La Coscienza è la Realtà attraverso la quale
operano mente e materia; la coscienza che
si manifesta come mente e materia è solo
una parte del tutto, cioè della Realtà Infinita,
assoluta.
Il funzionamento di tutto il corpo umano
è controllato dal sistema nervoso centrale
(cervello e midollo) ed è a questo livello
che si situano i centri psichici che la
tradizione indiana chiama chakra, il cui
completo risveglio permette di unire la
coscienza individuale con la coscienza assoluta.
Un concetto fondamentale nella pratica yogica
è quello di KUNDALINI SHAKTI.
Kundalini, l'energia cosmica. In forma dinamica
dà vitalità all’individuo, in forma statica
rimane sopita anche durante la normale coscienza
di veglia. E’ rappresentata come un serpente-femmina
arrotolato (Kundala significa rotolo di
corda) dormiente alla base della colonna
vertebrale. Con tecniche yoga e meditazione,
con la rinuncia dell’appagamento dei sensi
si aprono le porte della vista interiore,
l’energia statica si dinamizza risalendo
lungo la colonna vertebrale e comincia a
scorrere nelle nadi (Canali di energia:
idâ=sinistra, Pingalâ=destra) e fatta salire
per Sushumma, canale di energia vuoto lungo
la spina dorsale che attraversa i sette
chakra fino al Sahasrara chakra nella corona
del capo, dove è l’unione della Kundalini
Shakti col Signore Shiva.
I sette chakra da svegliare sono:
Muladhara chakra: Sede della forza
vitale dormiente. Qui come un serpente arrotolato
pronto a scattare sta l’ energia Kundalini.
Plesso prostatico.
Swadisthana chakra: Controlla
il desiderio sessuale. Plesso prostatico.
Manipura chakra: Centro di tutte
le energie del corpo. Plesso solare.
Anahata chakra: Controlla la respirazione.
Plesso cardiaco.
Vishudda chakra: Comanda il discorso
e la conoscenza intellettuale. Plesso faringeo.
Ajna chakra: Piano della chiaroveggenza.
Plesso frontale.
Sahasrara chakra: Sopra-coscienza.
Plesso cranico.
Un altro importante aspetto della filosofia
yogica è il concetto di GUNA, o qualità.
In tutta la creazione esistono in compresenza
questi tre attributi, anzi si può affermare
che la manifestazione stessa è retta da
questi guna, sono indivisibili e vicendevolmente
si sopraffanno e si sostengono. I tre attributi
sono :
- SATTVA significa armonia, perfezione;
è la modalità della luce e dell’intelligenza.
L’individuo sattvasico è libero da attaccamento,
calmo, disinteressato, saggio e puro.
- RAJAS significa azione, movimento,
passione; è la modalità dell’energia
motoria. L’individuo rajasico è sempre
in movimento, irrequieto, passionale,
spinto dal forte desiderio di agire.
- TAMAS significa inerzia, tenebre,
staticità; è la modalità dell’oscurità
psichica, opposta a SATTVA. L’individuo
tamasico è inerte confuso, schiavo dei
sensi, dominato dall’ignoranza.
Il completo risveglio della kundalini
porta alla sublimazione degli elementi ed
allo scioglimento di tre nodi (Granthi):
Il nodo di Brahma (Granthi Brahma) si trova nel primo chakra, è il nodo del
samsara, cioè del “mondo fatto di nomi e
forme” (nama-rupa) creato da Brahma , che
rappresenta il primo ostacolo alla realizzazione
del Sé. Il mondo di nomi e forme comunica
attraverso le cinque finestre dei sensi
(occhi, orecchie, naso, lingua e pelle).
Sciogliendo questo nodo ci liberiamo dall’attaccamento.
Il nodo di Vishnu (Granthi Vishnu) è
localizzato nel chakra del cuore, questo
nodo produce KARUNA (compassione), un vivo
desiderio di dedicarsi all’umanità sofferente.
Vishnu è il signore della conservazione,
e questo nodo fa nascere il desiderio di
conservare le tradizioni e le istituzioni,
si manifesta l’attaccamento alla conservazione.
E’ difficile da sciogliere perché è legato
al codice genetico, infatti in India l’ordine
ascetico dei sannyasa prevede la morte sociale
del devoto e si dà per scontato che la famiglia
ne celebri il funerale affinchè possa rinascere
un’altra volta.
Il nodo di Shiva o Rudra (Granthi Rudra)
è localizzato sul terzo occhio Ajna chakra,
dove i tattva (elementi) si fondono con
la loro sorgente e lo yogi diventa trikaladharshi,
veggente, conoscitore di passato, presente
e futuro ed il rischio è di compiacersi
di queste facoltà intuitive, di siddhi e
miracoli. Solo se supera questo nodo può
procedere nella beatitudine.
- La conoscenza Yoga è vastissima, non
basta una vita per approfondirla tutta.
Daltronde ciò non è importante, quel che
conta è trovare l' ispirazione da mettere
in esperienza personale.