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Checco Zalone: lo sapete che a Ibiza sono più famoso di Bono?
28 settembre 2012

"Surreale: ho incontrato il leader degli U2 in un club esclusivo. I camerieri facevano a gara per farsi fotografare con me. Lui guardava la scena allibito, lo hanno ignorato tutti"
"Ero in barca a Bari quando mi è arrivato uno strano sms: sono in città per un concerto, mi farebbe piacere incontrarti. Firmato Francesco D. Convinto che si trattasse di Dj Francesco (Francesco Facchinetti, ndr), ho risposto: mi spiace, non posso, ho una pizza con gli amici. Che figura! Era Francesco De Gregori". Parola di Checco Zalone. Trascorre qualche giorno e De Gregori dichiara a Venezia di essere un fan dei film del comico pugliese. Scatta la telefonata: "Francesco, ma che sostanze hai preso per fare un’affermazione del genere?" chiede Zalone. "Non ti sto prendendo in giro" è la risposta del cantautore. "Penso che ci incontreremo presto" anticipa Checco. "Gli amici più stretti mi sfottono, dicono che ormai sono diventato un intellettuale di sinistra". Non è questo l’unico episodio bizzarro dell’estate musicale di Checco Zalone, dominatore delle classifiche con La cacada, tormentone brasileiro venduto attraverso un distributore indipendente chiamato Zimbalam. Una scelta che ha permesso di fissare il prezzo del brano su iTunes a 0,69 euro (l’unico hit della top 10 sotto i 70 centesimi) e per cui Zalone verrà premiato al Meeting delle etichette indipendenti di Faenza il 29 settembre. "Ho scritto una vera boiata che mi è costata sì e no 50 euro, il costo della benzina da casa allo studio di registrazione. Con l’incasso mi sa che ci scappa la cucina nuova" sottolinea, prima di rivelare i dettagli del suo incontro con Bono in un club esclusivo di Ibiza. "Non mi ha riconosciuto, ma questo lo trovo normale" dice trattenendosi dal ridere. "l problema è che all’inizio io non ho riconosciuto lui. Colpa di quei 30 chili in più che si ritrova addosso. Ho vissuto un momento surreale con i camerieri in fila che mi chiedevano di posare con loro ignorando completamente il leader degli U2. Eravamo a due metri dal suo tavolo. Si sarà chiesto: ma chi è questo cretino? Visto come si erano messe le cose, non ho trovato il coraggio di presentarmi". Non si prende mai sul serio nei panni del musicista, Checco Zalone, ma è innegabile che una parte rilevante del suo successo sia legata ai brani che fanno da colonna sonora ai suoi film. "Per la nuova pellicola, che, giusto per smentire le voci, non parla della crisi economica, ho deciso di partire dalle musiche. Sono alle prese con una canzone sull’ottimismo, ma non riesco a declinarla in chiave comica. Io ho un problema in più rispetto ai cantanti normali: devo fare ridere. Però a modo mio. Non farò mai satira politica perché il confine tra satira e moralismo è troppo sottile. Si fa presto a passare dalla comicità ai comizi". Tolto un sassolino, tocca a un altro: "La mia parodia del jazz come musica da cazzeggio non è mancanza di rispetto come pensano molti. La fonte d’ipirazione di quella gag è stata la battuta di un musicista della mia band che durante le prove disse: il jazz è come un peto, piace solo a chi lo fa". E ai giornali di gossip che nei mesi estivi hanno messo l’accento sulla sua prima estate da vip nella peccaminosa Ibiza risponde così: "Ma quale vip... Mi sono concesso una settimana di vipperia senza spendere un euro. Tutto qui: la casa di Ibiza l’ha pagata il mio produttore, Pietro Valsecchi. Un’incursione nel mondo dei ricchi prima di tornare al mio paese, Capurso, dove, al massimo, se diventi famoso, ti aumentano il prezzo del garage per l’auto".

 

Cado dalle nubi, il film di Checco Zalone: evviva la mediocrità italiana
27 novembre 2009

Hai bisogno di ridere per 99 minuti ? Vai al cinema a vedere il film di Checco Zalone, Cado dalle nubi. E’ una delle poche frasi colte che il cantante troglodita & terrone partito da Polignano a Mare riesce a dire in tutto il film. Checco lavora in gelateria, fa il cantante nel weekend e vuole fare il cantante per tutta la vita. Rifiuta il cellulare perché tutti i veri cantautori non sono mai raggiungibili (bisogna contattare il loro manager). Un film leggero, divertente, non banale. Se cerchi il mattone con trama diversa dal solito cambia sala. Checco Zalone da Zelig porta tutta la sua mediocrità italiana, quella genuina, vera e diretta. Niente finzione forzata, le uniche costruzioni sono quelle delle zio, carpentiere, a rischio di denuncia per… mani pulite. Non è provinciale, è un film imperniato sull’ascesa del cantautore neomelodico Checco, che arriva a Milano per avere successo. L’avventura si divide tra l’appartamento col cugino gay Alfredo (Dino Abbrescia) ed il suo compagno Manolo (checca persa anzi uomosessuale con una forte sessitività),il centro di Milano e la bellissima villa nel milanese dove vive la bellissima Marika (Giulia Michelini), figlia di un leghista anti-terrone come Ivano Marescotti (reo di buttare nella spazzatura le orecchiette di mamma!!). Terrone, un po’ tamarro, supera i pregiudizi di un padre leghista e usando la mozzarella, le orecchiette, la burrata e la grammatica a modo suo, rende piacevoli i 99 minuti della proiezione. Luca Medici non vuole cambiarti la vita, riesce però a farti ridere di gusto molto più dei soliti banali cinepanettoni tutti tette & culi. Considera solo che la gente continuava a ridere anche a film terminato con le musiche dei titoli di coda.

 

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