPAGNA Di Annamaria
"Lilla Mariotti
In realtà la torre originaria fu costruita al tempo dell'Imperatore Traiano, alla fine del 1mo secolo D.C., da Caio Servio Lupo, un architetto proveniente da Aemium, una città allora situata vicino a quella che oggi è Coimbra, in Portogallo e fu dedicata al Dio Marte, con l'intento di usarla sia come faro che come torre di avvistamento per proteggere il vicino porto di Brigantium, una città fondata, secondo un'altra leggenda, da un Capo Celtico, Lord Breogan che è diventata l'odierna la Coruña, in Galizia. Alla base della torre è stata rinvenuta una pietra con la seguente iscrizione : MARTI AUG.
SACR. C.
SEVIVS LUPUS ARCHITECTUS AEMINIENSIS LUSITANUS
EX.VO Che tradotta significa :
" Consacrato a Marte. Gaio
Sevio Lupo, architetto di Aemium, in Lusitania, a compimento di una
promessa" La torre fu costruita su una pianta quadrata, con i lati di 18 metri ed un'altezza di 36 metri, aveva tre piani a su ogni piano si affacciavano quattro stanze comunicanti tra loro. In alto terminava con un pinnacolo cilindrico di circa 4 metri ed intorno ad esso erano collocati i contenitori per il fuoco. La scala si trovava all'esterno e saliva tutto intorno alla torre. La storia e le vicissitudini di
questo faro si snodano attraverso i
secoli, le prime tracce si trovano
in un trattato di Paolo Orosio scritto tra il 415 e il 417 nel quale, per la
prima volta, la torre viene chiamata Alla fine del XII Secolo la città
di Brigantium prende il nome di "Las Cruña"
(dal latino "ad Dobbiamo arrivare al 1785, quando la torre passò nella mani del Reale Consolato Marittimo della Galizia, per vedere rinascere questo monumento. In quello stesso anno fu decisa la sua ricostruzione e l'incarico fu affidato a Eustaqui Gianini, un ufficiale di marina ed ingegnere. Il vecchio nucleo della torre fu rivestito con pietre di granito dello spessore di 60 cm. , sulla cima fu costruita una volta ottagonale e all'interno una nuova scala, e nello stesso tempo furono effettuati altri lavori di ristrutturazione generale. I lavori finirono nel 1791 e con questo intervento il Faro prese l'aspetto con cui oggi lo conosciamo. La lanterna aveva sette riflettori alimentati ad olio e l'eclisse era ottenuta da lastre d'acciaio mosse da un meccanismo ad orologeria. A partire dal 1833 molti sono stati i cambiamenti che la lanterna del Faro ha subito e gli avvenimenti che lo hanno accompagnato. Una cosa interessante è che tra il 1849 ed il 1854 fu istituita nel Faro una scuola per Guardiani del Faro che andavano lì per imparare il mestiere. Nel 1921 arrivò l'elettricità e furono quindi abbandonati i vecchi sistemi di illuminazione e nel 1956 sul lato Sud Ovest della base fu costruito un nuovo quartiere per il Guardiano. Infine nel 1974 fu installato il corno da nebbia e nel 1977 il radiofaro. Oggi la Torre di Ercole è diventata il simbolo della città di La Coruña ed è comune identificare l'una con l'altra. Il Faro per secoli è apparso sugli stemmi della città e attraverso queste rappresentazioni si possono anche vedere i vari cambiamenti a cui la torre è stata sottoposta. Oggi essa continua la sua funzione di Faro, la sua caratteristica sono quattro lampi di luce bianca con un periodo di 20 secondi che possono essere visti ad una distanza di 23 miglia. Ha un radiofaro ed il segnale per la nebbia. La sua posizione geografica è : 43° 23' 9" Nord, 8° 24' 24" Ovest e la sua altezza sul livello del mare è di 57 metri. E' aperta al pubblico fino ai piani
superiori, l'unica stanza non
visitabile è quella della lanterna. Durante
la salita su possono vedere i resti
dell'antica costruzione romana ed i segni dei seguenti rimaneggiamenti.
Alla base della torre si trova una piccola costruzione che protegge la
pietra con l'iscrizione originale latina di cui si è parlato all'inizio. E questa è la storia di un Faro costruito dai Romani per proteggere un porto importante per i loro commerci e che, saldo come una roccia, ha attraversato i secoli, le bufere, gli imperi e gli imperatori. Ha subito molti cambiamenti, ma è rimasto come una testimonianza della lunga storia di questi monumenti luminosi che stanno andando perduti ancora una volta per l'incuria dell'uomo.
Foto archivio Josè M. Rodriguez Montoya |