Ospedale Rummo, un'oasi perduta - 21-07-03 - Franco Brandi

 

Nota di ViviTelese:

Il consigliere regionale Martusciello, suggerisce alla Mussi (direttore dell'ospedale) il primario per il reparto di Oncologia.

A fine giugno il prof. Ianniello, (amato dai pazienti ricoverati nel reparto) viene sostituito dal prof. Daniele di Napoli.

Franco Brandi è uno dei responsabili di ViviTelese; sullo stesso argomento ha già scritto un articolo intitolato: I guasti dei politicanti.

 

 

Un'oasi perduta

di Franco Brandi

Ogni giorno che nasce, è un miracolo di vita. La natura nella sua complessità riprende a vivere nel suo ambiente naturale. E se qualcuno ha alterato l’equilibrio, la natura muore.

Anche noi che facciamo parte di questo meraviglioso mondo, benché sofferenti, ci aggrappiamo con tutte le nostre forze all’ambiente in cui ci troviamo e al quale dobbiamo in gran parte della nostra serenità. Questa non vuole essere una favola, ma lo specchio di una realtà acquisita dopo anni di duro lavoro.

Per meglio identificarci, siamo (purtroppo) un folto gruppo di pazienti oncologici che hanno trovato, dopo un lungo peregrinare nelle varie città italiane e straniere, un ambiente consono alle proprie necessità nell’ospedale Rummo di Benevento. Io come tutti gli altri pazienti che hanno udito per la prima volta la parola tumore, siamo stati colti dallo sgomento e dalla paura. TUMORE=MORTE.

Dalla diagnosi al decesso a volte passano anni intrisi di sofferenza sia per il paziente sia per i familiari. Anni in cui il trovare una struttura adatta, aiuta in maniera determinante il paziente ad accettare la propria sofferenza perché attorniato da persone giuste. Ed eccoci al punto.

Al Rummo” reparto oncologia” si è riusciti a creare questo ambiente. Camere a due lettini con bagno interno, luce esterna che entra da grandi vetrate, colori vivi e solari, personale sempre sorridente, disponibile e professionale. Primario sempre all’altezza. Finalmente non un barone della sanità, ma un essere umano che della sua umanità ne usufruiscono TUTTI, giovani e anziani di qualsiasi ceto sociale. Dottoresse innamorate del loro lavoro, pronte ad affrontare ogni evento sempre con il sorriso e con profonda umiltà.

Personale paramedico preparato e con un unico obiettivo: alleviare la sofferenza altrui. Tutto questo è stato realizzato in tanti anni da alcune persone che hanno creduto nella validità del progetto, dando a noi la possibilità di trascorrere questi ultimi attimi di vita (meravigliosa) accanto ai nostri cari in un ambiente eccezionale.

All'improvviso hanno reciso il ramo della linfa vitale, così anche gli altri rami si stanno seccando. Noi bisognosi di affetto, amore, di ritrovare le cose comuni che sino ad oggi ci hanno aiutato, ci sentiamo defraudati di tutto quanto. Un roseto bisogna coltivarlo (per avere delle rose splendide): lasciarlo incolto, è facile ritrovarsi dei rovi.