Ovvero i comandamenti morali universali che superano
ogni credo, paese, età, tempo: Autocontrollo che purifica
la mente.
Haimsa:
Non-violenza, non-nocività: eliminare una parola
ingiusta, un pensiero cattivo, un sentimento di ostilità,
di aggressività, senza cadere nella passività. Lo yogi
crea attorno a se un mondo di armonia e di pace. Di
fronte allo yogi cade ogni forma di inimicizia e di
aggressività.
Satya:
Non-falsità, verità, sincerità, veridicità. Deve
essere praticata per non permettere ad altri di avere
nei nostri confronti atteggiamenti di falsità ed ipocrisia.
Con la pratica yoga si acquisisce il senno (viveka)
che sa quando dire una pietosa menzogna.
Asteya:
Non rubare. Non desiderare beni altrui, né con gli
atti, né con le parole, né col pensiero. Ciò è per fare
in modo che, quando egli lo desideri, tutte le cose
vengano a lui.
Brahmacharya:
Condotta di vita pura e morigerata. Autocontrollo
sessuale. Si fa uso della funzione sessuale a tempo
e a luogo, eliminando i pensieri sessuali invadenti,
parassiti e paralizzanti, vere tossine mentali evocate
dalla mente particolare. L' erotismo invece (conoscere
il bello ed il divino in ogni essere vivente, l'abbattimento
di ogni barriera e limitazione egoica) carica la mente
di energia che si può dirigere tanto verso se stessi
che verso gli altri.
Aparigraha:
Non accettare, non ricevere, non accumulare, non
essere possessivi. Distacco: Con la comprensione delle
leggi naturali della vita, lo Yogi riesce ad afferrare
la vanità dell' attaccamento ai beni materiali, riesce
a vivere una vita semplice. Egli si rende conto che
lo spirito di possesso nuoce all' indipendenza della
mente. Scopre che amare non significa "impossessarsi
di ...", chi riceve un dono il suo cuore diventa impuro,
perde la sua indipendenza, si sente legato, attaccato
a persone che potrebbero essere subdole e false.