Pranayama significa controllo del prana.
Secondo i filosofi indiani, l'universo è composto di due
entità, una chiamata akasha, e l'altra prana.
Akasha è l'onnipresente esistenza che pervade tutto.
L' akasha diviene il sole, la terra, la luna, le stelle;l'akasha
diviene l' aria,i liquidi ed i solidi, l' akasha forma il
corpo umano, i corpi degli animali, le piante, ogni forma
che vediamo, tutto ciò che cade sotto i nostri sensi, tutto
ciò che esiste. L'akasha non può essere percepito perché
va al di là di ogni ordinaria percezione; lo si può vedere
e toccare soltanto quando si condensa e prende una forma.
Alla fine di ogni ciclo di creazione tutti gli oggetti
tangibili si risolvono nella sostanza senza moto e infinita
akasha, e tutte le forze ed energie dell'universo
tacciono e diventano l' infinita e immota potenza
prana. L' inizio di un nuovo ciclo avviene al risveglio
del prana che si manifesta come movimento di gravitazione
e magnetismo, questi agiscono sull' akasha e producono le
innumerevoli forme che si evolvono. Il prana si trasforma
in manifestazioni di energia, in azioni.
Dalle correnti nervose del pensiero sino all'energia fisica.
Ciò che si intende per pranayama è la conoscenza
ed il controllo di questo prana. Il pranayama ci può quindi
aprire la porta ad una potenza quasi illimitata. Allorché
lo yogi sarà perfetto, tutte le forze della natura
saranno sotto il suo controllo. Quando un profano vede adempiersi
i poteri di uno yogi li chiama miracoli.
Chi studia il Pranayama deve incominciare a progredire
impararando per prima cosa a controllare ciò che gli è più
vicino: il prana che anima il proprio corpo e la propria
mente perché esso è parte del prana che muove l'universo.
E solamente se possiamo giungere a controllare questa piccola
onda del nostro prana noi potremo sperare di controllare
l'intero prana dell'universo. Lo yogi che perviene a questo,
raggiunge la perfezione; egli non è più sottomesso ad alcun'altra
forza. Diviene pressoché onnipotente ed onnisciente.
Nei testi occidentali il termine
prana è tradotto con 'respiro', ma ciò non è esatto.
Ogni parte del corpo è impregnata di prana,
di energia vitale, e quando controllerete il prana
nel vostro corpo, potrete allora controllare perfettamente
tutte le sofferenze e malattie, non solo del vostro corpo,
ma anche dei corpi altrui. Se il vostro corpo si trova in
un certo stato di tensione, sarà portato a produrre la stessa
tensione negli altri. Se voi siete forti e sani, anche coloro
che vivono vicino a voi avranno tendenza ad essere forti
e sani; se invece siete malati e deboli, anche chi vi sta
intorno avrà tendenza ad essere malato e debole. Se un uomo
vuol guarire un altro, il primo passo da compiere è semplicemente
quello di trasmettere all'altro la sua propria salute. Questa
è la forma primitiva dell'arte del guarire. Un uomo sano
e molto forte, vivendo insieme con un malato, consciamente
o meno, gli donerà un po' della sua forza: se lo farà consciamente
il risultato sarà migliore e più rapido.
Lo yogi, che cura e guarisce, agisce con la forza
della sua mente sul paziente e ne risveglia il prana assopito.
E' il prana che opera la cura. L'uomo puro che ha imparato
a controllare il suo prana ha il potere di metterlo in un
certo stato di vibrazione che può essere trasmesso ad altri,
suscitando in loro una consimile vibrazione.
Talvolta nel nostro corpo il prana gravita da una sola
parte e l'equilibrio generale dell'organismo ne viene disturbato;
allora si produce quel fenomeno che chiamiamo malattia.
E' oggetto del pranayama il percepire questi squilibri nel
corpo e provvedere a riequilibrarli. La percezione degli
squilibri può divenire così sottile che la mente avvertirà
un minimo difetto di prana e avrà il potere di fornirlo
là dove manca. Sono questi alcuni dei vari compiti del pranayama.
Occorre apprenderli lentamente e gradualmente: l'intero
scopo dello Yoga è quello di insegnare i vari modi di dominare
e dirigere il prana. Quando un uomo ha imparato a concentrare
le proprie energie, è padrone del prana che è nel suo corpo.
Coloro che muovono il mondo
riescono a portare il loro prana ad un alto stato di vibrazione,
e ciò con tanta forza e potenza da soggiogare folle immense.
I grandi profeti del mondo ebbero un meraviglioso controllo
del loro prana, erano in grado di portare il loro prana
al più alto stato di vibrazione, e fu questo che conferì
ad essi il potere di influenzare il mondo. Tutte le manifestazioni
di potenza sorgono da questo controllo. Gli uomini possono
ignorarne il segreto, ma questa ne è la spiegazione.
Nell'oceano vi sono onde gigantesche come montagne, onde
più piccole e altre ancora più minuscole, fino alle bollicine,
ma sotto a tutto c'è l'oceano immenso. L'oceano è all'origine
sia della minuscola bolla quanto dell'onda gigantesca. Analogamente,
un uomo può essere l'onda gigantesca e un altro una piccola
bollicina, ma l'uno e l'altro sono connessi con l'infinito
oceano di energia che è il retaggio comune di ogni creatura
esistente. Ovunque c'è vita, c'è dietro una riserva di energia
infinita. Ogni uomo può attingere dall'infinita massa d'energia
che esiste nell'universo, e perché non dovrebbe, con
sufficiente sforzo, raggiungere la perfezione?
Il Prana
Se tracciamo il numero 8 orizzontalmente
(∞) otteniamo una figura con due occhielli uniti
al centro. Ora la forma della colonna vertebrale rassomiglia
ad una colonna di numeri 8 posti orizzontalmente uno sopra
l'altro. Secondo gli yogi la parte sinistra è chiamata
Ida, la destra Pingala, e il canale cavo che
corre attraverso il centro della colonna vertebrale è il
Sushumma. Dove la spina dorsale finisce nelle vertebre
lombari, sorge un filamento sottile, diretto verso il basso,
attraverso il quale corre ancora il canale del Sushumna,
ma molto assottigliato. Esso è chiuso all'estremità inferiore,
situata presso il cosiddetto plesso sacrale; qui si trova
quello che gli yogi chiamano il 'Loto di Kundalini',
e lo descrivono di forma triangolare. In esso secondo il
linguaggio simbolico degli yogi, si trova ravvolto in spirale
un potere chiamato Kundalini. Quando Kundalini si sveglia,
cerca di aprirsi un passaggio attraverso questo canale cavo;
e man mano che sale, passo a passo, la mente si risveglia
quasi strato a strato, si apre successivamente a molte differenti
visioni e lo yogi acquista meravigliosi poteri. Quando Kundalini
raggiunge il cervello, lo yogi diviene perfettamente distaccato
dal corpo e dalla mente; la sua anima allora raggiunge la
liberazione.
Lo yogi parla di diversi 'Chakra'
(ruota) lungo la colonna vertebrale. Con le posizioni, la
concentrazione, la respirazione, gli yogi riescono a sottomettere
questi centri di energia alla propria volontà, orientando
la loro azione. Essi possono 'svegliarli' e dominare così
tutte le funzioni dell' organismo, siano esse fisiche o
psichiche. Ogni chakra rappresenta un piano di coscienza.
I piani più bassi sono quelli degli istinti, il più elevato
è quello dello stato della perfezione spirituale.
| piano della sopra
coscienza
| piano della chiaroveggenza
| piano della conoscenza intellettuale
| piano dell' amore puro
| centro di tutte le energie del corpo
| sede degli istinti
| sede delle energie individuali
Supponiamo che il ripiano di questo tavolo sia
dotato di motilità, e che le molecole di cui è composto
si muovano in differenti direzioni; ma se si faranno muovere
tutte nella medesima direzione, si otterrà elettricità.
L'elettricità si manifesta quando le molecole di un corpo
si spostano tutte nella medesima direzione.
Il centro nervoso che regola l'apparato respiratorio,
cioè la respirazione, ha un'azione di controllo sopra l'intero
sistema delle correnti nervose. Da ciò possiamo capire perché
si usa praticare una respirazione ritmata. Così si produce
una tendenza di tutte le molecole del corpo a muoversi
nella medesima direzione. Quando la mente, si concentra
e si indirizza in un forte volere, le correnti nervose si
trasformano in un movimento simile all'elettrícità; perché
i nervi hanno la tendenza a polarizzarsi sotto l'azione
delle correnti elettriche. di conseguenza quando tutti i
movimenti del corpo sono divenuti perfettamente ritmici,
il corpo si trasforma in un gigantesco accumulatore di volontà.
Ora, è appunto questo tremendo volere che lo yogi vuol raggiungere.
Questa è la spiegazione del pranayama; che tende a
produrre un'azione ritmica nel corpo, e ci aiuta, per mezzo
del centro respiratorio, a controllare gli altri centri.
Lo scopo del pranayama è di risvegliare il potere
Kundalini , raggomitolato nel Muladhara, e farlo risalire
lungo il Sushumma a risvegliare tutti i chakra.
Lo yogi sostiene che noi possiamo mandare la corrente
mentale attraverso questo canale cavo senza che nessuna
fibra nervosa serva più da filo conduttore. Il Sushumna,
nelle persone comuni è chiuso alla sua estremità inferiore;
nessuna corrente vi passa. Lo yogi propone invece degli
esercizi per mezzo dei quali è possibile aprirlo e farvi
passare attraverso le correnti nervose.
Nel chakra Muladhara, si ammassa l'energia Kundalini, 'la dea
raggomitolata '. Dopo un profondo studio o una lunga meditazione,
la parte del corpo dove è situato il centro del
Muladhara - il plesso sacrale - si trova riscaldata. Ora,
se questa energia immagazzinata viene svegliata e attivata,
e poi fatta passare coscientemente su per il canale del
Sushumna, e sfiora i Chakra, allora la reazione è tremenda,
immensamente superiore alla percezione del sogno
o dell'immaginazione fantastica, e immensamente più intensa
della percezione sensibile. E' una percezione sovrasensibile.
E se raggiunge il centro di tutte le sensazioni, il cervello,
il risultato è il pieno soffio della illuminazione, la percezione
del Sé.
Quando questa forza di Kundalini passa da centro a centro, la mente
si apre uno strato dopo l'altro e l'universo viene percepito
nella sua forma sottile. Da qui realmente proviene ogni
conoscenza.
Così il risveglio di Kundalini è il solo
e unico modo di raggiungere la divina saggezza, la percezione
supercosciente, la realizzazione dello Spirito. Esso può
sopravvenire in vari modi: attraverso l'amore verso Dio,
attraverso la grazia dei perfetti saggi, o attraverso il
potere della volontà analitica del filosofo. Ovunque
ha luogo una qualche manifestazione di ciò che è detto ordinariamente
potere sovrannaturale o saggezza, v'è una piccola corrente
di Kundalini che ha trovato la sua via verso il Sushumna.
Ogni adorazione religiosa conduce, coscientemente
o incoscientemente, a questo risultato. L'uomo che pensa
di ricevere una risposta alle sue preghiere ignora che l'adempimento
proviene dalla sua propria natura, essendo egli in realtà
riuscito, mediante l'atteggiamento mentale della preghiera,
a svegliare un frammento dell’infinito potere che giace,
raggomitolato, in lui. Così ciò che gli uomini adorano sotto
vari nomi, con timore e tribolazione, gli yogi lo spiegano
come reale potenza latente in ogni essere. Lo Yoga è la
scienza della religione, la razionalità di tutte le adorazioni,
di tutte le preghiere, forme, cerimonie, miracoli.
Il controllo del Prana: Pranayama
Il primo passo da compiere è controllare
il movimento dei polmoni. Ciò che dobbiamo fare è riuscire
a percepire i movimenti più sottili che avvengono nel corpo.
La nostra mente si è esteriorizzata, ed ha perduto di vista
i sottili movimenti interiori. Se sapremo di nuovo sentirli
potremo anche cominciare a controllarli. Queste correnti
nervose passano attraverso tutto il corpo, portando vita
e vitalità a tutti i muscoli, ma noi non le avvertiamo.
Tuttavia gli yogi ci dicono che possiamo imparare a percepirle
controllando il movimento dei polmoni. Quando avremo fatto
questo per un sufficiente periodo di tempo saremo capaci
di controllare i più sottili movimenti del corpo.
La respirazione è come il volano di questa
macchina che è il nostro corpo. In una grande macchina il
volano si muove per primo; poi trasmette il suo movimento
a dei meccanismi sempre più delicati, finché tutta la macchina
si mette in movimento. La respirazione è come un volano
che fornisce e regola la forza motrice ad ogni parte del
corpo.
C'era una volta alla corte di un gran re
un ministro che cadde in disgrazia. Per punizione il re
lo fece rinchiudere in cima ad un'alta torre. L'ordine fu
eseguito ed il ministro fu lasciato lì ad attendere la morte.
Egli aveva però una moglie molto devota, che venne una notte
ai piedi della torre e chiamò il marito, chiedendogli che
cosa potesse fare per aiutarlo. Egli le disse allora di
ritornare alla torre la notte seguente e di portare con
sé una lunga fune, una robusta cordicella, del filo
di cotone, del filo di seta, uno scarabeo ed un po'
di miele. Molta meravigliata, la buona moglie obbedì e portò
a suo marito, la notte seguente, ciò ch'egli le aveva chiesto.
Allora questi la istruì di legare solidamente il filo di
seta allo scarabeo e di spalmarne le antenne con una goccia
di miele; indi di lasciarlo andare libero, lungo il muro
della torre, con la testa all'insù. La donna eseguì tutte
le istruzioni, e lo scarabeo partì per il suo lungo viaggio.
Sentendo il miele davanti a sé, l'animale lentamente avanzava
nella speranza di coglierlo, fino a che non raggiunse la
sommità della torre, dove il disgraziato ministro lo afferrò,
impossessandosi del filo di seta. Questi allora disse
a sua moglie di attaccare all'altra estremità del
filo di seta quello di cotone; dopo che ebbe tirato su il
filo di cotone, ripeté la stessa operazione per la cordicella
ed infine per la fune. Il resto fu facile. Il ministro discese
dalla torre per mezzo della fune e fuggì. Nel nostro corpo
la respirazione è ' il filo di seta '; se noi impareremo
a dirigerlo afferreremo il filo di cotone delle correnti
nervose, dopo queste la cordicella dei pensieri, ed infine
la fune del prana, controllando il quale conquisteremo
la libertà.
Gli esercizi del pranayama.
Il pranayama non è il respiro, ma è il controllo della forza muscolare
che è trasmessa attraverso i nervi ai muscoli e da questi
ai polmoni, facendoli muovere in un modo aspirante, è il
prana che si impara a controllare. Quando si sia riusciti
a controllare questo prana, constateremo che anche tutte
le altre manifestazioni del prana nel corpo possono
venir poste a poco a poco sotto controllo.
I- PRELIMINARI
Controindicazioni e osservazioni.
E’ vietato ai bambini sotto i tredici anni,
a chi soffre di disturbi cardiaci e respiratori,
agli ipertesi e agli ipotesi.
Se si effettuano respirazioni violente, senza
controllo, esse oltre ad alterare i nervi, nuocciono
al cuore e ai polmoni.
Un atteggiamento abitudinario difettoso (i tacchi
alti, una posizione errata della testa rispetto
alla colonna vertebrale), oltre a causare lombaggini,
asma, appiattimento della volta plantare, malattie
dello stomaco, ostacola anche le funzioni degli
organi respiratori.
Inizialmente per un irrazionale controllo della
respirazione si possono accusare senso di affaticamento,
vertigini.
Solo la costanza e la regolarità danno i benefici
desiderati. Se volete affrettare i tempi, rischiate
di ledere gravemente l’apparato respiratorio e di
compromettere i vostri progressi.
Consigli pratici.
Prima del Pranayama pulire la bocca, il naso,
liberare l’intestino e la vescica, Fare il bagno.
Cambiare l’aria nella stanza, che non vi siano
correnti d’aria o fessure, oppure eseguire all'aperto
(mare, bosco, collina, ...).
Fare il pranayama qualche ora prima dei pasti,
o almeno 4 ore dopo per l’avvenuta digestione.
Eseguire due sedute respiratorie al giorno:
al mattino appena svegli e alla sera.
Indossare vestiti caldi e leggeri, e una leggera
coperta o largo scialle di lana. La sudorazione
è indispensabile per la purificazione del corpo.
La spina dorsale, il collo, la nuca, devono
trovarsi sulla stessa linea, il mento appoggiato
alla gola.
Durante gli esercizi evitate di contrarre il
naso, le orecchie, gli occhi e in genere tutti i
muscoli del volto. Dopo un po' di pratica constaterete
un rallentamento del ritmo cardiaco; siete sulla
buona strada. C’è una stretta correlazione tra ritmo
cardiaco e stato psichico.
Al minimo senso di fastidio o impressione di
stare scomodi, smettere immediatamente. Significa
che non siete pronti, o che non siete in forma,
o che agite in modo sbagliato.
Indicazioni
Posizione:
Eretta: le mani sulle ossa iliache ai lati
del bacino.
Seduta: spina dorsale, collo, testa in linea
retta. mani sulle ginocchia (da preferire).
I muscoli addominali debbono essere leggermente
contratti durante l’inspirazione e la ritenzione
d’aria. Il controllo dei muscoli addominali contribuisce
all’aumento della capacità vitale dei polmoni.
Il pranayama non deve essere osservato durante
l’esecuzione delle posizioni dinamiche (Asanas).
Il fenomeno respiratorio è così diviso:
PURAKA: Inspirazione
KUMBHAKA: Ritenzione. Pausa a polmoni pieni.
RECHAKA: Espirazione.
SUNYAKA: Sospensione. Pausa a polmoni vuoti.
Il Prana si percepisce nell’ allungamento delle
pause che separano l’inspirazione e l’espirazione.
Durante la “Pausa” del respiro gli Yogi sono
molto più ricettivi alle vibrazioni che li attraversano,
e che essi possono captare, manipolare e dirigere.
Ma il Prana, affermano gli Yogi, deve essere ammaestrato
e domato con le massime precauzioni, pazienza e
costanza.
Si possono ottenere dei vantaggi anche senza
ritenzione e sospensione.
II- ESECUZIONE
I Matras: Unità di tempo per misurare la
respirazione.
Con le dita della mano Ds contate le singole
unità matras.
Con le dita della mano Sn contate 5 a 5 le unità
matras.
I matras si imparano con un orologio associando
‘EM’ o ‘OM’ ad ogni secondo (matra).
non superare mai i tempi segnati per ogni esercizio.
Tempo.
Proporzioni. Stabilito che il tempo di
inspirazione è uguale a 1:
Inspiraz.
Ritenz.
Espiraz.
Sospens.
A:
1
0
2
0
B:
1
2
2
0
C:
1
2
2
2
D:
1
4
2
2
Durata: Si dà il valore in secondi (matras)
alla unità delle proporzioni:
1=4"; 1=6"; 1=8". Allora i tempi di respirazione saranno:
Inspiraz.
Ritenz.
Espiraz.
Sospens.
Proporz. A:
1
0
2
0
1=4"
4"
0"
8"
0"
1=6"
6"
0"
12"
0"
1=8"
8"
0"
16"
0"
.
.
.
.
.
Proporz. B:
1
2
2
0
1=4"
4"
8"
8"
0"
1=6"
6"
12"
12"
0"
1=8"
8"
16"
16"
0"
.
.
.
.
.
Proporz. C:
1
2
2
2
1=4"
4"
8"
8"
8"
1=6"
6"
12"
12"
12"
1=8"
8"
16"
16"
16"
.
.
.
.
.
Proporz. D:
1
4
2
2
1=4"
4"
16"
8"
8"
1=6"
6"
24"
12"
12"
1=8"
8"
32"
16"
16"
Movimenti Base
PURAKA: INSPIRAZione protratta e profonda.
Inspirare lentamente e gradualmente. Mentre
si riempiscono i polmoni abbassare il diaframma
tra i polmoni e lo stomaco, che così si dilata.
Quindi, contraendo e controllando i muscoli
addominali, dilatare il torace continuando ad
inspirare. Per ultimo, alzando le spalle e sempre
inspirando, riempire la parte superiore dei
polmoni.
KUMBHAKA: RITENZione. Muscoli addominali
sotto controllo.
Ritenere l’aria, comprimere l’addome e dilatare
il torace.
-L’aumentato CO2 nel corpo stimola lo scambio
di ossigeno determinando così ritmicità e regolarità
respiratorie. Sconsigliato ai cardio— Palmo—
/patici, agli Ipertesi e Ipotesi.
RECHAKA: ESPIRAZione. -Comprimere l’addome
per poter controllare l’espirazione lenta ed uniforme:
Prima svuotare il basso dei polmoni (comprimere
la pancia), poi la parte superiore dei polmoni.
SUNYAKA: SOSPENSione. Espirare completamente.
-Ritirare l’addome con la contrazione dei
muscoli addominali. Chiudere la glottide.
E’ sconsigliato ai cardiopatici. Da eseguirlo
con cautela da chi è predisposto alle palpitazioni.
Note
Sedetevi in posizione molto eretta; il corpo
deve stare diritto. La spina dorsale, sebbene non
fusa alla colonna vertebrale, vi sta tuttavia dentro.
Se ci si siede curvi si disturba la spina dorsale;
occorre perciò lasciarla libera. Ogni volta che
vi sedete curvi e tentate di meditare, fate del
male a voi stessi. Le tre parti del corpo
- il torace, il collo, e la testa - debbono essere
tenute sempre diritte, così da formare un'unica
linea. Constaterete che con un po' di pratica tutto
questo vi riuscirà facile.
Eseguendo i quattro movimenti base uno di seguito
all'altro ed in cicli continui si viene a creare
un' onda respiratoria che con la pratica
acquisterà un ritmo costante:
- Si riempie... Basso ventre - torace - alto polmoni.
- Dilatazione torace.
- Si svuota ... Basso ventre - torace - alto polmoni.
- Contrazione dei muscoli addominali.
Ripetere il ciclo.
Il modo di respirare irregolare che generalmente
pratichiamo non ha niente a che fare con questa
respirazione yoga.
Tutte le spiegazioni, non vi provano niente,
finché non avrete raggiunto la prova da voi stessi.
Dal momento che comincerete a sentire queste correnti
circolare per tutto il vostro corpo, ogni dubbio
svanirà in voi; ciò richiede tuttavia un'ardua pratica
giornaliera. Bisogna fare gli esercizi almeno due
volte al giorno, ed i momenti più propizi sono la
mattina presto ed al principio della sera. Infatti
all'alba e verso il crepuscolo, quando la notte
si appressa al giorno, ed il giorno alla notte,
si ha uno stato di particolare calma: l'alba e il
tramonto sono i due periodi più sereni della giornata;
in quei due periodi anche il vostro corpo risente
in sé una certa tendenza alla calma. E' bene approfittare
di questa condizione naturale e cominciare allora
gli esercizi. Tenete come regola di non mangiare
prima di aver fatto gli esercizi, perché la fame
coopererà a farvi superare la vostra pigrizia. In
India si insegna ai ragazzi a non mangiare mai prima
di aver compiuto i loro esercizi e detto le loro
devozioni, ed in poco tempo ciò diventa per essi
una cosa del tutto naturale.
Coloro fra di voi che se lo possono permettere
faranno bene a procurarsi una stanza riservata esclusivamente
a questi esercizi. Non dormite in essa; consideratela
come sacra. Non dovete entrarvi prima di aver fatto
il bagno ed avere purificato il corpo e l'anima.
Metteteci sempre dei fiori - essi creano la migliore
atmosfera per uno yogi - e delle piacevoli immagini.
Bruciateci dell'incenso. Non intrattenete in essa
pensieri di collera né di ostilità né nutritevi
pensieri profani. Lasciateci entrare solo quelle
persone che hanno i vostri stessi pensieri ed intendimenti.
III - ESERCIZI
Il centro nervoso che controlla gli organi della
respirazione esercita un certo controllo anche sugli
altri nervi perciò è necessario imparare a respirare
in modo ritmico. Ciò contribuisce ad armonizzare il
sistema. Mentre respirate, ripetete la sillaba ‘Om’
o ‘Em’, o qualche altra parola sacra. In India si usano
certe parole simboliche per misurare i periodi di inalazione
ed esalazione, anziché contare uno, due, tre, … Questa
è la ragione per cui ripetere una parola sacra mentre
praticate questo esercizio. Fate che questa parola fluisca
dentro e fuori ritmicamente insieme con il respiro;
e vedrete che tutto il corpo andrà diventando a poco
a poco un solo ritmo. Perverrete così alla vera distensione,
al cui paragone il sonno non è un riposo. Una volta
giunti a questa distensione, i nervi più affaticati
si calmeranno e vi avvedrete che non avevate mai realmente
riposato. Il primo effetto di questi esercizi si osserva
in un cambiamento di espressione del volto. La
durezza dei tratti si attenua; la calma del pensiero
infonde sulla faccia un'espressione di serenità. La
voce stessa si fa dolce. Mai uno yogi ha la voce roca.
Tali segni appaiono già dopo pochi mesi di esercitazione.
La mano destra sul naso… il pollice sulla narice
destra, l’ indice sulla narice sinistra.
PURAKA:
Riempite lentamente i vostri polmoni facendo
passare l'aria attraverso la narice sinistra,
premete chiusa la narice destra.contemporaneamente
concentrate la mente su Ida, o corrente nervosa
di sinistra. Manderete la corrente nervosa giù
lungo la colonna verso il plesso Mulhdhara,
il loto fondamentale, che ha forma triangolare,
e che è la sede di Kundalini.
KUMBHAKA:
Chiudete ambedue le narici con il pollice
e l'indice, ed inviate la corrente verso la
base colpendo la base del Sushumma. Trattenete
qui la corrente per un certo tempo.
RECHAKA:
Togliete il pollice e lentamente espirate
dalla narice destra, premete chiusa la narice
sinistra, fate rimontare lentamente questa corrente
nervosa attraverso il lato destro, il Pingala.
Re-iniziate PURAKA da questo lato.
Lo stesso esercizio, ma ora la pausa si fa con i
polmoni vuoti.
PURAKA:
Riempite lentamente i vostri polmoni facendo
passare l'aria attraverso la narice sinistra,
premete chiusa la narice destra. Contemporaneamente
concentrate la mente su Ida, la corrente nervosa
di sinistra.
RECHAKA:
togliete il pollice e lentamente espirate
dalla narice destra, premete chiusa la narice
sinistra, fate rimontare lentamente questa corrente
nervosa attraverso il lato destro, il Pingala.
SUNIAKA:
Espirate completamente. Chiudete le due narici.
La corrente nervosa accumulata, per il movimento
continuo da Ida a Pingala, dirigetela verso
il plesso Muladhara, la sede di Kundalini, arricchitela
di energia perché inizi la risalita del
Sushumma e svegli i sette Chakra della vitalità
e della conoscenza.
L'esercizio di trattenere il respiro nei polmoni non
deve essere praticato troppo spesso. Fatelo solamente quattro
volte al mattino e quattro volte alla sera. Vi accorgerete
a poco a poco di riuscirvi e vi prenderete gusto. Poi, con
molta prudenza e precauzione, quando vi sentirete in grado
di farlo, porterete il numero degli esercizi a sei, invece
di quattro. Non praticate questi esercizi in modo irregolare,
perché potreste ricavarne danno.
Verrà un giorno, se vi eserciterete seriamente, in cui
Kundalini si manifesterà. Coloro che si esercitano una o
due volte al giorno acquistano la calma del corpo
e della mente, ed anche una voce armoniosa. Ma solo a coloro
che possono andare più oltre sorriderà Kundalini. Allora
tutta la natura comincerà a trasformarsi e si aprirà ad
essi la porta del sapere. Non sarà più loro necessario
cercare il sapere sui libri; la loro stessa mente diverrà
il loro libro, e conterrà una sapienza infinita.
Gli yogi sostengono che, di tutte le energie che sono
nel corpo umano, la più alta è quella che essi chiamano
ojas. Questa è immagazzinata nel cervello, e più
ojas un uomo possiede, tanto più egli è potente, intelligente
e spiritualmente forte. Un uomo può esprimere pensieri elevati
con belle parole, senza però produrre alcuna impressione
su chi l'ascolta. Un altro può non essere capace di conferire
belle espressioni ai suoi pensieri, e tuttavia le sue parole
eserciteranno un fascino. In lui ogni movimento è potente.
Questo è il potere dell'ojas.
In ogni uomo è immagazzinata una quantità maggiore o
minore di questa forma più alta di tutte le forze che operano
nel corpo. Non dimenticate che si tratta soltanto di trasformazioni
di una forza in un'altra. La stessa forza che opera fuori
di noi come elettricità o magnetismo è quella che si trasforma
in energia interiore; e la stessa forza che opera come energia
muscolare si trasforma in ojas. Gli yogi sostengono che
quella parte di energia umana che si esprime attraverso
gli atti ed i pensieri sessuali, se frenata e controllata,
si trasforma facilmente in ojas; e poiché è il Muladhara
che regola questa energia, lo yogi dedica ad esso una particolare
attenzione. Tenta di convertire cioè le sue energie
sessuali in ojas. Solo l'uomo e la donna che sanno controllare
le loro manifestazioni sessuali possono creare ojas ed immagazzinarlo
nel cervello; questa è la ragione per cui la castità è stata
sempre considerata la più alta delle virtù. L'uomo sente
che la dissolutezza e l' incontinenza dissolvono la sua
spiritualità; egli perde il suo vigore e la sua forza morale.
Questa è la ragione per cui in tutti gli ordini religiosi
del mondo creati da giganti dello spirito troverete
sempre la regola dell'assoluta castità. Occorre assolutamente
controllare e non disperdere dissolutamente la sessualità
del pensiero, della parola e della azione. Senza di ciò,
l'esercizio dello Yoga è pericoloso e può condurre alla
pazzia. Se qualcuno pratica lo Yoga e nello stesso tempo
conduce una vita smodata, come potrà sperare di divenire
uno yogi?